Vario

Kenòs (Marcello Facchin)

Di Daniele D'Adamo - 9 Marzo 2010 - 0:05
Kenòs (Marcello Facchin)

A poche settimane dall’uscita di “X-Torsion”, è il momento di tirare le prime somme per i lombardi Kenòs; splendida realtà del metallo nazionale caratterizzata da una carriera in costante progressione verso forme evolute e complesse. Lo fa Marcello “Cello” Facchin, bassista della band, assieme a TrueMetal.it.

È ormai un mese che è uscito “X-Torsion”: come stanno andando le vendite e i riscontri della critica specializzata?

È ancora presto per avere una visione dei dati di vendita precisa, ma dai primi ordini e dal fatto che il CD è disponibile in quasi tutto il mondo, direi che le cose hanno preso una buona piega…
Per le critiche direi che orientativamente ci sono buone /ottime recensioni, qualcuna entusiasmante, qualcun’altra un po’ meno… ma ci sta dai!
Del resto siamo piuttosto abituati a ricevere elogi al limite della divinazione e contemporaneamente critiche dal retrogusto amaro… credo sia normale avere a che fare con situazioni del genere quando la musica che proponi non è propriamente alla portata di tutte le orecchie heavy metal…

 

Dell’album spicca (anche) l’accuratezza della parte grafica: l’artwork, in particolare, ha qualche significato particolare o è solo una materializzazione del vostro mood?  

Sicuramente è un ottimo compromesso visivo… dolce, affascinante, ma tremendamente inquietante…

 

In che modo siete arrivati a firmare il contratto discografico con l’etichetta di Salerno My Kingdom Music?

Credo sia semplicemente l’etichetta migliore attualmente in forze in Italia…è stata una bella soddisfazione entrare a far parte del loro roster, per alcuni versi una vera e propria scommessa. Questa è la prima volta nella nostra carriera che ci capita di sentirci cullati e molto valorizzati…tutto ciò non può che far bene all’umore generale della band

 

Su TrueMetal.it la recensione del lavoro è stata curata dal sottoscritto. Naturalmente, per poterla affrontare adeguatamente, ho ripercorso la vostra carriera sin da “Rigor Mortis”. Alla fine, una domanda è sorta spontanea e insistente nel mio cervello: “com’è possibile che un gruppo con una così elevata qualità sia tecnica che compositiva sia sostanzialmente sconosciuto?”.

Bravo! Credo tu sia l’unico, o quasi, che ha capito quale sia la strada giusta per recensire un disco come X-Torsion. Conoscere il sound della band, le sue evoluzioni, le sue origini e i suoi segreti penso sia fondamentale per non rimanere semplicemente spiazzati da un lavoro complesso come questo nostro ultimo disco. Purtroppo molti recensori non hanno ne tempo ne voglia (e in molti casi le capacità) di fare questo e in molti casi le castronerie dette in sede di recensione si sprecano davvero… trovo assolutamente da imbecilli pensare che in una band come i Kenos, gli stessi elementi non siano i primi a esaminare ogni secondo della propria musica…non sai quanto mi fa arrabbiare leggere critiche fatte da gente che non ha semplicemente capito nulla di un album che è stato concepito appositamente per destabilizzare a ogni ascolto. A proposito poi del tuo stupore verso lo status di eterni sconosciuti che vestiamo da sempre…guarda…non saprei. Un ruolo determinante è stato sicuramente giocato in passato dai nostri vecchi editori, indubbiamente poi la nostra proposta musicale non gode di una fruibilità molto popolare…unisci queste due cose e beviti una birra alla nostra salute!

 

Qualità tecnica: potete riassumere la vostra formazione, le vostre peculiarità, le vostre esperienze?

Ahahah!! Diciamo che conosciamo bene la nostra musica e i nostri strumenti…tutto qui…

 

Qualità compositiva: come si svolge, all’interno del gruppo, questo delicato processo?

Non saprei dirti…stravolgiamo in continuazione le nostre attitudini, il nostro modo di elaborare musica…siamo molto eclettici da quel punto di vista; per X-Torsion è stato determinante il songwriting di Domenico, ci ha messo davvero anima e corpo per plasmare questo disco…

 

Premesso che la bravura di tutti voi è sotto gli occhi di tutti, sono rimasto molto colpito dalle chitarre: aggressivo riffing “spaccaossa”, dolci parti acustiche,  graffianti soli, miscelati fra loro. Vi ho già chiesto in generale sulla composizione, tuttavia sarebbe interessante che i chitarristi approfondissero la loro parte …

Non essendo ne Domenico ne Jaco non so quanto si possa approfondire questo discorso con me, del resto sono solo un inutile bassista, eheh…!
 

Sul vostro MySpace avete parlato di “definitiva maturazione del sound dei Kenòs” e  di “apice compositivo”. Significa che la vostra evoluzione si fermerà? Potete specificare meglio questi concetti?

Il bello di MySpace è quello di poter aggiornare la pagina giorno dopo giorno…probabilmente quando hai letto quelle dichiarazioni erano, al momento, sintomo della nostra più smisurata autostima. Adesso, che è passato poco più di un mese dall’uscita del disco, siamo già all’opera per la composizione dei nuovi brani e potrei ripeterti la stessa cosa a proposito dell’apice compositivo…

 

Avete sempre avuto un’attività live di tutto rispetto, vedi il tour europeo nel 2007. Posso immaginare che nel 2010 questa non subirà rallentamenti …

Questo non lo so. Al di la della nostra veste di band, ognuno di noi deve fare i conti tutti i giorni con famiglia e lavoro…credo tireremo un filo il freno a mano sul versante live rispetto al passato, questo per favorire la produzione discografica. Saremo comunque on stage in diversi contesti, stiamo valutando  proprio in questi giorni il periodo giusto per imbarcarci in una nuova tournée tra Russia e Polonia…

 

A proposito, com’è innestato il progetto Kenòs nelle vostre vite? Il professionismo nel campo musicale è già una realtà oppure rimane una chimera?

Diciamo che siamo dei professionisti alla ricerca di una professione, musicalmente parlando intendo. Nel frattempo poi, bisogna comunque mangiare qualcosa a pranzo e cena, non trovi? 

 

Avete mai pensato di concentrare la vostra attività in studio all’estero o siete sempre stati soddisfatti della “messa a giorno” delle vostre idee?

Siamo piuttosto nazionalisti. E’ già difficile nel nostro caso stabilire rapporti artistici con i nostri produttori, figurati se tra noi ci si mettesse di mezzo anche la differenza di linguaggio…e poi chi ha mai detto che all’estero sono più in gamba di noi italiani?…Forse siamo proprio noi italiani a inventarcele ‘ste cazzate… non mi risulta che il Protools svedese funzioni meglio di una qualsiasi versione italiana…

 

Infine, canonica domanda: cosa volete comunicare ai lettori di TrueMetal.it?

Sto cercando di vendere un basso del 93’, si tratta di un magnifico Ibanez cinque corde rifinito a mano…scusami, ma al momento altre cose interessanti proprio non mi vengono…

 

Vi faccio ancora i miei complimenti per la riuscita di “X-Torsion” e vi auguro di spakkare il Mondo!

Grazie di tutto, un abbraccio!