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Armageddon In The Park (Michele Di Cecco)

Di Orso Comellini - 22 Luglio 2012 - 16:46
Armageddon In The Park (Michele Di Cecco)

Non sono tanti i coraggiosi che cercano di portare il metal dal vivo oltre alcune piazze ben affermate. Quella dell’Armageddon in the Park, festival estivo nel molisano, non rientra sicuramente tra le scommesse a botta sicura.

Abbiamo raccolto le opinioni del direttore artistico Michele ‘Iron Mike’ Di Cecco per capirne di piú, sia sul festival che sulle varie difficoltá che immancabilmente rischiano di compromettere eventi come questo.

Intervista a cura di Orso “Orso80” Comellini

 

. Benvenuto sulle pagine di TrueMetal. Direi che sono d’obbligo un minimo di presentazioni: chi sei, che ruolo ricopri e di cosa ci parlerai oggi.

Salve a tutti mi chiamo Michele “Iron Mike” Di Cecco, sono il direttore artistico da 9 anni di un sogno/avventura che ci vede impegnati nella realizzazione del metal fest Armageddon in the Park.

. Qual è il ruolo di un direttore artistico di un festival e nello specifico dell’AITP?

Il ruolo che si viene a ricoprire occupandosi della direzione artistica di un festival è principalmente quello di valutare, selezionare e successivamente contattare quelle band che rispondono a determinati requisiti innanzi tutto musicali e nel contempo sono funzionali al raggiungimento degli obbiettivi fissati in precedenza. Quindi tenere in considerazione ogni singolo e specifico aspetto della composizione del bill che diventa come un mosaico dove ogni pezzo va incastrato a dovere. Tutto questo presuppone una profonda conoscenza di quella che è nello specifico la scena Metal odierna e anche passata, sia nazionale che internazionale, senza tralasciare l’underground dove spesso si riescono a scovare gradite realtà. Per quanto riguarda l’ Armageddon in the Park esserne il direttore artistico vuol dire, oltre tutto quello detto in precedenza, anche occuparsi delle idee per la realizzazione grafica dell’evento che poi prende forma grazie al nostro grafico che da 6 anni ci accompagna nei meandri dei nostri deliri! Senza tralasciare campagne pubblicitarie e promozione nei suoi vari aspetti, contatti con management e addetti ai lavori, agenzie di booking, giornalisti e dulcis in fundo un mese prima della data dell’evento anche tanto stress, sudore e lavoro fisico per la realizzazione materiale del fest. Ci sono anche aspetti meno faticosi come quello di poter essere fieri che il nome della nostra creatura sia conosciuto in tutta Italia e non solo, grazie all’ottimo lavoro svolto negli anni addietro, ma anche a livello personale la soddisfazione di aver conosciuto tanti personaggi che facevano parte della mia “mitologia” metal di quand’ ero ragazzino, ritrovarmeli davanti e per giunta nel mio paese, ricevere i loro sinceri complimenti e apprezzamenti mi ha fatto ricordare delle nottate anche invernali passate in macchina ad ascoltarli a volumi inumani proprio dove adesso invece viene montato il palco del festival…vuol dire che abbiamo fatto grandi cose, spero ci possano essere ancora tante esperienze del genere nel corso degli anni!  

. Come è nato l’Armageddon In The Park e cosa vi ha permesso di continuare fino a oggi? Qual è la ricetta del vostro successo?

L’idea di realizzare un metal fest in molise nasce nella mia mente sul finire degli anni ’90, prendendo spunto dagli innumerevoli “pellegrinaggi” fatti per assistere a concerti in ogni parte del centro nord Italia (iniziai nel ’93 non ancora maggiorenne!), intuìi che si potevano sfruttare le potenzialità e peculiarità del parco comunale di un paese di 1400 abitanti (ancora meno all’epoca) avendo come ispirazione a livello filosofico e ideale il Wacken che si svolge appunto in un paese di 2000 abitanti vicino Amburgo. L’occasione pratica di dar vita a questa idea mi si presentò quasi per caso quando nel 2003 a Firenze dopo uno show dei Maiden al Palasport rimasi solo e appiedato, cercando di capire come tornare in stazione conobbi un ragazzo campano di nome Enzo con cui trascorsi tutta la notte fuori S. Maria Novella parlando delle nostre aspirazioni e passioni, lui gestiva le date di interessanti metal band della nostra scena alcune della quali già conoscevo, proponendomi di organizzare qualcosa. Nella primavera del 2004 ci ritrovammo a parlare nel nostro covo storico (Bobby’s Live Bar) insieme ai miei 2 cugini allevati a pane e metallo, si mostrarono subito entusiasti dell’idea di organizzare un concerto metal e proponendogli il contatto di Enzo per la scelta delle band iniziammo con l’organizzazione della prima edizione, reclutando altri due folli personaggi determinanti per completare al meglio la formazione. Quello che ci ha permesso di continuare fino ad oggi è in primis una immensa passione per l’ Heavy Metal, poi tanta dedizione alla causa, entusiasmo, pazienza, sopportazione e anche tanta incoscienza, siamo un’ associazione e reinvestiamo gli utili se ci sono nelle edizioni future, ma eventuali responsabilità contrattuali trovano garanzia anche nelle nostre tasche! La filosofia dell’ Armageddon è intrisa di riferimenti al Wacken (con le debite proporzioni ovviamente) per quel che riguarda soprattutto il rapporto con i metalheads e le band! I principali ingredienti di un festival sono fans e artisti e questi due imprescindibili elementi sono al centro delle nostre attenzioni, è nostra grande premura che il pubblico sia accolto cordialmente, si diverta e sia a proprio agio, come cerchiamo in tutti i modi di accogliere alla grande le band sia dal punto di vista tecnico per far si che offrano uno show di assoluta qualità, sia dal punto di vista umano per far si che il loro soggiorno da noi sia piacevole, è per noi quasi un dovere, la famosa ospitalità del Sud che ci portiamo dentro da quando eravamo bambini grazie agli insegnamenti dei nostri nonni e genitori! Anche i musicisti più schivi percepiscono quest’atmosfera contribuendo a creare un feeling unico con tutto il nostro staff, questa è sicuramente un’ottima ricetta che ci ha permesso di avere successo in questi anni!


. Quali sono le band confermate per quest’anno? Vuoi spendere qualche parole per introdurcele?

Le band confermate sono: Onslaught (UK), Master (USA), Extrema, Sabotage, Antropofagus, Endovein, Sakahiter, come puoi vedere un bill di altissimo livello ricco e variegato! C è nè per tutti i gusti come nella tradizione dei migliori metal fest open air! Si va dagli storici ONSLAUGHT che sul finire degli anni ’80 erano tra i massimi esponenti del thrash europeo che rispondeva al movimento bay area americano, tornati sulla scena nei primi anni 2000 hanno pubblicato nuovo materiale in your face confermando a pieno il loro status di thrashers di razza, una macchina d’assalto sul palco! Con i MASTER di Paul Speckman atterriamo su lidi death metal made in florida, protagonisti di un movimento e coinventori di un sound che rimarrà immortale grazie all’influenza che ha avuto nella crescita di band estreme nate negli ultimi 15 anni, sarà come assistere ad un show dei Motorhead che per una sera suonano metal estremo. Gli EXTREMA sono i maestri del groove metal nazionale e non solo, hanno una carriera ventennale alle spalle ed esperienza live da vendere in poche parole un fottuto massacro collettivo! I SABOTAGE appartengono alla leggenda del metal tricolore, pionieri sin dagli anni d’oro del metallo pesante e con uno dei migliori cantanti metal in circolazione che risponde al nome di Morby…l’ Heavy Metal nel senso più classico del termine non morirà mai! Gli ANTROPOFAGUS metteranno a dura prova la resistenza fisica del pubblico con il loro brutal/death tecnico e d’impatto, una battaglia sulle transenne. ENDOVEIN e SAKAHITER fomenteranno da subito gli animi gli uni con un thrash di scuola Anthrax/Megadeth che farà non poche vittime, gli altri con un originale e ferale black/death intriso di riferimenti epici e storici, una gran botta dall’inizio. Tanta roba insomma bisogna solo muovere il culo!

. Siete giunti ormai alla nona edizione, come si è evoluto negli anni il festival?

Siamo partiti nella prima edizione costruendoci letteralmente il palco da soli! Inchiodammo diverse fila di bancali ricoprendoli con la moquette nessuno credeva in noi, ricevemmo critiche e prese in giro, siamo arrivati negli ultimi anni ad avere sul nostro palco band di fama e prestigio internazionale. Pensa a tutto ciò che può passare tra questi due estremi a livello di qualità, visibilità, presenze, conoscenze, i consensi ricevuti sia da parte di band che hanno lunghi e grandi tour alle spalle, sia dagli addetti ai lavori circa la professionalità dell’organizzazione sono un segno tangibile della nostra evoluzione e anche la nostra più grande vittoria.

. C’è ancora una nona edizione alle porte ma avete già cominciato a pensare di organizzare qualcosa di speciale per la decima edizione?

Ecco appunto c’è una nona edizione alle porte che non ci permette distrazioni. Certo è da un po’ che ci balenano idee circa l’importante traguardo della decima edizione e a dirla tutta ci sono stati contatti con un riscontro più che positivo dei diretti interessati circa la realizzazione di uno storico evento per celebrare degnamente le dieci candeline. Questo però e direttamente proporzionale all’esito dell’altrettanto importante IX edizione, un altro esame di maturità per noi che abbisogna di essere supportato presenziando al fest soprattutto in momenti storici come questo.

. Parlaci un po’ dell’edizione che ha registrato la maggiore presenza di pubblico e quale invece quella che ti ha dato maggiore soddisfazione personale?

L’edizione 2009 con i Necrodeath registrò un ottima affluenza, così come il record di ingressi nel 2010 che vide protagonista i Bulldozer con la loro prima storica data della carriera in tutto il centro sud! A livello personale invece l’edizione che mi ha dato più soddisfazione è stata quella dello scorso anno con i grandi Vader, dove tutta l’organizzazione si comportò in modo egregio grazie all’affiatamento dello staff  (45  persone) acquisito in anni di esperienza e lavoro.


. C’è mai stato, invece, un momento in cui avresti voluto mandare tutti a quel paese e dedicarti ad altro?

Ah Ah…ce ne sono stati e ce ne sono soprattutto in queste ultime 2 settimane di febbrile lavoro, attesa e stress che solo chi organizza questo tipo di eventi può capire, ci sono talmente tante cose a cui pensare e da valutare sommate a imprevisti di ogni genere che ti assorbono totalmente, con ripercussioni e condizionamenti anche sulle nostre vite familiari e personali, fortunatamente la mia ragazza è parte importante dell’organizzazione ed è sempre al mio fianco sopportando sproloqui di ogni genere…ah ah! Anche avere a che fare con vari tipi di ignoranza e ignoranti ti fa venir voglia di mandare tutti a quel paese, con cui abbiamo avuto a che fare in tutti i campi durante questi anni. Ma siamo un associazione culturale e la cultura combatte l’ignoranza.

. TrueMetal è felice di essere partner ufficiale del vostro festival, quanto importante é il web per un settore e una musica che non trova spazio nei media più tradizionali?

La promozione via Web assume un ruolo molto importante perché ti permette di raggiungere una moltitudine di persone quasi in tempo reale, news, comunicati, trailer promozionali sono fruibili con una frequenza e una potenziale esposizione notevoli, qualche tempo fa questo non era possibile e aveva una cadenza mensile legata alla pubblicazione sulle riviste di settore, pensa anche ai video, prima di internet si festeggiava quando venivano mandati in onda da trasmissioni dedicate al metal, era quasi un evento da raccontare vista appunto la scarsa esposizione del metal da parte dei media più tradizionali almeno da noi. Ora qualsiasi video è disponibile e dei periodi più disparati per non parlare dei live. Le opportunità di pubblicità per un festival sono notevolmente aumentate e di pari passo anche la concorrenza si fa più agguerrita, ma il lavoro e la qualità fanno spesso la differenza. Siamo altrettanto felici di avere tra i partner ufficiali importanti webzine come TrueMetal, che danno visibilità a tutto un movimento e senza le quali tante realtà non sarebbero quello che sono attualmente.

. Sarebbe possibile avere eventi come l’AITP senza l’ausilio di internet e vari social network per la diffusione e promozione?

Se calcoli il dispendio economico per portare a conoscenza della tua proposta persone sparse in ogni dove e lontane geograficamente con i mezzi di diffusione a disposizione fino a qualche anno fa, ti rispondo che molto probabilmente non potremmo esistere nella dimensione attuale. I costi pubblicitari e di affissione sono aumentati considerevolmente negli ultimi tempi per noti motivi, così come gli oboli che variano in base al comune confermando se ce ne fosse bisogno la presenza in Italia di uno stato sempre più soffocante e ingombrante nei confronti di qualsiasi iniziativa! Puoi evitare molti di questi costi con un click, ma come è più facile arrivare alla gente e paradossalmente più semplice confermare di partecipare ad un evento anche se non si ha la reale possibilità di farlo. Bisogna tradurre la conoscenza avvenuta tramite internet e social network in supporto attivo! Esiste un solo modo, mettersi lo zaino in spalla e andare ai concerti anche facendosi centinai di km, solo così si da il proprio importante contributo a tutto il movimento metal nazionale, non si è metallari a casa davanti uno schermo.

. Quali sono le maggiori difficoltà nella scelta di location e strutture? Per esempio rendere accessibile il festival anche ai portatori di handicap, rendere il tutto sicuro e a norma fino a dover considerare la rete dei trasporti pubblici.

Le maggiori difficoltà riguardano tanto l’individuazione delle location e delle strutture in quanto in Italia quasi niente è concepito esclusivamente per la musica figurati da queste latitudini, sia per quanto riguarda la constatazione che anche quando sono presenti località e locali più o meno idonei la manutenzione di questi e pressoché nulla, il degrado aumenta di anno in anno. Noi da tempo per poter realizzare l’Armageddon con il nostro staff comprensivo di intrepide ragazze puliamo, recintiamo e allestiamo il parco comunale, ripuliamo, scrostiamo e disinfestiamo i locali destinati ai servizi igienici per il pubblico, organizziamo e arrediamo letteralmente gli spogliatoi sotto le tribune dello stadio da adibire a backstage per le band, ricevendo i complimenti per il modo di accogliere gli artisti da parte di professionisti che hanno esperienze di live  in tutta Europa e non solo. Le numerose difficoltà insomma cerchiamo di superarle lavorando duramente…penso ci siano non molti esempi del genere in Italia. Per quanto riguarda l’accessibilità delle persone diversamente abili il tutto è a carico dell’organizzazione con l’eventuale allestimento di passerelle e di uno spazio sicuro riservato, anche la messa in sicurezza dell’area e totalmente a carico nostro in quanto siamo noi a pagare protezione civile, mezzi di soccorso, antincendio e security! Sempre noi sollecitiamo l’intervento dei tecnici comunali per la messa a norma della location, andando quasi a prenderli fisicamente. Sul versante dei trasporti pubblici se da un lato fortunatamente siamo ben collegati e raggiungibili essendo sulla costa adriatica, sia per chi arriva in macchina tramite la A14, sia per chi viaggia in treno o aereo (l’aereoporto di Pescara dista un ora di macchina), dall’altro la rete di trasporti pubblici regionali è carente in quanto sono state soppresse numerose corse che collegavano il basso Molise, persino quella domenicale, per questo motivo ci è capitato di accompagnare con le nostre macchine persone che dovevano recarsi nella vicina città di Termoli che dista solo 5 km per poter ripartire.


. Passando invece ad un livello più geografico, quali sono le difficoltà che si devono affrontare per organizzare un festival in Italia e più precisamente al sud?

Oltre tutte le difficoltà logistiche già elencate bisogna ricordare la marea di problemi burocratici e amministrativi di cui è intrisa la nostra nazione non solo al sud, con vincoli e costrizioni che limitano di molto le iniziative culturali in genere, per non parlare della difficoltà di richiedere finanziamenti alle istituzioni preposte e a sponsor privati; registrando nel contempo sperpero di denaro pubblico con somme ingenti destinate alla cultura e poi utilizzate per altre attività. Eravamo la culla della civiltà, della musica, dell’arte e del turismo abbiamo perso queste prerogative con il passare del tempo!

. Credi ci sia ancora una mentalitá piú ostile verso esibizioni rock e metal di quanto possa esserci magari in cittá del Nord come Milano, Bologna e Firenze? Come reagiscono le comunità locali?

Bella domanda…indubbiamente le grandi realtà sono più abituate a questo tipo di eventi data anche la loro maggiore frequenza. Nelle piccole realtà come la nostra siamo stati autentici pionieri nel cercare di far acquisire una mentalità aperta alla popolazione, capita solo all’Armageddon di poter vedere capelloni vestiti di pelle che si aggirano per locali e attività commerciali incrementando gli incassi di un piccolo paese della collina molisana, ma anche della vicina città turistica di Termoli. La reazione della comunità locale si può inquadrare in due tipologie: c’è chi è incuriosito da questo movimento e via vai di gente lontano dagli standard comuni e cerca di interagire immergendosi totalmente nel clima di festa collettivo, anche e soprattutto formando drinking team che vedono nelle proprie fila gente di varia provenienza dando vita a siparietti a dir poco esilaranti!; c’è chi invece reagisce con ostilità tramite critiche gratuite, eventuali denunce per disturbo alla quiete pubblica, richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine sin dai soundcheck, chi si diverte a raccogliere firme per far cessare l’AITP per fortuna con pochi consensi.

. Quali sono le reazioni di organizzatori e pubblico alla non felice situazione economica del Paese? Vedi un calo di interesse e numeri tra gli addetti ai lavori e non?

La nostra prima reazione a questa situazione è stata da un lato quella di ottimizzare e utilizzare al meglio le non molte risorse economiche disponibili, dall’altro quella di mantenere immutati  costo del biglietto e prezzi all’interno dell’area concerto proprio per invogliare maggiormente il pubblico ad essere presente, senza dimenticarsi dei ricavi degli stand gastronomici e della birra che gestiamo direttamente e senza i quali non potremmo sopravvivere. Nonostante questo l’anno scorso abbiamo ricevuto critiche esclusivamente nella nostra zona per aver fissato il prezzo d’ingresso a 15€ (lo stesso di questa edizione) da parte di persone che probabilmente non sanno quali spese bisogna sostenere per assistere ad un evento simile in altre parti d’Italia, ne tanto meno si immaginano i costi di gestione. Anche il pubblico è costretto a fare una scelta degli eventi a cui presenziare e considerando l’abitudine del metallaro italiano a muoversi e far grandi numeri solo in presenza di grandissimi nomi, sommata al fatto che l’audience delle grandi città  è poco propenso a spostarsi, si ha un quadro per gli organizzatori di manifestazioni simili alla nostra difficile da sostenere. Per quanto riguarda gli addetti ai lavori è indubbiamente più difficile lavorare e mantenere la stessa professionalità in un contesto simile anche perché spesso può venir meno sia la pazienza che l’entusiasmo. Speriamo di mantenere la media del nostro pubblico e magari anche migliorarla, condizione essenziale per la nostra sopravvivenza.

. Cosa ne pensi della scena locale? Da parte vostra mi sembra che abbiate sempre lasciato uno spazio a band del posto, segno che credete nel loro lavoro. Come é la risposta di pubblico e locali?

Indubbiamente l’AITP è nato anche con l’intenzione di offrire una prestigiosa vetrina alle band locali con l’intento di contribuire a creare una vera e propria scena metal molisana e delle regioni limitrofe; ovviamente ci sono dei criteri oggettivo/soggettivi per la scelta di queste band e chi ne resta fuori invece di creare inutili polemiche dovrebbe trarne spunto per migliorarsi ulteriormente. Ci sono ottime realtà che vanno seguite tutto l’anno anche al di fuori dell’Armageddon, penso ai giovani emergenti Trodden Shame, ai veterani Planar Evil e ai di nuovo on the road Sakahiter. Ci sono locali che chiudono per far posto a sale da gioco e night, mentre altri che ultimamente stanno investendo sulla musica dal vivo anche durante la stagione autunno/invernale con una regolare programmazione scontrandosi con cavilli legali, delibere e autorizzazioni legate agli orari. Come se i week end invernali siano destinati solo al letargo! Di risposta il pubblico sta pian piano abituandosi a sostenere musica dal vivo con frequenza regolare sperando possa aumentare di numero nel prossimo futuro.

. È acceso argomento d’attualità, la discussione sul fatto che alcune band emergenti/underground sarebbero costrette a pagare per poter partecipare a festival con grossi nomi di richiamo. Qual è la tua opinione o esperienza personale?

Mi aspettavo questa domanda visto il vespaio di polemiche degli ultimi tempi! Secondo la mia personale opinione ed esperienza, essendo oltre che organizzatore di un festival anche chitarrista di band underground, non accetterei di pagare per suonare su piccoli o grossi palchi che siano, preferirei che il criterio di scelta sia dettato da meriti artistici e non in base alla disponibilità economica della band. La filosofia dell’Armageddon è sempre stata quella di cercare di fornire nei limiti del possibile un rimborso spese anche per quei gruppi minori o emergenti che si trovano ad affrontare elevati costi di viaggio per poter proporre la propria musica.

. Da direttore artistico, quali sono le tre band che ti piacerebbe avere nel tuo festival? Senza limitazione di budget o frontiere musicali…

Finalmente posso sbizzarrirmi senza limiti!!! ma è veramente dura dare una risposta essendo un amante di ogni sfaccettatura del metal e senza limitazioni di frontiere musicali e magari temporali, mi vengono in mente subito mostri sacri che non suonano più per la perdita di storici membri come Pink Floyd, Led Zeppelin e Black Sabbath con Dio, ma anche i Death del mai troppo compianto Chuck Schuldiner. Ma dovendo scegliere definitivamente tre nomi direi: Iron Maiden, Black Sabbath (con Iommi e Ozzy) e Slayer, perché rappresentano rispettivamente la leggenda, l’origine di tutto e l’intransigenza dell’heavy metal.

. Dopo averti ringraziato per la disponibilità, ti lascio lo spazio per esprimere ulteriori considerazioni di qualsiasi natura e salutare i lettori di TrueMetal.it

Innanzitutto grazie a voi per lo spazio che ci avete concesso e per la piacevole ed interessante chiacchierata che ci ha permesso di affrontare vari, attuali ed importanti argomenti. Colgo l’occasione per ringraziare a nome dell’organizzazione i lettori di True Metal ed in particolar modo i metalheads che hanno creato il topic dedicato all’AITP sul forum del vostro sito, rinnovando l’invito ad essere presenti sabato 28 luglio all’Armageddon in the Park per far si che tutti insieme si possa continuare ad alimentare la nostra passione libera da logiche di mero business.

Armageddon wants your fuckin’ blood!!!