Vario

Gotthard (Freddy Scherer)

Di Angelo D'Acunto - 22 Dicembre 2009 - 0:05
Gotthard (Freddy Scherer)

Dopo tanti km sul groppone arrivo di buon’ora a Trezzo D’Adda per
l’intervista concordata con la band nel pomeriggio. Il manager molto “tedesco” (
in tutti i sensi) mi comunica che l’intervista si farà con Freddy Scherer,
simpatico e disponibile chitarrista in forza al gruppo dal tour di “Human Zoo” (
quando sostituì il defezionario Mandy Meyer ) che ha accettato di buon grado di
sottoporsi alle nostre domande.

Intervista a cura di Andrea Loi

Ciao Freddy e benvenuto sulle pagine di Truemetal.it, come stai?

Tutto bene, e grazie a voi per la disponibilità.

Non ti ricorderai di sicuro, ma ci siamo visti all’aeroporto di
Dusseldorf il giorno dopo il vostro concerto all’Arrow in Olanda nel 2008,
facemmo anche una bella foto col resto del gruppo…

Uhm, fammi pensare… forse mi ricordo. Si si ora
che mi hai fatto pensare ricordo il momento della foto… e il casino che avete
fatto ( Eheheheheh Vogliamo crederti, Freddy, ndr)

Gli show di Roma e Cesena come sono andati? In Italia state
acquisendo popolarità alla grande dopo l’ultimo disco e una distribuzione
decisamente migliore a livello europeo.

La gente nei concerti di Roma e Cesena è stata veramente calorosa e
partecipe. Gran bell’ambiente e affluenza superiore alle attese. Abbiamo visto
un discreto cambiamento rispetto all’ultima volta che abbiamo suonato qui. Credo
un 30% in più… Stasera a Milano credo e spero ci sia un bel pubblico.

La Nuclear Blast mi pare stia facendo un gran bel lavoro in linea con
le vostre aspettative…

L’effetto “Need to believe” si è sentito senza dubbio e rispetto al tour di “Lipservice”
le cose sono notevolmente migliorate. Certo potrebbe andare molto meglio;
sappiamo dove possiamo arrivare e penso che il tempo potrà darci solo ragione…E’
indubbio che la casa discografica stia facendo un lavoro egregio e assolutamente
in linea con le nostre aspettative, come dicevi tu.

Non perdo tempo e vi faccio i complimenti per la Vostra ultima fatica.
Avevo detto che “Domino Effect” è stato un gran bel disco ma un pelino sotto un
masterpiece come “Lipservice”. Ritengo “Need to believe” complessivamente il
vostro miglior lavoro.
Maturo, potente nelle ritmiche e come sempre generoso nella track-list.

Grazie. A metà del tour di “Domino Effect” abbiamo iniziato a pensare al nuovo
album. Abbiamo parlato tra noi e la prima cosa sui ci siamo trovati d’accordo
era quella di non ripeterci di cercare di guardare oltre. Di provare a fare un
passo avanti senza fossilizzarci su quanto di buono avevamo fatto con i due
precedenti album.
Abbiamo avuto subito le idee chiare. E questo non è poco visto che la band è in
giro da quasi vent’anni con il rischio di ripetersi e fare un passo falso.

Dal mio punto di vista un ritorno alle sonorità più “heavy” del primi
album con un groove potente e martellante ma la maturità e la consapevolezza del
2009… Dove trovate, dopo tutti questi anni, l’ispirazione per comporre a così
alti livelli? Molte big-band finiscono la benzina dopo due-tre dischi e spesso
vivono di rendita…

Abbiamo scritto inizialmente trenta canzoni che successivamente sono state
sottoposte a una dura selezione. Il trade-mark Gotthard è stato sicuramente
rispettato, ma con qualche novità . Le canzoni sono state prodotte in maniera
differente rispetto all’ultima volta. Questo è dovuto anche all’ottimo lavoro
del nuovo produttore Richard Chycki. L’ultimo album come saprai è stato prodotto
da Leo e Ronald Prent.

Il suono mi è parso molto potente. “Moderno” se mi passi il termine,
e con un groove molto Heavy .

Senz’altro. E’ un disco che rende il massimo molto “Hi-Fi”. Se sei a casa e
hai un buon stereo potrai renderti conto di quello che voglio dire….

Ho colto un messaggio positivo in tutto il disco, a partire dall’artwork.
Di questi tempi poi non è poco ….
La metafora della “mano che spreme il sasso” è un grido alla positività a
“crederci sempre” a provare ad andare oltre i nostri limiti…
La stessa title-track è un “grido” per quelle persone che smettono di crederci e
si rassegnano alle negatività e ai problemi quotidiani della vita ?

Questa è la base di partenza del “concept”. Abbiamo scritto la title-track
molto prima che questa coincidesse col titolo dell’album.
Ovviamente quando la gente è afflitta dai problemi è più facile parlare che
prendere la situazione di petto. Abbiamo sentito parlare di crisi a destra e
sinistra, delle difficoltà che la gente affronta quotidianamente i propri
problemi.
Era senza dubbio il tema ricorrente del momento.
Probabilmente se il disco fosse uscito l’anno prossimo avrebbe avuto un altro
titolo. Un nuovo disco è una fotografia di un momento che vivi e di un modo di
comporre e come ti ho detto il titolo mi è sembrato perfetto per questo
particolare momento che viviamo

Puoi parlarmi di “Unconditional faith” il nuovo singolo che tra
l’altro rappresenterà la colonna sonora di un film tedesco incentrato sulla boxe
in un periodo molto particolare della Germania?

Il film arriva il prossimo anno intorno a marzo-aprile. E’ quasi un
documentario sul boxeur più grande della Germania che ha combattuto durante il
periodo del fascismo. Ebbe il coraggio di andare contro Hitler e il Nazismo.
Abbiamo conosciuto il produttore del film e lui sentendo il nostro disco ha
“opzionato” cinque canzoni di “Nedd to believe”scegliendo appunto “Unconditional
faith” che ha apprezzato molto. Il testo e il titolo si integrano molto bene con
la storia del film. Non abbiamo visto ancora il film, ma spero sia un buon
prodotto…

Senz’altro è una buona occasione da sfruttare…

E’ possibile che si concretizzi qualche buona opportunità in più ma non
voglio sbilanciarmi. Il mercato tedesco è molto ricettivo nei nostri confronti e
tutto quello che di positivo verrà per il gruppo, sarà ben accetto; sapremo
cogliere le occasioni che si presenteranno davanti.

Torniamo un attimo indietro: quando uscì “Lipservice” rimasi
sbalordito dalla freschezza compositiva di quel disco.
Dissi che avevate battuto gli americani sul loro “terreno” con 14 pezzi di sano
e scoppiettante hard rock come non si sentiva da tempo.

Prima di “Lipservice” arrivammo a un bivio. Quel periodo inoltre fu di grandi
cambiamenti per il gruppo. La casa discografica, il management e tutte le
persone che ci stavano attorno;
Sono entrato nella band nella seconda parte del tour di “Human Zoo” e per me è
stato un nuovo punto di partenza, una nuova primavera. Sull’album penso si
senta che eravamo in ottima forma con una band rinfrancata e con tanta voglia di
suonare e proporsi al pubblico e dimostrare il proprio valore.

A partite da quel disco anche in Italia hanno iniziato timidamente ad
accorgersi dei Gotthard…

In Italia è molto difficile… perché dopo la ripartenza di “lipservice” è
stata dura… In Spagna sono stati molto più ricettivi… anche in Francia e in
Svezia abbiamo avuto dei buoni segnali.
Credo che produrre buoni dischi e fare buoni concerti sia il modo migliore
perché il pubblico si ricordi di te. Non trovi?

Come darti torto… Ho pensato spesso che con una buona promozione
negli Stati Uniti la vostra popolarità avrebbero potuto assumere

dimensioni notevolmente più ampie…

Se ascolti un disco dei Gotthard potrai sentire sicuramente le influenze anni
’70, non c’è dubbio, ma penso che possiamo dire, allo stesso tempo, il nostro
trade-mark è senz’altro “attuale” grazie a un sound moderno e potente.

Ti racconto un esperimento fatto tempo fa: misi stabilmente il cd di
“Lipservice” ( ma ho fatto lo stesso con “Need to Believe” ) in macchina e dopo
i primi ascolti tutti gli amici che normalmente non ascoltavano hard rock,
volevano assolutamente una copia del disco, chiedendo cose del tipo:
“Chi sono questi” , “Quanto sono bravi” “Prestami subito il cd”.
Non ritieni che il problema con una promozione mirata facendo sapere alla gente
che ” ci sei” , potreste raggiungere un pubblico più vasto?
Purtroppo oggi sembra che se non vai in Tv non esisti…

Molto curioso e interessante questo tuo aneddoto (Sorride, ndr). In effetti la
melodia è un asse portante della nostra musica e ascoltando determinate canzoni
è facile che il pubblico ci identifichi e apprezzi nel modo dovuto. Questa e’ la
dimostrazione che si può fare molto di più… ma tutto non si può realizzare
nell’immediato. Ci vuole tempo e pazienza. Le radio in Italia sono, come dire,
molto “difficili”. Devi entrare in certi schemi ed essere inquadrato ( lui dice
” in un quadro”, ndr) in determinati cliché. Determinate “regole”. Mi fa piacere
che i tuoi amici abbiano apprezzato. Considero il passaparola molto importante e
una delle migliori pubblicità possibili.

Ritornando al tema dominante della title-track, pensi quindi che la
musica, al di là del puro intrattenimento, possa avere un ruolo “terapeutico”
lanciando ( e lasciando) un messaggio che miri a scuotere le persone forse
troppo spesso improntate alla negatività in questo periodo?

Il rock non è una medicina e qualcosa di religioso. Se ritieni che ascoltare la
musica ti aiuta e ti fa stare bene. Ci sono persone che si sentono bene a fare
un week-end rilassante, ci sono persone che traggono positività dal mangiare
bene o facendo sport. Però è vero che ascoltando una bella canzone dal ritmo
accattivante quale “Need to believe”, è indubbio che chi l’ascolta apprezzandola
nei contenuti, possa trarne un giovamento psicologico e un messaggio positivo.
Assolutamente, la musica ha senz’altro un ruolo importante in molti momenti
della quotidianità delle persone.

Ho trovato il nuovo disco molto “omogeneo” nel sound; oltre al title
track mi hanno colpito “Shangri la”, “Break Away” col suo potente refrain e “Unspoken
Words” vuoi parlarmi di come avete raccolto le idee per il nuovo album e come è
maturato il processo compositivo?

Le nostre canzoni sono un mix di melodia e potenza. Il nostro produttore è stato
molto attento a questo aspetto, curando molto i dettagli e il “taglio” delle
chitarre con un effetto “stereo”. Puoi prendere una canzone da “Lipservice” o
“Domino Effect”, ad esempio. Siamo sempre i Gotthard non c’è dubbio ma nell’ultimo
disco il modo di produrre è stato fondamentale che ci ha influenzato il modo di
“presentare” le song in un certo modo. Una canzone
“Shangri La”
credo possa rendere bene l’idea del momento attuale della band.

Ma dove trovate tutta questa ispirazione dopo 17 anni e 10 dischi in
studio con un ritmo impressionante di un album ogni due anni? Faccio fatica a
trovare un riempitivo prendendo un qualsiasi vostro disco a caso. Se andiamo a
guardare molti grossi nomi tanto decantati dopo 3-4 album finiscono la
benzina…

Questo è la dimostrazione che il gruppo ha sempre lavorato duro e nella giusta
direzione con la giusta umiltà senza mai dare nulla per scontato…

Freddy, dimmi tre aggettivi per definirvi negli ultimi tre dischi….
per presentare la vostra musica a chi non vi conosce.

Emozionale, Energica, Melodica. penso che questi tre aggettivi identifichino
in maniera perfetta la nostra direzione musicale e il nostro modo di essere.

Ti confesso che nel 1992 quando iniziò a circolare il vostro nome vi
snobbai. Hard Rock dalla Svizzera mi dissi? Eheheehe
Ovviamente mi ricredetti subito dopo vista la bontà della vostra proposta… e
penso di poter dire che ora siete il miglior gruppo hard rock in circolazione.

In quegli anni poteva succedere. Oggi con Internet questa barriera è stata
abbattuta e la gente ha la possibilità di andare oltre la rivista cartacea. Oggi
il web offre tante possibilità a una band. Puoi avere i tuoi sample , i tuoi
video e questo ha aiutato molto a superare il preconcetto ed evitare che i fan
comprino un disco a “scatola chiusa”. Non importa da dove vieni… se vali
qualcosa e sei bravo hai le tue possibilità, le tue chance.

Tu non facevi parte della band, ma cosa ricordi di quel primo tour
importante in Inghilterra con i Magnum? Due mesi in bus e un tour de force
massacrante. Lì avete capito come la musica richieda grossi sacrifici e
dedizione?

Già, non facevo parte della band ma ricordo quel tour in Inghilterra;
la band era molto giovane allora… e l’esperienza ha solo migliorato le cose.
Ovviamente dietro un tour ci sono molti sacrifici… e devi pensare a ogni
minimo dettaglio. Dal soundcheck al momento del concerto. La vita in tour è a
volte sistematica e fatta di sacrifici. Ti capitano posti dove non c’è nulla da
fare e devi riempire il tempo esercitandoti allo strumento. Ma non nego comunque
che la vita “on the road” possa essere anche divertente.

L’impressione che abbiamo nel vedervi sul palco è quella di essere
sopratutto prima degli amici. E credimi questo si percepisce anche nelle vostra
musica. Sincera, schietta e che colpisce dritta al cuore.

Sì, questo senz’altro. E’ così. Divertirsi credo sia fondamentale e alla
base di una buona intesa. La band ha praticamente da sempre la stessa formazione
e questo contribuisce a creare un certo feeling…

I vostri dischi hanno sempre una opener molto potente e diretta:
penso a “Standing In The Light”, “Sister moon” , ” All We Are”, “Master Of
Illusion” e la stessa “Shangri-la . E’ un modo per ribadire la vostra natura
improntata su un hard rock molto di’impatto senza fronzoli e decisamente “heavy”
se mi passi il termine.

E’ indubbio che le canzoni che aprono il nostro disco hanno un certo impatto
e possono essere considerate appena più “heavy” rispetto alla media del disco.
Ovviamente cerchiamo di non snaturarci

Quale sono state le tue influenze musicali?

Sicuramente Malcom Young degli Ac/Dc; lo considero un maestro. Poi Eddie Van
Halen. Io non sono un virtuoso e non cerco di copiarlo lui è senz’altro un
chitarrista a cui guardo con molto rispetto. Anche Jimmy Page sinceramente! Grande
chitarrista e songwriter

Programmi per il 2010?

Stiamo pensando alla possibilità di essere presenti nei festival estivi ma
ancora nulla è stato deciso. Siamo molto concetrati per il tour appena inziato e
iniziato molto bene. In Giappone abbiano suonato in un importante festival
davanti a tanta gente. Lì amano il rock in ogni su forma e la gente è veramente
entusiasta. Prova è che la vendite di “Need to Believe” stanno
andando particolarmente bene, molto meglio di “Domino Effect”.

Chissà che un giorno non si possa vedervi in vetta anche in Italia…
Abbiamo finito Freddy. Ti lascio salutare i tanti utenti di Truemetal.it che vi
seguono con attenzione e che hanno dimostrato di apprezzare alla grande ogni
vostra uscita discografica.

Vi saluto calorosamente e spero che stasera sarete in tanti e che piano piano
il passaparola funzioni. Ritorneremo presto in Italia.