Iced Earth: Stu Block, il mio sogno si è avverato

Di Lucia Cal - 19 Settembre 2011 - 18:03
Iced Earth: Stu Block, il mio sogno si è avverato

In una recente intervista rilasciata a Bill Murphy (editore e webmaster degli Iced Earth) il cantante Stu Block descrive la propria esperienza negli Iced Earth come un sogno divenuto realtà:

E’ un fottuto sogno divenuto realtà, amico. E’ tutto quello che posso dire. E’ come svegliarsi da un sogno ed esclamare ‘Oddio, sto vivendo ancora in un sogno'” Ride. “In realtà vorrei fare una considerazione, se vuoi possiamo dire che è come se avessi vinto alla lotteria. Intendo che mi sento così bene. Eccoti una storiella divertente. Adesso è tutto non-stop: è stato pazzesco fin da quando ho fatto il primo concerto a marzo, una cosa ininterrotta. Volo avanti e indietro in Indiana, poi in Florida, ora in Europa e cose così, nel mentre faccio le prove. Non ho nemmeno il tempo di pensare. Ma l’unica cosa a cui penso è realizzare questo progetto, concentrarvi tutte le mie energie. Fondamentalmente, ci sono stati un paio di momenti in cui ero in doccia, e pensavo a una cosa del tipo ‘Oh mio dio, non posso credere che stia accadendo davvero’, cose simili. Sai, quel tipo di pensiero in cui vedi te stesso per un secondo e pensi ‘Pazzesco’. Ma all’improvviso squilla il telefono ed esclami ‘OK, devo rimettermi al lavoro’. Stavamo facendo delle riprese. Eravamo a New York e giravamo due video. La gente sa che ci sarà un video per ‘Dystopia’, ma stavamo filmando l’altro video, e in pratica c’è una scena in cui non servivo per le riprese. Però c’erano tutti gli altri ragazzi, facevano fottuta improvvisazione, le luci erano su di loro e io me ne stavo seduto là. Avevo questa sensazione tipo pelle d’oca, guardavo Jon e tutti gli altri ragazzi e ho esclamato fra me e me ‘Oh mio dio, pazzesco’. Avevo come un nodo in gola. Non riuscivo a credere di essere la, di far parte di questo magico momento della storia del metal. Voglio dire, gli Iced Earth sono la storia del metal e continuano sempre a fare la storia del genere. E io sono un capitolo, un frammento di questo libro meraviglioso“.