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Martiria (tutto il gruppo)

Di Damiano Fiamin - 5 Novembre 2012 - 11:20
Martiria (tutto il gruppo)

A distanza di un anno dal loro ultimo lavoro, “On the way back“, tornano i Martiria. In occasione del release party di “Roma S.P.Q.R“, noi di Truemetal abbiamo incontrato la band e abbiamo deciso di fargli qualche domanda a tutto tondo. Leggete un po’ cosa ci hanno raccontato prima di salire sul palco:

Intervista a cura di Damiano Fiamin

– Questa sera presentate il vostro nuovo disco. Mi sembra d’obbligo cominciare a parlare proprio di questo: volete raccontarci qualcosa sulla sua genesi? Cosa vi ha spinto a scegliere questo concept?

Andy: Ciao Damiano, certo. ROMA S.P.Q.R. è uno di quei temi che avevamo in mente da anni, probabilmente fin dall’epoca di “The Age of the Return”. Ne avevamo parlato anche con Rick, all’epoca, e sapevamo che prima o poi vi avremmo messo mano. Quindi dopo il precedente “On the way back” con tematiche di tutt’altro tipo, ci siamo decisi ad affrontare l’argomento. Abbiamo sempre desiderato confrontarci sulla storia dell’antica Roma.

Marco: Devo dire che la cosa, all’inizio, mi aveva quasi spaventato…  Non che mancassero gli spunti, anzi, da questo punto di vista la storia di Roma antica è un campo sterminato e… minato! Voglio dire, come si fa a dire qualcosa di nuovo su Giulio Cesare (per dirne uno), dopo duemila anni che la sua storia viene scritta e riscritta? C’è da fare i conti con gente come Shakespeare! Quel che abbiamo cercato di fare, quindi, è stato di spostare il focus dalla Storia (con la “S” maiuscola) agli uomini che l’hanno fatta, dando più rilievo alle emozioni, alle suggestioni, alle passioni che ai fatti. Il che non vuol dire che dietro a queste canzoni non ci sia una pesante ricerca, anche storica, (accidenti se c’è…) tuttavia, più che gli avvenimenti, abbiamo tentato di cantare “l’ira funesta del Pelide Achille”, l’onore, la gloria, gli amori, i rimpianti e le malinconie; il mito, insomma, (per usare una parola troppo abusata) che circonda la storia millenaria di Roma e che è fatto di infiniti riferimenti incrociati che vanno dalla letteratura alla scultura, dal cinema alla musica, dalla poesia alla pittura.

– Durante la stesura di un album, realizzate un lavoro corale o, piuttosto, c’è un apporto maggioritario da parte di qualcuno su cui gli altri si inserisco no?

Andy: Diciamo che inizialmente la costruzione dei brani è opera mia,  in collaborazione con Marco. Io e lui produciamo delle demo piuttosto complete dei brani che poi passiamo agli altri, è lì che poi diventa fondamentale l’apporto di ogni membro della band. Ognuno nel momento giusto è chiamato a mettere tutto se stesso nel pezzo ed in accordo con tutta la band, quindi può  (e deve) modificare/sostituire/elaborare la propria parte.

Marco: Esatto, Andy compone la musica (ed è bravo, dannatamente bravo), poi mi dice cose del tipo: “Qui ci vedo un’armata che attraversa un deserto”, oppure: “Una nave in balia della tempesta, in una notte d’Inverno”. E da lì partiamo, con un’immagine che si dilata e diventa il punto focale di una narrazione più ampia. Quattro minuti di musica e parole che richiedono un istante “creativo” e settimane di ricerca e limature…

– “Roma S.P.Q.R” è il primo CD in cui è presente il vostro nuovo cantante, Freddy. Come vi siete trovati insieme?

Andy: Con Freddy ci conosciamo da una vita, anche se negli ultimi quindici anni non ci siamo visti tanto. Conosciamo perfettamente quelle che sono le sue caratteristiche ed al momento del cambio vocalist, volevamo qualcuno con una propria vocalità , riconoscibile, con una timbrica diversa…non cercavamo un clone di Rick. Oggi posso dirti che siamo molto soddisfatti.

Freddy: Il cambio del vocalist è sempre un momento critico per ogni band, un momento di passaggio che credo di aver superato  non cancellando l’apporto di Rick che ha dato tanto a questa band, ma integrandolo e facendo un altro passo avanti soprattutto per l’aspetto live prima praticamente inesistente ma che da gennaio ha avuto un forte incremento.

– I testi sono sempre curati da Marco R. Capelli? Com’è nata l’alchimia tra lui e la band?

Andy:  Con Marco ormai c’è una consolidata alchimia artistica. Non dobbiamo dirci quasi più nulla, ci capiamo al volo. E’ a tutti gli effetti il quinto membro della band ed oltre ad occuparsi dei testi dei brani, si occupa anche di tutto ciò che riguarda marketing e contatti.

Marco: Lyricist, trovarobe, sarto di scena, costumista. Ancora non faccio il cuoco perché non hanno assaggiato il mio ragù alla “bolognese”… 🙂 Anche manager a mezzo servizio. Ah, a proposito, se tra i lettori ci fossero PR, agenti, direttori artistici di qualche festival… noi siamo qui!

– Quali sono le differenze con le vostre produzioni precedenti?

Andy: Come detto questo è un disco molto più heavy rispetto ai precedenti, con un lavoro dietro molto meticoloso e dettagliato sia in termini di testi che di strutture ed arrangiamenti.

Marco: Sì, parlando seriamente, ci tengo a sottolineare il lungo lavoro di ricerca che c’è dietro alla stesura di questi testi. Sono veri e propri concentrati, colmi di riferimenti e piani di lettura, dove ogni storia si incrocia ad infinite altre in una sorta di arabesco che unisce poesia, prosa, arte e cinema. Con ammiccamenti, più o meno evidenti, ad autori antichi e moderni. A questo proposito, una piccola esclusiva: sto lavorando ad una versione in formato “ipertestuale” dei testi di questo CD, che caricheremo sul sito www.martiria.com. Ci saranno annotazioni, brani recitati e molto materiale extra.

 

– Rimaniamo in tema: durante la loro lunga carriera, i Martiria hanno subito numerosi cambi di formazione. Quanto vi hanno influenzato? Immagino che ognuno abbia portato qualcosa di caratteristico alla vostra musica e sia stato a sua volta ispirato dagli altri. Volete raccontarci qualcosa a riguardo?

Andy: I cambi principalmente si sono avuti dietro i tamburi, ma sempre per motivi familiari o lavorativi. Con tutti i drummer con i quali abbiamo avuto dei periodi di contatto, siamo in ottimi rapporti. E’ normale che ognuno di loro abbia lasciato un segno indelebile nelle nostre produzioni, per i motivi che ti citavo prima, è fondamentale che ogni musicista che entra a far parte della band metta qualcosa di suo nel sound.

– Sicuramente, avrete anche voi dei gruppi che vi hanno ispirato nel corso degli anni. Che nomi ci sono dietro i Martiria? Dove affondano le radici della band?

Andy: Per ciò che mi riguarda credo non siano più novità: Black Sabbath, Ozzy Osbourne, Candlemass, e soprattutto Warlord; ma amo terribilmente anche le melodie della dance anni ’70, cosi come l’opera di Verdi e Puccini. Di base, comunque, ognuno di noi ha delle origini musicali ben diverse, forse anche questa è una caratteristica che rende il nostro sound particolare.

Freddy: Ascolto il  rock storico dal quale provengo (Sabbath, Zeppelin, Purple, Whitesnake, Glenn Hughes, Rainbow, Metallica, Van Halen)

Marco: “Solo hay una musica, la buena musica”

– Torniamo al presente: cosa vi piace ascoltare adesso? Siate onesti e non abbiate timore di censure!

Freddy:  Cannibal corpse, black country communion  ma anche l’ultimo Kiss (eh eh)

Derek:  Di tutto di più.
Andy: Ultimamente molta musica scandinava…ed Anthrax e Ex Deo su tutti.

– Come vedete lo stato della scena metal italiana? Ci sono gruppi validi? Avete delle idee che potrebbero contribuire al suo sviluppo?

Andy: Ci sono una grandissima quantità di ottime band in Italia e grandissimi musicisti, potrei citarne decine (Doomsword, Adramelch, Dark Quarterer…e sicuramente ne sto dimenticando tanti), la scena è viva e vegeta, ma il problema è la mancanza di supporto  a queste band e qui subentra anche un po’ la cultura. Girando per l’Europa mi son reso conto che la musica è realmente considerata un arte, a tutti i livelli. Qui, non c’è abitudine ed educazione nel seguire band a livello underground, si fa sempre fatica a mettere insieme 100 persone di pubblico per un evento, cosa che in altre parti di Europa accade regolarmente. Tutto ciò rende sempre più difficile organizzare un concerto,  figuriamoci spostarsi in altre città con l’aggiunta di spese e problemi vari. Qui a Roma stiamo cercando di auto-supportarci tra band, oggi vengo al tuo concerto domani tu vieni al mio..si fa quel che si può, cercando di allargare sempre più il giro…non vuole essere una setta od un gruppo chiuso…solo ed esclusivamente una base.

Freddy: E’ un momento difficile, di forte crisi ma non sono i gruppi validi che mancano è l’aspetto organizzativo che è carente perche è soggetto a grossi fattori di rischio, ossia copertura delle spese. A Roma poi la situazione è abbastanza complicata, l’eredità di BAFFO (organizzatore locale di serate metal) è stata rilevata da un paio di persone che cercano di non far morire il movimento metal. Stiamo provando in molti a far decollare le serate presenziando agli eventi. Ce ne sono diversi stasera qui presenti.

Marco: Io mi scontro quotidianamente con la difficoltà di organizzare eventi live. Tutti sappiamo che il mondo della musica (tolti i grandissimi nomi, forse…) deve fare i conti da un decennio con una crisi economica senza precedenti e che non accenna a migliorare. Giusto o sbagliato che sia, non entro nel merito, gli scaricamenti gratuiti hanno ammazzato il mercato discografico, quello che permetteva ai gruppi anche (inizialmente) “marginali”, di pagarsi le spese e trasformare una passione in un mestiere, a tutto vantaggio della musica! Oggi non si vende più niente (giro ai lettori, quanti CD avete comprato quest’anno? E quanti ne compravate nel 1990? – se c’eravate, chiaro…), quindi tutti vorrebbero suonare live, ma anche i locali sono in crisi, perché chi beveva tre birre oggi ne beve una. Quindi niente rimborsi spese, quindi è difficile uscire dalla propria città, quindi non si riesce a farsi conoscere.

Ed internet è ormai un mare magnum dove, a digitare il nome di un qualsiasi genere, esce immediatamente più “roba” di quella che si potrebbe ascoltare in due vite.
Ultimamente, poi, ho notato una inspiegabile chiusura in compartimenti stagni: “No, noi facciamo solo Rock puro.” “Noi solo Black Metal”, “Noi solo Brutal”. Forse è una reazione all’eccesso di offerta, non so. Ma credo che, data la situazione, farebbe comodo anche ai gestori di locali un po’ di elasticità. Mescolare i “generi” (ammesso che sia una distinzione che ha senso…) e far conoscere al proprio pubblico qualcosa di diverso. Data la situazione, ci vogliono coraggio e passione per non mollare. Per fortuna noi ne abbiamo in abbondanza!

– Questa è la prima data di promozione del nuovo disco; oltre ad andare in giro per l’Italia, avete già dei progetti per il futuro? C’è qualcosa che bolle in pentola?

Andy: Il focus per il momento è quello di cercare di presentare il nuovo lavoro in più posti possibili, poi posso dirti che stiamo già lavorando a del nuovo materiale per il prossimo disco e contestualmente alla ristampa del nostro primo CD.
 
– Vi ringrazio per la vostra disponibilità. Volete aggiungere qualcosa che non vi ho ancora chiesto e che vi preme comunicare ai nostri lettori?

Andy: invito tutti i metalheads, a partecipare e supportare le band italiane nei live (Marco: “Sottoscrivo e applaudo!”), è di fondamentale importanza per la sopravvivenza di tutto il metal nostrano. Quindi un grande saluto a tutti i lettori di Truemetal.it ed un grazie da parte nostra a te Damiano che sei venuto qui stasera ed alla tua webzine che ci concede sempre spazio. 

Grazie a voi per la disponbilità!

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