Live Report: Back To The Metallers Fest a Milano

Di Orso Comellini - 29 Dicembre 2012 - 17:10
Live Report: Back To The Metallers Fest a Milano

LIVE REPORT – BACK TO THE METALLERS FEST

M-PIRE OF EVIL + ULTRA VIOLENCE + CHAOS TEORY + TERRORSAW + IN-SIGHT + VEXED @ Blue Rose Saloon (MI) 15/12/2012
 

Stasera il Blue Rose Saloon ha l’onore di ospitare una vera e propria leggenda del metal, si tratta degli M-PIRE OF EVIL, band nata nel 2010 dagli ex componenti dei Venom Jeff Dunn “Mantas”, Tony Dolan “Demolition Man” e Antton (sostituito nel 2012 da Marc Jackson). Nel 2011 hanno inciso il primo EP “Creatures Of The Black”, che contiene la canzone omonima più cinque cover mentre quest’anno promuovono il primo full-length “Hell To The Holy”. Oltre agli storici headliner ci saranno altre cinque band, si prospetta perciò una serata divertente quanto ricca di un buon sano metallo.

Report e foto a cura di Giacomo Cerutti

 

 

La serata è stata aperta da una band già molto nota, i milanesi VEXED fondati nel 1996 da Mik (voce di Ul Mik Longobardeath), i quali con due EP e cinque full-length di cui il fresco “Void MMXII” mantengono salde le radici del thrash metal old school. Durante la loro esibizione si sono affacciati solo una manciata di fan, i cosiddetti pochi ma buoni, i quali non hanno fatto mancare il loro calore con applausi e scapocciamenti. Mik come sempre si è dimostrato un ottimo frontman, destreggiandosi tra le corde del basso e quelle vocali, i due chitarristi Azzi e Mirko abili a macinare riff incendiari influenzati da mostri sacri quali Venom, Slayer e Sodom (di cui eseguono anche una cover) e infine Mike a martellare le pelli a più non posso. Una prestazione come sempre di alto livello da parte dei quattro thrasher, un buon antipasto servito su un piatto d’acciaio per soddisfare i palati più fini in attesa del piatto forte.

Setlist:
Blood Collection Blood
Requiem
Warblast
N.B.C.
Blasphemer (Sodom cover)
Bloody Thrash
Nuclear Babylon

 


E’ il momento degli IN-SIGHT, band italiana, formata nel 1996 con all’attivo tre EP e il debut album “From The Depths”, che ha alleggerito l’atmosfera proponendo un death metal melodico. Inizialmente le canzoni hanno tutte dato l’idea di possedere un bel tiro: Tia e Riccardo si sono dati da fare con ritmiche compatte, rese omogenee da Cesare al basso mentre Mek viaggiava sul doppio pedale ed Emanuela e Andrea duettavano alternando voce pulita ad un growl potente, anche se più adatto al metalcore. Ma dopo i primi pezzi l’entusiasmo del pubblico è andato scemando, in quanto i giri di chitarra e le parti vocali si sono rivelate molto simili cadendo nella monotonia. Al termine dello show gli applausi non sono mancati, nonostante sia stato poco incisivo e non del tutto pertinente come genere.


 


Con l’entrata in scena dei TERRORSAW siamo tornati perfettamente in tema con chiodi e catene, infatti hanno spezzato il silenzio con un thrash metal di tutto rispetto. Sulle prime note dell’omonima “Terrorsaw” le teste hanno ripreso a girare come ventilatori e contemporaneamente sono ripresi gli spintonamenti. Le chitarre di Black Sodomagickkk e Jex (Jessica) sono sempre state intente a emettere riff ed assoli spietati, accompagnati dalle durissime note di Hellros al basso, G. Redeemer e il suo growl trucidante e Okrim alla batteria, pestata a ritmi distruttivi. Complessivamente si sentivano chiaramente influenze death e black, le quali erano solidamente incastonate tra loro, rendendo il sound estremamente grezzo e violento. Senza dubbio una performance dal forte impatto, purtroppo penalizzata da problemi tecnici alla chitarra ed un attimo di smarrimento da parte del nuovo batterista, più che giustificabile essendo entrato nella band da pochissimo tempo. Nonostante questi inconvenienti il pubblico è rimasto pienamente soddisfatto, acclamando con forti applausi il loro impegno e determinazione.

Setlist:
Terrorsaw
Sorcery e Artillery
Machete
Defiler Messiah
Sabbath of Metal Violence

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Dopo questo picco di violenza siamo rimasti sempre in ambito thrash, questa volta più ragionato, lasciando spazio alla tecnica dei CHAOS TEORY, nati nel 2009 a Rovereto e forti dell’appena sfornato “Bio-Death”. La mancanza del bassista ha suscitato nel pubblico molto stupore, che tuttavia si è dovuto ricredere sulla prestazione del combo già dal primo pezzo, “Domination”. Infatti, i chitarristi Giovanni Spagnolli e Davide Benedetti sapevano abilmente amalgamare ritmiche sofisticate dal forte impatto, condendole con assoli che conferivano al sound pesantezza e melodia. Sascha Bellin si giostrava con scioltezza tra piatti, pelli e doppiacassa, infine Claudio Peterlini forte di un buon timbro vocale ed un urlato molto incalzante che ben si sposava col sound. Complessivamente sono riusciti a compensare la mancanza del bassista originale e hanno partorito un buon thrash moderno ed accattivante, che richiama band tipo Nevermore, Slayer ed altre, a cui i presenti hanno risposto molto positivamente, dividendosi tra chi ha pogato incessantemente e chi li ha ascoltati attentamente, ripagando con forti applausi.

Setlist:
Domination
Chokers
Biodeath
Strike Of The Beast (exodus cover)
Virus
Carnge
Down Of Death
Xenotransplant
Unleashd The Bastard (Municipal Waste)
Faith
Final Solution
Runaway

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Come pre-headliner il pubblico si aspettava una band di una certa fama, invece è rimasto allibito nel veder abbracciare gli strumenti a dei ragazzi appena maggiorenni, si trattava degli ULTRA-VIOLENCE, band emergente di Torino formata nel 2009, forte dell’attuale primo EP “Wildcrash”. Invece sin dai primi pezzi hanno subito fatto capire di che pasta siano fatti, sfornando un thrash metal degno dei precursori Metallica, Exodus, Death Angel e Testament: riff ed assoli tiratissimi da parte di Loris Castiglia e Andrea Vacchiotti, dure linee di basso da Roberto ”Robba” Dimasi e pelli macinate da Simone Verre. Inoltre Loris si è dimostrato un ottimo vocalist, contrapponendo il suo aspetto minuto con uno spiazzante timbro vocale grezzo ed aggressivo. Fortunatamente durante la loro esibizione il locale era abbastanza gremito, ciò ha consentito ai giovanissimi thrasher di guadagnarsi applausi a volontà, con i migliori auguri per il futuro album, “Privilege To Overcome”, in uscita ad Aprile 2013, dal quale hanno estratto in anteprima buona parte dei brani del loro show.

Setlist:
L.F.D.Y.
The Beast Behind Your Back
Frustration Of Soul
Turn Into Dust
Spell Of The Moon
You’re Dead
Wildcrash
Restless Parasite

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Il momento culminante è arrivato. Il locale era in trepidante attesa e nel vedere gli M-PIRE OF EVIL salire sul palco si sono sollevate urla di incitamento. Certo è sempre un po’ triste vedere musicisti di tale fama sul palchetto di un rock pub, dopo trent’anni di onorata carriera, ma la nostalgia dei tempi d’oro è scomparsa immediatamente sulle note di “Countess Bathory”, un tuffo nel passato che ha dato la carica sia ai giovani che ai metallari vissuti. A proposito di vissuti, sicuramente faceva uno strano effetto vedere Demolition Man calvo e Mantas con gli occhiali. Gli anni sono passati anche per loro, ma per quanto riguarda la longevità pare che il tempo per loro si sia fermato agli anni ottanta, poiché sprizzavano energia da tutti i pori. Demolition man torturava il basso con fare minaccioso, la sua voce era perfetta, profonda e grottesca, Mantas piegato sulla chitarra scapocciava senza sosta colpendo la gente con riff mordenti ed assoli taglienti; tra di loro c’era una forte sinergia. Le canzoni del nuovo lavoro “Hell To The Holy” sembra siano state scritte per l’album “Black metal”: si sentiva la stessa cattiveria scorrere lungo le corde e pulsare dietro le pelli divorate dall’attuale Marc Jackson. Il pubblico era in visibilio e data la mancanza di transenne toccava agli spettatori in prima fila contenerlo come una barriera umana, ma non mancava chi si faceva trasportare sul palco per cantare i ritornelli e rilanciarsi sui malcapitati. Ovviamente l’apice del delirio è stato verso la fine, con la micidiale tripletta “Black Metal”, “Witching Hour” e “Welcome To Hell”, un tripudio di cori sovrastava la voce di Demolition Man ed il pogo era incontenibile. Uno show memorabile, ogni canzone è stata un pugno nello stomaco, applausi, urla e cori si sono sprecati, senza dubbio al Blue Rose Saloon il sapore del “Veleno” rimarrà per sempre.

Setlist:
Countess Bathory (Venom cover)
Hell To the Holy
Die Hard (Venom cover)
Metal Messiah
Leave Me in Hell (Venom cover)
In League With Satan (Venom cover)
Hellspawn
Temples of Ice (Venom cover)
Waking Up Dead
Blackened Are the Priests (Venom cover)
Carnivorous (Venom cover)
Creatures of the Black
Black Metal (Venom cover)
Witching Hour (Venom cover)
Welcome To Hell (Venom cover)

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