Blind Guardian: Hansi Kursch parla degli esordi

Di Stefano Burini - 3 Settembre 2012 - 19:00
Blind Guardian: Hansi Kursch parla degli esordi

Hansi Kursch, cantante e leader dei Blind Guardian, è stato coinvolto in un’intervista con Patrick Prince del sito Powerline. Qui di seguito la traduzione di alcuni estratti del colloquio.

 

PP: “Hansi, pensi che avreste ottenuto lo stesso successo se aveste mantenuto il nome “Lucifer’s Heritage“?

HK: “La risposta è sicuramente no, sarebbe stato impossibile. La gente che avrebbe potuto essere interessata alla nostra musica non l’avrebbe ascoltata e i fan del black metal anni ’80, probabilmente sarebbe stati attratti dal nome ma avrebbero trovato la loro scoperta estremamente fastidiosa

PP: “I demo dei Lucifer’s Heritage sono stati inclusi in una versione digipak deluxe dell’album “Memories Of Time To Come”; nutri ancora dei sentimenti per quelle registrazioni?”

HK: “Personalmente posso al massimo capire come mai pensassimo di avere talento all’epoca. Posso individuare delle canzoni potenzialmente buone , in grado di ispirare altra buona musica. Erano altri tempi e le pretese da parte dei fan dell’underground e dei media erano completamente differente. Oggi molte band possono suonare davvero forte, alla grande, ma a volte c’è una mancanza di personalità che invece io ritrovo in questi vecchi demo. Per l’epoca si trattava di demo realizzati in maniera davvero professionale. Ovviamente non è tutto oro quel che luccica, ma ‘Majesty” è ancora oggi una bella canzone. Per noi questi demo sono stati dei perfetti apripista, perché poi siamo stati in grado di migliorare

 

 

PP: “Gli anni ’80 sono stati un periodo speciale, in cui i metallari compravano i demo. I demo erano importanti quanto una release ufficiale?

HK: “Si, è vero. Anche in nordamerica c’era questa abitudine. Era forte. Siamo stati davvero orgogliosi quando abbiamo ricevuto la nostra prima recensione positiva su una piccola rivista americana specializzata. Tutte le realtà dell’underground erano connesse tra loro. C’erano piccole case discografiche che cercavano di guadagnarsi una fetta della torta e l’Europa andava pazza per il metal. Era ancora difficile per una band tedesca o italiana imporre il proprio nome e il proprio marchio in grande stile. I primi anni erano soprattutto gruppi americani e inglesi a dominare la scena . Quello che voglio dire è che è più difficile per una band tedesca diventare famosa in altri stati di quanto non sia per una band inglese diventarlo in Germania.