Live Report: Furor Gallico a Roma

Di Damiano Fiamin - 3 Febbraio 2012 - 8:00
Live Report: Furor Gallico a Roma

Metal Massacre: Furor Gallico + Heptagram + Dominus Triple + God’s Left Hand
Roma, 27/01/2012 – Closer Club

Report e foto a cura di Damiano Fiamin

E’ un dato di fatto, a mano a mano che si scende verso sud, la nostra penisola offre sempre meno occasioni per assistere ad un concerto metal come si deve. Anche Roma non fa eccezione e il pubblico della Capitale si lamenta, spesso a ragione, della mancanza di date appetibili organizzate nei confini dell’Urbe. Ben vengano, dunque, gli sforzi di persone come gli organizzatori delle serate Metal Massacre, che da anni si impegnano per promuovere la scena underground italiana, riuscendo, nel contempo, a far suonare anche band più blasonate. Questa, è una di quelle serate. Per la prima volta, suonano a Roma i Furor Gallico, accompagnati in questa loro avventura capitolina dai pezzi inediti dei giovani God’s Left Hand e dalle cover dei Dominus Triple (Nightwish) e Heptagram (Blind Guardian). Sin dall’inizio, si capisce che le premesse sono ottime, il Closer si riempie rapidamente, con la gente che si accalca in fila sin dall’apertura delle porte. Prima di iniziare, gli otto componenti della band si sono lasciati intervistare da TrueMetal.

Il compito di iniziare a scaldare gli animi è affidato ai romani God’s Left Hand che, nonostante le poche primavere alle spalle, sono già in grado di proporre delle sonorità interessanti. Il loro curioso connubio di gothic e hardcore, con qualche venatura punk, è accattivante e intrattiene egregiamente quanti hanno già preso ad assieparsi all’interno della sala. Ovviamente, ci sono delle incertezze, soprattutto a livello tecnico, ma questi ragazzi riescono comunque a divertirsi e divertire il proprio pubblico, il che non è poco. È un altro gruppo romano quello che sale sul palco per secondo: si tratta dei Dominus Triple che, con il loro tributo ai Nightwish, cercano di aumentare ulteriormente l’eccitazione in sala. I pezzi reinterpretati provengono per la maggior parte dai primi album della discografia del gruppo finlandese, una scelta che, evidentemente, riscuote i favori degli spettatori, che cantano e accompagnano la band durante la quasi totalità delle canzoni. Qualche sbavatura di poco conto durante l’esecuzione ma nota d’encomio per la cantante Tiziana Rogo: non sarà Tarja Turunen, ma ha davvero una bella voce e riesce a far propri i brani senza sembrare una clone della vocalist originale. L’ultimo gruppo spalla sono gli Heptagram: il quintetto capitolino si lancia in una tiratissimo omaggio ai Blind Guardian: nessuno si risparmia, la band scava nella discografia dei bardi per estrarne tutti i pezzi più fomentanti e farli esplodere con decisione dalle casse rivolte verso il pubblico. Il frontman incita e incalza gli astanti in maniera collaudata, catturando l’attenzione dei presenti e portandone al massimo l’entusiasmo. Ancora una volta, tutti quanti dimostrano di ricordare i grandi classici della band tedesca e non si limitano ad ascoltare, preferendo, piuttosto, cantare a squarciagola.

 


 

 

Furor Gallico
Finalmente, con un boato di esultanza da parte del pubblico, i Furor Gallico entrano in scena; per l’occasione, il palco è stato allargato in modo tale da permettere a tutti i musicisti di prendere posto insieme ai propri strumenti. Ognuno degli otto membri del gruppo riesce a ritagliarsi una nicchia in cui esibirsi nel migliore; poco prima che le prime note comincino a diffondersi dagli amplificatori, è ormai difficile capire se è maggiore l’affollamento sul palco o davanti ad esso. La gente, infatti, continua ancora ad affluire e a riempire la sala, mentre Pagan e soci iniziano a tempestare le orecchie dei presenti con la loro variante esplosiva di folk metal, con ritmi sostenuti e riff aggressivi che si affiancano a melodie dal sapore celtico e armonie più delicate. Il dittico di apertura, Venti di Imbolc e Ancient Rites, è un chiaro esempio di questa scelta stilistica.  La scaletta prevede tutti i brani più apprezzati del debutto discografico della band, a cui si aggiungono due inediti che troveranno posto, probabilmente, all’interno del prossimo disco: Nebbia della mia terra e Nemain’s Breath. E’ certo troppo presto per analizzare a pieno i due inediti, che non è stato possibile godere appieno a causa della qualità del sonoro, soggetta a cali qualitativi per tutta la durata del concerto; in ogni caso, i due pezzi sono apparsi convincenti e hanno carpito l’attenzione dei presenti. Interessante, inoltre, l’inserimento al loro interno della cornamusa, suonata dalla violinista del gruppo, Laura.

 

 

Durante lo spettacolo, il coinvolgimento raggiunge livelli veramente elevati, le prime file sono scatenate e si protendono quanto più possibile per toccare e accompagnare i musicisti durante l’esecuzione delle proprie canzoni preferite. Un vero trionfo, poi, avviene durante uno dei brani migliori prodotti dall’ottetto: La Caccia Morta. Tutti i partecipanti sono in visibilio e cantano con tutta l’energia che hanno in corpo, arrivando quasi a coprire i suoni provenienti dal palco, con evidente soddisfazione della band, che decide di protrarre l’esecuzione del pezzo per un classico divertissement da concerto, lasciando che siano gli spettatori ad intonare le strofe e continuare il brano, accompagnati unicamente dalla ritmica di Simo.

 

 

Sulle note di Banshee, termina il concerto dei Furor Gallico. Tempo di bilanci, dunque…Indubbiamente, l’esibizione ha avuto un gran successo tra il pubblico. Il locale era pieno e tutti i partecipanti sono sicuramente usciti soddisfatti. Certo, c’è stato qualche piccolo problema tecnico e la qualità del sonoro non è sempre stata eccellente, ma sono inconvenienti minori, quando ci si riesce a divertire così tanto. I Furor Gallico hanno fatto breccia nel cuore dei romani e hanno dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che il pubblico della Capitale è in grado di accogliere degnamente chiunque, se gliene viene data la possibilità. Certamente, un loro ritorno sarà accolto con gioia! Rimaniamo in attesa della pubblicazione del nuovo disco, che dovrebbe avvenire nella seconda metà del 2012.

Scaletta:
1.    Intro
2.    Venti di Imbolc
3.    Ancient Rites
4.    Nebbia della mia terra
5.    Medhelan
6.    Miracolous Child
7.    Cathubodva
8.    Curmisagios
9.    Nemain’s Breath
10.    La Caccia Morta
11.    The Gods Have Returned
12.    Banshee

Formazione:
§    Pagan: Voce
§    Ste: Chitarra, cori
§    Oldhan: Chitarra, cori
§    Fabio: Basso
§    Paolo: Flauti, Bouzouki
§    Becky: Arpa, Voce
§    Laura: Violino, Cornamusa
§    Simo: Batteria