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Andrea Pieroni (Live! – Gods Of Metal)

Di - 22 Luglio 2010 - 10:00
Andrea Pieroni (Live! – Gods Of Metal)

Si è appena conclusa un’altra edizione del Gods Of Metal, il più importante festival italiano dedicato al nostro al nostro amato genere, e come al solito anche questa volta l’evento ha fatto parlare molto di sé, prima, durante e dopo.

Truemetal.it vi ha raccontato l’evento in tempo reale con foto, report e news in diretta, e ora è arrivato il momento di tracciare il bilancio. Ne parliamo con Andrea Pieroni, al quale abbiamo proposto anche qualche spunto di riflessione offerto dagli utenti del nostro Forum.

Ciao, Andrea, bentornato sulle pagine di Truemetal.it.

Si è conclusa da poche settimane quella che è stata probabilmente l’edizione del Gods Of Metal più discussa della storia e, non a caso, abbiamo scoperto di avere molte domande da farti. In questa occasione ci siamo fatti aiutare dai nostri utenti che hanno accettato con entusiasmo di inviarci le loro interessanti osservazioni. A nome loro e nostro, ti ringraziamo da subito per la disponibilità e auguriamo una buona lettura sperando, se non dei più, di aver soddisfatto le curiosità e i dubbi di molti.

GOM 2010

La prima domanda non può che essere questa: qual è stato il bilancio del Gods Of Metal 2010? Qual è stata l’affluenza?

E’ in linea con le aspettative, abbiamo avuto 11.000 presenze in totale sui tre giorni, che è quello che serviva, euro più euro meno, per coprire le spese. Sapevamo fin dall’inizio che questa sarebbe stata un’edizione di GOM che non avrebbe richiamato masse oceaniche, per cui non c’è stata nessuna sorpresa, era tutto preventivato. Purtroppo per quanto riguarda il mercato italiano, le metal bands in grado di richiamare decine di migliaia di persone sono veramente poche, quattro/cinque, i nomi li conosciamo tutti, e quando per un un motivo o per l’altro questi artisti non sono disponibili, volenti o nolenti, dobbiamo basare il festival su un concetto diverso. Ma non mi preoccuperei più di tanto, in quattordici edizioni di GOM abbiamo sempre presentato headliners e cast di richiamo mondiale, con affluenze importanti. Un’edizione più contenuta, ma non per questo meno valida come proposta musicale, fa parte del gioco e ci sta. Poi però mi preme anche dire che GOM non rappresenta chissà cosa per le economie aziendali. Se facciamo un bilancio di questi 14 anni probabilmente siamo sotto, si tratta però di una vetrina importante da offrire alle bands e al pubblico, una sorta di riassunto di quanto di meglio è stato proposto durante la stagione invernale e qualche anticipazione sulla stagione successiva. 

Il Gods Of Metal 2010 è costato di meno rispetto alle edizioni precedenti che vantavano location di maggiori dimensioni e band più importanti nel bill? Rispetto al passato, su quali livelli è stato il ricavo? Fatte le dovute proporzioni e considerando le spese di questa edizione e della scorsa, è stato maggiore al GOM 2009 o no? (domanda dell’utente Tummarellox)


Beh, certo che è costato di meno. Se fosse costato, che so, come l’edizione dello scorso anno a Monza, saremmo dei folli. Maggiore è il richiamo di pubblico che le bands hanno e maggiore è il loro compenso, come maggiori sono le spese organizzative e le esigenze. Rispetto al GOM 2009, percentualmente siamo sugli stessi livelli. Attenzione, sto parlando in percentuale, non in termini assoluti. In termini assoluti è evidente che GOM 09 si basava su tutt’altri numeri. 

In particolare quali sono state le impressioni riguardanti la prima giornata, incentrata principalmente su un genere piuttosto inusuale per il GOM, quale il Metalcore? La risposta del pubblico è stata quella che via aspettavate?

Io penso che un festival per restare competitivo e continuare a vivere a lungo debba necessariamente aprirsi alle nuove tendenze. Nel caso del GOM, trattandosi di un festival di settore, deve mantenere la propria identità artistica, ma le nuove tendenze esistono anche all’interno del settore metal, per cui, per come la vedo io, è doveroso tenerne conto. Altrimenti rischiamo ogni anno di ripetere sempre lo stesso cast, con lo stesso genere e lo stesso identico pubblico che alla fine rischia di stancarsi. Invece è necessario che pubblico nuovo arrivi al festival, per mantenerlo vivo, per farlo sempre vibrare. Cambiamento è sinonimo di modernità, di mentalità aperta, di progresso, inteso nell’accezione più estesa possibile del termine. Non aprire il festival anche ai nuovi generi di metal che tanti consensi stanno riscuotendo non sarebbe giusto e non sarebbe un servizio al pubblico. Come abbiamo visto, esiste un pubblico che ama anche queste bands e credo che il metalcore possa trovar spazio al Gods, soprattutto in una giornata dedicata come è stata quella di quest’anno. In termini di presenze, più o meno è quello che ci aspettavamo. Come ho detto prima l’intero festival ha ottenuto il risultato preventivato ed anche la prima giornata è rientrata in questa previsione. 

      
 
 

Alla luce dei fatti trovi che la scelta, già effettuata da altri festival europei, di inserire all’interno della stessa giornata gruppi di generi radicalmente differenti abbia dato i frutti desiderati?

Il pubblico italiano è da sempre maggiormente affezionato alle giornate a tema, per cui ogni volta che mischiamo le carte è un po’ un tentativo. Nel resto d’Europa funziona bene, in Italia a volte si a volte no. Per esempio lo scorso anno a Monza ha funzionato alla grande, la quantità di abbonamenti è stata stratosferica e il pubblico ha dimostrato di aver apprezzato. Devo dire però che anche quest’anno oltre il 50% dei biglietti venduti erano abbonamenti per cui sembra che alla fine anche il pubblico italiano si stia lentamente indirizzando verso il festival eterogeneo. Bisogna anche dire però che non sempre è possibile costruire giornate a tema. Molto spesso ci scontriamo con la non disponibilità delle bands in determinati giorni, per cui il mischiare le carte, a volte, è anche una necessità. In Europa ci sono centinaia di festivals e sono quasi tutti concentrati nei week end di giugno e luglio, per cui non è semplicissimo arrivare sempre all’obiettivo. 

Data la particolarità delle band proposte e la quasi totale mancanza di quei grandi e storici nomi, veri e propri Gods (Motorhead a parte) che hanno segnato, in passato, il successo del GOM, a molti è sembrato che più che annullare/rimandare l’Evolution, questo sia stato rinominato Gods Of Metal e che il vero assente di quest’anno sia proprio l’evento Metal più grande d’Italia, divenuto forse troppo dispendioso e poco remunerativo. Puoi darci la tua opinione a riguardo?

Non si tratta di un discorso economico, si tratta esclusivamente, come ho appena detto, di un discorso di disponibilità degli artisti. Metallica quest’anno hanno deciso di non suonare in Italia, visto che ci avevano suonato per due anni di seguito. Iron Maiden non erano disponibili per l’Europa prima di Agosto. Chi altri ci rimaneva? Priest sono fermi, Motley Crue sono venuti lo scorso anno, Dream Theater idem. A livello di grandi numeri restavano Rammstein che però ci avevano chiesto espressamente di suonare da soli, da qui il concerto di Verona che peraltro è andato stra-sold out in prevendita e Guns N’ Roses, i quali in un primo momento avevano dato l’OK e poi invece hanno deciso di posticipare l’Italia a Settembre. So già cosa stai per dire: e i Manowar? Purtroppo con Joey ci sono punti di vista molto differenti su quello che è il reale valore della band in Italia in termini di richiamo di pubblico. Io mi baso sui fatti, cioè sui numeri che i Manowar hanno fatto in passato, sia al Gods che nei propri headline show, mentre Joey si basa sul sogno. Il suo punto di vista è che Manowar richiamano la stessa gente, se non di più, di Maiden e Metallica e pretende di essere pagato la stessa cifra. Ma ciò non risponde a verità. Manowar richiamano meno della metà delle persone di Maiden e Metallica, gliel’ho dimostrato con i fatti. Lui dice che sbaglio, che se Manowar tornassero ora in Italia farebbero chissà quali numeri, ma siccome se alla fine le cose vanno male non è lui che paga, ma la Live, io devo fare l’interessa dell’azienda. E visto che non credo che Manowar possano fare numeri sufficienti a coprire quello che costano, preferisco non farli. Non esiste solo la Live in Italia, esistono molti altri promoter, ma evidentemente tutti la pensano come me. Un motivo ci sarà.   

Nonostante i comunicati trionfalistici, chi era presente al Gods of Metal di quest’anno ha potuto notare una presenza di pubblico ben inferiore a quella di altri anni. Inoltre l’età media è sembrata sensibilmente più bassa. Certamente l’avvicinare nuove generazioni a questo genere musicale è un fatto positivo, ma non temete di starvi giocando la fetta più cospicua degli ascoltatori, magari orientati sempre più verso festival esteri, tenendovi caro solo il pubblico che per motivi anagrafici o monetari è impossibilitato a lunghe trasferte?

Beh, come ho detto è andato tutto secondo le previsioni. Non credo che ci giochiamo nulla. Alla fine il pubblico viene al festival richiamato dagli artisti che ne prendono parte, per cui una volta che tornano i grossi nomi, tornerà anche il grande pubblico.

Quanto la scelta del bill (e conseguentemente la location e l’affluenza del pubblico) è stata determinata dalla volontà dei grossi papabili headliner (Rammstein, Metallica, AC/DC, Iron Maiden, Slayer, ecc.) di fare date in solitaria nel nostro paese?
Sono state decisioni della band o di Live? Motivate da cosa?

Sono state scelte prese di comune accordo, dovute al fatto che alcune bands (Rammstein / Slayer) preferivano esibirsi in solitaria, mentre altre non erano disponibili in quel periodo (Iron Maiden). Altre ancora (Metallica) invece hanno preferito non esibirsi in Italia quest’anno, visto che già avevano suonato nel 2008 e nel 2009. Per quanto riguarda AC/DC, ci abbiamo provato, ma è una band che raramente si esibisce nei festivals, per cui anche nel loro caso si è trattata di una scelta artistica. 

Per quanto in una bella posizione, la location di quest’anno non avrebbe mai potuto ospitare le folle oceaniche di alcune passate edizioni del Gods of Metal. La scelta di un posto simile è direttamente conseguente dalla previsione dell’affluenza?

Certo. Quando programmiamo un evento, sia esso il Gods o qualsiasi altro show, abbiamo bene in mente quale possa essere la risposta del pubblico in termini numerici e pertanto scegliamo la location che ci sembra la più adatta ad ospitare lo spettacolo a livello di capienza. Chiaramente non sempre si indovina, a volte il posto prescelto si rivela troppo grande, ed allora ci autoflagelliamo perchè quasi sicuramente vuol dire una rimessa economica, altre volte invece si rivela troppo stretto. In questo caso festeggiamo perchè vuol dire che lo show è andato sold out per la gioia di tutti.   

Avete previsto una zona campeggio in quanto la manifestazione durava tre giorni. A nostro parere, tale servizio s’è rivelato insoddisfacente. Come mai in tale area non è stato collocato nemmeno un bagno chimico e nessuna doccia fredda?

In Italia non è molto semplice avere le autorizzazioni per un campeggio temporaneo, perchè di questo si tratta e molto spesso dipendono dalle mille regole e regolucce che oberano il nostro paese e le nostre istituzioni di carta pressochè straccia. Per cui sembra paradossale,  ma far mettere delle tende in un’area è possibile senza grandi impedimenti, mentre attrezzare quest’area significa mettere in piedi un vero e proprio campeggio che deve sottostare a certe autorizzazioni e che quindi non può essere gratuito. E’ chiaro che noi cerchiamo sempre di offrirlo ad uso gratuito, attrezzato di bagni e docce, come facemmo a Bologna nel 2008, a volte è possibile, a volte no. Ma non sempre dipende dalla nostra volontà, piuttosto dalle restrizioni a cui siamo sottoposti a livello burocratico. 

Dobbiamo dire che il servizio di Security è stato certamente un fiore all’occhiello del Gods of Metal. Ragazzi disponibili e cordiali. Vuoi esprimere un tuo giudizio a riguardo?

Non posso che fare i complimenti ai ragazzi che si sono occupati del servizio. Era la prima volta che lavoravamo con loro e me ne avevano sempre parlato bene e devo dire che la loro fama è stata ampiamente ripagata. Sono felice di ciò perchè questo è quello che mi aspetto dalla security in genere. E’ chiaro che anche il pubblico deve fare la sua parte e sapersi comportare, ma chi ha il compito di garantire la sicurezza deve in primo luogo usare la gentilezza. Si ottiene molto di più con la gentilezza. 

Per quale motivo all’Italian Gods Of Metal i ragazzi della security sequestravano le bottigliette d’acqua mentre al Gods Of Metal 2010 ci si accontentava di rimuovere semplicemente il tappo? Di solito che fine fanno le bottiglie e/o le lattine sequestrate in queste occasioni?

Anche qui dipende dai vari regolamenti. Nei posti al chiuso in genere non è consentito introdurre bottiglie, non solo ai concerti, ma agli spettacoli di ogni tipo. Che fine fanno, finiscono nel cassonetto della spazzatura… 

Rispetto alle sofferenze patite dal solleone delle location di Bologna e Monza, quest’anno il posto presentava zone d’ombra, vere toccasana date le temperature del periodo. Molti ragazzi hanno evidenziato questa importante osservazione. Cercherete qualcosa di simile anche il prossimo anno?

Come ho sempre detto, cerchiamo di migliorarci anno dopo anno. La location di quest’anno, a mio avviso, aveva molti lati positivi e devo dire che girando tra i ragazzi presenti al festival e parlando con alcuni di loro ho notato che in generale c’era apprezzamento per il luogo del festival. Quello che faremo il prossimo anno dipende in gran parte dalla line up che riusciremo a mettere in piedi, in ogni caso cercheremo di migliorarci, tenendo conto dei suggerimenti del pubblico. Mi sembra che anche per quanto riguarda il servizio di ristorazione quest’anno ci sia stato un notevole miglioramento. Poche code, prezzi più bassi degli anni scorsi, e una ottima qualità dei prodotti. Io voglio che il pubblico stia bene al festival, per cui, suggerimenti e consigli per migliorare la situazione sono sempre ben accetti.   

Cosa ne pensi dei lanci di oggetti di varia natura che ci sono stati nei confronti dei Bullet For My Valentine?

Mi è dispiaciuto, perchè ritengo i Bullet una grande band, che ha un grande pubblico anche in Italia e rovinare la loro esibizione perchè quattro sciamannati si divertono con poco non è il massimo della vita. Io credo che ci debba essere rispetto per ogni artista che si esibisce sul palco. Bisogna capire che siamo ad un festival. Lo dice la parola stessa, è sinonimo di eterogeneità, di mescolanza di stile e culture. Può capitare che ci sia una band che a qualcuno non piace, ma perchè bersagliarla di oggetti? Non è meglio andare a farsi una birra e riposarsi all’ombra?

 

GODS OF METAL E CONCERTI IN GENERALE

La Live ha mai pensato di investire nel meridione per esempio portando più spesso a Roma i grandi nomi? A questo scopo non sarebbe meglio spostare la location del Gods nell’Italia centrale? (domanda dell’utente HeavyGabry)

Ma, guarda, quella che è Roma non facciamo grandi concerti è una leggenda metropolitana che deve essere smentita una volta per tutte. A parte i grandi concerti di Iron Maiden e Metallica, solo nella stagione 2009/2010, cioè da settembre a giugno abbiamo portato a Roma gente del calibro di Cannibal Corpse, Dream Theater, Amorphis, Porcupine Tree, Bring Me The Horizon, Amon Amarth, Paradise Lost, Sebastian Bach, Europe, Lamb Of God, Airbourne, Lacuna Coil, Katatonia, Dark Funeral, Megadeth, Alice In Chains, Bad Religion, Serj Tankian e altri che sicuramente mi sono dimenticato. Ci stiamo preparando per lo show di The Cult del prossimo 26 Luglio, il 4 Settembre avremo Guns N’ Roses, a ottobre Blind Guardian, a novembre Alter Bridge e a breve annunceremo Helloween e Stratovarius, ed anche il ritorno dei Rhapsody Of Fire. Sinceramente a me non sembra proprio che non consideriamo Roma quando scegliamo le città dove far esibire i nostri artisti. Piuttosto chiediamoci come mai a Roma, nonostante il bacino d’utenza sia più grande di quello di Milano, il pubblico è quasi sempre la metà di quello milanese. Chiediamoci come mai le strutture dove fare i concerti hanno costi che sono doppi rispetto a quelli di Milano, chiediamoci come mai non è possibile fare affissione perchè tanto gli abusivi ti coprono i manifesti 5 minuti dopo che sono stati attaccati. Nonostante tutti questi problemi continuiamo a fare i concerti a Roma e non abbiamo intenzione di smettere. Per quanto riguarda lo spostare il Gods in una regione più centrale, credo sia una buona idea, siamo stati a Bologna diverse volte, stiamo lavorando per trovare una location adatta ad ospitarci. A breve ci saranno novità.   

Quali sono le motivazioni che vi hanno portato alla scelta (abbastanza inusuale) di proporre, nel corso del Pistoia Blues Festival, due giornate più orientate verso il rock e il metal? Nomi come Queensrÿche, Gamma Ray, Hammerfall, ma anche gli stessi Porcupine Tree, fanno sì che l’evento somigli effettivamente ad un Gods Of Metal in versione “minore”.

Con Pistoia Blues collaboriamo da anni e abbiamo portato al festival moltissimi artisti. Quest’anno c’era la volontà di creare qualcosa di diverso, di dare un taglio un po’ più moderno ad alcune giornate del festival, pur rimanendo in un abito che non si discostasse troppo dal concept originale. Devo dire che ha funzionato piuttosto bene. Entrambe le serate hanno fatto registrare un bel pubblico, quella di Porcupine Tree ha visto leggermente più persone rispetto a quella di Queensryche , ma devo dire che siamo rimasti piacevolmente impressionati dalla riuscita di entrambe le sere.   

In una tua precedente intervista qui su TM dicesti che erano in corso trattative per chiudere un accordo su base triennale, a decorrere dal 2011, per garantire una location “fissa” in stile W.O.A. al Gods: a che punto sono queste trattative? Non credi che gli stadi rappresentino uno dei luoghi ideali per lo svolgimento di festival medio/grandi come appunto dovrebbe essere il Gods? (domanda dell’utente ainzalesta)

Le trattative son pressochè concluse e penso che a breve potremo fare l’annuncio. Per quanto riguarda gli stadi, si, ritengo che siano un posto ottimo dove fare i concerti, ma non sempre è  possibile utilizzarli. Lì comandano le società di calcio, per cui ti puoi immaginare come viene visto un concerto metal. Mai toccare il calcio in Italia, figurati. Gli italiani sopportano tutto, e la cronaca politica di questi giorni, ma che dico di questi anni, nè la più profonda testimonianza, ma non toccare il calcio. Quello no, è sacro. 

Il prossimo anno ricorre il 15° anniversario del Gods Of Metal, pensate di fare qualcosa di “speciale” per celebrare questa ricorrenza come per esempio quattro giorni come per il decennale del 2006 e/o bands internazionali di un certo spessore ? (domanda dell’utente Juzam)

E’ ancora presto per dirlo. Alcune idee ci sono già, ma sono a livello embrionale e pertanto necessitano di essere sviluppate. Come sempre poi dovremo confrontarci con la disponibilità degli artisti che abbiamo in mente. Quello che posso dirti è che la nostra intenzione è quella di fare un grande Gods, in una location degna di tale nome e che per la prima volta diventi la casa del Gods. Sempre la stessa, dove poter costruire delle infrastrutture, dotare tutta l’area di servizi e quant’altro. Tutte queste cose sono possibili sono con un accordo a lungo termine. Come ho detto poc’anzi, incrociamo le dita, ma siamo davvero vicini a poter annunciare una cosa del genere.

Riguardo i futuri GOM: pensi che per noi resterà sempre e solo un sogno quello di poter raggiungere in qualità e servizi, i livelli di fesival europei come Wacken o Graspop? Servizi offerti dal Graspop, come quello di poter usufruire gratuitamente di tutti i treni che è necessario prendere per raggiungere la sede del concerto, per le persone che acquistano un biglietto valido per l’intera durata del festival, sono pura utopia? Voglio dire: questo aiuterebbe anche le migliaia di ragazzi del centro e del sud che devono sobbarcarsi bei viaggi ogni anno per venire al nord, per i festival e per i concerti: è impossibile farlo con le risorse a disposizione e la relativamente scarsa diffusione del metal in Italia, rispetto alla Germania e al resto d’Europa? (domanda dell’utente Paranoid)

Io credo che dobbiamo tutti renderci conto che i numeri che si fanno in Italia sono ben diversi da quelli che fanno al Graspop o a Wacken. In Italia si fanno 30,000 persone quando ci sono Maiden o Metallica, quindi nella migliore delle ipotesi, in tutte le altre situazioni siamo tra le 15 e le 20.000 persone al giorno. Con questi numeri non è possibile fornire servizi aggiuntivi come quelli dei treni gratuiti. Si possono migliorare i servizi interni, si possono fare convenzioni per minimizzare i costi che il pubblico deve sostenere per raggiungere il festival e per soggiornare, ma offrirli gratuitamente non è possibile. Questo è il mercato italiano, un mercato che, per quanto riguarda il metal, ha al massimo 30,000 persone disponibili a spostarsi per un concerto. E solo per due gruppi. Quindi, è su questi numeri che dobbiamo fare i conti, e tutti, pubblico compreso, dobbiamo essere consapevoli che i conti devono tornare. Se i conti non tornano, ovvero se i soldi incassati sono meno di quelli spesi, il festival muore. Di questo tutti ne dobbiamo essere coscienti. Non c’è un’entità superiore che sgancia i quattrini per il piacere dei metal kids italiani. Esiste la Live che organizza questo festival e se ogni anno ci perde soldi, il risultato è che alla fine il festival non si fa più. Sostanzialmente bisogna che la gestione del festival sia pressochè in pareggio, altrimenti il giocattolo si rompe.   

Sulla base di quanto successo all’ultimo Sonisphere ma ricordando anche il 3 giugno 2007 all’ Idroscalo, come si organizzerebbe la Live in caso di massiccia presenza di fango? (domanda dell’utente George Best)

Credo che si molto difficile poter far fronte a un emergenza come quella capitata al Sonisphere svizzero. Conosco i promoter e conosco chi ha lavorato in produzione. E’ piovuto per una settimana di fila e quando succede questo non c’è sabbia o paglia che tenga. C’è solo il pantano. Questo è l’altra faccia della medaglia del fare i concerti nei prati. Avete visto anche cosa è successo all’Heineken nel giorno dei Green Day. Fango fango fango. E show cancellato. Avrebbero potuto cancellare il Sonisphere? Non credo, impegni presi, contratti firmati, artisti pagati. Le spese erano già sostenute, con quali soldi avrebbero rimborsato i biglietti? Ricordo che a Wacken qualche anno fa successe una cosa simile, e Thomas, il promoter del festival mi raccontò che spesero 500.000 euro per far arrivare decine di elicotteri carichi di sabbia durante la notte per bonificare l’area. Ma chi si può permettere una cosa del genere? Probabilmente solo Wacken, un festival che solo di biglietteria incassa quasi 10 milioni di euro all’anno. Non credo ci sia altro festival al mondo che può permettersi una cosa simile.  Io credo che la soluzione sia un area di cemento dove vengono fatti i concerti, circondata da prati e zone d’ombra dove il pubblico possa rinfrescarsi e refrigerarsi. In pratica la location del Gods di quest’anno moltiplicata per 10. Esiste, ed è quella che a breve potremmo annunciare.

Perché non fate un festival dedicato al metal estremo (per esempio brutal) anche in Italia, anche solo di un giorno? (domanda dell’utente groden)

E’ una cosa che ho pensato molte volte e che prima o poi realizzeremo. C’è da dire che l’unica area in Italia che risponde bene a questo genere è quella milanese, per cui un festival del genere lo vedo più adatto a una situazione invernale al chiuso, in un posto raccolto da 2500/3000 persone. 

L’ idea dei due palchi attaccati come doppio main stage è stata accantonata o verrà riproposta? (domanda dell’utente George Best)

E’ un’idea che a me è piaciuta tantissimo e mi sembra che lo scoro anno a Monza abbia avuto un grande successo. Non l’abbiamo accantonata, dobbiamo avere il giusto cast per proporla in maniera adeguata. Ci vuole una location molto grande e di conseguenza un cast che possa richiamare almeno 20,000 persone al giorno. 

Questa più che una domanda è una proposta che riguarda i punti di ristoro: perché dobbiamo fare code chilometriche per una birra annacquata e un panino al limite del commestibile che costano molto di più del loro valore effettivo? A volte anche racimolare una bottiglietta di acqua diventa un’impresa, eppure aumentare gli stand appositi gioverebbe a tutti credo: a me eviterebbe una fila snervante sotto il sole; allo stesso tempo darebbe la possibilità a qualcun altro di lavorare e guadagnare. (domanda dell’utente Slevin78)

Non mi sembra quest’anno fosse così. E nemmeno lo scorso anno a Monza. Abbiamo imparato molto la lezione dei primi anni e da tre anni a questa parte ci stiamo attrezzando sempre meglio. Le ditte a cui ci appoggiavamo all’inizio per quanto riguarda la ristorazione sono state sostituite e le migliorie vengono apportate di anno in anno.    

Il rapporto coi Manowar: a che punto siete nelle trattative per un ritorno in Italia del gruppo? Joey de Maio ha parlato di un Magic Circle Festival in Italia, nel futuro: possiamo aspettarcelo l’anno prossimo? (domanda dell’utente Paranoid)

Mi sembra una possibilità molto remota. Non credo che Manowar abbiano alcuna chance di suonare in Italia al momento. Come ho detto in precedenza è necessario che Joey torni a ragionare con una prospettiva terrestre e non marziana o venusiana. Manowar non valgono Maiden o Metallica. Non lo dico io, lo dicono i numeri, lo dice la storia. Se Joey tornerà a fare ragionamenti seri e basati sulla realtà io sono pronto, come lo sono sempre stato, a produrre lo show. Altrimenti ci sono tante altre aziende in Italia, ma a quanto pare nessuno si è fatto avanti, per cui, evidentemente, anche gli altri la pensano come me.  

 

LIVE

In un bacino d’utenza comunque vasto come quello italiano, c’è anche chi vi accusa d’arroganza e mancanza di rispetto nei confronti delle band e di chi si reca ai concerti da voi organizzati, in ossequio alla pura e gretta logica del profitto anteposta a qualsivoglia velleità artistica o moto di sincera passione nei confronti della musica che, comunque, contribuite a diffondere. Qual è il vostro commento al riguardo?

Accusarci di scarsa passione credo che sia sinonimo di malafede. Non avremmo fatto il Gods quest’anno, non faremmo ogni anno decine e decine di concerti di artisti che altrimenti non avrebbero la possibilità di esibirsi. Non capisco poi quale sia la mancanza di rispetto nei confronti delle bands e del pubblico. Le bands vengono sempre pagate in anticipo, come da contratto. E la mancanza di rispetto nei confronti del pubblico quale sarebbe? Quella di portare in Italia Iron Maiden, Metallica, Dream Theater, Slayer, Megadeth, Slipknot, Motorhead, Ozzy, Dimmu Borgir, Rammstein, Blind Guardian? Oppure sarebbe mancanza di rispetto produrre i concerti di Gorgoroth, Korpiklaani, Finntroll, The Sword, Ross The Boss, Trypkton, 1349, Dark Funeral, As I Lay Dying, Shadow Gallery, Epica, Within Temptation, Tarja, e via discorrendo? Sarebbe questa la mancanza di rispetto? Questa sarebbe la pura e gretta logica del profitto? Cosa vuol dire? Per non perseguire la pura e gretta logica del profitto che tipo di concerti dovremmo produrre? Dovremmo bandire i grossi concerti dall’Italia per far posto a chi? Fammi qualche nome perchè veramente questo concetto mi è di difficile comprensione. La mia opinione è che chi parla così agisce in malafede o nella migliore delle ipotesi parla così per invidia. Oppure non conosce per niente la materia e come nella miglior tradizione italiana, pontifica senza averne la più pallida idea. Noi produciamo concerti di tutti i tipi e di tutti i generi, non sol metal. Per quanto riguarda il metal li facciamo quasi tutti. Piccoli, grossi, medi, europei, americani. Veramente questa arroganza e mancanza di rispetto di cui parli non la vedo. Capirei se facessimo solo Maiden e Metallica e vietassimo a tutte le altre bands di mettere piede sul suolo italiano, ma qui arrivano praticamente tutti! O vogliamo tornare agli anni 80 quando si vedeva un concerto metal ogni 6 mesi?   

Un’ulteriore critica che viene mossa al vostro modus operandi, è quella relativa agli accrediti ed ai presunti favori accordati in cambio di sostegno e pubblicità positiva.
Cosa rispondete a chi vi accusa di aver costruito negli anni, una sorta di “cartello complottista”, formato da addetti ai lavori a voi fedelissimi, disposti a sostenervi ciecamente e con assoluta partigianeria, in cambio di non meglio precisate contropartite ed agevolazioni?

Guarda, questa è proprio da ridere. Ma chi è che ci farebbe tutti questi favori? Abbiamo degli accordi di lavoro con siti, radio  e riviste, così come li hanno tutti. Non c’è niente di segreto nè di complottistico. Non siamo la P2 o la P3. Siamo semplicemente professionali, a quanto a pare a qualcuno la professionalità da fastidio. 

La Live è un impresa che opera sul mercato musicale, quali sono le imprese concorrenti più forti con le quali deve competere? (domanda dell’utente nino)

Le maggiori imprese che lavorano in ambito rock in Italia, oltre a Live, sono Live Nation, Barley e Indipendente. A questo proposito a breve ci saranno grandi novità e ti posso anticipare che entro pochi giorni ci sarà un grande annuncio, che porterà sia il Gods, sia tutto il movimento metal a un livello finora impensabile in Italia.  Oltre a queste quattro aziende c’è poi D&G, che però opera a livello più pop, rispetto ai quattro sopra menzionati e tutta una serie di promoter più piccoli però molto rispettabili.  

In particolare, negli ultimi tempi alcune persone indicano il PIL (Play It Loud) come uno dei festival concorrenti più temuti dalla vostra azienda. Qual è la tua opinione in merito? Ritieni che possa essere un’alternativa al GOM che fa paura portandovi via dei guadagni o ritieni che sia sopravvalutata la sua influenza?

Guarda questa storia che noi affosseremmo gli altri festival è un’altra di quelle fesserie che devono assolutamente essere messe a tacere. Personalmente credo che il mercato italiano possa sopportare solo un grosso festival. L’ho sperimentato sulla mia pelle quando negli anni scorsi abbiamo provato a fare il Summer Day, o altri eventi tipo il Frozen. Poi dopo con l’Evolution che era un marchio già affermato ma che non ha retto a un Gods come quello del 2008. Sicuramente Evolution è un marchio che vogliamo portare avanti, ma dovrà essere un festival invernale. Quindi Gods in estate ed Evo in inverno. Per quanto riguarda gli altri festival, noi collaboriamo con chiunque ce lo chiede. Penso all’Agglutination con il quale quest’anno facciamo  Cannibal Corpse, penso a Pistoia dove abbiamo fatto due serate, penso al Tradate con il quale abbiamo collaborato prima che chiudesse i battenti. Noi siamo a disposizione di tutti, i numeri e le email sono pubbliche, non è difficile. 

I vostri detrattori spesso amano indicare la Live come la rovina del metal in Italia perché si occupa di gruppi commerciali e pensa al profitto, perché molti eventi sono cuciti addosso a un pubblico giovanile e quindi frequentati da adolescenti ecc, una serie di argomentazioni che sicuramente non senti per la prima volta. Ora, vogliamo chiudere questa intervista guardando le cose da un’altra prospettiva: chi o cosa per te in Italia è la “rovina del metal”?

Non credo che ci sia un qualcosa o  un qualcuno che possa essere definito la rovina del metal in Italia. Certi discorsi mi fanno sorridere, e lasciano veramente il tempo che trovano. Cioè molto poco. Ho già spiegato in precedenza la mia posizione a riguardo. Credo che in generale ci debba essere più rispetto, a tutti i livelli, più rispetto per i gusti degli altri, più rispetto per le cose e per le opinioni che non si condividono. Certo, mi rendo conto che in un paese nel quale i telegiornali non parlano volontariamente dei terremotati aquilani che vanno a protestare a Roma, un paese nel quale la stragrande maggioranza dei quotidiani pubblica notizie sotto dettatura, la parola rispetto possa sembrare un po’ demodè, ma dobbiamo riappropriarcene, farci la pace, diventarne amici e usarla. Il più possibile. Facciamo questo e vedrete che non ci sarà nessuna rovina per il metal in Italia.