Live Report: Gods Of Metal 2010, il report in tempo reale (giorno 3, parte II)

Di Silvia Graziola - 27 Giugno 2010 - 20:09
Live Report: Gods Of Metal 2010, il report in tempo reale (giorno 3, parte II)

Gods Of Metal 2010

(27/06/2010 parte II)

 

U.D.O.

Sono quasi le cinque del pomeriggio e, sotto un sole che fa ancora molto male salgono sul main stage del Gods Of Metal gli U.D.O., capitanati dall’ ex frontman degli Accept Udo Dirkschneider. Stretto nella sua oramai consueta uniforme mimetica, il cantante si presenta in una forma splendida. L’età anagrafica in questo caso non conta, significa solo esperienza; esperienza che gli permette di muoversi senza sosta sul palco e giocare amabilmente con il pubblico in ogni modo.

Se con il trascorrere degli anni la voce non è più la stessa di una volta non importa: sul palco c’è una persona che ha carisma da vendere accompagnata da una band formata da musicisti di alto livello che suonano in modo impeccabile. Tutto è perfetto e i suoni, amalgamati e puliti al punto giusto, danno il loro contributo alla buona riuscita dello spettacolo. I brani proposti sono un’antologia di quelli di U.D.O. ma non solo: tra il tripudio generale, verso la fine del concerto, vengono proposti due brani degli Accept.

Testo: Silvia Graziola

Foto: Stefano Vianello

 

 

 

Cannibal Corpse

Un massacro, non si può definire altrimenti quello che hanno scatenato i Cannibal Corpse tra le prime file del pit. Un pogo violentissimo è quello che si crea durante l’esibizione della band americana, che tra un riff spacca ossa e un altro scarica una valanga di decibel sulla folla che ne rimane annichilita. I maestri del brutal non risparmiano energie e l’apice si raggiunge nel momento in cui viene proposta una devastante Make Them Suffer.
Niente di negativo da dire sull’esibizione della band, quasi perfetta in ogni singolo brano.
Il pubblico apprezza e con uno stage diving dopo l’altro, mettono in difficoltà i ragazzi della sicurezza sotto il palco che come cecchini acchiappano al volo i metalheads che volano letteralmente oltre le transenne.

Testo e foto: Stefano Vianello

 

 

Soulfly

È giunto il momento della band di Max Cavalera, i Soulfly. Ritmi tribali aprono la performance del gruppo statunitense e il pubblico entra in estasi. I riff thrash non si sprecano ma la vena hardcore è sempre molto marcata. Ottima la prestazione di tutta la band che va a pescare brani da tutta la discografia per il piacere di chi ascolta. Molti sono venuti a questo evento proprio per loro e, in effetti, dispiace un po’ vederli suonare sul palco del “second stage”.

Testo e foto: Stefano Vianello

 

 

Bullet For My Valentine

L’arduo compito di anticipare la band headliner tocca ai Bullet For My Valentine. Triste scelta quella di posizionarli in una giornata come quella di oggi, dove metalheads sfegatati dei Motorhead urlano insulti a tutto spiano. Mentre la band è sul palco dal mezzo della folla vengono lanciati ogni sorta di oggetti, comprese bucce di banana. Una pessima figura in questo caso quella del pubblico italiano perché la band, nonostante la nomea di gruppo “emo”, è ha tutti gli effetti una realtà metalcore come tante se ne sono viste in questo Gods Of Metal. Uno dei brani che spicca in scaletta è Scream Aim Fire, visto apparire anche nel recente videogioco Guitar Hero. I Bullet For My Valentine ci metto in ogni caso una professionalità invidiabile portando avanti il proprio show come dei signori. C’è da dire comunque che molti ragazzi sono qui proprio per loro e dalle prime file si sentono le urla a supporto del combo arrivare fin qui allo stand di Truemetal.

Testo e foto: Stefano Vianello

 

 

Motorhead

Finalmente i Motorhead. È necessaria più di mezz’ora di cambio palco per preparare lo show della band londinese ma l’entrata in scena di Lemmy e soci ripaga in un solo istante l’attesa. In poco più di un’ora e mezza la band londinese suona un’antologia dei suoi brani migliori, o almeno parte di questi, in un crescendo di volumi e di empatia con il pubblico. “Se volete che alziamo i volumi, alzate le braccia” urla il frontman con il suo timbro roco, immediata quanto scontata la risposta. Il trio non si risparmia e presenta un brano dopo l’altro con sempre maggiore energia e forza abbracciato dal pubblico che pende dalle sue labbra, stretto nella piccola arena che fatica a contenerlo tutto. La fine del concerto si avvicina fin troppo rapidamente, si spengono i riflettori e la band esce di scena troppo in fretta. Il pubblico sa che si tratta di una farsa: mancano QUELLE due canzoni e migliaia di voci gridano all’unisono “Ace Of Spades”. Eccoli che tornano in scena, imbracciano gli strumenti in un bis tutt’altro che imprevisto: Ace Of Spades ed Overkill riempiono i cuori di chi è venuto anche da lontano per ascoltarli e gira da tutto il giorno con la loro maglia nera sotto il sole a picco.

Finito il breve ma intenso bis i tre escono per davvero, prendendosi gioco per un attimo di chi li sta guardando assordandoli con un lungo suono dei loro strumenti in feedback. Loro sono i Motorhead e chi li segue accetta di buon grado anche questo.

Testo: Silvia Graziola

Foto: Stefano Vianello

 

 

Si è concluso quindi questo Gods Of Metal 2010: nonostante la “crisi” economica, la giornata di oggi è stata quella con più presenza di pubblico, anche se i livelli dell’affluenza degli anni passati era di tutto altro livello. Qualche errore è stato commesso forse nell’assegnazione del posto da headliner o posto in scaletta tra le varie giornate, ma a parte il caldo torrido non ci sono lamentele da mostrare all’organizzazione che, una volta tanto, ha fatto le cose come si devono: cibo in vasta scelta, prezzi tutto sommato modici e alla portata di tutti e tutto quel che ne deriva.
Un plauso quindi al Colonia Sonora che ha ospitato la manifestaione in questi tre giorni di puro heavy metal.
Un grazie a tutti gli utenti che sono venuti a trovarci allo stand e hanno scambiato quattro chiacchiere con noi, siete i migliori, continuate a supportarci!

Silvia, Stefano, Nicola e Filippo.