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Rick Springfield

Di Fabio Vellata - 16 Dicembre 2012 - 12:16
Rick Springfield

Ho sempre pensato che le mie canzoni fossero parte di quello che succedeva ai tempi, ma la storia può essere molto strana: sinceramente non pensavo a come la gente avrebbe potuto vedermi dopo…

(Rick Springfield)


 

 

Recente autore di un album dal titolo sardonicamente a “tema” con questo finale del 2012, Rick Springfield è considerato in terre molto lontane da quelle italiche un’autentica autorità nel campo dell’AOR e del rock melodico.
Un’occasione interessante per qualche domanda mirata con il prolifico e polivalente artista australiano, incentrata sull’ottimo “Songs For The End Of The World” e su qualche piccola curiosità…

Intervista raccolta da Federico Reale
 

Ciao Rick e benvenuto su Truemetal!
Orbene, il tuo ultimo disco “Songs for the End of the World” ha ottenuto un buon successo, ed è sicuramente uno dei migliori lavori della tua lunga discografia. Quali sono le tue sensazioni a riguardo?

– Penso che sia un disco bello e solido. Le canzoni sono molto personali, e il gruppo ci dà dentro con molta energia. Penso, in effetti, sia il mio miglior disco da molti anni a questa parte…

“Songs for the End of the World” ovviamente suona come un disco di Rick Springfield al 100%, ma è anche molto più duro rispetto ai tuoi album precedenti: cosa ti ha portato a questo cambio di stile?

– Il fatto di aver suonato molto spesso dal vivo, e quindi di avere canzoni che suonassero molto potenti in sede live. La mia band è formata da ottimi musicisti, era la prima volta che suonavo con loro anche in studio, e ho spinto in direzione di un sound molto più compatto per questo CD!

Una cosa che mi ha incuriosito molto è stata la copertina dell’album: in ogni edizione c’è una tua foto in una cornice steampunk. Cosa rappresenta questa scelta? E perché hai deciso di rilasciare quattro copertine differenti?

– Il mio studio (The Black Lagoon) è completamente steampunk. Ci sono pistole a raggi steampunk sui muri, chitarre steampunk, con sopra portaplettri steampunk! Adoro il design di quello stile, e ho voluto usarlo per il CD dato che durante tutto il processo di registrazione ne siamo stati circondati, è stata praticamente una scelta naturale. Le cover differenti invece sono una cosa da collezionisti. Io stesso sono un collezionista, e desideravo alcune belle copertine che i miei fan potessero a loro volta collezionare, inoltre volevo aggiungere anche materiale bonus come video, versioni acustiche e nuove canzoni: era tutto un progetto.
Anche il download “Rickinteractive” è una cosa incredibile. Permette alle foto di prendere vita e cominciare a parlarti. Siamo il primo gruppo ad usare questo software, è molto strano e cool.
 

Sei tu a scrivere tutte le canzoni o ti fai aiutare anche dagli altri membri?

– Le scriviamo insieme o separatamente, a seconda delle occasioni. Ad esempio alcune io le scrivo da solo ma gli altri inseriscono altre idee, alcune le scrive Matt e io aggiungo i testi o una melodia…

Personalmente ho apprezzato molto ogni canzone sul nuovo album, ma quella che ho amato di più è stata “Our Ship’s Sinking”: è così semplice ma al contempo così energica! Solitamente quanto tempo ti ci vuole per scrivere una canzone del genere?

– “Our Ship’s Sinking” in realtà era una traccia che avevo scritto insieme a Matt per il nostro album precedente (Venus in Overdrive), ma avevamo già steso molti pezzi quindi abbiamo deciso di lasciarla fuori. L’ho ripresa ed è stata una delle prime canzoni a cui ho lavorato per l’ultimo CD; non c’è voluto molto dato che avevo già un’idea ben precisa di quello che sarebbe diventata.
La mia relazione principale stava attraversando una fase difficile in quel momento, quindi “Our Ship’s Sinking” riflette quella situazione.

Ora rivolgiamo uno sguardo al passato. Hai rilasciato un numero enorme di album in studio, quali sono i tuoi preferiti?

– Mi piacciono tutti per ragioni diverse; l’ultimo mi piace in modo particolare perchè è pieno di chitarre ed io sono una “guitar whore”. Ma tutti destano ricordi piacevoli!

Oggi Rick Springfield è visto come uno dei maggiori artefici dello sviluppo del Rock melodico degli anni ’80, insieme ad altri grandi nomi quali Journey, Toto, Boston e così via… Sapevi già che stavi scrivendo alcune pagine importanti nella storia del Rock con i tuoi album?

– In effetti no. Semplicemente scrivevo le migliori cose che potevo, e ad un ritmo abbastanza frenetico per stare al passo con quello che stava succedendo. Ho sempre pensato che le mie canzoni fossero parte di quello che succedeva ai tempi, ma la storia può essere molto strana: sinceramente non pensavo a come la gente avrebbe potuto vedermi dopo.

Cosa ricordi dei primi anni della tua carriera? Sei stato sulle scene per circa quarant’anni, ed è un traguardo abbastanza invidiabile per un musicista… Nei primi anni ’70 pensavi di poter arrivare dove sei adesso?

– Devo ammettere che in alcuni momenti sono stato piuttosto scoraggiato, e ancora oggi non sono esattamente dove vorrei essere, ma finché c’è vita c’è speranza. Sono davvero contento di essere ancora in grado di fare bella musica, e non mi sento un retrò: cerco sempre di battere nuovi territori. La mia autobiografia ne è un esempio, così come il pezzo che ho inciso con i Foo Fighters che verrà pubblicato l’anno prossimo. Ci sono alcune cose ancora in cantiere, e stiamo cercando di organizzarci per la prossima parte del tour per renderlo ancora migliore e per includere ancora più canzoni da “Songs for the End of the World”.

Quant’è difficile essere un musicista ed un attore allo stesso tempo?

– Alcune volte gli impegni si accavallano, ma finora mi sono sempre trovato bene. L’anno prossimo cercherò di lavorare di più sia per quanto riguarda la carriera da musicista che quella da attore…

Quali sono i tuoi piani per il futuro? Ci sarà un tour per promuovere “Songs for the End of the World”?

– Sì, stiamo organizzando un nuovo tour. Abbiamo sempre fatto lo stesso concerto (magari con qualche variazione nel minutaggio) per molto tempo, quindi direi che è tempo di cambiare. Sto già pensando al nuovo show e a cosa includeremo in esso!

Quanti anni ci vorranno prima di avere un nuovo album di Rick Springfield?

– Ahahaha, questo dipende dalla mia musa ispiratrice e dagli dei della musica. Scrivo semplicemente quello che mi viene in mente. Alcune volte provo a forzare, ma questo non basta per fare una buona canzone!

 

Federico Reale

 

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Discografia Rick Springfield:

  •     Beginnings (1972)
  •     Comic Book Heroes (1973)
  •     Mission Magic! (1974)
  •     Wait for Night (1976)
  •     Working Class Dog (1981)
  •     Success Hasn’t Spoiled Me Yet (1982)
  •     Living in Oz (1983)
  •     Hard to Hold (1984)
  •     Tao (1985)
  •     Rock of Life (1988)
  •     Karma (1999)
  •     Shock/Denial/Anger/Acceptance (2004)
  •     The Day After Yesterday (2005)
  •     Christmas With You (2007)
  •     Venus in Overdrive (2008)
  •     My Precious Little One: Lullabies For A New Generation (2009)
  •     Songs for the End of the World (2012)
     

Sito Ufficiale Rick Springfield