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Nargaroth (Kanwulf)

Di Alessandro Cuoghi - 24 Gennaio 2011 - 17:10
Nargaroth (Kanwulf)

In occasione del prossimo live show italiano dei Nargaroth, che si terrà il 26 Febbraio al Calrito’s Way di Retorbido (PV) durante il Black Winter Festival III, troviamo un ispirato e tagliente Kanwulf che, prodigo di parole e carico d’odio per la civiltà moderna, illustra qui, sulle pagine di TM, diversi interessanti aspetti riguardanti la propria band e l’ultimo discusso album Jahreszeiten.

Ciao Kanwulf, qui Alessandro da Truemetal.i. Innanzitutto grazie per la disponibilità all’intervista. Direi di cominciare parlando di te, delle tue principali influenze musicali e di cosa ti ha portato a creare i Nargaroth.


Ogni volta che rispondo a domande di questo tipo, mi rendo conto di quanto tempo è che faccio musica o – e questo è il punto – di quanto sono vecchio. La musica è sempre stata un’influenza fondamentale nella mia vita. Da bambino seguivo numerose lezioni di piano a scuola e, in tenera età, le melodie mi hanno sempre affascinato.
Nel 1989 dopo la caduta del regime socialista nel mio paese d’origine, presi un vecchio basso e cominciai a fare pratica. Nel 1991 formai la prima band col mio amico R. S., gli OKKULTIS. Quando nel 1992 conobbi Charon, tutti e tre decidemmo di creare un nuovo gruppo cambiando nome in EXHUMINENZ. Registrammo il nostro primo demo, ma rimanevamo comunque una Death/Black Metal band di ragazzini. Dopo il suicidio di R. S. nel 1995 mi isolai completamente. Tuttavia stavo già lavorando parallelamente e ormai da lungo tempo al progetto musicale che in seguito prese il nome Nargaroth. La mia influenza principale era l’idea ossessiva di creare qualcosa di musicale che potesse essere considerato come uno strumento per iniziare un dialogo col mio Io interiore. Ero una persona giovane e strana, guidata da desideri che ora come ora non posso più capire del tutto.
Questi sono stati i Nargaroth fino ad oggi: un modo costruttivo e sviluppato di comunicare con me stesso ed un mezzo musicale di auto riflessione e presa di coscienza.


C’è un disco in particolare che ha veramente cambiato la tua vita, portandoti a comporre Black Metal?


No. Ma verso la metà degli anni 90 i demo di Graveland ed A.H. e il disco “Thousand Swords” sono stati davvero importanti per me. Più di ogni altro album.

Parliamo ora del tuo ultimo lavoro, Jahreszeiten (Stagioni). Personalmente lo ho trovato molto introspettivo, multisfaccettato e ricco di sentimenti contrastanti. Quali sono state le tue maggiori fonti di ispirazione per il disco?

Nell’album ho elaborato le peculiarità emozionali e le rappresentazioni mentali riflesse nella progressione musicale e melodica di ogni singolo brano attraverso i cambiamenti stagionali, come esemplificato appunto dalle stagioni dell’anno. Come per i testi, l’album tratta le dinamiche delle diadiche (duplici) relazioni umane, che fondamentalmente influenzano, se non addirittura causano, il fato, le singole tragedie ma anche il destino degli imperi del mondo intero. Ammetto che mi sarei sorpreso se qualche ascoltatore attento non si fosse ritrovato in uno dei poemi di questo disco. E provo disprezzo per le creature che non lo sono o che provano a ripudiarlo. La versione su cd di Jahreszeiten non rappresenta l’opera d’arte completa, perché non voglio concedere così facilmente i miei pensieri ed il mio operato alla merdosa scena della musica scaricata, i cui fruitori li consumerebbero come in un fast food. Chi costantemente ignora i testi non rende giustizia all’arte e non dimostra di esserne degno.  
Essere un uomo significa ingaggiare costantemente una guerra, armati dei propri ideali, contro il background delle richieste della realtà.
Per questo io dedico quest’album a due persone che mi hanno accompagnato in questo difficoltoso viaggio del  Morire e Divenire, che ora è diventata la mia disciplina. Credo infatti, sulla base della mia esperienza, che costruirsi il proprio destino da solo sia riduttivo ed impossibile. Essere un uomo, per quanto mi riguarda, consiste in una costante auto-esperienza, un continuo porsi domande ed analizzare, un perpetuo interrogarsi sulla disperazione della mio stile di vita originario. Consiste anche nel coraggio di accogliere i propri errori per riorganizzare la vita che si staglia dinnanzi a noi ogni giorno, come descritto da Goethe in Seelige Sehnsucht (Blessed Aspiration). Un uomo che non sente questa lotta interiore, o peggio, che la ignora, per me è insignificante e non è degno d’onore.

Ascoltando Jahreszeiten ho avuto modo di notare un interessante sorta di progressione musicale che ha inizio con il Black Metal più “luminoso” di frühling, passando per il sound più roccioso di summer, quindi per la profonda malinconia di herbst e concludendosi con il gelido e potente Black Metal di winter. Puoi provare a descrivere i sentimenti che hai cercato di traslare in ogni brano/stagione rappresentato in questo album?

Come ho accennato ho voluto riflettere attraverso le mie canzoni lo spirito e la natura emozionale di ogni stagione. Oltre a ciò ho voluto descrivere musicalmente i cambi di flusso e le dinamiche delle relazioni umane. In poche parole: l’Amore.
La Primavera come stagione rappresenta il ritorno alla vita. Chiunque sia cresciuto in un villaggio rurale potrà capirlo assai bene. Io stesso sono cresciuto in una vecchia fattoria della povera Germania dell’Est. Non c’era acqua corrente o calda, il riscaldamento era solo in due stanze; una vecchia casa di campagna fatta di pietra e i tipici inverni dell’Est negli anni 70 del secolo scorso: gelidi e caratterizzati da nevicate immense. Il canto delle allodole, che preannunciava l’arrivo della primavera, era accolto con calore dal profondo del cuore. Anche gli animali della fattoria sembravano sentire il ritorno della vita e il fienile, che era così silenzioso e oscuro durante i rigidi mesi invernali, tornava gaudio e laborioso.
Per quanto riguarda l’Amore, la canzone rappresenta i primi mesi dell’innamoramento. Non c’è un altro periodo in una relazione così pieno di comportamenti e pensieri sciocchi. Ogni giorno sembra splendente e tutti i problemi passati trascurabili. Una volta era la quotidiana corsa verso la cassetta della posta per vedere se era arrivata una lettera. Oggi è lo sguardo costante al cellulare per guardare se ci è arrivato un sms. Con la persona amata vengono così create connessioni sciocche, quasi magiche, che sembrano insolite agli estranei. E’ semplicemente il periodo più luminoso di un amore fresco ed in crescita.
L’Estate è il punto più alto della natura. Quando fai una passeggiata nella foresta è un enorme concerto creato da ogni suono emesso delle piante e degli animali. I cuccioli esplorano per la prima volta il nuovo mondo e l’amarezza dell’inverno è ormai dimenticata.
A livello emozionale è lo zenit di una relazione. Dopo essersi giurati amore eterno entrambi gli amanti raggiungono il proprio mondo ideale. Le coppie forti sono capaci di rimanere qui, anche quando la vecchia immagine del (perfetto) partner cambia in quella di una persona più realistica, della quale si è comunque innamorati. Le coppie deboli possono uscire da questo livello molto velocemente. Quando continuano a rincorrere l’ideale di un partner o di una relazione perfetta anziché notare la realtà e la bellezza della propria situazione. Ciò nonostante questo rimane il tempo del calore e del sentimento del “ritorno a casa” dopo la lunga odissea della vita.
In Autunno la natura fa un profondo sospiro. La malinconia riposa nei  boschi e le prime oscure tempeste scuotono il silenzio. I ragni creano capolavori d’arte fra i vecchi alberi e i campi producono i frutti che abbiamo coltivato. E’ il tempo del raccolto – qualcuno raccoglie ciò che ha seminato. Riguardo all’autunno dell’amore, anche noi raccogliamo ciò che abbiamo seminato. Le cicatrici delle vecchie ferite sono ormai troppo profonde per essere guarite. I primi baci sono dolorosi da dimenticare; e i nuovi baci non sono abbastanza dolci per cancellare l’amarezza del cuore. Alcune coppie continuano a fare piani per il futuro, sperando di salvare la propria relazione. Qualcuno pianifica un bambino, per riparare quello che ormai è lacerato ed evitare di vedere subito che “i propri sogni stanno morendo nel vento”. Ritengo che l’80% delle coppie del mondo si siano fermate a questo livello.
L’Inverno è la calma spietata, se esiste. Esso ricopre la terra che ora ha bisogno di dormire, dopo essere fiorita per molti mesi. La vita è dura in questo periodo, sia per gli abitanti della fattoria che per gli animali della foresta. La fame si aggira per le colline. I venti gelidi mordono la pelle fino a spezzarla e le forze della vita si fermano. E nei fumosi capanni la gente racconta storie sull’estate trascorsa. Per quanto riguarda l’amore e le relazioni questo è il tempo dell’odio, della rabbia, dei rimproveri e delle accuse. Principalmente gli altri vengono accusati per questo. E’ il tempo delle parole cattive e dei pensieri malvagi verso la persona che una volta si amava. Ed è anche il tempo per le giustificazioni dei propri sentimenti negativi. Improvvisamente però, nelle silenziose ore della notte, quando la rabbia dorme in un angolo di legno sotto un pesante tappeto, sentiamo qualcosa che potremmo chiamare dolore. Dolore per ciò che abbiamo perduto, per quello che abbiamo avuto. Dolore per le cose che abbiamo detto, per le cose che abbiamo fatto e di più, per le cose che non abbiamo detto o fatto. Questo momento è riflesso nella parte finale lenta della canzone: “for at times and every now and then the memory of it is aching”.
Sei soddisfatto della risposta di pubblico e critica riguardo al disco, o non ti interessa?
Certo.Come sempre (!) un album dei Nargaroth divide l’affetto degli ascoltatori. Per alcuni è stato L’album del 2010 ed il miglior disco che la band abbia fatto in assoluto. Per altri è una merda totale e una prova ulteriore che i Nargaroth non fanno per loro. Entrambe sono reazioni accettabili nella pigra ed ultrasatura scena metal odierna. E’ sempre meglio dell’indifferenza.
Il 26 Febbraio ti esibirai coi Nargaroth al Calrito’s Way di Retorbido (PV) durante il Black winter festival III. I concerti sono fondamentali per te, e, più in generale, per un gruppo Black Metal? Qual è la tua attitudine nei confronti dei fan?
Ogni musicista deve decidere se è o meno in grado di evocare il culto dal vivo nel forma che il Black Metal merita. Parecchia gente afferma che il Black Metal non dovrebbe essere suonato dal vivo e posso capire il motivo! Ma per me è possibile. Però non tutti gli “aspiranti blackster” (wanna-be-BM guy, orig.) e statisti del palco sono in grado di evocare il culto.
La mia attitudine verso i fan… è diversa. A volte voglio evocare il fuoco degli spiriti arcani e celebrare con loro un onorevole momento di passione. A volte vedo occhi vuoti e ragazzini senz’anima dediti solo al download (soulless download-kids, orig.), quando vedo queste cose vorrei poterli cancellare dalla faccia della terra in un eterno fuoco di disgusto! E dopo tanti anni d’esperienza sulla scena, è difficile fidarsi. Perchè, quando salgo sul palco e li guardo, non so mai se i ragazzini o le ragazzine là sotto, che mi gratificano con le corna alzate, hanno scritto o forse scrivono ogni giorno delle stronzate sul mio conto sulla fottuta internet.  


Che tipo di atmosfera ti poni di creare durante le tue performance dal vivo?


Vorrei creare  lo spirito dei tempi che furono. Un momento di passione e ricordi di quei giorni. Questo perché io stesso sono vecchio, posso cantare dei tempi di gloria e memorie dolorose, di quello che, per me, ormai è passato da lungo tempo.
Cosa ne pensi della scena moderna del Black Metal? C’è qualche band in particolare che ritieni degna del tuo rispetto?
Non ho una buona opinione della scena del BM moderno e non voglio ripetermi all’infinito. La mia attitudine negativa nei confronti di questa scena è nota fino dal 2000. E con questo mando un grande Fuck Off al moderno e commerciale BM norvegese! Io rispetto qualche vecchia band che conosco fin dai primi giorni, ma non provo simpatia per nessun gruppo né da un punto di vista ideologico, né musicale.
Quanto il tuo successo musicale può essere considerato legato al tuo album Black Metal Ist Krieg? Perchè, secondo te, il Black Metal è Guerra e, più in generale, qual’è la tua percezione di questo genere musicale?
I Nargaroth non sono una meraviglia legata ad un solo album (“one-album-wonder”, orig.). Il Black Metal per quel che mi riguarda è una guerra che avviene all’interno della mia testa. Gli ideali del Black Metal spesso collidono con le regole del mondo reale. Devi scegliere quale cammino percorrere . E’ difficile seguire entrambe le strade con la stessa intensità! Non puoi soddisfare i tuoi bisogni sociali (lavoro, famiglia, accettare te stesso e la tua vita) quando vuoi dedicarti al 100% al carattere distruttivo del Black Metal. E trovare una via rispettabile tra questi due sentieri è – o meglio era – una violenta guerra interiore; e io sono quasi morto per essa. Ma questo non è l’argomento dell’intervista.


I Nargaroth sono fondamentalmente una one man band, qual’è la caratteristica principale che un musicista deve possedere per prendere parte al progetto?


Deve essere capace di suonare il proprio strumento ed essere vicino alla mia concezione di Black Metal. Oltretutto deve avere i capelli lunghi e aver svolto il servizio militare. Specialmente il secondo requisito è difficile da trovare e, sempre riguardo ai capelli, accetto solo batteristi con la testa rasata.

Grazie ancora per l’intervista, ti va di chiudere con due parole per i tuoi fan italiani e i lettori di Truemetal.it?

Per me il Black Metal è la più preziosa forma d’arte, perché può catturare e esprimere tutte le emozioni della nostra (dis)umanità. Potete prenderne atto e rispettare questa concezione, che si avvicina molto di più a ciò che viene definito “true”, rispetto a tutti quei ragazzini che giocano a fare i blackster, fingendo di essere malvagi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e ascoltano i loro “eroi” (norvegesi) commerciali. Alla fine però non importa quale sia la vostra fottuta opinione sui Nargaroth, evochiamo tutti lo stesso culto. Questo ci rende innegabilmente fratelli. Alleati da un patto di sangue o odiati nemici! Entrambi sono comunque accettabili per me!