Progressive

Live Report: Opeth @ Alcatraz (MI)

Di - 6 Novembre 2014 - 13:00
Live Report: Opeth @ Alcatraz (MI)

Lunedì 3 Novembre 2014
OPETH + Alcest
Alcatraz
Via Valtellina 25, Milano

 

Anteprima

 

Unica data italiana del nuovo tour degli svedesi Opeth, capitanati dal quell’artista e motore inesauribile di idee che risponde al nome di Mikael Åkerfeldt, affiancati per la serata dai francesi Alcest, band fondata da ex-componenti del gruppo black metal transalpino Peste Noire. Dopo una lunga fila, cosa che non si vedeva da tempo, composta da fan provenienti anche da altre regioni, oltre a quelli meneghini, è finalmente possibile accedere al locale, che per questa serata appronta il palco grande per l’evento.

 

La band capeggiata dal polistrumentista Naige, sale sul palco avvolta da soffuse luci viola e dalle oniriche note dell’intro “Wings” seguita da “Opale” estratte dal loro ultimo album. La cosa che salta all’occhio, è che rispetto a tutte le altre band viste finora, la batteria è sullo stesso piano degli altri strumenti, e non alle loro spalle come normalmente avviene. I volumi sono decisamente buoni, anche se grn parte del cantato del primo brano risulta poco comprensibile, problema risolto poi in corso d’opera, e le sonorità shoegaze proposte catapultano il pubblico in una lontana terra dei sogni, per poi riportarlo alla realtà con “Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles” , dall’incedere più metal, grazie a chitarre maggiormente distorte e all’utilizzo dello scream da parte di Neige. La  melodia e la voce calda e ricca di emozioni la fanno da padrone in “Autre Temps”, che riscuote i giusti applausi del pubblico, e il caleidoscopio di emozioni prosegue con le successive “L’eveil des muses” e “Percées de lumière”, secondo brano dai toni più aggressivi proposto dagli Alcest, che sulle angeliche voci finali di “Délivrance”, abbandonano sul palco i loro strumenti e fanno la loro uscita di scena. Prestazione emozionante per quanto riguarda l’atmosfera, ma la riproposizione di melodie molto simili tra loro, per quanto ben accettate dai presenti,  corrono il rischio di sviluppare una certa noia e perdita di attenzione, una scaletta più corta e forse una maggiore interazione col pubblico sarebbe più gradito.

Setlist
1.Wings  
2. Opale  
3. Là où naissent les couleurs nouvelles  
4. Autre temps  
5. L’eveil des muses  
6. Percées de lumière  
7. Délivrance  

 

Dopo un lungo intervallo, ecco prendere posto sul palco gli Opeth. Terminata l’intro di apertura, lo spettacolo ha inizio e che spettacolo, gente!
Con le due nuove tracce “Eternal Rains Will Comes” e “Cusp Of Eternity”, ci immergiamo direttamente nel prog di settantiana memoria, e i continui giochi di luci oltre all’ipnotica voce di Åkerfeldt, incantano il pubblico presente che al termine del secondo brano acclamano a gran voce, e in italiano (Michele! Michele!), il frontman svedese, che sorride , ringrazia e ricorda a tutti che sono gli Opeth. Con la successiva “Bleak”, Åkerfeldt mostra un uso del growl un po’ forzato, rispetto al cantato pulito ormai a lui più congeniale, cosa questa che non inficia in alcun modo l’esecuzione del brano, così come nelle seguenti “The Moor” e “Advent”, eseguite con una precisione che rasenta la perfezione. Da due brani che affondano le radice nel passato della band, si ritorna al presente con la bellissima ed emozionante “Elysian Woes”, per passare a un vero capolavoro del prog moderno come “Windowpane”, che porta i presenti all’Alcatraz nell’estasi più totale.  Lo show prosegue con “The Devil’s Orchard” e “April Ethereal”, al termine della quale il batterista Martin Axenrot, subisce un non meglio identificato guasto allo strumento da lui presieduto, incidente che costringe Mikael a intrattenere un pubblico sempre più affamato di musica, con due piccole chicche acustiche, l’inizio di “Harvest” cantato solo dagli astanti e, anche se appena accennata, “Face Of Melinda”. Risolto il problema “The Lotus Eater” , si diffonde con tutta la sua maestosa potenza ed eleganza, per portarci al gran finale con “The Grand Conjuration”. Dopo una breve acclamazione, il combo svedese risale sul palco per l’esecuzione di “Deliverance”, ultimo pezzo della serata, preceduta dalla presentazione della band fatta dallo stesso  Åkerfeldt che si autoproclama anche come il più bello, il più buono, il meno egocentrico e soprattutto come quello che ama l’Italia più degli altri membri, scatenando risate e applausi generali. Gli Opeth hanno regalato ai presenti una serata unica, suoni precisi e giochi di luci hanno catturato il pubblico dell’Alcatraz come poche volte è capitato di vedere, dicono che la perfezione non esiste, ma se ci fosse, Opeth sarebbe il suo nome.

Setlist
01.Through Pain to Heaven  (Popol Vuh song)
02. Eternal Rains Will Come  
03. Cusp of Eternity  
04. Bleak  
05. The Moor  
06. Advent  
07. Elysian Woes  
08. Windowpane  
09. The Devil’s Orchard  
10. April Ethereal  
12. Harvest  (Acoustic snippet sung by the … more)
13. Face of Melinda  (Acoustic snippet sung by the … more)
14. The Lotus Eater  
15. The Grand Conjuration 

Encore:
16. Deliverance