Live Report: Nightwish + Battle Beast + Eklipse @Forum Assago (MI) 25/04/2012

Di - 8 Maggio 2012 - 10:00
Live Report: Nightwish + Battle Beast + Eklipse @Forum Assago (MI) 25/04/2012

Nightwish Imaginaerum World Tour 2012


Il 25 Aprile 2012 il Forum di Assago ospita l’unica data italiana del tour dei Nightwish, freschi della loro ultima fatica discografica “Imaginareum”. Il vento spazza le poche nubi presenti nel cielo, regalando una radiosa e fresca giornata primaverile che permette alle due file, quella ingresso parterre e quella ingresso tribune, di attendere con tutta calma e lontano dalla calura l’apertura dei cancelli. Una birra fresca in mano rende ai presenti un po’ meno noioso il quarto d’ora accademico di ritardo sull’apertura dei cancelli, prevista inizialmente per le 17:30.

Nel momento in cui finalmente le porte si aprono, l’entusiasmo con cui alcuni ragazzi entrano nello stabile rimbalzando come trottole impazzite da un ingresso all’altro, mette in evidenza come una segnaletica più accurata avrebbe potuto rendere più snello l’accesso. A un primo colpo d’occhio, il tempio del basket meneghino ospita circa 6000 persone per l’evento, numero che rimarrà stabile durante tutto lo svolgimento della serata, che inizia alle 19:15 precise con il primo dei due gruppi di spalla a Holopainen e soci.

A cura di Luca Cardani

Eklipse

 


Le luci si spengono e sul palco, dove sono poste quattro sedie bianche, fanno la loro comparsa quattro giovani ragazze, che sfoggiano un look dal taglio gotico dal quale trasuda un mix di sensualità e oscurità che di certo non le fa passare inosservate. Il repertorio offerto dalle musiciste affonda le sue radici nella musica classica e quello che forse non ci si aspetta è di trovarsi davanti a un preparato e seducente quartetto d’archi: Helena (violoncello), Viola (viola), Miss E. (violino), e Scarlett (violino) propongono i brani estratti dal loro album “A Night In Strings”. Si tratta di un album di cover che spazia dal pop, come nell’esecuzione di “Paparazzi”di Lady Gaga o di “Cry Me a River” di Justin Timberlake, all’elettronica con “Wonderful Life” degli Hurts per finire con “The End” dei Linkin Park.
La proposta musicale offerta, nonostante la presenza di suoni adeguati, non è di certo di quella che fa presa sul pubblico, che rimane attento all’ascolto ma decisamente freddo e che tributa i giusti applausi su “The God Father Theme”, resa quasi eterea dall’illuminazione del palco. Se gli Apoclayptica giocavano di potenza sulle cover dei Metallica, le quattro tedesche puntano sulla melodia e sulla presenza scenica, mix che sicuramente le premia ma che pone alcune domande. Si tratta di un’operazione di marketing oppure abbiamo davanti le prossime artiste che vogliono dimostrare che si può suonare metal con strumenti classici? Di certo questi venti minuti d’esibizione non bastano a dare una risposta a questi dubbi, che possono essere sciolti solamente con qualcosa scritto di loro pugno. Per ora si può solo dire che, pur essendo la loro un’esibizione piacevole da vedere, non rappresentano la scelta più azzeccata per aprire un concerto come quello di stasera.

 

Battle Beast

 

 

Dopo un rapido cambio di palco è tempo di classico e sano heavy metal con i Battle Beast, che fanno la loro comparsa sulla scena uno per volta, accompagnati da una introduzione che a tratti ricorda la colonna sonora di Pirati dei Caraibi. L’energia che emanano è qualcosa di sconvolgente: si tratta di una vera e propria esplosione sonora che avvolge il forum e fa riecheggiare la veloce “Justice and Metal” nelle orecchie degli spettatori. La voce di Nitte Valo è incredibile: prendete le voci di Bruce Dickinson e Udo Dirkschneider, mischiatele insieme, aggiungete un pizzico di Rob Halford e avvolgetela dal calore e dalla delicatezza che solo una voce femminile può avere. L’effetto è immediato e il pubblico che fino a questo momento era rimasto “tiepido”, inizia a partecipare attivamente allo show, rispondendo a ogni incitamento della cantante.
Le chitarre del duo Anton/Jusso sono precise e pulite e non lesinano virtuosismi, mentre il bassista Eero si dimostra una vera bestia da palco, oltre che scatenato nell’esecuzione dei cori. La successiva “Armageddon Clan” rafforza la presa sul pubblico, che mostra anche accenni di headbanging, oltre che a scandire il ritmo dei brani con le braccia alzate, presa che per 40 minuti, tanto è durata la loro prestazione, non è mai venuta meno, e che con il loro mix di potenza e melodia ha saputo degnamente conquistare i presenti. Una sorpresa veramente inaspettata per gli amanti dell’heavy metal. Conclusa la loro esibizione viene calato un sipario dall’alto composto da quelle che a prima vista sembrano fogli di carta velina sovrapposti: l’attesa per i Nightwish sta per finire.

Setlist

1) Justice and Metal
2) Armageddon Clan
3) Cyberspace
4) Steel
5) Iron Hand
6) Victory
7) Enter The Metal World
8) Show Me How To Die
 
 

Nightwish

 

Dopo un’ora dal termine della performance dei Battle Beast, e relativo meet and greet con loro e le Eklipse, disponibilissimi nel firmare autografi e fare foto, le luci tornano a spegnersi, dando  il via allo show dei Nightwish. Giochi di luce accompagnano le prime note di “Taikatalvi” e, dietro al sipario, si proietta l’ombra di un uomo (Hietala), che si dondola placidamente sulla sedia, la quale al termine del cantato verrà scagliata lontano. Le luci si spengono ancora, per poi tornare e sparire e riapparire in modo repentino; la macchina del vento agita il sipario mentre la voce melodiosa di Anette Olzon intona la prima parte di “Storytime”. A metà del brano il drappo che nasconde i nostri finalmente si stacca, mostrando al pubblico in delirio la scenografia vera e propria, sulla quale svetta su tutti uno sfondo rettangolare sul qual sono proiettate luci psichedeliche, che riportano alla mente quelle più familiari dei luna park.  La febbre e l’incidente alla mano non sembra avere minimamente intaccato la voce e l’energia della Olzon, che canta, balla e incita il pubblico, affiancata da duo Hietala/Vuorinen, mentre il maestro Holopainen avvolge il forum con le sue tastiere avvolgenti, nascoste dietro a uno schermo a forma di canne d’organo.
Il carisma di Hietala si fa sentire sulla successiva “Wish I Had An Angel”, che manda in visibilio anche il pubblico sugli spalti. L’occhio azzurro sullo schermo e la macchina del fumo, accompagnano l’esecuzione di “Amaranth” che il pubblico canta ben più che volentieri e che risponde alle incitazioni al coro di Hietala sul finale. Ora una giostra di cavalli ruota sullo schermo e la cantilena che si propaga per il forum è il biglietto da visita di “Scaretale”: chitarra, basso e tastiera spingono sull’acceleratore e la voce di Anette interpreta il brano con incisività, abbandonando la melodia per un cantato più ruvido e malvagio. Bellissimo l’intermezzo, con il solito Hietala avvolto dalle luci rosse del palco e con batteria, basso e tastiera che eseguono un’oscura musichetta da circo. Dal “terrore”si passa al romanticismo anni venti con “Slow Love Slow”eseguita splendidamente.
Sul palco insieme ai nostri fa la sua comparsa anche Troy Donockley, musicista inglese folk-celtico e le sue “Uillenann pipes” (strumento irlandese simile alla cornamusa), che danno un tocco magico a “I Want My Tears Back”, a “Come Cover Me”, nonostante quest’ultimo non venga eseguito nel migliore dei modi, ed a “The Crow, The Owl and the Dove”. Ora spetta a Marko Hietala incantare il pubblico con tutto il suo carisma e con la versione acustica di “The Islander”, sostenuta sul finale dalla melodica voce di Anette; è un vero peccato vedere che dove una volta ci sarebbero stati accendini accesi, ora ci siano solo freddi schermi di digitali a illuminare il tutto. Il momento acustico continua con “Nemo”, dove ancora una volta la splendida estensione vocale di Annette fa da padrona. “Last of the Wilds”, con ancora Donockley sugli scudi, segna il rush finale del concerto che con “Planet Hell”, la stupenda “Ghost River”, “Dead to the World”, e l’immancabile ciliegina “Over the Hills and Far Away”, arriva al termine della prima parte.
Dopo una rapida scomparsa nel backstage, si riparte con la strumentale “Finlandia”, a cui segue “Song of Myself”, proposta con molta intelligenza al pubblico. In questa occasione tutti i dialoghi che rendono pesante un brano come questo in sede live, scorrono velocemente sullo schermo lasciando così godere al pubblico tutta la parte più sinfonica. L’esplosiva “Last Ride of the Day”, a cui segue l’outro “Imaginaerum”, segnano il tocco finale di questo meraviglioso concerto, con la band che ringrazia e saluta e a cui il pubblico tributa la giusta dose di applausi, per uno spettacolo che non verrà dimenticato tanto presto dai presenti.

Setlist

1) Taikatalvi
2) Storytime
3) Wish I Had an Angel
4) Amaranth
5) Scaretale
6) Slow,Love, Slow
7) I Want My Tears Back
8) Come Cover Me
9) The Crow, The Owl and the Dove
10) The Islander
11) Nemo (acoustic)
12) Last of the Wilds
13) Planet Hell
14) Ghost River
15) Dead to the World
16) Over the Hills and Far Away


Encore

17) Finlandia
18) Song of Myself
19) Last Ride of the Day
Outro: Imaginaerum