Black

Recensione Libro: ”Lords Of Chaos”

Di Stefano Ricetti - 17 Dicembre 2010 - 10:23
Recensione Libro: ”Lords Of Chaos”

Lords Of Chaos

384 pagine illustrate – 16×23

ISBN 978-88-96131-15-2

22 Euro

http://www.tsunamiedizioni.com/

 

E finalmente venne l’ora, probabilmente non a caso, in queste fredde e buie notti invernali, dell’uscita di Lords Of Chaos, scritto da Michael Moynihan e Didrik Søderlind. Due giornalisti che di persona sono penetrati nelle oscure viscere del fenomeno Black Metal, recandosi spesso sui luoghi dei delitti più efferati e scavandovi a fondo, intervistando le persone informate sui fatti, riuscendo così a portare alla luce aspetti fino a ora sconosciuti di questa corrente musicale estrema.

Il libro, stampato per la prima volta in versione italiana, si presenta sotto l’egida della sempre intraprendente Tsunami Edizioni. Il fatto che il testo sia stato tradotto da Stefania Renzetti e Massimo Baroni è garanzia di altissima qualità, cosa poi ampiamente comprovata durante la lettura, laddove il refuso è eccezione assoluta e non regola, rafforzando ulteriormente la fama della casa editrice milanese che punta da sempre al “value for money”.

Mi permetto di riportare un estratto, o meglio una “perla”, pari pari da uno dei capitoli iniziali, precisamente la “Prefazione alla nuova edizione” da parte dei due autori, per inquadrare lo spirito con il quale è stato concepito il lavoro.

In buona sostanza, questo è un libro radicale. Radicale nel vero senso della parola, visto che esplora in maniera decisa le radici dell’argomento. Dare giudizi sui soggetti delle nostre ricerche non è cosa che ci compete; ci aspettiamo che i lettori siano abbastanza intelligenti da farlo da soli. Questa nostra riluttanza nello stigmatizzare oltremisura le persone che abbiamo intervistato e documentato è stata in alcuni casi fonte di sbigottimento per quei recensori che condividono prese di posizione di tipo moralistico, per i quali, nell’evitare di dare al lettore un’interpretazione “adeguata” – leggi: secondo i dettami del “politicamente corretto” – di questo materiale, stiamo permettendo a delle idee potenzialmente pericolose di circolare liberamente. In un certo senso, possono anche avere ragione. Questo nostro mondo sempre più omogeneizzato, in cui l’intero spettro delle creazioni culturali viene adulterato per renderlo accettabile e pronto per essere consumato dalle masse, ha più che mai bisogno di idee pericolose. Forse non ha bisogno delle idee bislacche e distruttive espresse da alcuni dei protagonisti di Lords Of Chaos, ma abbiamo sempre pensato che stia al singolo lettore deciderlo.

Parole sante, che vanno tenute ben presenti lungo le quasi 400 pagine dell’opera. Le notizie reali e più in generale le informazioni corrette sono FONDAMENTALI e devono SEMPRE avere la precedenza sui sentimenti. Fine dell’inciso.

La tematica è scottante, d’altronde c’è poco da scherzare quando si leggono fatti che descrivono, talvolta anche entrando nei particolari, omicidi, roghi di chiese, profanazioni di tombe e suicidi premeditati. L’impressione, dopo aver letto, meditato e digerito ampiamente Lords Of Chaos è che i mass media abbiano contribuito in maniera devastante alla proliferazione di comportamenti discutibili, diffondendo notizie e immagini sensazionalistiche, spesso inventate e in generale abbiano pompato oltre misura gli avvenimenti, fornendo quella cassa di risonanza a costo zero che alcuni elementi dell’Inner Circle probabilmente auspicavano da sempre. Che questi fatti siano accaduti nell’immacolata ed evoluta Norvegia testimonia quanto tutto il mondo sia paese, nel momento in cui la morbosità nello sbattere il mostro in prima pagina appanni idee e buone intenzioni.

Il libro vive e si alimenta di testimonianze personali, fornite direttamente dai protagonisti di quell’epoca, mossa che si rivela azzeccatissima in più occasioni, nel momento in cui le dichiarazioni di gente come Hellhammer, Metalion, Euronymous, Ivar Bjørnsson degli Enslaved, Ihsahn degli Emperor risultano funzionali alla storia e al totale servizio della notizia, lasciando da parte inutili dimostrazioni di ego piuttosto che di pubblicità gratuita, trabocchetto sempre dietro l’angolo in casi come questo.

Fra i passaggi meglio riusciti del volume va rimarcato senz’altro quando gli autori forniscono una lucida disamina della situazione pre-Black Metal in Norvegia, spiegando perché proprio dalle parti di Oslo e Bergen abbiano potuto attecchire talune idee e comportamenti.

Lords Of Chaos “si perde un po’ per strada”, accusando cali di tensione e di ritmo all’approssimarsi della metà dell’opera, nel momento in cui indugia forse troppo sulle teorie nazionalistiche/odinistiche di Varg Vigernes, ovvero l’assassino di Øystein “Euronymous” Aarseth dei Mayhem, fondatore del Norwegian Heathen Front e fortemente interessato agli UFO – intesi nella Loro accezione più comune, niente a che vedere con il gruppo di Phil Mogg – laddove proprio il mastermind del progetto Burzum assume i connotati dell’autentico mattatore della scena. Pronta però è la “ripartenza” già con il capitolo 9 “Il risveglio atavico – metafisica del Black Metal pagano” che indaga ulteriormente su come mai sia nato il fenomeno Black Metal proprio all’interno di una nazione con il più alto tenore di vita al mondo. In quel contesto vengono addirittura scomodati i mitici Heavy Load

Le pagine finali vivono di impennate notevoli, fornite senza sosta dalle corpose interviste a tema, dove gli interlocutori si aprono senza censure di sorta: si passa da Anton Szandor La Vey e la Sua biografa Blanche Barton alle dichiarazioni dissacranti di M.W. Daoloth dei greci Necromantia e dello scrittore Kerry Bolton. Illuminante un feroce e durissimo spaccato fornito da Erik Lancelot degli Ulver, che desidero riportare per intero:

Ma cosa c’è dietro I’ “ideologia” Black Metal? L’origine del Black Metal sono i Venom: bevitori di birra, gentaglia sempliciotta, icone dell’idiozia heavy metal. L’essenza del Black Metal è la cultura heavy metal, non la filosofia satanica. Basta guardare il nostro pubblico. L’acquirente medio di dischi Black Metal è un perdente stereotipato: un buono a nulla che veniva preso in giro da piccolo, prendeva voti bassi a scuola e vive con il sussidio di disoccupazione, cercando di compensare i propri complessi di inferiorità e mancanza di identità sentendosi parte di un gruppo esclusivo di emarginati, uniti contro una società che li ha rifiutati. E con l’heavy metal come base culturale e intellettuale, questi schiavi dell’altruismo sociale si proclamano l’ “élite”! Hah! Si può essere più patetici?

Non solo di Norvegia, però, si nutre Lords Of Chaos: ampi e agghiaccianti spazi – vedasi capitolo Furor Teutonicus, riguardante la Germania – vengono dedicati ad altre nazioni successivamente coinvolte dal fenomeno Black Metal, Italia esclusa.

Il libro, nella sua interezza, fornisce senza sosta innumerevoli spunti di riflessione, spesso corredati di foto a tema. Sapere che Varg Vikernes originariamente si chiamava addirittura Kristian lascia di stucco, alla luce di quanto da Lui stesso dichiarato a più riprese all’interno di Lords Of Chaos. Per quanto attiene le curiosità, in uno scatto del leggendario Helvete di Oslo, il negozio di dischi di proprietà di Euronymous dei Mayhem, si scorgono abbastanza distintamente ben tre Lp dei nostrani Bulldozer appesi a una delle pareti, rispettivamente The Day Of Wrath, The Final Separation e IX. In un passaggio viene lanciata una netta frecciata agli Immortal, i Dimmu Borgir sono presentati nella loro attitudine mirata sapientemente al business, mentre fa scalpore lo “splendido” isolamento dei Darkthrone.

Lords Of Chaos è un lavoro estremo, senza dubbio, ma anche molto equilibrato nell’impostazione, che in questa Sua recente e aggiornata stesura è riuscito a limare i passaggi acerbi delle prime release, assurgendo quindi allo status di opera adulta. I die hard fan del Black Metal molto probabilmente si saranno già procurati a Suo tempo la versione originaria del libro scritto in altra lingua ma proprio per la cura con la quale è stato concepito può risultare interessante per una molto più vasta cerchia di persone, anche al di là degli amanti della musica dura in generale, nel pieno rispetto delle convinzioni in materia di ciascuno.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti