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Korpiklaani (Juho Kauppinen)

Di Alessandro Zaccarini - 11 Ottobre 2012 - 23:22
Korpiklaani (Juho Kauppinen)

I Korpiklaani stanno diventando, quantomeno a parere di chi scrive, gli Amon Amarth del folk. Non mi riferisco agli Amon Amarth degli anni belli ma alla sbiadita copia oderna, che copia/incolla riff sepre piú uguali tra di loro e sembrerebbe mettere piú attenzione nell’immagine che nella musica. Lo dico a malincuore, perché i Korpiklaani sono una band che ho seguito dai primissimi passi e che ha fatto cose eccelse in passato, ma che ora sembra aver perso lo spirito e la grinta di un tempo, peccando forse un po’ di presunzione compositiva. Come quando i Metallica – per stessa ammissione di Hetfield – pensavano di poter pubblicare qualsiasi cosa uscisse dalle loro mani, immuni alle piccole e grandi critiche che arrivavano dai fan.

Ho colto l’occasione dell’uscita del nuovo album, Manala (qui la recensione), per portare sulle nostre pagine Juho e cercare di dare una prospettiva diversa ai miei pensieri. Quando si dice che talvolta la percezione di chi ascolta non e’ la stessa di chi compone: 20 euro il giusto prezzo per un cd? L’ultimo album decisamente meglio dei classici che hanno fatto la storia recente o meno della band? Queste e altri punti, personalmente discutibili, nell’intervista che segue.

Buona lettura.

 


 

Juho, prima di tutto benvenuto su TrueMetal. La prima volta che parlai di Korpiklaani con Jonne era il 2003 ed erano i tempi di un debutto chiamato Spirit of the Forest. Da allora sono sicuro ci saranno state diverse ‘tales along this road’… come ci si sente a guardare indietro agli ultimi 9 anni della band?

Durante questi anni abbiamo pubblicato 8 dischi e suonato dal vivo in quasi tutto il mondo. La line-up della band e’ sempre rimasta piuttosto stabile per sei anni, fino all’inizio di quest’ultimo anno quando Tuomas Rounakari e’ subentrato come nuovo violinista. Al momento tutto e’ assolutamente perfetto, l’andatura con cui incidiamo e suoniamo concerti e’ frenetica, ci teniamo particolarmente impegnati e non c’e’ tempo per rimanere con le mani in mano. Amiamo registrare nuovi dischi uno dopo l’altro e suonare piu’ concerti possibile. È il nostro lavoro e vogliamo fare in modo che cosi’ rimanga, possibilmente fino al giorno della pensionamento.

Vorrei che questa intervista fosse un piccolo percorso attraverso quello che i Korpiklaani sono stati nell’ultima decade. Partendo dal nuovo album, l’ottavo nella band, nei negozi da Agosto.
 
Manala e’ un disco eccezionale in molti modi. È piu’ sperimentale di quello che abbiamo fatto in passato e i brani variano da pezzi piu’ veloci e aggressivi ad altri piu’ lenti e malinconici. Pezzi come Petoeläimen kuola (The Predator’s Saliva) e Sumussa hämärän aamun (In the Mist of a Dark Morning) rappresentano il lato piu’ pesante e oscuro dell’album. La prima e’ quanto di piu’ thrash metal ci possa essere mentre la seconda mette in luce la dimensione piu’ grave e doom dei Korpiklaani. Synkkä (Dark Side) e’ un tipo di composizione completamente nuova per i Korpiklaani. Completamente acustica e con un arrangiamento orientato verso il violino: un brano da festa intorno al fuoco al suo apice.
L’album mantiene le sonorita’ familiari e le unisce alle nuove idee. L’intero disco e’ stato registrato completamente cantato sia in finlandese che in inglese, per questo disponibile in doppio CD. È stato un esperimento particolarmente interessanteche ci ha fatto capire che il finlandese rimarra’ il linguaggio principale per i Korpiklaani.
Sara’ inoltre interessante andare in tour in Europa e Nord America, suonando fino a 7 brani dal nuovo album. Ci sara’ sicuramente qualcosa per tutti.

Ci e’ dispiaciuto vedere Hittavainen lasciare la band per motivi di salute – e’ stato sicuramente una parte importante nella creazione del suono e dell’eredita’ dei Korpiklaani nella scena odierna. Cosa e’ cambiato nella band?
 
Tuomas Rounakari lo ha rimpiazzato degnamente dimostrando capacita’ non solo come splendido violinista ma anche come performer. Ha un progetto chiamato Shamanviolin i cui brani talvolta vengono inclusi nelle nostre performance. Il suo carattere ha aggiunto una nuova prospettiva ai Korpiklaani, ha portato un sacco di nuove idee ed e’ subito diventato un membro fondamentale della band.
 
L’impressione che ho avuto ascoltando il nuovo album e’ quanto le chitarre abbiano assunto un ruolo piu’ di rilievo con la nuova produzione, con il violino che invece ha ceduto parte del suo ruolo dominante in passato. Ti senti di condividere?
 
Credo violino e chitarre siano in perfetta armonia. È vero che questa volta abbiamo piu’ riffs di chitrarra nella concezione classica, alcuni accompagnati dal violino ed alcuni no. Anche il violino ha fatto un passo avanti rispetto al passato.
 
Lasciamo da parte il nuovo disco e guardiamo un attimo al passato, nello specifico a 3 anni in cui i Kopriklaani hanno pubblicato 3 album di classe assoluta: Voice Of Wilderness/Tales Along This Road/Tervaskanto sono secondo me uno dei trittici migliori degli ultimi 10 anni di musica. C’e’ stato qualcosa in quel periodo che ha stimolato la vostra creativita’ particolarmente?
 
Personalmente ritengo i nuovi album decisamente migliori se considero songwriting e produzione. I vecchi dischi hanno segnato il cammino e segnato dei punti chiave, sono buoni album ma ci hanno solamente ricordato di fare meglio in futuro.
 
Continuando il percorso, con Korven Kuningas c’e’ stato un passaggio importante a livello concettuale con l’uso massiccio del finalndese nei testi e un nuovo approccio ai temi e alle atmosfere. Sembrerebbe che abbiate voluto staccarvi dalle canzoni da locanda e cercare una dimensione piu’ poetica, guardando spesso al Kalevala come fonte di ispirazione principale. Come e’ successo?
 
C’e’ stata una svolta nel 2006 per quanto riguarda i testi quando abbiamo cominciato a collaborare Juha Jyrkäs, che da quel giorno ha scritto una moltitudine di testi per noi. Abbiamo ancora testi scritti da Juha nonostante al momento stiamo collaborandio anche con Tuomas Keskimäki, il quale svolge un ruolo principale nel nuovo album. Anche Jonne ha scritto diversi testi, anche se decisamente meno di quanto facesse fino a Voice of Wilderness. Jonne e’ molto critico dei suoi bran iin findlandese, ma ogni tanto riesce a creare capolavori come Metsämies. Il Kalevala e’ stato parte integrante dei nostri brani da diverso tempo e la sua importanza, che e’ stata nuovamente sottolineata in Manala.
 
 
È sempre interessante vedere come i musicisti valutano i loro lavori passati: quali reputi il migliore e il peggiore album dei Korpiklaani?
 
Spirit of the Forest e’ senza ombra di dubbio il peggior album di Korpiklaani. È frammentario e si salva solo grazie a due hit a prova di idiota che sono anche gli unici due brani che continuiamo a suonare dal vivo: Wooden Pints e Pellonpekko. Gli altri brani soffrono di idee lasciate a meta’, abbiamo provato a completarle suonando dal vivo You Looked Into My Eyes e durante un set acustico nel 2009 abbiamo incluso With Trees. Manala e’ il miglior disco dei Korpiklaani, seguito da Ukon Wacka.
 
La maggior parte dei vostri brani piu’ famosi, i vostri inni dal vivo, sono tutti in Voice Of Wilderness e Tales Along This Road. Brani come Journey Man, Cottages & Saunas, Beer Beer, Happy Little Boozer, Hunting Song, Midsummer Night e via dicendo. Ora che la vostra discografia si e’ allargata come affrontate la costruzione della setlist che suonerete dal vivo? Quale approccio utilizzate?
 
Di solito ci basiamo sulla reazione del pubblico anche se a volte vogliamo semplicemente provare qualcosa perche’ abbiamo voglia di farlo. Quando pubblichiamo un nuovo disco decidiamo cosa iniziare a provare con grande costanza e cosa si potrebbe adattare meglio alla dimensione live.
 
Ascolti i vecchi dischi molto spesso? Cosa ne pensi?
 
Non molto spesso, principalmente perche’ una volta che un disco e’ completo significa che hai gia’ ascoltato e lavorato su quei brani piu’ che abbastanza. A volte e’ comunque piacevole guardare ai vecchi album e ripensare ai vecchi brani e ai vecchi momenti.

I Korpiklaani sono famosi per essere una band energetica dal vivo, i vostri show diventano spesso delle vere e proprie feste. Il pubblico beve, canta, balla… nel corso degli anni sono state pubblicate qui e la’ alcune testimonianze dal vivo ma nessun album dal vivo. È qualcosa a cui state pensando?
 
Abbiamo pensato diverse volte di pubblicare un disco dal vivo, ma ogni volta si sono presentati ostacoli che ci hanno impedito di farlo. Per esempio tre anni fa avevamo deciso di registrare il nostro concerto al Wacken Open Air, ma a causa di problemi tecnici il piano e’ completamente fallito.
 
Folk metal, una volta una nicchia per social-drinkers e malinconici d’altri tempi, oggi un trend consolidato tra le nuove generazioni di ascoltatori e musicisti. Sei contento del modo in cui si e’ evoluta la scena?
 
Piu’ persone ascoltano folk metal e piu’ persone possiamo fare felici con la nostra musica quindi direi che sono assolutamente felice di come il genere si stia evolvendo
 
Folk e pagan metal sono esistiti dagli albori sia in Norvegia che Svezia fino a che una vera  e propria invasione finnica. Quale credi sia l’ingrediente vincente delle band finlandesi?. Melodie piu’ solari? Ritornelli piu’ orecchiabili? Maggior rilievo dato alle parti propriamente folk?
 
Per quanto mi riguarda le band folk piu’ famose sono tutte finlandesi, conosciute principalemnte per l’atmosfera che creano e i brani orecchiabili.
 
Stiamo parlando di musica che non avrebbe mai trovato nessun tipo di spazio in radio e tv sotto al Baltico; quanto importante e’ stato internet per far conoscere la vostra musica?
 
Internet ha senza ombra di dubbio contribuito al nostro successo ma allo stesso tempo ha ridotto il numero di persone che comprano i nostri dischi. A causa di Spotify, per esempio, il pubblico tende ad acquistare sempre meno album visto che possono sentire musica online per un prezzo irrisorio.
 

Recessione, potere d’acquisto che diminuisce, tocchiamo un punto molto caldo: quale pensi sia il giusto prezzo per un cd?

Direi che tra 15 e 20 euro sarebbe ottimale.

Fare musica costa soldi. Senza soldi la musica muore. Se qualcuno acquista un album, gran parte della cifra finisce all’etichetta e agli artisti in vetta alle classifiche di vendita. Se qualcuno scarica un album da internet, l’etichetta riduce il budget di band che fanno musica fuori dallo spettro commerciale. Quale credi sia la via d’uscita, ammesso che ne esista una?
 
Creare una propria etichetta sarebbe una soluzione al problema, ma poi ci sarebbero da affrontare una serie di ostacoli tra cui curare la promozione da soli.

Ora vorrei indagare un attimo i tuoi gusti musicali, qualcosa che i lettori apprezzano sempre. Quali sono le tue 5 band preferite e perche’?

C’e’ cosi’ tanta buona musica, e band che hanno fatto anche con solo una bella canzone, che fare una lista per me sarebbe impossibile. 
 
E per rimanere sulla stessa linea, cosa c’e’ al momento nel tuo lettore? Dammi 5 titoli di 5 album che hai ascoltato di recente.

Non ho ascoltato album per intero di recente, quindi non posso rispondere alla domanda.

Gli ultimi concerti a cui sei stato, senza considerare ovviamente quelli a cui hai partecipato coi Korpiklaani?

Non sono stato a nessun concerto di recente.
 
Cosa riservano i prossimi anni ai Korpiklaani?
 
La missione dei Korpiklaani e’ continuare a suonare, sia registrando nuovo materiale che continuando a suonare dal vivo il piu’ possibile. E questo sara’ il proseguo della storia.
 
Juho grazie per il tempo che ci hai concesso, ti lascio carta bianca per i commenti di chiusura.

Niente da aggiungere, grazie mille a te!

 
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini