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Live Nation (Andrea Pieroni)

Di Angelo D'Acunto - 14 Gennaio 2011 - 12:00
Live Nation (Andrea Pieroni)

Di seguito l’intervista, a cura dello staff di TrueMetal, con Andrea Pieroni di Live Nation (ex-Live In Italy, ndr) sul prossimo Gods Of Metal, sulla prima edizione italiana del Sonisphere Festival e su altre questioni di interesse generale. Buona lettura.

La decisione di fare il Gods of Metal in un solo giorno, per di più lavorativo, è un modo per puntare i riflettori su un probabile nuovo festival? Possiamo pensare a un ritorno dell’Evolution?

Il GOM sarà di un giorno solo perché l’estate italiana è già piena di grandi eventi e quindi ci sembrava meglio concentrare tutte le energie e gli sforzi per questa manifestazione in un’unica giornata. Trattandosi poi del 15° anniversario abbiamo pensato di tornare alla formula originaria del giorno singolo che caratterizzò la prima edizione. Per quanto riguarda l’Evolution, attualmente non c’è nessun programma per farlo tornare a breve, per lo meno non per l’estate 201. Ma per noi rimane un marchio importante e sicuramente in futuro lo riproporremo magari per un festival invernale. Il nuovo festival di cui parli è invece il Sonisphere che per la prima volta si terrà in Italia il 25 e 26 di giugno. Pur non trattandosi di un festival prettamente metal ha al suo interno delle componenti metal molto forti per cui avere due festival giganti nella stessa estate, entrambi di due giorni, non ci sembrava una cosa saggia: anche per questa ragione abbiamo scelto di optare per la giornata singola al GOM.

L’occasione di poter ospitare il tour di addio dei Judas Priest è assolutamente irripetibile e sarebbe pienamente azzeccata anche per un concerto a sè stante. Alla luce dell’attuale rinascita dell’interesse per le sonorità classiche, perchè trovi che sia stato vantaggioso inserirli in un festival anzichè in un contesto live unicamente focalizzato sulla loro presenza?

Sicuramente si tratta di una band leggendaria che ha fatto la storia del metal e proprio per questo, in occasione del loro tour di addio, ci è sembrato giusto inserirli in un festival come il Gods. Oltretutto la richiesta veniva direttamente dalla band stessa che voleva fortemente chiudere la carriera in Italia con il Gods of Metal. Ci tengo a sottolineare però che lo show di Judas Priest sarà al completo di tutte le scenografie e le trovate spettacolari che caratterizzano i loro concerti, così come la lunghezza del set. Non ci sarà niente di diverso da un concerto a se stante.

Sara’ un festival Priest-dipendente, a partire dalla scelta del giorno feriale? Immagino che ci sia meno rischio che la gente manchi di mercoledi’ se c’e’ un headliner del genere, oltretutto nel suo tour d’addio… Il resto del bill sara’ piu’ simile a quello del 2010 – quindi di medio profilo – o si adattera’ alla maggiore dimensione degli headliner?

La scelta del giorno feriale dipende dalla disponibilità della band, non da noi. Per ragione logistiche Judas Priest possono essere in Italia solo in quel giorno, non abbiamo avuto scelta. Per quanto riguarda il resto del bill, al momento abbiamo confermato Whitesnake, Mr Big, Cradle of Filth ed Epica, quindi direi che non si tratta di bands, di medio profilo ma sicuramente di una line up molto prestigiosa. Inoltre altre bands sono in via di conferma: a breve avremo il bill completo.

Prevedi che il bill di questa edizione sia maggiormente coeso rispetto agli anni passati? Oppure assisteremo nuovamente ad un poutpourrì di band che hanno poco a che spartire l’una con l’altra, cosa ormai normale all’estero ma, purtroppo, inusuale e malvista in Italia?

Sappiamo che in Italia la mescolanza di vari generi, se pur tutti all’interno del calderone metal, non è molto ben vista dal pubblico, per cui cerchiamo sempre di fare dei bill abbastanza omogenei. Credo però che qualche elemento di eterogeneità vada comunque inserito e che faccia bene sia al festival che al pubblico perché credo che più si hanno mentalità e gusti aperti, meglio è per il proseguimento negli anni a venire del festival stesso. Altrimenti ci troveremmo di fronte ad un Gods of Metal più o meno uguale anno dopo anno.

Quanti dei gruppi annunciati vedremo effettivamente suonare al GOM? Il festival ha una lunga storia di cancellazioni dell’ultimo minuto. Da cosa dipende solitamente questo problema?

Onestamente questa domanda mi sembra una questione di lana caprina. Se andiamo a rivedere la storia di questi 15 anni di festival scopriamo che hanno calcato il palco del Gods più di 200 artisti e le cancellazioni non sono più di una decina. Quindi la ‘’lunga storia di cancellazioni dell’ultimo minuto’’ è una fantasia di chi evidentemente non ha la minima idea di cosa voglia dire organizzare un festival. Alcune volte ci siamo dovuti arrendere di fronte ad eventi drammatici, come nel caso dei Death per i quali il problema che causò la cancellazione è ben noto a tutti, oppure, come nel 2009, a causa di eventi di forza maggiore, come nel caso dei Saxon che subirono il guasto del tour bus a poche ore dallo show e quindi non riuscirono ad arrivare a Monza in tempo per l’esibizione. Ogni tanto possono capitare situazioni che ci costringono a cancellare degli artisti ma se succede non è certo per nostra volontà ma si tratta sempre cause di forza maggiore o eventi drammatici, non ci sono altri motivi.

Ovviamente Live in Italy e’ un solido business e come tale guarda giustamente al puro ricavo piuttosto che al “cuore”. Ma se dovessi dimenticarlo per un attimo, che gruppi chiameresti davvero a un Gods of Metal?

Intanto ci tengo a precisare che Live in Italy non esiste più in quanto siamo entrati a far parte del gruppo multinazionale Live Nation. Già da diversi mesi operiamo a nome Live Nation. Il sito Live in Italy rimane perché è un sito informativo con milioni di visite annue e sarebbe quindi un peccato disperdere questa risorsa: ma l’azienda per la quale produciamo concerti è Live Nation. Venendo poi alla sostanza della tua domanda, devo dire che se facessimo i festival e tutti i concerti in generale pensando solo al puro ricavo, la nostra attività sarebbe già andata in malora da anni. E’ il cuore quello che conta perché è solo in base a quello che riesci a capire se un artista può o non può vendere biglietti. I gruppi che chiamerei al Gom sono esattamente i gruppi che ho chiamato in questi anni. La scelta è stata fatta in base ai gusti e ai sentimenti del momento in cui creavo il festival. Quello che è importante è informarsi, seguire i movimenti e le varie correnti del genere e sapere adattarle al momento storico in cui il festival ha luogo. Detto questo, si può anche sbagliare, nessuno ha la sfera magica, ma se sbaglia con il cuore si può essere tranquilli con la propria coscienza.

Sempre parlando di cuore e/o simpatie personali, avremo ancora la possibilita’ di vedere gruppi che vi hanno criticato pubblicamente – per esempio Raw Power, Strana Officina – suonare in concerti organizzati da voi?

Sì, certo, se ce ne sarà l’occasione non vedo perché no.

Cosa rispondi alle accuse mosse dalla Strana Officina durante un’intervista con Marco Garavelli di Radio Lombardia riguardo il fatto che la label della Live si è rimangiata la parola ritirando la possibilità di pagare lo studio di registrazione dell’album Rising To The Call con conseguente e provvidenziale intervento della My Graveyard Productions che si è accollata gli oneri?

Mi sembrano provocazioni non interessanti e non intendo alimentare polemiche di questo tipo, anche perché io non sono coinvolto a nessun titolo nella label di cui parli. In ogni caso credo che quando si tratta di affari le questioni vadano risolte tra le persone coinvolte e non con interviste in radio dove si sente solo una campana.

Darai una chance alla tua ex band Shabby Trick, fresca di reunion e con un album nuovo, al prossimo GOM o in qualche altra occasione? Cosa pensi della loro ultima release?

Ho sentito il disco e devo dire che mi è piaciuto. I pezzi sono molto carini, ben suonati e registrati. Anche per loro vale quello che vale per gli artisti italiani: se si creeranno i presupposti per poter fare un discorso promozionale per quanto riguarda i concerti sarò ben lieto di affrontare la questione. Non credo però che questo possa essere realizzabile al prossimo Gods of Metal.

Ci sarà un’edizione dell’Italian Gods Of Metal nel 2011?

No. Purtroppo il metal italiano ha veramente poco ricambio tra le bands che riescono a vendere un numero di biglietti necessario per coprire le spese di un evento del genere. Pertanto non possiamo fare ogni anno un festival con lo stesso headline o con la line up molto simile. Al momento a parte loro non vedo altre bands, a parte quelle che hanno già partecipato, che siano in grado di poter reggere un evento del genere. Q,uindi dovremo aspettare tempi migliori. In effetti ci sarebbero Rhapsody of Fire e Lacuna Coil ma per ragioni strategiche inerenti la loro carriera non si è mai preso in considerazione la possibilità di farli suonare come headlinear all’Italian Gods of Metal. Anche io sono sentimentalmente legato a questo festival però dobbiamo avere la pazienza di far crescere le nuove bands italiane e portarle ad un livello che possa permettere loro di poter affrontare un concerto del genere. In termini di vendita di biglietti, ovviamente.

Pare sempre più evidente la crisi dei concerti nel nostro paese e la decisione di sintetizzare il più grande festival Metal d’Italia in un solo giorno altro non fa che rendere più acuta la sensazione di declino che ormai affligge l’intero settore. Da diretto interessato, puoi esporci le tua opinine a riguardo?

Mi sembra un quadro catastrofico completamente avulso dalla realtà. Credo che non ci siano stati mai nella storia così tanti concerti metal in Italia come in questi ultimi anni. Basta andare a rivedere i nostri calendari e ci rendiamo conto che le metal bands che arrivano sul suolo italiano ogni anno sono centinaia e non sparuti drappelli come all’inizio degli anni Novanta. Io non credo che il settore sia in declino ma anzi credo il contrario, cioè che non abbia mai vissuto un momento d’oro come quello attuale. Il fatto poi di essere entrati a far parte di una multinazionale farà crescere ancor di più il movimento, ci permetterà di ampliare ancor di più il raggio di azione e di conseguenza di incrementare il numero e la qualità dei concerti. Per quanto riguarda il festival ti devo contraddire perché a questo punto non abbiamo più un solo festival, ma due, Gods of Metal e Sonisphere, entrambi di livello internazionale. Se il settore fosse in declino ti assicuro che mai e poi mai due festival di questo livello potrebbero essere prodotti nel nostro paese.

Il confronto con il resto dei festival europei è sempre stato, ogni anno, motivo di accese discussioni tra i fan. Come pensate di porvi in questa edizione rispetto alla concorrenza, specie con un evento dal tempo così limitato?

Non capisco come dovremmo porci rispetto alla concorrenza: noi prendiamo delle decisioni e le portiamo fino in fondo. Poi sarà il pubblico a decidere se partecipare o meno all’evento. E’ chiaro che come ho più volte specificato in varie interviste, noi ci troviamo ad operare nel mercato italiano con i suoi numeri e le sue economie, per cui quello che possiamo fare è rapportato a ciò che il contesto ci permette di fare.

Si parla sempre di supporto alle band nostrane o quantomeno emergenti, e la vetrina del Gods è sempre stata ovviamente una delle più ambite. Come pensate di bilanciare i “nomi grossi”, capaci di attrarre grandi quantità di pubblico, e quelli più freschi e meno conosciuti, avendo a disposizione una sola giornata?

Effettivamente con un solo giorno a disposizione i nomi più piccoli vanno ad essere per forza di cose messi un po’ da parte ma credo che lo spazio per un paio di nuove proposte ci sarà comunque. Ti ricordo che comunque ci sarà il Sonisphere di 2 giorni e lì avremo maggiori possibilità di includere nella line up anche artisti emergenti.

Quest’anno ha visto la partecipazione di Live In Italy anche nell’organizzazione del Pistoia Blues Festival 2010, due date in cui avete sfoderato una bill caratterizzata da grandi nomi, non propriamente in linea con il festival. Quali sono stati gli aspetti positivi di questa scelta atipica? Rinnoverete la collaborazione per un’edizione 2011?

L’esperienza del Pistoia Blues è stata molto positiva e sicuramente rinnoveremo la collaborazione anche per l’edizione 2011 per la quale abbiamo già confermato un artista leggendario che verrà annunciato a brevissimo. La volontà del festival è quella di avere delle serate anche differenti alla storia della manifestazione, pertanto la nostra partecipazione al Pistoia Blues va vista in quest’ottica.

Live In Italy ha proposto diverse date interessanti, la cui riuscita è stata nettamente inficiata dalla scelta di una location inadeguata, a detta di molti fruitori degli eventi: ultima in ordine di tempo la location destinata alla data italiana del Finntroll Tour. Live In Italy come intende affrontare il problema dei locali in cui gli show verrebbero ospitati, scelte che spesso lasciano trasparire l’idea che questi spettacoli siano considerati di serie B?

Devo dire che il vittimismo e l’auto ghettizzazione non hanno veramente limiti. Come si può pensare che un concerto in cui noi rischiamo soldi nostri, possa essere considerato di serie B? Tutti i nostri concerti sono considerati di Serie A perché se per un motivo o per un altro non riusciamo a coprire le spese chi è che paga? Il sottoscritto. Purtroppo i locali italiani non ci appartengono e quindi in pratica chiediamo ospitalità, ciò significa che i concerti vengono programmati nelle location che in quel particolare momento ci offrono le maggiori garanzie a livello tecnico, logistico ed economico. Se vuoi farmi dire che i Magazzini Generali sono un posto che dovrebbe essere cancellato dalla faccia dalla terra perché non degno di ospitare i concerti metal, ti rispondo che se non ci fossero stati i Magazzini Generali tanti concerti che abbiamo visto a Milano in questi ultimi mesi, compresi i Finntroll, non ci sarebbero stati, perché in quel particolare momento non c’erano altri locali disponibili ad ospitare lo show. Io credo che prima di sparare a zero e pontificare su cose di cui non si ha una conoscenza approfondita, sarebbe meglio riflettere. Bisogna conoscere le varie situazioni e capire che ci sono tanti fattori che comportano le scelte e che non c’è nessuna cattiva volontà e nessun sentimento di serie B rispetto a determinati artisti, semplicemente delle necessità pratiche.

E’ stata da poco annunciata anche una versione italiana dell’ormai celebre Sonisphere Festival. Puoi già anticiparci qualcosa a riguarda dei gruppi che saranno inseriti nelle due giornate, e se magari ci sarà qualche novità rispetto a ciò che è stato annunciato anche per le date che si terranno negli altri paesi?

Non posso ancora anticipare niente, la line up verrà annunciata entro pochi giorni. Quello che posso dire è che il festival si terrà il 25 e 26 giugno all’autodromo di Imola e che sarà una due giorni ad alto voltaggio.

Come mai avete deciso di piazzare Sonisphere e Gods Of Metal nella stessa settimana? Non temete di rischiare che almeno uno dei due festival ne risenta in termini di affluenza per via della vicinanza delle date?

Intanto come spiegato in precedenza la scelta delle date è dettata da logiche europee che difficilmente possono essere messe in discussione da noi. In ogni caso la cosa potrebbe anche essere vista al contrario, ossia una settimana di rock e metal irripetibile negli altri paesi europei. Quindi credo che questo possa attrarre pubblico anche dalle nazioni vicine all’Italia.