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Obituary (John e Donald Tardy)

Di - 18 Luglio 2010 - 9:30
Obituary (John e Donald Tardy)

‘Sta andando tutto alla grande. Ci divertiamo tantissimo anche perché stiamo passando un periodo di grande forma’
(Donald Tardy)

Giornalmente, l’organizzazione del festival sloveno MetalCamp fissava, sulla porta della sala dedicata alle conferenze stampa, un foglio con indicate le band disponibili a farsi intervistare o, come nel caso degli Obituary, a rispondere alle domande di più giornalisti accomodati davanti all’ampio tavolo microfonato della fresca e accogliente stanza. Come ogni giorno verifico le varie disponibilità. Gioisco nel momento in cui leggo ‘Obituary’ e vengo a sapere che saranno proprio i fratelli Tardy a prestarsi alla chiaccherata. Per chi non lo sapesse i due personaggi altro non sono che i fondatori di una delle più eminenti death metal band a cui la scena floridiana di fine anni ottanta/inizio anni novanta abbia dato i natali. Certo, una domanda a testa per quattro giornalisti è un po’ poco, ma ogni occasione è buona per dar lustro e render omaggio a questi grandi maestri che, ancora oggi, sono in grado di dar vita a concerti di rilevante qualità. Ed è proprio l’aspetto live l’argomento trattato in apertura. Ecco come hanno risposto i due musicisti alla richiesta, da parte di un collega finlandese, di informazioni sull’andamento del tour in corso…

Sta andando tutto alla grande. Ci divertiamo tantissimo anche perché stiamo passando un periodo di grande forma. Abbiamo molte richieste e possiamo quindi impegnarci con particolare costanza sui palchi di tutto il mondo. Oltretutto, questi lunghi impegni ci permettono di incontrare un sacco di amici che suonano in altrettante band, più o meno famose. Meglio di così non può andare.

Potete dirci qualcosa sulle vostre prime esperienze in sala prove ovvero quando eravate ancora dei ragazzini?
 
Wow che domanda! Che dire…, ci siamo messi d’accordo per suonare cover, inizialmente di band come Slayer e Celtic Frost, ma anche roba punk perché ci permetteva di fare un gran bel casino. Avevamo un garage abbastanza decadente. All’inizio eravamo solo in tre dell’attuale formazione ovvero io (Donald Tardy), John e Trevor (Peres, il chitarrista ritmico). C’era più di qualche ragazzo che circolava da quelle parti e non ti parlo di gente sconosciuta, c’erano davvero tanti amici che poi sono diventati musicisti professionisti. Era davvero un bel periodo, molto stimolante. Si respirava un’aria incredibile.
 
Che ci dite del vostro progetto Tardy Brothers?
 
È qualcosa di molto intimo. Questo progetto è nato per darci la possibilità di comporre e suonare in totale autonomia, proprio come quando eravamo dei ragazzini. Democraticamente, negli Obituary ognuno apporta il proprio contributo, ma qui possiamo decidere solo io (John) e Donald. Entriamo in sala prove con i nostri ‘session members’ di cui fa parte anche Santolla (chitarrista solista degli Obituary) e iniziamo a jammare con l’obiettivo di divertirci. Poi, quel che di buono esce viene messo da parte ed elaborato successivamente. Il problema di questo progetto è che abbiamo davvero poco tempo, ma non è escluso che a breve avrete nuove informazioni sul secondo disco anche perché entro fine anno speriamo di dare il via alla composizione di nuovi brani.
 

 
Il progetto Tardy Brothers nasce in una vostra sala prove dedicata e viene registrato nei vostri studi che, se non erro, si chiamano Redneck Studios e hanno sede a Gibsonton in Florida. Questi studi ospitano altri gruppi da voi prodotti?
 
Sì, è corretto. Per il momento non produciamo alcuna band oltre alla nostra, ma abbiamo aperto lo studio a musicisti che intendono registrare i loro strumenti. Abbiamo deciso così perché, come vi abbiamo detto, il tempo a disposizione è poco… per il momento. In futuro non si sa. L’idea di scegliere, consigliare e produrre death metal band non è un’idea da escludere.
 
È passato più di un anno dalla pubblicazione del vostro ultimo studio album “Darkest Day”. Avete del nuovo materiale in lavorazione?
 
Certamente. Entro fine anno contiamo di aver in mano tutti i pezzi che andranno a comporre il nostro nuovo disco che uscirà ancora una volta per Candlelight Records. Al momento i brani sono incompleti, ma appena finito il tour ci metteremo mano con calma e vedremo di aggiustarli.
 
Si ritiene che uno dei vostri capolavori sia “Cause of Death”, uscito nel 1990. Quest’anno cade quindi il ventennale da quella importante pubblicazione. Parlavi prima dei Celtic Frost come band che vi ha ispirati. In “Cause of Death” c’è proprio una cover della band svizzera ovvero Circle Of The Tyrants. Nel prossimo album avete intenzione di riproporre tale soluzione?
 
Sai che non ci avevamo pensato? Anniversario… Celtic Frost…, mmm, non è una cattiva idea…!
 
Nicola Furlan