Live Report: Vision Divine + Guests a Moncalieri (TO)

Di Orso Comellini - 18 Febbraio 2013 - 12:50
Live Report: Vision Divine + Guests a Moncalieri (TO)

LIVE REPORT – VISON DIVINE + OPENING SCENERY + SOUL MASK + STEEL RAIN

Audiodrome Live Club – Moncalieri (TO) 09/02/2013

 

Stasera l’Audiodrome Live Club di Moncalieri diventerà il ritrovo per gli amanti del prog/power metal. Il palco, infatti, verrà calcato dai formidabili VISION DIVINE, accompagnati da tre band torinesi e quindi avremo degli ospiti speciali di metallo autoctono. La mossa si rivelerà vincente e infatti già all’apertura dei cancelli un discreto numero di spettatori ha preso posto in attesa dell’inizio della prima band.

 

Report a cura di Giacomo Cerutti, foto di Yuri Minghini

 

Ecco gli STEEL RAIN, nati nel 2006 e forti dell’omonimo EP “Steel Rain” pubblicato nel 2011. Prima della sua incisione, però, il gruppo vantava già un centinaio di concerti tra cui il Pagella Rock, lo show per Emergency, di supporto a Lou Dalphin, Fatty Chaos e The Electric Diorama ed un tour coi Melody Fall nel 2008. Inoltre alcune delle loro canzoni, sono state usate come colonna sonora di film e fiction come: “Femmine contro Maschi”, “Fuoriclasse”, “Cronaca di una strage”, “Venuto al mondo” e “La farfalla granata”. Accolti calorosamente da tutti, partono con “Angel’s City”, tratta dall’EP. Nel loro sound rock/metal, nel quale a farla da padrone sono i riff di Enrico Palumbo e i battiti di Marcello Leocani, si stagliano anche sfumature progressive, approfondite dalle linee di basso di Gianluca Di Francisca, mentre Luca Schilirò alla tastiera conferisce alle loro sonorità un certo tocco power e una certa psichedelia. In tutte le canzoni Il sound è ben amalgamato ed armonioso, caratterizzato da potenza e melodia e la voce di Ivan Vacca, oltre ad essere di forte impatto, si conferma molto versatile, riuscendo a donare un pizzico di teatralità nei brani in italiano. Gli Steel Rain con pochi pezzi hanno senza dubbio conquistato il pubblico che li ha ascoltati come assorto in un viaggio mentale, ripagandoli infine con meritati applausi.

Setlist:

Angel’s City
Il Risveglio
Eterno Ritorno
Ossessione
Imperivm

 


 

È il turno degli OPENING SCENERY, band nata dall’incontro del chitarrista Vincenzo Frascà e il batterista Mattia Rubino nel 2002. Dopo alcuni cambi di formazione hanno inciso il demo “A Mind’s Travel” e una volta distribuito nel vari locali torinesi, hanno cominciato a farsi le ossa on stage. Nel 2010 hanno pubblicato il loro debutto, “Mystic Alchemy”, che vanta la partecipazione del mitico Fabio Lione. Salutando con entusiasmo gli spettatori, partono sulle note di “Ante Bellum”, facendo capire di appartenere al filone prog/power metal. Le ritmiche intricate di Dario Tosi, che di recente ha sostituito Frascà alla chitarra, accompagnate dalle fluide note di Giuseppe Balzano al basso, si incastrano molto bene con le melodie di Mario Solavaggione alla tastiera. Il loro sound è molto versatile, ogni canzone si distingue per sonorità e tempistiche dal sapore heavy o prettamente power, con sfumature orientaleggianti. Andrea Racco si dimostra un ottimo vocalist: il suo timbro potente ma controllato aggiunge un aspetto epic che ben si sposa con la musica. Altra figura di risalto è sicuramente il massiccio Mattia Rubino, che con agilità non dà tregua a piatti e pelli incastrato tra la batteria e il traliccio del palco e, dalle sue mille smorfie, si può cogliere la sua passione e divertimento nel suonare. Ottima performance da parte di tutti, coesi e coinvolgenti, salutando il pubblico raccolgono applausi e notevoli incitamenti.

Setlist:

Ante Bellum
Mystic Alchemy At Twilight
The Third Eye
The Seventh Gate
The Light Beyond The Dream


 


La scena viene ora lasciata ai SOUL MASK, nati nel 1999 come una band heavy/metal per poi evolversi in prog/power metal. Tra il 2002 e il 2003 hanno pubblicato due demo, “Showing My Dark Side” e “Oblivion”, grazie ai quali hanno suonato di spalla a band come Highlord ed Extrema. Nel 2004 nonostante dei cambi di line up, sono riusciti a partorire il primo album sulla lunga distanza: “Ruins”. Tuttavia, due anni dopo si sono sciolti per divergenze tra i componenti. È solo dal 2011 che si sono riformati, con una line up rinnovata, e hanno pubblicato il terzo demo “Shadows”, uscito l’anno scorso. Quando entrano in scena il pubblico è visibilmente aumentato e il loro incitamento aumenta sulle note incalzanti di “Dream Machine”. In tutti i brani si può carpire la loro voglia di sperimentare. Marco Malacarne dimostra la sua tecnica nel comporre riff complessi, abbinati a soli, in una miscela di velocità e melodia. Dalla tastiera di Stefano Mancuso nascono sinfonie sia coinvolgenti che cadenzate con sfumature psichedeliche. Giorgio Matteoli fa vibrare a dovere il basso rendendo omogenea ogni parte strumentale, mentre Davide Valerio mantiene salda l’andatura alla batteria sulle varie tempistiche. Tutto è ben strutturato e la voce pulita ed armoniosa di Ruben Crosara completa l’insieme. In questa esibizione hanno dimostrato una forte sinergia, notevoli capacità tecniche e d’intrattenimento e, dopo essere stati acclamati con forti applausi, lasciano il posto agli headliner.

Setlist:

Dream Machine
Runs
Last Mask
The ocean
Flame Of Vision
Shadows


 


Finalmente siamo giunti al clou della serata e i formidabili VISION DIVINE, capitanati dai fondatori Olaf Thorsen (Labyrinth) e Fabio Lione (Rhapsody Of Fire, ex Labyrinth), si apprestano calcare il palco. Dopo ben quattordici anni di carriera sono qui per promuovere la loro settima fatica “Destination Set To Nowhere”, quando l’Audiodrome è ormai pieno. La tensione cresce alla partenza dell’intro “S’io Fossi Foco” e, man mano che i componenti entrano on stage, urla ed applausi riecheggiano in sala, tributando in particolare il grande ritorno dello storico bassista Andrea “Tower” Torricini ed ovviamente la carismatica presenza di Lione e Thorsen. Senza indugi attaccano con la doppietta “Dream Maker” e “Beyond The Sun And Far Away” tempestando la platea con una miriade di note. Olaf, chitarrista ben noto per le sue doti tecniche, si diletta con la sua fedele sette corde macinando riff e soli a tutto spiano, mentre ad affiancarlo, alla seconda chitarra, troviamo il rilevante apporto di Federico Puleri. Ad accompagnare i due ci pensano le snodatissime mani di Alessio Lucatti, le quali, assecondando l’andamento delle asce fanno sgorgare sinfonie che da veloci ed incalzanti divengono lente e dolci, contornando ed arricchendo il sound. Andrea “Tower” fa pulsare il basso con intensità, dimostrandosi visibilmente felice di essere “tornato a casa” e Alessandro Bissa, maestro delle pelli e motore portante, scalpita dietro alla batteria come se ne fosse parte integrante, in una perfetta simbiosi. Cosa dire di Fabio Lione? Il pubblico è letteralmente ammaliato dalla sua voce, intonazione perfetta, gesta teatrali e poetiche, oltre ad una perfetta esecuzione del brano “Colours Of My World”, cantato su disco dal bravissimo Michele Luppi e oggi magistralmente reinterpretato da colui che è e sarà sempre LA voce dei Vision Divine. Ogni canzone è un tripudio di applausi e cori d’incitamento, gli spettatori non si limitano ad ascoltare, ma cantano all’unisono. Solo con “The Lighthouse”, vera e propria cannonata power, nelle prime file nasce un vivace pogo, che non guasta mai. Inoltre, come digressione dal power, deliziano tutti con le cover di “Highway Star” e “Wasted Years”, che Lione interpreta alla grande. Infine, con “Send Me An Angel” chiudono tra urla ed interminabili applausi un concerto fantastico, dall’esecuzione impeccabile sia a livello musicale che vocale, ricco di momenti emotivamente eccitanti e delicati; Olaf, Lione e compagni hanno letteralmente battezzato l’Audiodrome all’insegna del prog/power.

Setlist:

S’io Fossi Foco
Dream Maker
Beyond The Sun And Far Away
The Streets Of Laudomia
Violet Loneliness
House Of The Angels
Colours Of My World
Message To Home
Highway Star (Deep Purple cover)
The Lighthouse
Mermaids From Their Moons
Taste Of A Goodbye
Wasted Years (Iron Maiden cover)
Send Me An Angel


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