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Intervista White Skull (Tony ‘Mad’ Fontò)

Di Andrea Bacigalupo - 29 Maggio 2017 - 8:45
Intervista White Skull (Tony ‘Mad’ Fontò)

Attendendo che esca ‘Will Of The Strong’, ultimo album degli storici White Skull, facciamo un’interessante chiacchierata con il loro fondatore: il chitarrista Tony ‘Mad’ Fontò. Buona lettura.

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Ciao Tony, dopo circa cinque anni dalla pubblicazione di ‘Under This Flag’ i White Skull tornano sul mercato discografico con ‘Will Of The Strong’, nuovo Full Length la cui uscita è prevista per il prossimo nove giugno. A livello di sound, quali sono le principali caratteristiche che differenziano i due lavori?

La differenza consiste nell’aver dato maggiore evidenza alle orchestrazioni. Mentre in ‘Under This Flag’ le tastiere, più che altro, impreziosiscono il sottofondo musicale, in ’Will of the Strong’ Alexandros (Muscio, tastierista di Opera IX ed ex Highlord – n.d.r.) non ha dovuto compensare il sound, ma lo ha ‘avvolto’ con le orchestrazioni grazie ad un’ottima sinergia che ha creato con le chitarre. Durante le prove e le registrazioni ci siamo resi conto che i brani stavano in piedi sia con le sole chitarre sia con le sole tastiere. Fondendo il tutto abbiamo reso il lavoro più completo senza appesantirlo.     

Facendo un esempio, è stato come inserire un bel quadro all’interno di una cornice di valore per renderlo ancora più incantevole.

 

Alexandros è ora il sesto elemento dei White Skull. Musicista di valida esperienza ha partecipato al songwriting di ‘Will Of The Strong’? Quanto ha influito la sua presenza?

Alexandros ha cominciato a collaborare con noi per amicizia, partecipando anche al ‘Best Of Tour’. Con il tempo ci siamo resi conto che la sua esperienza e la sua passione portavano in casa White Skull una piacevole ventata di ‘aria fresca’, per cui è stato naturale chiedergli di entrare definitivamente nella band.

Non ha partecipato alla stesura dei brani perché ormai conclusi, ma ha avuto il compito di arricchirli con le sue orchestrazioni, cosa che ha fatto autonomamente, condividendo con il gruppo ogni sua idea.

 

Si può dire che ‘Will Of The Strong’ non racchiude solo l’energia del Power Metal ma è anche ‘Prog-Oriented’?

Se per ‘Prog-Oriented’ intendi la continua ricerca di atmosfere cangianti per creare emozioni diverse, come è stato fatto nella parte finale di ‘Lady of Hope’, dove uno dei più importanti discorsi che Evita Peron ha tenuto al popolo argentino è stato enfatizzato con il piano, allora sì. Con tutto rispetto parlando, non è però intenzione dei White Skull di assomigliare ai Dream Theather.

 

La Title Track ed ‘Hope Has Wings’ hanno degli assoli di chitarra molto melodici e puliti, che colpiscono per la loro struttura. Come mai tale scelta, cosa significano?

Sono nati dalla nostra anima ma soprattutto dall’anima di Danilo, non hanno un significato particolare, se non quello di incrementare il sound introducendo gli assoli principali come break strumentale.  

WS Band 1

La prova vocale di Federica è incredibile, soprattutto in ‘Hope Has Wings’ e ‘Sacrifice’, con una crescita evidente rispetto a ‘Under This Flag’; presente dagli esordi, dal 2002 (‘Dark Age’) al 2006 (‘The Ring of the Ancients’) al suo posto era presente Gustavo ‘Gus’ Adrian Gabarrò. A livello tecnico, quali differenze si riscontrano a comporre avendo a disposizione una voce femminile oppure una maschile?

La differenza essenziale sta nel cambio di registro, anche se le tonalità di Federica e Gus sono abbastanza simili, tanto è vero che dal vivo non hanno mai avuto problemi a cantare i brani uno dell’altro.

Mentre Gus è un bravo esecutore che chiede disposizioni alla band, Federica parte da una base sua per poi confrontarsi. E’ molto istintiva, scrive di getto ed ha sempre con sé carta e penna ………… Sono comunque metodi che si sono dimostrati validi entrambi.     

Per ‘Will Of The StrongFederica ha usato tutti i registri a sua disposizione, ha cantato senza limitazioni, sfruttando tutte le sue disponibilità, passando agevolmente dall’aggressivo al pulito.

 

‘Sacrifice’ mi ha riportato a ‘White Lady’, brano presente sull’album d’esordio ‘I Won’t Burn Alone’. Esiste un collegamento?

No, non esistono collegamenti, sennonché sono brani entrambi molto melodici. All’inizio ‘Sacrifice’, scritta da Danilo (Bar – n.d.r.), che è entrato in formazione un anno dopo la pubblicazione di ‘The Dark Age’, non doveva neanche comparire nell’album, mancava però un pezzo lento, per cui l’abbiamo provata; ci siamo trovati e abbiamo aggiustato qualcosa a livello musicale, mentre Federica ha trovato subito la linea vocale adatta, in un modo talmente spontaneo che ci ha stupito. Con tutta probabilità ’Sacrifice’ verrà eseguita dal vivo, anche se non è proprio facile scegliere i brani di ‘Will of the Strong’ da portare sui palchi, entusiasmandoci tutti allo stesso modo.   

                                                                                

Parliamo dei testi: in generale, cosa volete comunicare con ‘Will of the Strong’?

I testi sono divisi in due sezioni: ‘Will of The Strong’, ‘I Am Your Queen’ e ‘Shieldmaiden’ prendono spunto dalle saghe vichinghe. In particolare, la prima parla della volontà di chi è forte, evidenziando l’integrità ed il coraggio del guerriero; rispecchia la volontà dei White Skull di voler diffondere il Metal Italiano nel mondo; le altre due tracce parlano delle Valchirie, gli esseri femminili al servizio di Odino.

La seconda sezione è formata da sette canzoni, dedicate a donne che hanno lasciato un segno: Evita Peron, Grace O’Malley, Giovanna d’Arco, l’Apache Lozen, le donne pilota sovietiche che combatterono durante la seconda guerra mondiale, la ribelle Cinese Wang Cong’er e Matilda di Canossa.

A proposito: ‘Matilda’ era il nome provvisorio di ‘Lay Over’. A lavoro finito, ci siamo accorti che il file master non è stato modificato, per cui il brano sarà indicato negli audio – player con tale titolo. 

 

Chi sono per voi Grace O’Malley ed Evita Peron?

Sono state due guerriere che hanno difeso la propria terra e la propria gente, in un modo diverso, ma entrambe con una forza ed una determinazione fuori dal comune.

 

‘Metal Indian’ parla dei Nativi d’America. Qual è il suo messaggio?

La canzone parla, in particolare, di Lozen, donna guerriera Apache che combatté a fianco di Geronimo, si narra avesse poteri chiaroveggenti che le consentivano di vedere la posizione delle truppe americane.

All’epoca alle donne era vietato combattere, mentre a lei fu riconosciuto il diritto di cavalcare a fianco dei guerrieri.

Parlando di Lozen abbiamo voluto dimostrare che anche chi è sottomesso può farcela, se è determinato.

 

‘Sacrifice’ parla di un guerriero in punto di morte. Chi è?

Non parla solo di un guerriero. E’ dedicata a coloro che non si sono mai piegati, accettando con forza ed a testa alta tutte le sfide e le battaglie che hanno dovuto affrontare, mettendo a rischio la propria vita, ma senza perdere l’onore.

COVER WS

Ad Agosto parteciperete all’Aglutination Festival, che si terrà a Chiaromonte il 19 agosto 2017, con Venom, Sodom, In.Si.dia e molte altre band connazionali. Come vi state preparando all’evento? Puoi darci qualche anticipazione in merito?

Al momento stiamo preparando la set-list, che poi sarà quella del prossimo tour, che conterrà otto brani estratti da ‘Wild of the Strong’.

Il tempo a disposizione all’Agglutination sarà probabilmente ridotto, per cui dovremo estrometterne qualcuno. Non mancheranno comunque alcuni classici.

 

Le prossime attività live?

Da settembre partiremo con un tour lungo il territorio italiano, poi andremo all’estero. Al momento siamo in fase di programmazione.

 

Cosa ne pensi dell’attuale scena Metal? Cosa è cambiato rispetto ai primi anni ’80?

Il cambiamento a livello mediatico è stato mostruoso. All’epoca avere notizie in ambito Metal era veramente difficoltoso; ora internet ha aperto una finestra, dalla quale però entra di tutto. La scena è radicalmente cambiata; anche se è giusto che ognuno possa esprimere quello che sente, forse c’è troppa carne al fuoco, con il rischio che si possa creare della dispersione.

Una volta per incidere dovevi per forza entrare in studio e le etichette facevano una certa selezione; ora registri anche da casa con investimenti minimi, cosa che sinceramente abbiamo fatto anche noi con il promo, mentre l’album è stato registrato e masterizzato presso i New Sin Studio

WS Band 2

Hai fondato i White Skull nel 1988; da allora non ti sei più fermato ed oggi i White Skull sono una realtà consolidata del nostro paese, un pezzo di storia del Metal. Ultimamente, dopo un lungo periodo di silenzio, molte band hanno cominciato a far riparlare di se. Qual’é il tuo pensiero in merito?

No, la macchina White Skull non si è mai fermata, i cinque anni trascorsi tra Under This Flag e ‘Will of the Strong’ sono stati necessari per gestire l’attività live, ma la band è sempre stata presente.

Per quanto riguarda le varie reunion, credo che sia giusto rimettersi in gioco se si ha qualcosa di concreto e di nuovo da dire, non per semplice nostalgia.

 

Che consiglio può dare un veterano del tuo calibro a chi mette su una band oggi?        

Oggi ci sono più mezzi rispetto ad un tempo, ma non bisogna farsi prendere la mano: incidere da soli non è come entrare in studio, per quanto si possa essere dei validi musicisti. Bisogna credere con forza in se stessi ed in quello che si sta facendo, sacrificandosi e facendo delle rinunce, se servono, per ottenere un risultato che sia valido e duraturo.

 

Non ci resta che ringraziare Tony per la sua disponibilità, lasciando a lui i saluti finali ai lettori di TrueMetal.it. Grazie!

Grazie a TrueMetal.it …. e a tutti i vostri lettori! È stato un piacere fare questa chiacchierata. Vi aspetto numerosi ai nostri concerti.