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Decapitated (Waclaw ‘Vogg’ Kieltyka)

Di - 21 Luglio 2010 - 8:30
Decapitated (Waclaw ‘Vogg’ Kieltyka)

‘Stiamo valutando alcuni studi di registrazione perché intendiamo dare al sound una carica di potenza e pulizia che non abbiamo mai sperimentato in passato ‘
(Waclaw ‘Vogg’ Kieltyka)

Si ringrazia Johnny Garofoli per il supporto e la stesura di alcune domande.

Non potete immaginare quanto sia simpatico, affabile e disponibile Waclaw Kieltyka, chitarrista fondatore della death metal band polacca Decapitated, che abbiamo intervistato in occasione del recente festival sloveno MetalCamp. Su questi ragazzi penderà per sempre il pesante incubo vissuto in prima persona il 2 novembre del 2007 quando, causa un tragico incidente stradale, perse la vita il talentuoso e giovane batterista Witold “Vitek” Kieltyka. Da quel momento tutto sembra essersi fermato. L’ultimo full-length è stato pubblicato nel 2006 (“Organic Hallucinosis”), per un periodo l’attività live è ristagnata (naturalmente!) e, con molta probabilità, il trauma non passerà mai più. Ma ‘The show must go on’, per dirla all’inglese, e i quattro, forti dell’ingaggio alle pelli di Kerim “Krimh” Lechner, si sono rimessi in pista. Per la prima volta ho assistito a un loro concerto e devo dire che ci sanno davvero fare…

Ti ringrazio per il complimento, è andata bene. Però che caldo!

Senti, dimmi quali sono le tue principali ispirazioni di gioventù…
 
Ho ascoltato di tutto, ma ho iniziato coi classici della musica metal. Le mie band preferite sono state Kat, Slayer, Pantera, Acid Drinkers e Morbid Angel, ma, dopo essermi appassionato alla chitarra, ho anche studiato musica classica e jazz. Insomma ho un modo abbastanza aperto di intendere la musica.
 
Qual’è lo spirito che anima la musica dei Decapitated?
 
Lo spirito della rabbia! Devi sapere che la Polonia è una terra in cui convivono concetti sociali molto differenti. Da una parte, una mentalità legata, dopo ancora cinquanta anni, al Regime Comunista, dall’altra la grande influenza che la religione cattolica ha sul nostro popolo. Ci sono anche ortodossi e protestanti, ma i cattolici sono la maggioranza. È un clima ancora molto particolare, in cui non è facile emergere, dire la propria su ogni cosa. I miei nonni, ma anche tanti genitori più anziani, hanno patito davvero momenti difficili e si sono formati un carattere duro e intransigente. Appena ora le generazioni cominciano a liberarsi da tutti questi fantasmi. Con la nostra musica cerchiamo di abbattere queste barriere, e non siamo gli unici. C’è chi ci ha preceduto e sta facendo grandi cose come Behemoth e Vader.
 
 
Il vostro stile è unico e complesso. Vorrei capire quale tipo di approccio avete durante la stesura di un brano…
 
Puntiamo molto alla cura della tecnica. Tutto deve suonare perfetto. È pur vero che non vorrei mi fraintendessi. Noi intendiamo la perfezione come il miglior modo per esprimere noi stessi. Crediamo che in questa maniera possiamo dar vita a canzoni potenti e non pensiamo che un’esecuzione ‘eccessivamente perfetta’ sia valida solo perchè tale. I brani devo esprimere l’istinto da cui sono stati generati. Per questo ci sentiamo molto diversi da tante band death metal dei giorni nostri. E poi, ci sarà pur un motivo per cui in tanti ci vogliono bene e ci acclamano… ti pare? Qualcosa di buono abbiamo fatto!
 
Mi trovi d’accordo, il vostro sound è moplto personale e caratteristico. L’apprezzamento di critica e fan sembra aver raggiunto traguardi ragguardevoli. È arrivato il momento del grande salto?
 
Colgo l’occasione della tua domanda per darvi una importante conferma. È passato poco tempo, ma posso affermare che abbiamo firmato per Nuclear Blast Records. Ci sembra incredibile esser sotto l’ala di una major, davvero. Tutto questo è stato possibile anche grazie all’impegno che Earache ha vuto nei nostri confronti in tutti questi anni. Non so se la nostra nuova etichetta sia stata colpita dalle idee contenute in “Organic Hallucinosis”, e non sono nemmeno certo che siano stati i dati di vendita ad attirare la loro attenzione. Semplicemente credo abbiamo interesse nel nostro progetto. Siamo davvero onorati della cosa.
 

 
Allora dobbiamo attendere l’uscita di un nuovo disco?
 
Certo, i lavori sono già iniziati solo che il tour è impegnativo e ci tiene lontani da casa. Sopratutto non ci consente di lavorare con calma, sebbene non manchi la possibilità di buttare giù idee qui, nelle varie pause dopo i concerti. Ma non ci sembra davvero il momento. Metteremo mano al tutto una volta tornati dal tour americano che prenderà il via dopo gli impegni presi qui in Europa.
 
Avete già idea di quando potrebbe uscire o di quando entrerete in studio di registrazione?
 
Certo. Tornati dal tour americano ci butteremo sotto i nuovi pezzi per completarli e integrarli. Siamo certi di entrare in studio di registrazione a gennaio del prossimo anno, al massimo entro fine febbraio, ma non oltre. Stiamo valutando alcuni studi di registrazione perché intendiamo dare al sound una carica di potenza e pulizia che non abbiamo mai sperimentato in passato. Una delle nostre priorità sarà curare al massimo la produzione anche perché ora abbiamo i mezzi per farlo e non getteremo al vento l’occasione concessaci.
 
Sono molto contento che abbiate trovato la forza di andare avanti dopo la tragedia che vi ha colpiti e che vi ha visti coinvolti in prima persona. Non vi chiederò nulla del passato perché deve esser stata durissima. Ma credo sia giusto che presenti a tutti il nuovo arrivato.
 
Non ti preoccupare, non c’è alcun problema. Ora dobbiamo andare avanti! Il nostro nuovo batterista si chiama Kerim, lo abbiamo già presentato a tutti lo scorso anno. Non dico altro se non che è un ragazzo straordinario, davvero!
 
Nicola Furlan