Live Report: Blind Guardian a Roma e Milano (12-13/10)

Di Redazione - 18 Ottobre 2010 - 0:30
Live Report: Blind Guardian a Roma e Milano (12-13/10)

Ecco il resoconto delle due serate in cui i Blind Guardian hanno calcato i palchi dell’Atlantico a Roma il 12 ottobre e dell’Alcatraz a Milano il 13 ottobre.

Buona lettura.

Report e foto di Roma a cura di Francesco Sorricaro
Report e foto di Milano a cura di Stefano Vianello

Roma, Atlantico – 12/10/2010

Iniziata ad un orario mai visto a queste latitudini (le 19.50, n.d.r.), che ha impedito a me, come a molti altri, finanche di assistere al concerto delle band di apertura previste, l’esibizione dei bardi di Krefeld in quel di Roma era attesa da ben 12 anni, e la gran folla assiepata nello Spazio Atlantico con indosso le maglie d’ordinanza recanti il logo Blind Guardian ne è la testimonianza più palese.

Quando la band tedesca raggiunge il palco, l’aria che si respira è quella di un vero e proprio catino infuocato: la temperatura ed il clamore sono al massimo quando risuonano le note di Sacred Worlds, brano introduttivo dell’ultima fatica dei nostri ed adattissimo, con le sue pompose orchestrazioni a sostituire, almeno temporaneamente, la vecchia War of Wrath tanto amata dal pubblico. Grandi giochi di luce accompagnano i picchi del pezzo e favoriscono una entrata di grande effetto ad Hansi Kürsch e compagni. L’inconfondibile voce dei Guardian raccoglie gli applausi convinti dell’audience e, dopo aver dimostrato tutto il suo compiacimento per essere tornato nella “città eterna” lancia immediatamente l’assalto di Welcome to Dying. La cavalcata tratta dal vecchio Tales from the Twilight World non perde un’oncia del suo smalto e trascina tutti in un pogo furibondo.

Born in a Mourning Hall è la prima maestosa capatina nel capolavoro Imaginations from the Other Side che traghetta direttamente verso un altro caposaldo della loro discografia. Si viaggia attraverso la Terra di Mezzo con l’inno Nightfall che scatena l’ugola ansiosa dell’Atlantico.

La band è in gran forma e la serata sembra avere tutti i connotati di una serata speciale; dopo un salto nel recente passato con Fly ed una potente esecuzione di Time Stands Still (At the Iron Hill), l’emozione sale al massimo sentendo il buon Hansi annunciare un brano in onore di un controverso personaggio da lui molto amato: si tratta della inconsueta quanto ben accolta Mordred’s Song.

I seguaci del Guardiano Cieco sono ancora increduli una volta terminato l’ascolto dell’inatteso regalo quando già si sta per passare, questa volta, ad un vero classico delle loro scalette, si sta per bussare al portone del Valhalla. La chitarra di André Olbrich graffia l’aria con fervore da battaglia ed il pubblico inizia a scandire l’arcinoto refrain fino a quando il maestro Kürsch, dal palco, non dice basta fermando il coro interminabile dei suoi fan.

Si susseguono pezzi come l’acustica A Past and Future Secret, This Will Never End, Bright Eyes, al termine della quale, tra il pubblico, qualcuno comincia a richiedere a gran voce l’anthemica Majesty. Alla gentile declinazione di Hansi segue presto la promessa di una degna sostituta, che si incarna immediatamente nell’ultimo singolo A Voice in the Dark, presentata con tanto di videoclip proiettato dietro le spalle del gruppo. Il pezzo si presta bene alla situazione live e, nonostante non abbia ancora il valore di un classico, viene ben accolto dal parterre. Qualche problema invece sembra averlo il frontman che non becca la giusta tonalità di esecuzione e scompare spesso dietro le quinte per “mettere a punto” la propria ugola.

Nulla di problematico comunque perché è subito la volta di Mirror Mirror: altra cavalcata immancabile che manda in visibilio la sala gremita. Spettacolare l’apporto di un Frederik Ehmke sugli scudi, il quale sembra essere dietro quelle pelli da tutta una vita e che ha il merito non da poco di rendere sempre più sopportabile la perdita di un personaggio come Thomen Stauch.

Una piccola pausa prima di ricominciare con l’altra grande orchestrale tratta da At the Edge of Time, e sto parlando di Wheel of Time: song particolarissima grazie al suono orientaleggiante di tablas e sitar che ne connotano le parti strumentali. Anche qui si registrano alcuni problemi vocali da parte di Hansi che, peraltro, aveva sfoderato una prestazione quasi perfetta nel brano precedente. Probabilmente la colpa è di una non ancora ottimale assimilazione delle nuove composizioni.

Quando nuovamente vengono imbracciate le chitarre acustiche da Marcus e Andrè, tutti già sanno che è giunto il momento apicale della serata, quello che tutti aspettano col fiato in gola ad ogni concerto dei Blind Guardian: è il momento dei bardi, è il momento di The Bard’s Song – In the Forest. La foresta apparsa magicamente sullo sfondo trasporta tutti attorno ad un ideale focolare alla luce della luna a cantare di storie fantastiche. Il momento è magico come sempre e, del resto, questo pezzo non perderà mai la sua aura di empatia; si potrebbe continuare con questo ebbro stato d’animo ma una piccola macchia sopraggiunge a guastare i piani: un problema tecnico non meglio specificato impedisce l’esecuzione, peraltro già annunciata, di Lord of The Rings. Piccola delusione, ma lo spettacolo va presto avanti con una Punishment Divine, unica estratta da A Night at The Opera, dedicata al grande filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche, con il compito di lavare ogni disappunto.

A degna conclusione di una intensa serata come questa non poteva che esserci un pezzo della caratura di Imaginations from the Other Side, titletrack del disco dal quale, questa sera, è stato estratto il maggior numero di episodi, forse per il fatto che si festeggiano i 15 anni dalla sua pubblicazione, forse perché stiamo parlando in ogni caso di un disco intramontabile sia per i fan dei Guardian che per tutti gli appassionati di power metal, resta comunque che si assiste all’ennesima esecuzione epica di un altro pezzo di storia che va a chiudere 2 ore di concerto pregne di emozioni, cori e intensità. L’audience romana sembra essere pienamente soddisfatta e, a giudicare dall’espressione sul volto dei tedeschi, scommetto che anche loro non tarderanno così tanto a tornare da queste parti stavolta. Qui, nel frattempo, vista l’ora (davvero nordica!) alla riaccensione delle luci in sala, si ha tutto il tempo per andarsi a bere una buona birra alla loro salute.

Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro

Setlist della serata:
1. Sacred Worlds
2. Welcome to Dying
3. Born in a Mourning Hall
4. Nightfall
5. Fly
6. Time Stands Still (At the Iron Hill)
7. Mordred’s Song
8. Valhalla
9. A Past and Future Secret
10. This Will Never End
11. Bright Eyes
12. A Voice in The Dark
13. Mirror Mirror

14. Wheel of Time
15. The Bard’s Song – In the Forest
16. Punishment Divine
17. Imaginations from the Other Side

 

Milano, Alcatraz – 13/10/2010

A causa del forfait degli Enforcer per motivi non ben definiti, l’ingresso all’Alcatraz di Milano viene fatto slittare dalle ore 18 previste, a ben oltre le 19: lo spazio di fronte al locale è gremito di fans impazienti che non vedono l’ora di accaparrarsi un posto nelle prime file di fronte al palco. Intorno alle 19.30 finalmente le porte si aprono e la gente comincia a prendere posto.

Preciso come un orologio, alle 20 sale sul palco il primo (e unico) gruppo spalla della serata, gli Steelwing. Anche se non molto conosciuta dalla folla la band svedese è carica di energia e domina il palco con grande professionalità suonando il proprio heavy-speed metal con un entusiasmo dirompente. I giovani ragazzi che hanno appena dato alle stampe il loro disco d’esordio riescono a trascinare la gente accorsa per vedere i Blind Guardian scaldandola a dovere. Nonostante l’audio nelle prime file non sia dei migliori, allondanandosi verso il centro dell’arena si può apprezzare meglio la proposta musicale del combo scandinavo che risulta decisamente valida. Breve ma intensa la performance degli Steelwing che dopo circa 30 minuti di show abbandonano il palco in mezzo agli applausi (meritati) del pubblico.

Inizia dunque l’attesa per il momento clou di questa serata milanese, la tappa meneghina dei bardi di Krefeld. Alle 21 le luci della sala si spengono e il pubblico accorso per l’occasione ormai è già tutto assiepato nel locale sold-out già da qualche giorno. Le note introduttive di Sacred World, brano di apertura dell’ultima fatica in studio dei Blind Guardian, iniziano a riecheggiare nell’aria portando la folla ad urla di apprezzamento. Poche volte si è visto un pubblico rispondere così bene ad un concerto, sia per quanto riguarda i gruppi spalla sia per la band headliner: durante lo show, per diverse canzoni si faceva quasi fatica a distinguere la voce di Hansi Kürsch talmente alti erano i cori della folla. E tutto questo cantare non ha fatto che bene alla band perché, se nei primi brani la performance poteva sembrare normale routine, con il passare delle canzoni si sentiva chiaramente come Hansi e soci fossero sempre più carichi, arrivando a sfoderare a fine serata una delle migliori prestazioni live degli ultimi tempi, alla faccia di chi diceva che la band dal vivo stesse perdendo colpi. La scaletta proposta non si è discostata molto da quella del giorno prima in quel di Roma, ma sono state inserite alcune variazioni apprezzate molto dai fans accorsi. Fanno capolino una potentissima Majesty che per molti ha causato un sussulto non da poco al miocardio, sottoscritto compreso, Another Holy War, Lost In The Twilight Hall e Tanelorn che proposta dal vivo rende molto più che su disco, grazie alla sua epicità. Imaginations from The Other Side conclude la prima parte di una prestazione sopra le righe e dopo un paio di minuti di pausa, in cui cori da stadio richiamavano a gran voce il gruppo sul palco, ecco i nostri bardi tornare in scena con una spettacolare Wheel Of Time, mini suite estratta da At The Edge Of Time che aumenta ancora di più l’adrenalina presente in sala. È ora il momento della ballad più attesa da ogni fans dei bardi, ovvero The Bard’s Song che come di consuetudine viene cantata praticamente solo dal pubblico e i ragazzi sul palco sembrano apprezzare il calore che viene rivolto loro. Per ricambiare l’affetto, subito dopo una dirompente Valhalla, un piccolo fuori programma non previsto in scaletta per la serata, una magnifica Lord Of The Rings che nelle note finali ha portato l’intera sala a saltare e cantare in coro il ritornello. Questa bella serata si conclude con l’ormai immancabile Mirror Mirror.

Un concerto epico quello suonato dai Blind Guardian all’Alcatraz di Milano, come non se ne vedevano da un po’ di tempo a questa parte: un Hansi Kürsch carico di energia che, seppur si trattenesse negli acuti più alti, ha saputo sfoderare una prestazione vocale davvero notevole, come tutta la band senza distinzione di strumento. Tornate presto a trovaci bardi!

Stefano “Elrond” Vianello

Setlist della serata:
1. Sacred Worlds
2. Welcome To Dying
3. Born In A Mourning Hall
4. Nightfall
5. Fly
6. Time Stands Still (At The Iron Hill)
7. Another Holy War
8. Majesty
9. A Past And Future Secret
10. Lost In The Twilight Hall
11. Tanelorn
12. Imagination From The Other Side

13. Wheel Of Time
14. The Bard’s Song – In The Forest
15. Valhalla
16. Lord Of The Rings
17. Mirror Mirror