Live Report: Nachtmystium e Jarboe a Bologna

Di Angelo D'Acunto - 15 Aprile 2010 - 13:39
Live Report: Nachtmystium e Jarboe a Bologna

Uno show per pochi intimi, quello che ha avuto luogo al Covo Club di Bologna, con protagonisti Jarboe e Nachtmystium. Unica data italiana (nonché ultima a livello europeo) di un’accoppiata interessante, che ha (giustamente) attirato l’attenzione di pochi presenti. Una data un po’ deludente, purtroppo, a causa soprattutto di suoni confusi all’inverosimile che hanno minato non poco gli show di entrambi i gruppi, i quali, diciamocela tutta, si sono dovuti esibire in una location assolutamente inadatta a questo tipo di sonorità. I primi segni di cedimento si sono già visti con il set di apertura, affidato agli Inswarm (semplicemente tastierista e chitarrista della stessa band di Jarboe), intenti a “riscaldare” l’ambiente con una proposta musicale al limite dell’EBM (con tanto di campionature di effetti e batteria). Una situazione che è via via peggiorata con il passare del tempo, fino ad arrivare, come vedremo su livelli a dir poco imbarazzanti con l’esibizione dei Nachtmystium.

Angelo D’Acunto

Report a cura di Lorenzo Bacega e Angelo D’Acunto
Foto a cura di Angelo D’Acunto

Jarboe

Assistere a un concerto di Jarboe è un’esperienza più unica che rara, un lungo viaggio onirico dove lo spettatore viene letteralmente preso per mano dalla suadente voce della frontman a stelle e strisce e trascinato attraverso atmosfere spettrali, mistiche, e talvolta estremamente opprimenti, come una sorta di rituale magico che viene puntualmente rinnovato ad ogni occasione. In coincidenza della calata italiana della ex cantante degli Swans, in una serata dove la più che buona prestazione della band viene irrimediabilmente compromessa da suoni decisamente non all’altezza della situazione, questa specie di magia rimane purtroppo solamente abbozzata: davanti ad una cinquantina circa di presenti (persona più, persona meno) che affollano le prime file sotto il piccolo palco del Covo Club, il quintetto guidato dalla carismatica singer americana offre in pasto al pubblico uno spettacolo assolutamente intenso ed estremamente tirato, ma gravemente penalizzato da una resa sonora tutt’altro che accettabile (per tutta la durata dell’esibizione sia la voce che la chitarra vengono completamente sovrastate dal suono martellante della batteria e dalle onnipresenti tastiere). La scaletta proposta nell’oretta scarsa a disposizione pesca a piene mani dagli ultimi lavori solisti di Jarboe, mantenendo un occhio di riguardo soprattutto verso Mahakali (dal quale vengono proposti, tra gli altri, pezzi quali Transmogrification, The House of Void o The Soul Continues), a cui vanno inoltre ad aggiungersi brani del calibro della tirata We Are The Prophecy (bonus track della ristampa di Thirteen Masks), oppure, direttamente dal progetto Neurosis & Jarboe, della ipnotica e spettrale Within.

Lorenzo Bacega

 

 

 

Nachtmystium

I Nachtmystium dal vivo, già rispetto al lavoro su disco, non rendono in modo poi così ottimale… o almeno questa è l’impressione che si ha dopo l’esibizione in terra felsinea. Vuoi che la band si è presentata con una formazione d’emergenza (composta da soli tre elementi), vuoi che il locale, come già ampiamente anticipato, era l’ultimo posto dove far svolgere un concerto del genere, ma i sussulti, nel corso di un’oretta scarsa di concerto, sono stati veramente pochi, se non del tutto assenti. Sia chiaro, la band guidata da Blake “Azentrius” Judd ce l’ha messa davvero tutta (nonostante quella in questione sia stata l’ultima data del tour), ma i suoni, settati quasi a casaccio con un’acustica del locale a dir poco imbarazzante, hanno letteralmente fatto a fettine una esibizione che, viste le aspettative, doveva essere di tutt’altro livello. Non ha veramente risparmiato nulla la tremenda acustica del Covo Club, a partire dalla chitarra di Blake (letteralmente persa in un maelstrom indefinito) e fino ad arrivare ad una voce impreziosita da vistosi effetti di echo e delay che, per l’occasione, hanno fatto solo ed esclusivamente danni, rendendo indecifrabili le parole pronunciate dal frontman statunitense anche nel corso delle pause fra un pezzo e l’altro. Del resto, lo ripetiamo, la band ce l’ha messa veramente tutta per svolgere il proprio compito in maniera ottimale e, anzi, dimostrando anche di essere in gran forma (nonostante la line up decimata): lo stesso Azentrius è parso completamente a suo agio nel duplice ruolo di (unico) chitarrista e cantante, e gli altri due restanti elementi non hanno sbagliato veramente un colpo. E, difatti, il poco pubblico presente, noncurante dei pessimi suoni, ha addirittura apprezzato in pieno lo show in atto, dimostrandosi anzi piuttosto entusiasta. Nessuna nota negativa da segnalare anche per una scaletta (seppur abbastanza striminzita) concentrata (più che giustamente) sul presente con due pezzi estratti dall’ultimo Assassins: Black Meddle Pt. 1 (Your True Enemy e la title-track, piazzati rispettivamente in apertura e chiusura), altrettanti da Instinct: Decay (A Seed For Suffering e Chosen By No One) e dall’EP Doomsday Derelicts (Life Of Fire ed Hellish Overdose), più la nuova High On Hate (da Addicts: Black Meddle Pt. 2, in uscita a giugno). Pezzi suonati con grinta e anche una certa dose di determinazione, certo, ma che a tratti erano addirittura irriconoscibili a causa di suoni settati veramente nel peggiori dei modi. Un vero peccato e, sicuramente, un gruppo da rivedere, in un ambiente decisamente più adatto, naturalmente.

Angelo D’Acunto