Ouijabeard: il nuovo disco track-by-track

Di Nicola Furlan - 17 Novembre 2012 - 9:48
Ouijabeard: il nuovo disco track-by-track

Comunicato ufficiale label:

Andreas Sandberg, del progetto svedese Ouijabeard, ha passato in rassegna, brano per brano, il suo primo albumDie and let live”, in uscita il 30 novembre per High Roller Records. Questa release, come reazione alle produzioni ‘di plastica’ odierne, è stato prodotto con i metodi più semplici possibili. Si tratta di un concept album, incentrato sulla figura misteriosa di Grigorij Rasputin. Musicalmente, si delinea come un misto tra Kiss, Iron Maiden, Mercyful Fate, Journey, Blue Oyster Cult e Pink Floyd.

Di seguito l’analisi track-by-track di Sandberg.

La prima canzone, ‘‘Eyes in the night‘‘, racconta la storia di come Rasputin ha cercato di coinvolgere una donna nel suo culto mistico, per poi cercare di fare sesso con lei.

Across the room” è una canzone che parla di uno spirito malvagio che cerca di contattare una donna coinvolta in questo culto sessuale.

The End” è una libera interpretazione della mia idea di distruzione. La distruzione colpisce anche Rasputin nei suoi ultimi secondi di vita, ma il suo destino non è certo la fine, bensì l‘inizio.

Curse of the stones” racconta la storia di alcune pietre che possiedono poteri magici trovate in giro per il mondo.

Alexandra” è una canzone strumentale, musicalmente ispirata a Il buono, il brutto, il cattivo. Il titolo si riferisce ad Alexandra  Feodorovna, moglie di Nicola II e coinvolta nel culto di Rasputin.

Moon Empire” parla di forze esterne nell‘universo, che ci guardano, ci governano e vivono in noi. Rasputin è diventato una di esse.

Signs of the Moreia” è una canzone che parla di come noi umani pensiamo di essere superiori, ma non sappiamo che ci sono delle specie superiori a noi.

Keep the streets empty for me” è una cover: l‘originale è di Fever Ray ed è un brano dark elettronico.

Die and let Live“: con questa, ho voluto concludere l‘album in modo epico. La canzone spiega di come Rasputin fu infine ingannato a morte: fu avvelenato varie volte ma sopravvisse, e alla fine venne fucilato e gettato nel fiume. Quando la polizia trovò il suo corpo nell‘acqua, lo trovò con le braccia aperte, come se non fosse morto per le fucilate o per il veleno ma avesse continuato a nuotare senza riuscire a risalire a galla per il ghiaccio sopra di lui. Il suo corpo può essere morto, ma non la sua presenza. La canzone descrive come lui viva ancora nonostante sia morto.