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Aeternam (Samuel Dubois)

Di Daniele D'Adamo - 17 Marzo 2010 - 0:05
Aeternam (Samuel Dubois)

Da Québec City, arrivano gli Aeternam, band di recente formazione (2007), giunta a firmare il contratto discografico per la Metal Blade Records e quindi a sfornare “Disciples Of The Unseen”, primo full-length di una carriera che si auspica lunga e feconda di soddisfazioni. Vediamo allora cosa ne pensa Samuel Dubois, il tastierista.
 

“Discliples Of The Unseen” è uscito da poco: come stanno andando le vendite? C’è un Paese in particolare in cui vi è una grande attenzione per l’album?

Per il momento è ancora troppo presto per esprimersi sulle vendite. Essendo poi un album d’esordio – quindi con poca attesa alle spalle – bisogna lasciar passare i giorni e far si che il meccanismo promozionale lavori a dovere. Il mercato del disco è in declino, quindi non è il caso, secondo noi, farsi troppe illusioni. La pirateria e i formati digitali hanno cambiato il mercato, quindi bisogna basare la proprie aspettative in funzione di queste novità, giuste o sbagliate che siano … Dalle nostre parti la vendita è buona, comunque: i ragazzi del Québec sono stati molto solidali e noi li ringraziamo tantissimo.

Il full-length è una violenta miscela di death metal e di musica araba: questo è dovuto solo ad Achraf, oppure è tutto il gruppo ad avere la passione per questo tipo di fusione?

Alla base la causa è Ash, ovviamente. È nei suoi geni scrivere quel tipo di musica, ma a forza di ascoltarla e di suonarla, siamo rapidamente diventati tutti degli adepti di questa cultura a livello artistico. È ormai naturale, per noi, usare queste gamme, questi ritmi e questo stile quando suoniamo musica. L’aspetto legato al death è invece arrivato da solo. È uno stile che ci accumuna perché può includere sia la brutalità che la melodia; due peculiarità a cui teniamo molto.

Potete descrivere brevemente le tematiche affrontate in “Disciples Of The Unseen”? Chi di voi scrive i testi?

Il tema ricorrente nell’album ruota attorno alle antiche civiltà. Siamo appassionati di Storia: usiamo immagini, metafore e collegamenti con i popoli del passato per trasmettere il nostro messaggio moderno, che si basa su questa triade – appunto – per criticare la religione. C’è da dire che Achraf viene dal Marocco e la libertà di espressione assieme alla contestazione religiosa non è cosa facile in un paese musulmano. Questo – allora – è uno dei principali motivi per cui ha scelto il Canada per il suo esilio. I testi sono frutto della collaborazione fra me ed Achraf stesso e utilizziamo tutti gli elementi possibili per ottenere un prodotto il più “colorato” possibile.

L’artwork è curato e appare ben studiato: qual è il suo significato?

L’artwork è fortemente legato al titolo dell’album. Letteralmente, “Disciples of the Unseen” significa “I Discepoli di Quello che non vedono”, che sia Dio o che siano dei. L’immagine rappresenta l’atto di ripudiare la propria religione: un demone arabo (Djinn) inghiotte l’occhio di Horus, simbolo della mitologia egiziana. Le religioni d’oggi sono tutte fondate sui templi delle antiche civilizzazioni, quindi ci sembra legittimo utilizzarle – come detto prima – per rendere più ricco il nostro messaggio attuale. Questa immagine può tuttavia avere altri significati, per cui riteniamo proficuo che ciascuno la interpreti autonomamente.

Per quanto riguarda la musica, come nasce e si sviluppa il processo compositivo degli Aeternam?

La maggioranza delle canzoni viene scritta nello stesso modo: l’idea principale viene ad Achraf, che ne fa una versione di base su cui lavorare. Io mi occupo generalmente di comporre le parti di tastiera e gli arrangiamenti, così quando proviamo possiamo lavorare in gruppo, aggiungendo quegli elementi che possono rendere la musica più interessante sia da suonare che da ascoltare. I testi sono soggetti a continui cambiamenti ed anche in studio – più di una volta – abbiamo cambiato delle parole all’ultimo minuto.

Jef Fortin: in che modo ha contribuito alla realizzazione di “Disciples Of The Unseen”? Da cosa si può riconoscere il suo tocco?

Il suono di JeF Fortin è tipicamente metal. Un suono chiaro, affilato e potente. È quello che volevamo per questo album, al fine di essere in linea con la concorrenza che si vede in giro: la gente vuole ascoltare una produzione perfetta, al giorno d’oggi. Ovviamente tale perfezione non è di questo Mondo e quindi, malgrado qualche piccolo dettaglio, siamo perfettamente soddisfatti del lavoro di JeF. Ci ha dato molti consigli durante le registrazioni ed è stato molto collaborativo. È stata la nostra prima esperienza in studio e, malgrado tutto, avevamo un’idea ben chiara di cosa volevamo ottenere come prodotto finale. JeF ha preso quest’idea, l’ha amplificata e l’ha resa sublime!


La vostra musica è ricca di contaminazioni, cori, effetti: riuscite a trasportare in sede live tutto quello che avete inciso in sala di registrazione o dovete rinunciare a qualche cosa?

Certo, ci sono molti elementi nel nostro album, ma tutto è stato pensato e meditato. Come detto precedentemente, avevamo un obiettivo preciso per questo album e siccome JeF è un eccellente produttore che conosce il suo lavoro a 360°, non abbiamo avuto ostacoli in tutto ciò. Abbiamo registrato i cori, aiutati dalle percussioni, parti vocali molto melodiche e campionamenti di tastiera. Tutto si è svolto perfettamente senza intoppi. Non abbiamo dovuto rinunciare a niente.

Il vostro stile è praticamente unico. Come tutti, sicuramente avrete delle influenze musicali nel vostro background musicale: potete riassumerle?

Da un certo punto di vista, si può considerare il suono degli Aeternam praticamente unico, in effetti. Questo grazie, senza dubbio, alle influenze multiple di ciascun membro del gruppo. Abbiamo preso ogni particolare che amiamo della musica in generale e abbiamo tentato di incorporarlo, omogeneizzandolo, in un album metal. Le nostre influenze passano per il jazz, il funk, la musica da film, il pop; in breve, per tutti gli stili musicali. Ci sono pochi gruppi metal che usano davvero i suoni del medio oriente. Noi abbiamo fatto la miglior fusione fra essi: siamo meno brutali dei Nile, più degli Orphaned Land e meno crudi dei Melechesh, se proprio volete un confronto. Senza Achraf, che dona una dose indiscutibile di credibilità al nostro suono, non credo affatto che saremmo potuti essere dove siamo adesso.

Tutto sommato non sono poi tante, le band di metal estremo che dal Québec arrivano sul mercato internazionale: c’è una spiegazione a questo fatto?

Infatti, non sono d’accordo su questo fatto! C’è una quantità fenomenale di gruppi estremi in Québec, credetemi. Il Québec non ha mai avuto un riscontro internazionale nel metal … Lasciando da parte Kataklysm e Despised Icon, pochissimi gruppi quebecchesi hanno avuto una carriera internazionale. Se contribuiremo all’esplosione del metal quebecchese, ne saremo molto fieri. Ci sono comunque molti buoni gruppi: basta buttare un occhio più approfondito per scovarli nelle loro tane!

Come siete giunti a firmare un contratto con un’etichetta importante come la Metal Blade Records?

Tutto è arrivato in una maniera assai semplice, in effetti. Avevamo messo on-line qualche pezzo appena terminato l’album e dopo aver letto qualche critica decisamente positiva sui media locali la rappresentante canadese della Metal Blade ci ha contattato per dialogare su una possibile collaborazione.
Siamo molto fieri di essere la prima band quebecchese ad aver firmato per la Metal Blade: è innanzitutto un onore, per noi. E sapere che “Disciples of the Unseen” sarà distribuito in tutto il Mondo è una spinta decisiva per le nostre motivazioni, un grande impulso per continuare.

Per il futuro cosa avete in programma?

Nell’immediato, faremo degli show al fine di promuovere l’uscita di “Disciples of the Unseen”. A medio termine, una tournèe più intensa non è più una chimera: ci sono più carte sulla tavola e basterà vedere quale sarà l’opzione migliore. Per il lungo termine, abbiamo già iniziato a lavorare su dei nuovi pezzi per il secondo full-length.
Insomma, non è male quello che sta accadendo in questo momento  attorno e dentro gli Aeternam!

Avete qualcosa da dire ai fans italiani?

Grazie per il supporto!
Sicuramente ci vedremo in Italia, un giorno. E speriamo che questo giorno sia vicino!
Horns up!