Live report: Frost Black Fest 22 ottobre 2011

Di Silvia Graziola - 5 Novembre 2011 - 18:20
Live report: Frost Black Fest 22 ottobre 2011

 

Frost Black Fest – 22 ottobre 2011

C.S.A. Grotta Rossa Rimini

 

Prima edizione per il neonato festival dedicato alle sonorità estreme italiane, il Frost Black Fest si svolge a Rimini nel CSA Grotta Rossa, sito in zona industriale della città raggiungibile facilmente dall’autostrada. La Grotta Rossa ha l’aspetto di una vecchia scuola media e il concerto si svolgerà in quello che poteva essere la vecchia palestra che, nonostante tutto, regala una buona acustica, un palco discreto e un buon impianto luci.

Sedna

 

Ad aprire le danze ci sono i Sedna, quartetto dedito ad un depressive black metal molto tecnico e la mezz’ora a loro disposizione scorre velocemente. I brani da loro proposti vengono eseguiti in successione senza alcuna pausa e sono resi ancora più cupi da una presenza scenica statica e da un frontman frenetico. Il gruppo mostra più volte di avere una buona perizia tecnica anche se appare ancora un po’ troppo acerbo in sede live, sicuramente da rivedere presto.

 

 

Morning Dew

 

Dopo un veloce cambio di palco entrano in scena due stendardi raffiguranti un albero bianco con le radici ben salde nel terreno. È il turno dei Morning Dew, dediti ad un black metal di atmosfera ricco di sfaccettature melodiche, i quali aggrediscono gli spettatori con un’introduzione al pianoforte che sfocia nella furia di “Hyperuranus”. Il gruppo mette in tavola sin da subito le sue carte migliori: i ragazzi sono preparati e la loro proposta non lascia fraintendimenti e la successiva “Il male di vivere” ribadisce questo concertto. Dopo l’ottima esibizione dei Morining Dew avrebbero dovuto suonare i Funera Edo, ma purtroppo per motivi di salute sono stati costretti ad annullare la loro presenza.

 

 

Deadly Carnage

 

Le luci si tingono di blu e verde e, senza fronzoli né dubbi, comincia l’esibizione dei Deadly Carnage: il loro impatto è subito potente e si nota come i musicisti siano decisamente carichi, forti anche della nuova release Sentiero II – Ceneri. Buona parte della performance è incentrata su quest’ultimo lavoro, fatta eccezione per la splendida “Antica Europa” e appare sempre più evidente come i Deadly Carnage siano dei grandi  musicisti; in particolar modo emergono la naturalezza del tocco del bassista Fabio e la precisione del batterista Marco.
Del nuovo album in sede live brillano particolarmente due brani: il controverso “Growth and New Gods” e la violentissima “Parallels”; poco dopo la fine dell’esibizione dei Deadly Carnage il palco viene sgombrato, le luci riprendono tinte più luminose per concedere la fuga dall’inferno degliInfernal Angels, quartetto raw black metal in attività dal 2002.

 

 

Infernal Angels

 

Gli Infernal si presentano compatti e ricoperti di sangue e il loro sound è molto vicino al black metal intransigente della prima metà degli anni Novanta: blast-beat, riff velocissimi e growl sono i mezzi più usati per esprimere la loro rabbia; interessante l’utilizzo in alcuni brani di voci pulite che potevano ricordare Attila nel periodo De Mysteriis. La band è ben rodata e di evidente perizia, il suo unico problema a parere di chi scrive è una eccessiva somiglianza tra i vari brani e un susseguirsi di strutture troppo ripetitive, il che fa calare l’attenzione dopo una manciata di brani, nonostante il frontman non si sia mai perso di spirito e abbia continuato a incitare il pubblico durante la durata dell’intera esibizione, arrivando anche a sputare sangue sulle prime file.

 

 

Fearbringer

 

Veniamo ora all’atteso headliner, in attività dal 1997 la Fenice Nera conosciuto anche col nome di Fearbringer giunge a Rimini per sostenere la sua ultima fatica discografica “Tempus Fugit”, uscita ufficialmente proprio questa sera. Sul palco sono presenti le insegne della fenice: due stendardi rossi e neri con raffigurati gli scudi bianchi con la fenice nera al centro. Dopo un’introduzione non troppo lunga con suoni di scontri bellici comincia la nuova “Battaglia spirituale”, splendida opening del nuovo album. I quattro sono in buona forma e le loro corazze splendono sotto i riflettori mentre la macchina del fumo avvolge l’esibizione in un’aura mistica che solo la musica di Fearbringer può creare; all’annuncio di “Immortality Through Black metal”  come l’unico sentiero per l’immortalità il pubblico comicia a scaldarsi. L’esecuzione dei pezzi è perfetta e con “A scudo delle Ninfe”  si scatenano i primi poghi selvaggi dei presenti, mentre il delirio massimo viene raggiunto per l’esecuzione del brano dedicato al popolo dell’Aquila, “Italia”, che genera cori e invasioni di palco. Le ultime canzoni eseguite vanno a ripercorrere l’inizio della carriera di Fearbringer andando a pescare l’opening di Simula et Dissimula e la titletrack del primo album La notte del peccato.

Intro
Battaglia spirituale
Inno alla stagione dell’Inverno
Immortality through blackmetal
A scudo delle ninfe
Tempus fugit
A.D. 1349
Italia
Guerra
Double array creation
Le notti del peccato

 

 

Così si conclude la prima edizione del Frost Black Fest. Le premesse per far crescere questo evento ci sono tutte e durante la serata non si è presentato nessun problema, anche grazie alla posizione strategica della Grotta Rossa (in zona industriale con un buon parcheggio e facilmente raggiungibile dall’autostrada). Le band in cartellone hanno dimostrato tutte di essere di ottimo livello e fautori di una proposta personale e il prezzo del biglietto lo rende anche abbordabile alle tasche di tutti, speriamo vivamente di poter assistere ad una seconda edizione.

 

Live Report a cura di Luca Cassone & Nina Ramirez

Report Fotografico: Nina Ramirez