Death: Richard Christy, l’ombra di Chuck Schuldiner in tutta la mia vita

Di Lucia Cal - 13 Dicembre 2011 - 7:00
Death: Richard Christy, l’ombra di Chuck Schuldiner in tutta la mia vita

13 dicembre 2011: sono passati dieci anni. L’estro creativo di un talento falciato prematuramente da una malattia che consuma silenziosa e inesorabile, ma che non è riuscita a eradicare ciò che Chuck Schuldiner ha significato e significa per il mondo del metal. E permetteteci di dire, ciò che significherà per sempre. A soli 34 anni, ha impresso con incisività la propria figura in un panorama musicale che lo ricorderà come immortale, dagli esordi nei MANTAS, che l’anno successivo passeranno alla storia con il moniker DEATH, fino al virtuosismo dei CONTROL DENIED.

Il batterista Richard Christy (DEATH, CONTROL DENIED, CHARRED WALLS OF THE DAMNED, “The Howard Stern Show”), amico e collega nei vari progetti musicali, lo ricorda con queste parole: “Nessuno avrebbe mai saputo chi sono, nel mondo del metal, se non fosse stato per Chuck e per la possibilità che mi diede nei DEATH. Ero davvero uno sconosciuto che veniva dal Missouri. Questo mi ha consentito di entrare anche nei CONTROL DENIED, e ancora negli ICED EARTH. Io devo tutto quello che è capitato nella mia vita a Chuck. Ed è con me, indirettamente presente, anche in ‘The Howard Stern Show’, perché ho imparato a usare i software di registrazione mentre ero in studio con Chuck e Jim Morris. In tutta la mia vita c’è l’ombra di Chuck Schuldiner, lo penso ogni giorno“.