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Strana Officina (Rolando Cappanera)

Di Angelo D'Acunto - 22 Febbraio 2010 - 14:56
Strana Officina (Rolando Cappanera)

Saranno di scena anche loro il 21 marzo all’Alcatraz di Milano per l’edizione
2010 dell’Italian Gods Of Metal, data, tra l’altro, in cui uscirà
l’attesissimo nuovo studio album della Strana Officina. Occasione più che
buona, quindi, per scambiare qualche parola con il drummer
Rolando Cappanera
riguardo al nuovo disco e al futuro della band nostrana. Buona lettura.

Ciao Rolando e benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it
La “Strana Officina” è attualmente in pausa. Decisamente meritata a mio avviso,
visto che dal 2006 a questa parte avete suonato ininterrottamente un po’ ovunque
in giro per l’Italia. Che ne dici di tirare le somme riguardo a quello che è
successo fino ad ora? Quali sono le soddisfazioni maggiori e magari anche i
rimpianti, se ce ne sono stati?

Innanzi tutto un saluto a te, a Stefano Ricetti ed a tutti i lettori.
Questi ultimi anni sono stati pieni di impegni come di emozioni. Il Gods of
Metal 2006 è stato l’inizio di un percorso che ha riportato la Strana Officina
sui palchi di tutta Italia ed ha dato la possibilità a me e Dario per poter
essere accettati dai vecchi fan come una nuova linfa della band.
Soddisfazioni ce ne sono state tante come il suddetto G.O.M , l’uscita di “The
Faith”, il box antologico “La Storia” ed adesso l’imminente uscita del nuovo
album.
I rimpianti sono l’aver creduto in certe persone ottenendo solo delusioni. Per
il box “La Storia” siamo attualmente in conflitto con la Molten Metal Production
per aver stampato inizialmente un bootleg (senza vidimazione SIAE) con
ripercussioni gravi in Germania e per aver successivamente messo in vendita
singolarmente i vinili contenuti (consiglio a tutti i fan di controllare bene le
vidimazioni SIAE e le date di stampa riportate e diffidare nell’acquisto di
quelli ristampati dalla MMP perché non autorizzati)- divulgheremo per questo un
comunicato stampa-
Quando mi chiedono se è cambiato qualcosa negli ultimi vent’anni ho praticamente
risposto: “avremo modo di raccontarne altre”.

Il 2006 è stato l’anno della reunion. La risposta dei fan (soprattutto quelli
di vecchia data) è stata come ve l’aspettavate, oppure c’era anche il timore che
alcuni non avrebbero digerito il ritorno in scena del moniker “Strana Officina”
con i soli Bud ed Enzo come membri storici, più la presenza di te e Dario?

Il GOM è stato magico e magico è stato il fatto che mi ero immaginato nei giorni
precedenti quello che in realtà è successo. Un Trionfo. Non voglio essere
eccessivo, ma non ho altre parole per descriverlo. Tantissimo pubblico, nuove e
vecchie leve che cantavano i brani, un’emozione continua dalla prima all’ultima
nota. Ovviamente salimmo sul palco emozionantissimi, soprattutto io e Dario, ma
abbiamo trasformato la tensione in una forza esplosiva che ci ha permesso di
suonare in modo impeccabile, divertirci allo stesso tempo e commuoverci (come
anche oggi succede) su Autostrada dei sogni.
Io e Dario siamo la Strana Officina come lo sono Enzo ed il Bud, non sono io a
dirlo, ma i nostri concerti. Siamo gli unici che possono capire l’emozione che
Fabio e Roberto hanno messo nelle loro canzoni e essere diciamo il mezzo con il
quale continuare a trasmetterlo. Abbiamo ovviamente inserito nuovi elementi e
sfumature legate alla differenza di età, di esperienze e di influenze
musicali…ma è stato il destino ha volerlo, non siamo stati noi.
Tenendo presente che Bud ed Enzo sono i rappresentanti della Strana che fu. Io e
Dario rappresentiamo il presente e di fatto loro non hanno mai ripreso in mano
il percorso interrotto nel 1993 perché consapevoli che la Strana Officina è al
completo solo con i Cappanera.

Qualche anno dopo c’è stato anche il ritorno sui palchi di altre vecchie
glorie dell’heavy metal italiano. Credi che la reunion della “Strana Officina”
sia riuscita a dare la prova che anche le formazioni più “datate” possono ancora
donare il loro contributo alla scena musicale odierna?

Credo che oggi ci sia più spazio per le vecchie glorie che per le nuove leve.
Questo l’abbiamo vissuto sulla nostra pelle io (con i The Sweat) e Dario (con i
Rebel Devil), ma è anche quello che ci succede intorno a dimostrarlo. Anche nel
campo internazionale tira più la reunion di una qualsiasi gloria degli anni
80/90 che il nuovo album di una band emergente. Anche ad i festival non esiste
di vedere headliner band che non siano Iron, Judas, Venom, Ozzy, Pantera. Il
Gods of Metal ne è la dimostrazione. Sicuramente anche a livello di mercato le
vecchie glorie possono contare sui fan acquisiti negli anni a differenza di una
nuova band che parte da zero… questo è soprattutto un elemento che valutano
anche i produttori. Comunque è un concetto difficile perché si potrebbe legare
al fatto che le band del passato abbiamo colpito nel cuore dei fan più a fondo
di quanto facciano adesso le nuove con un effetto meteora anziché di continuità.

Torniamo alla vostra pausa di questi primi mesi del 2010: oltre a riprendere
un po’ di fiato, avete fatto sapere che vi metterete al lavoro per la
registrazione del nuovo album. Puoi già anticiparci qualcosa? Seguirete la
direzione musicale che contraddistingue i vecchi lavori della band, oppure il
pubblico dovrà aspettarsi qualche sorpresa?

L’album ad oggi è in fase di mixaggio ed io, Dario, Bud ed Enzo siamo entusiasti
di come sia venuto.
Già il fatto che uno come Bud sia soddisfatto del risultato può far stare
tranquilli i fan più classici e legati alla vecchia produzione. E’ ovvio che c’è
bisogno da parte di tutti di porsi di fronte a questo album con un ottica
differente. Fabio (compositore della maggior parte dei brani) e Roberto (autore
per il 50%) non ci sono più e questo non può passare inosservato. Io e Dario sin
dal 1994 abbiamo temuto il mettersi a scrivere sotto il nome Strana Officina, ma
adesso siamo maturi e sappiamo di aver messo in questo disco una vena di novità
, ma anche tutto quello che è il nostro background, quello che Fabio e Roberto
ci hanno trasmesso. Il Bud è stato incredibile nel modo in cui si è messo in
discussione ed ha cercato di lavorare in modo diverso rispetto a come si faceva
un tempo, lo abbiamo messo anche sotto pressione per la velocità con la quale
abbiamo lavorato ed è stato un piacere sentire la sua voce trasformare i brani e
dargli quel sapore unicamente Strana Officina. Per quanto riguarda i testi è
venuto in soccorso James Hogg già autore dell’80% della produzione in Inglese
della Strana, questo è sintomatico della nostra ricerca di continuità.
La nostra idea è che siamo riusciti a fondere in modo armonico il nuovo ed il
vecchio e di conforto è stato il giudizio di chi ha ascoltato in anteprima i
brani. Abbiamo ad esempio passato l’esame dei fratelli di Fabio e Roberto come
dei nostri altri due cugini Cappanera, di James Hogg che ha lavorato a Rock’n’Roll
Prisoners e The Ritual, di Giuliano Mazzardi della nostra My Graveyard
Productions.
L’album si intitolerà “Rising to the Call” e conterrà 10 brani di cui 8 inediti
e due della vecchia produzione cioè Non sei Normale ed Amore e fuoco scritto nel
1978 dalla formazione originale (Fabio, Roberto, Enzo, Johnny).

L’uscita è prevista per marzo, mese in cui parteciperete all’edizione 2010
dell’Italian Gods Of Metal. Che aspettative hai per questo evento?

E’ di oggi la notizia che suoneremo alle 15,55 con enorme meraviglia dei nostri
fan, i quali hanno cominciato ad assalirci per avere spiegazioni (visto che i
bill in circolazione fino ad oggi ci presentavano verso la fine). Al riguardo ci
sarebbe da dire molto, ma in modo diplomatico, dico che ad Ottobre abbiamo
confermato la nostra presenza come co-headliner di Pino e Bulldozer con
l’aggiunta di un pre-accordo discografico con gli organizzatori. Quello che è
successo negli ultimi mesi mentre eravamo in studio di registrazione, con
conseguente nostro rifiuto di firmare un contratto totalmente modificato,
“penso” abbia influenzato la nostra posizione nel bill. Comunque la Strana
Officina non è una band che si preoccupa degli orari, saliremo sul palco per
rispetto dei fan che hanno acquistato i biglietti ormai da tre mesi e
presenteremo a loro i nuovi brani, sarà una grande occasione per festeggiare
insieme a loro questo attesissimo album e ci saremo anche per rispetto delle
band che suoneranno dopo, visto che non ci riteniamo superiori a nessuno.
L’uscita di “Rising to the Call” è confermata per il 21 Marzo e sarà
regolarmente in vendita per quell’occasione.

Avrete modo di proporre qualche nuovo pezzo per l’occasione, oppure
preferirete lasciare spazio ai vecchi classici?

Abbiamo iniziato a provare in questi giorni e vorremmo dare spazio ad almeno
quattro nuovi brani.

Sul palco, oltre alla “Strana Officina”, si alterneranno altri nomi grossi
del metal italiano come “Pino Scotto”, “Skanners”, “Sadist”, “Bulldozer” e
“Labyrinth”… insomma, ce ne sarà davvero per tutti i gusti. Hai voglia di
spendere qualche parola riguardo ai gruppi appena citati?

Pino Scotto non ha bisogno di presentazioni inoltre è un amico. In questi ultimi
anni abbiamo avuto modo di creare un rapporto fantastico, avendo da parte sua
sempre parole di elogio sul lavoro che io e Dario stiamo facendo e noi abbiamo
rispetto per gli anni che ha dato alla scena Italiana. Gli Skanners li ricordo
solo in alcune occasioni degli anni ’80, ero un po’ giovane quindi aspetto di
vederli a Milano. Anche i Sadist sono amici soprattutto Trevor sebbene
l’apparenza da “uomo nero” è una persona eccezionale. Dei Bulldozer vale quello
detto degli Skanners anche se con Alberto (Ac Wild) ho avuto modo di lavorare e
non avrei mai detto quando l’ho conosciuto che fosse il bassista/cantante dei
Bulldozer. Anche i Labyrinth li conosco poco perché non abbiamo avuto molte
occasioni per trovarci in giro.

Quale è secondo te lo stato di salute della scena heavy metal italiana?

Credo di avere già dato con le risposte precedenti. Fortunatamente ci sono
persone come Giuliano Mazzardi della My Graveyard, Niky della Valery ,Andrea Gè
di Machada Booking (per citarne alcuni) che si sbattono in un modo incredibile
ed investono dei soldi dove neanche chi se li potrebbe permettere spende un
centesimo. Sono piccole realtà che crescono passo passo cercando di mettere
professionalità e costanza in quello che fanno. Il Metal Italiano in Italia
rimane un genere di nicchia ed un mercato snobbato. Di band ottime negli ultimi
15 anni se ne sono viste, ma è mancato quello che ci deve essere oltre la band e
soprattutto a differenza degli anni 80 la crisi economica non aiuta i locali e
gli organizzatori.
Quando trovi qualcuno in Italia che ti mette sul piatto un cambio di marcia
aspettati il peggio e mettiti le mani a coprire il culo! Quello che permette
alle band Italiane di andare avanti sono i km che maciniamo ogni anno, i soldi
che investiamo ed i bocconi amari che ingoiamo…

Riguardo invece al panorama musicale internazionale, ci sono gruppi che
preferisci rispetto ad altri?

Diciamo che non sono un ascoltatore di musica Metal per eccellenza ma lo sono
stato. Il Metal che suono evidentemente sazia la mia voglia di ascoltarlo,
spesso apprezzo cose più soft per riposare l’ascolto.
Questo significa anche che da amante del vinile adesso se tu entrassi a casa mia
troveresti in pole position Point of Entry dei Judas Priest oppure Led Zeppelin,
Mr.Big, Ac/Dc.
Di nuove cose apprezzo StoneSour, Tool, Rage Against Machine..ma adoro anche Ben
Harper, Lynyrd Skynyrd, ZZ Top, Journey… senza parlare del fatto che in macchina
mi capita di soffermarmi sulla musica classica.

 

Ti va di parlarmi della tua formazione come musicista? Quali sono stati
gli artisti/gruppi principali che ti hanno influenzato direttamente?

Partiamo dal fatto che il primo brano che ha smosso la mia voglia di suonare è
Eye of the tiger dei Survivor (la colonna sonora di Rocky III). Lo suonavo la
domenica a casa di mio nonno Rolando Cappanera perché mia zia aveva il 45 giri.
Credo che in questo brano c’è tutta l’attitudine rock che mi contraddistingue
come batterista e che mi fa venire voglia di picchiare ogni volta che mi capita
di ascoltarlo in radio. Semplice, duro, diretto, groovoso, pieno zeppo di
energia e di emozione.
Poi sempre e per sempre Ozzy Osbourne, Led Zeppelin, AC/DC e come batteristi
John Bonzo Bonham, Tommy Lee, Tommy Aldrige, Cozy Powell, Randy Castillo, Dean
Castronovo. Roy Mayorga, Bill Ward, Dave Grohl, Danny Carey, Micky Dee, Phil
Rudd ma anche Dave Grohl, Danny Carey, Micky Dee, Phil Rudd, Chad Smith.
Tralascio la musica dei 90/2000 perché ce n’è veramente tanta. Comunque sono
autodidatta al 100%, non ho mai avuto l’occasione di seguire clinic od altro. Lo
studio del pianoforte al quale mi spinse il mio babbo verso i 12 anni, mi ha
dato delle ottime basi per conoscere la musica, oggi infatti leggo e scrivo le
partiture di batteria con facilità, ma non so suonare il pianoforte!
Per il resto ho imparato tutto ascoltando tantissima musica, guardando suonare
il mio babbo e macinando km. Per questo, rispetto ad altri, il mio apprendimento
è più dilatato nel tempo, oggi con internet la velocità di apprendimento è
velocissima… ma è inversamente proporzionale all’esperienza.

Nel 2007 (precisamente nel corso del S-Hammer Metal Fest di Caserta) ho avuto
modo di vederti all’opera con i “Death SS”. Com’è stato esibirsi dal vivo con
un’altra band che ha fatto la storia del metal italiano e, soprattutto, con un
personaggio del calibro di Steve Sylvester?

Mi succede spesso di suonare con altre band per lavoro o per divertimento è un
modo per mettermi in discussione trovandomi a suonare cose diverse, ma
soprattutto tenere la mente allenata a memorizzare velocemente le parti da
suonare. C’è chi mi ha visto suonare con i Sottopressione una band hard-core,
genere a me sconosciuto da suonare fino al 2008.
Steve è molti anni che non nasconde il suo desiderio di potermi avere a suonare
con lui, ma per vari motivi non era mai successo sebbene le sue ripetute
chiamate. Lo S-Hammer Metal fest è stata un occasione per poter realizzare
questa collaborazione e poter dare una mano ad un amico come Steve che si era
trovato in difficoltà nel reperire un batterista.
E’ stato molto divertente, i brani di Steve sono veramente interessanti da
suonare.Ho imparato le parti di batteria esattamente come le originali presenti
sugli album tranne che per alcuni brani tipo Baphomet, dove ad una doppia cassa
tipica di Ross ho inserito un passaggio più Bhonam style.Per il resto ne è
uscita una versione del concerto più Rock e meno Heavy Metal. Abbiamo fatto due
mezze prove e siamo andati a suonare senza tenere conto che non avevo la minima
idea di quello che mi aspettava sul palco come esplosioni, simulazioni di
sacrifici, maschere di ogni genere: esaltante. Non ho neanche avuto bisogno di
truccarmi visto il mio colorito ed i peli sono già uomo-lupo, naturalmente.
Steve è comunque un grande ed ha una cultura infinita e la utilizza quando si
tratta di mettere in piedi uno spettacolo come il suo. Massimo rispetto.

Che programmi hai invece in mente per il prossimo futuro? Ci sarà anche modo
di sentir parlare ancora del progetto “Cappanera”, oppure possiamo considerarlo
come accantonato?

Sinceramente non credo proprio. Diciamo che non tutti sanno che l’album di
debutto dei Rebel Devil era originariamente nato dai Cappanera ed era già stato
registrato pronto per uscire. Poi alcune incomprensioni (come spesso accade
nelle migliori famiglie) hanno spinto me e Dario a separarci per un paio di anni
dando vita ai nostri due progetti Rebel Devil e The Sweat.
Oggi abbiamo imparato entrambi dai nostri errori e capito che ognuno deve dare
il massimo in quello che gli compete, avere rispetto l’uno dell’altro e lavorare
sempre per un obbiettivo di gruppo.
Il moniker Cappanera fa parte del passato, magari ci sarà spazio per una nuova
band. Adesso che abbiamo trovato nella Strana Officina un modo per poterci
esprimere al 100% andremo avanti su questa strada.

Questa era la mia ultima domanda. Ti ringrazio per la disponibilità e lascio
a te le ultime parole per concludere l’intervista.

Invito i fan ad essere presenti all’ITALIAN GODS alle 15,55 per poter ascoltare
in anteprima alcuni brani di “Rising to the Call”.
Ti ringrazio per lo spazio concesso.
Stay Heavy

Angelo ‘KK’ D’Acunto