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Disaffected (António Gião)

Di Nicola Furlan - 28 Giugno 2012 - 12:10
Disaffected (António Gião)

‘A inizio anni novanta c’erano molte meno band che oggigiorno, ma la qualità era elevatissima. Devo dire che la maggior parte delle mie idee ha iniziato a prendere forma ascoltando gruppi come Dream Theater e Watchtower’
(Sérgio Paulo)

Passati oltre quindici anni dall’esoridio discografico del 1995, “Vast”, i technical death metaller portoghesi Disaffected tornano sul mercato con il nuovo “Rebirth”. Per chi ama il death metal tecnico, quello super ispirato dai grandi maestri del passato e dai pochi in grado, oggigiorno, di renderne omaggio alla memoria, la band di Oeiras è un vero e proprio toccasana. Sono tante le idee che hanno dato vita a questo nuovo capitolo che riporta un po’ la memoria alle grandi produzioni di metà anni novanta. Dati gli anni di inattività, abbiamo preferito per curiosare fin dalle origini e, fortunatamente, abbiamo dato il via alla chiaccherata proprio con uno dei fondatori della band, António Gião

Ciao a tutti. Abbiamo iniziato la nostra storia di band a Lisbona sebbene avessino vari posti dove provare, tutti comunque nella nostra città. Abbiamo iniziato a comporre nel 1991, in un garage del quartiere di Trajouce. Successivamente ci siamo spostati a Sabuto. Era il 1996 e proprio in quel periodo, abbiamo praticamente concluso la nostra esperienza. Ma nel 2006 ci siamo rimessi in pista fissando la nostra sede operativa a Oeiras.

Sono passati oltre quindici anni dal vostr esordio discografico, “Vast”. Come mai è passato tutto questo tempo prima di dar vita a questo nuovo album, “Rebirth”?

Questa scelta obbligata è stata dettata da un tragico evento. Appena due settimane dopo la release di “Vast” il nostro chitarrista Sergio è rimasto coinvolto in un terribile incidente stradale con la sua moto. Fortunatamente, sebbene i medici dicevano che non sarebbe mai uscito dal coma, Sergio si riprese, sebbene non sia stato più in grado né di camminare, né di parlare per un lunghissimo periodo. Ovviamente, non fu nemmeno più in grado di suonare la chitarra. Per questo motivo sono passati molti anni prima che uscisse un secondo disco dei Disaffected. Non potevamo non aspettare la sua guarigione…

E allora veniamo a questo “Rebirth”. È stato emozionante come un tempo rimettersi in studio e iniziare nuovamente a lavorarci sopra?

Certamente! In verità abbiamo già iniziato a lavorarci ‘di testa’ ben prima di entrare in studio. Tutti noi, ancora prima di varcare la soglia della sala prove, avevamo già i nostri progetti in testa. Per questo motivo il tutto ha preso forma coerente fi da subito e tutto si è incastrato alla perfezione. Ovviamente ci sono voluti dei mesi per ‘assembrale’ il tutto ed è per questo che il disco è complesso. La cosa importante è comunque che il risultato funziona! Abbiamo analizzato tutto, rispettando i desideri di ognuno di noi. Ogni idea è stata vagliata, analizzata in ogni suo angolo, e fatta funzionare all’interno del sistema compositivo dei brani. Abbiamo portato all’estremo la nostra pazienza… eheh

Capisco molte cose del disco ora… Trovo infatti “Rebirth” molto complesso, ma perfettamente strutturato. Si percepisce che c’è un grande lavoro dietro. Posso pure permettermi di dirti che a mio parere il disco è quanto di meglio si possa ascoltare al momento in ambito technical death metal. Ovviamente, non ho sotto controllo l’intero movimento del genere, ma per quello che posso aver ascoltato, “Rebirth” è di certo una punta di diamante del panorama contemporaneo. Che ne pensi del movimento moderno della musica metal estrema? Hai qualche nome di band, anche non metal, che ti sta ispirando particolamente?

Grazie mille per i complimenti! Significa moltissimo per noi! Credo che ci siano delle band straordinarie là fuori. Oggi la musica metal ha tante di quelle sfumature che risulta davvero complicato focalizzarsi sull’evoluzione. Certo, probabilmente rientriamo nell’ambito del death metal tecnico, ma è difficile potermi inquadrare in un movimento in particolare. Le band che maggiormente preferisco? Obscura, Faceless, Gorod e Spawn of Possession sono quelle che mi balzano in mente in prima battuta.

Restando sempre in tema di band. Quali sono quelle che più ti hanno ispirato quando eri giovane?

A inizio anni novanta c’erano molte meno band che oggigiorno, ma la qualità era elevatissima. Devo dire che la maggior parte delle mie idee ha iniziato a prendere forma ascoltando gruppi come Dream Theater e Watchtower, ma pure molti altri. In generale, tutti noi della band abbiamo raccolto le influenze di più generi e stili musicali di tutte le sfaccettature del metal che veniva prodotto sul globo. Credo sia per questo motivo, quello di essere stati sempre open-minded, che il nostro ultimo disco è così ricco di contenuti.

Ritengo che il momento peggiore della vostra carriera sia stato quando avete appreso la notizia del tragico incidente del vostro chitarrista. Ma se dovessi chiederti qual’è stato il momento che ricordate con maggior piacere, cosa mi rispondi?

Ce ne sono due e sono concomitanti ovvero quando abbiamo completato le lavorazioni di “Rebirth” ed abbiamo ricevuto la proposta di pubblicazione da parte di Massacre Records. Questo passo ha rappresentato la fine delle memorie di quel tragico passato. Una sotra di rinnovamente interno che tutti noi abbiamo percepito. È stato fantastico!

Senti, e in questo periodo di diciassette anni senza alcuna pubblicazione avete per caso continuato a suonare dal vivo per tenere accesa la fiammella dei Disaffected?

Diciamo che abbiamo suonato, ma prima di rimetterci sul palco sono passati dieci anni. La prima uscita è stata nel 2006, anno in cui abbiamo annunciato la nostra reunion, mentre per i festival abbiamo aspettato il 2007. In questa occasione gli headlinear erano i Benediction. Tra il 1997 e il 2007 non abbiamo mai calcato il palco. Ma credimi, eravamo più attivi noi nel mondo dei morti di quanto lo fossero molti altri nel mondo dei vivi… eheh

Eheh… Posso ritenere che una delle vostre maggiori curiosità era di sapere come avesse reagito la critica e il pubblico a questo nuovo disco. Ci puoi dire qualcosa?

Certo! Sia la critica, sia il pubblico hanno reagito benissimo a “Rebirth”, apprezzandolo davvero molto. La nostra paura era che un disco così complesso avrebbe potuto creare un po’ di disappunto o non esser compreso. Questo non significa che sia negativa la cosa, anzi. Siamo certi che possa essere normale. Pure “Vast” era un disco che amavi od odiavi, non c’erano vie di mezzo. L’idea che “Rebith” fosse ancora più strutturato dell’esordio poteva essere un rischio maggiore, ma questi sono i Disaffected e questa è la nostra direzione artistica.

A livello di promozione live come siete messi? Avete pianificato un tour?

Sono stati pianificati alcuni concerti in Portogallo e in Spagna per promuovere “Rebirth” e altri sono in via di definizione. La data più importante sarà in agosto quando condivideremo il palco con band quali Over Kill, Arch Enemy, Nasum, Coroner, At The Gates e molti altri. Successivamente inizieremo a lavorare sulle date fuori dalla penisola iberica e speriamo con tutto il cuore di arrivare pure in Italia! Davvero! Sarebbe un altro sogno che diventa realtà! Mi auguro quindi di poterci vedere quanto prima.

Me lo auguro anche io. Sono davvero curioso di vedere che combinate dal vivo! Senti, il tempo a disposizione è finito… a te l’ultima parola. Ciao!

Prima di tutto, grazie mille per l’interesse di Truemetal nei nostri confronti. Lo apprezziamo tantissimo! Puntare alle band underground è un lavoro straordinario. Per quanto riguarda i vostri lettori, speriamo che abbiate tempo di dare un ascolto a “Rebirth”. Vi auguro il meglio e di vedervi nel nostro primo, desiderato, concerto in Italia…