TM Blast Beats #5: Anders Jivarp (Dark Tranquillity)

Di Angelo D'Acunto - 17 Marzo 2010 - 0:10
TM Blast Beats #5: Anders Jivarp (Dark Tranquillity)

A cura di Stefano Testa, batterista membro degli Ananke, insegnante presso il centro Km33 di Trezzo Sull’Adda (Mi) e presso la Zona Played di Mezzago (Mi).

www.myspace.com/stefanotestadrummerwww.myspace.com/anankeitwww.ananke.it

Discuti e commenta la rubrica sul forum nel topic relativo!

NUMERO 5

TM Carta d’Identità 
Nome Anders
Cognome Jivarp
Anno di Nascita 1973
Gruppi

Dark Tranuillity, In Flames,

Hammerfall

Bentornati a Tm Blast Beats!
Oggi ci addentreremo tra i freddi ghiacci di Gothenburg, dove troveremo uno dei batteristi più influenti della scena scandinava. Stiamo parlando del drummer dei Dark Tranquillity, Anders Jivarp!
Membro della band sin dalle sue origini, Anders è stato fautore insieme ai compagni di un nuovo modo di fare death metal, influenzando altre migliaia di musicisti per tutti i quasi due decenni della loro carriera.
Con un sound rimbalzante tra il ruvido e il melodico hanno saputo offrire nuove idee e tematiche, esplorando percorsi della musica estrema ancora poco battuti e riuscendo cosi a scalare le classifiche di tutto il mondo.
Una discografia a dir poco cospicua contraddistingue la band, forte di una ventina tra album e ep, senza contare i numerosi singoli e le tante collaborazioni.
Anders è ovviamente presente nella totalità dei loro lavori, pertanto non posso fare altro che consigliarvi per lo meno tutti i full length, con i quali potrete assistere, se ne avrete desiderio, alla crescita ventennale del suo stile.

DRUMMING

Devo fare una piccola premessa prima di avventurarmi in questa difficile analisi: il genere proposto dai DT è stato e tuttora è motivo di discussioni serrate tra i fan ad ogni nuova uscita, penso di averne sentite di tutti i colori. Per non rischiare di dare luogo a nuove diatribe non mi soffermerò su ciò che caratterizza questo o l’altro album, ma indicherò, come è stato negli scorsi numeri, specificatamente gli aspetti riguardanti la batteria. Se poi questi, come probabilmente sarà, andranno a convivere di pari passo con gli altri strumenti nel delineare i tratti delle loro varie e sempre disarmanti opere, non sarà comunque mia intenzione descrivere con aggettivi riguardanti lo stile di Mr. Jivarp lo stile dell’album stesso, questo deve essere chiaro.
Dopo questa breve ma necessaria precisazione possiamo iniziare.
Anders nasce come uno dei tanti tipici drummer estremi di metà anni novanta, questo è certo. Ma al contrario dei suoi conscritti, già agli albori fu sinonimo di innovazione, tanto da resistere negli anni come modello a cui ispirarsi nonostante la giovane età. Album come “Skydancer” e il capolavoro “The gallery” ne sono un evidente prova: in essi troviamo tutto ciò che per la maggiore andava all’epoca, ritmi veloci di cassa, blast beats e ostinati in sedicesimi con identica dinamica, ma allo stesso tempo variazioni, fills, tempi e incastri che, nonostante fossero ancora molto acerbi, mai prima di allora si erano sentiti. Ovviamente era un epoca in cui una batteria portata in questo modo immortalava l’utopia di tutti i gruppi del genere o quasi, capace di issare le fondamenta di ciò che sarebbe stato il drumming melodic/death negli anni a seguire.
Con l’avvento di “Projector” invece assistiamo alla prima sostanziale elevazione stilistica di Anders, passato con questo lavoro ad un livello sicuramente nuovo e performante, anche grazie al precedente “The mind’s I”, a mio parere servitogli da rampa di lancio. I groove si fanno più elaborati, compaiono ritmi più lenti e scanditi con proverbiale calma, gli ostinati subiscono una vera e propria rinascita artistica e tecnica andando da li in poi a caratterizzare più di qualunque altra cosa il suo drumming.Il tutto senza però dimenticare la vena death intrinseca a tutto ciò, aggressiva e possente. Appaiono poi per la prima volta sezioni di stacchi e fills che potremmo definire ancora oggi moderni, dove cassa, tom e timpani vengono utilizzati con la stessa potenza e rabbia del passato ma con una maturità ormai acquisita. Anche l’album seguente, “Haven”, ricalca tutti questi aspetti sebbene con a volte un innesto di varietà in più.
Un ulteriore passo verso nuovi orizzonti si ha con “Damage done”, dove Anders sembra portare con se il bagaglio tecnico acquisito fino a quel momento ma tornando anche a svilupparlo in maniera ruvida e aggressiva cosi come nei primi lavori della band, insomma un sunto di tutto ciò elaborato nella sua carriera.
Il successivo “Character” rappresenta invece, almeno per il sottoscritto, una delle sue prove più esaltanti. La sperimentazione negli ostinati giunge ad un nuovo livello, andando a ricoprire un numero esorbitante di possibilità, le ritmiche di doppia cassa si fanno più interessanti, i fill ancora più intricati e ritornano per la prima volta dopo anni dei blast beats! Anche i piatti assumono un identità tipica degli anni duemila, andando a variare enormemente le tematiche e le atmosfere e comparendo più intensamente in ogni dove, più di tutti gli splash. Il drumming intero segue con molta più personalità l’evolversi delle canzoni, fondendosi con gli altri strumenti in maniera costante e lineare. Tutto questo lo possiamo notare pressochè allo stesso modo anche in “Fiction”, ma non di certo nell’appena pubblicato “We are the void”, dove il nostro eroe compie un leggero balzo all’indietro, un po’ come la band intera. Direi che abbiamo finito, una quantità simile di materiale da analizzare la ritroveremo difficilmente in futuro, spero che almeno un paio di voi abbiano piacere di ascoltare codesta sfilza di album come io ho avuto piacere di descriverla!

DRUMSET

Nell’arco della sua carriera Anders ha ovviamente cambiato molti marchi e configurazioni ma sempre disponendo il set utilizzato nel più classico dei modi e le ultime scelte non fanno eccezione.
Vogliate perdonarmi se non mi soffermo sull’evoluzione ormai secolare delle decine di set da lui sfruttati, vi posso assicurare che sono stati tutti praticamente identici nel settaggio.

DrumCraft Serie 8 Drums
Cassa 18”x22”
Cassa 18”x22”
Tom 07”x08”
Tom 08”x10”
Tom 09”x12”
Tom 10”x13”
Timpano 14”x14”
Timpano 16”x16”
Rullante 6, 5”x14”

DrumCraft Hardware
CBS and CS Boom Stands
CH8 Cymbal Holders
TH DC Tom Holders
SS8.0 Snare Stand
MC8.1 Clamps

Pearl Pedals
H-2000 Eliminator Hi Hat Stand
2x Pearl Eliminator Bass Pedal

Lp Percussion
Mini Timbales

Paiste Cymbals
15″ Alpha Sensitive China
10″ Alpha Thin Splash
14″ Alpha Rock Hats
16″ Alpha Rock Crash
8″ Alpha Thin Splash
17″ Alpha Rock Crash
8″ Alpha Thin Splash
18″ Alpha Rock Crash
19″ Alpha Rock Crash
22″ Alpha Rock Ride
18″ Alpha China
10″ Alpha Thin Splash

Remo Drumheads
Emperor on Tom and Floor Toms
Powerstroke 3 on Bass
Controlled Sound on Snare

Vic Firth Sticks
Vic firth american classic 5b

In tempi recenti, Anders ha ottenuto una sponsorizzazione da parte di DrumCraft, azienda di batterie tedesca appena sbarcata sul mercato mondiale, ampliando leggermente il suo kit con un paio di tom e timpani e addirittura due timbales. Non sappiamo se ciò è dovuto ad esigenze di immagine del nuovo sponsor, staremo a vedere se utilizzerà interamente il set nei tour a venire o farà a meno di alcuni componenti.
Come abbiamo già annunciato, i tamburi sono nella posizione tradizionale, con i quattro tom sopra alle due casse, i timpani sulla destra e le percussioni sulla sinistra. Il compito di ricoprirli è dato a pelli Remo, di serie adatte al sound Tranquillity e al metal in generale.
Drumcraft produce anche la linea di meccaniche di cui il set è dotato: tutte le aste, i clamps e i reggitom sono della suddetta azienda ma per quanto riguarda i pedali Anders ricorre ancora agli Eliminator di casa Pearl, marchio che offriva tutti i componenti dei precedenti drumset.
Per quanto riguarda i piatti, l’intero parco è formato da dei Paiste serie Alpha, sicuramente una scelta perlomeno singolare in quanto non certo professionali come dei 2002, Signature o Rude; ipotizziamo che il loro timbro abbia fatto breccia nel cuore del proprietario, comunque sia la disposizione è quanto di più tipico si possa trovare, senza particolarità rilevanti. Interessante il cospicuo numero di splash.
Anders è poi uno di quei batteristi che ama lasciare i suoni al naturale, omettendo l’uso di qualsivoglia aggeggio elettrico come trigger o centraline, al contrario di molti suoi colleghi.
Infine si dimostra ulteriormente amante delle scelte per cosi dire “base” anche nelle bacchette, utilizzando delle semplicissime 5b Vic Firth.

VIDEO

Vi lasciamo con questi interessanti video, dai quali si capisce bene per che squadra italiana tifi il nostro Anders!

“There In live Milano”

“Drum recording”