Death

Live Report: Usnea e Inverloch a Trieste

Di Nicola Furlan - 20 Aprile 2016 - 18:29
Live Report: Usnea e Inverloch a Trieste

Martedì 19 aprile 2016
Inverloch – Usnea
Live @Tetris, Trieste

Relapse Records, sinonimo di attenzione all’undergound più endemico e feroce incontra, nella serata del 19 aprile il Tetris, locale triestino che rappresenta quanto di meglio possa accogliere proposte underground così ricercate. Il risultato? Una serata di purezza estrema! È infatti da queste combinazioni, nate dalle passioni degli addetti ai lavori, da questi posti, che rinasce la musica, quella vera, indipendentemente dal genere che esprime. Anni e anni a sperare che finalmente un gruppo di ragazzi creasse le condizioni per ‘vivere’ nuovamente l’underground e quindi le novità, quelle che nessun canale mainstream può garantire. Da qui rinasce la musica… e da qui prende vita il divertimento, sopratutto se una birra ha un costo di soli 3,00€ (alla faccia della stragrande maggioranza dei locali che propinano alla gente birre annacquate a prezzi esorbitanti).

Sull’esclusivo ed oscuro palco della grotta di via della rotonda, si susseguono gli show di due band targate Relapse Records, etichetta della Pennsylvania da oltre venticinque anni attenta alle realtà underground estreme del pianeta (alcune delle quali con grandi successi alle spalle). Inverloch e Usnea sono di fatto pronte a mettere a ferro e fuoco l’impianto e a coinvolgere i presenti, per l’occasione in numero sufficiente a non far sfigurare agli occhi degli artisti la scena italiana più intransigente della musica estrema.

Agli australiani Inverloch il compito di aprire le macabre danze. Nati dalle ceneri degli storici deathster Disembowelment, i Nostri propongono un concentrato di death-doom debitore della frangia più intransigente di band che tanto ha dato al genere ed in cima alla quale risiedono i mostri sacri Asphyx. Nulla di nuovo quindi, se non tanta attitudine e brillante interpretazione. Certo, direte voi, con tanta esperienza alle spalle è il minimo dovuto… ma possiamo garantirvi che la band capitanata dalla mente, nonché chitarrista, Matthew Skarajew, di entusiasmo ne ha messo in gioco parecchio coinvolgendo il pubblico e tenendo alta la potenza distruttiva per tutta l’ora che ha visto coinvolta la band on-stage. Il resto lo ha fatto la friuibilità dell’aspetto compositivo del disco che la band sta attualmente promuovendo. “Distance/Collapsed” suona, dal vivo come da disco (suggeriamo caldamente l’ascolto), oscuro e mistico e la sensazione s’è percepita. Unica pecca, i bassi un po’ troppo marcati che hanno relegato, in qualche tratto, l’opera vocale a mero accompagnamento. Nulla di sostanziale comunque. Prestazione eccellente.

E venne il turno degli statunitensi, comunque coheadliner in questo tour europeo, Usnea che di dischi da promuovere invece non ne avevano…
Il repertorio pesca quindi dalle due produzioni passate targate 2013 e 2014, con i brani dell’ultimo “Random Cosmic Violence” in grande evidenza. Devastante il loro doom, veicolo di sensazioni plumbee e cosmicamente vuote, risonanti della disperazione più desolante. E qui la differenza la ha fatta il talentuoso chitarrista mancino Justin Cory, spettacolare interprete della parte più black del loro aspetto compositivo. Tra uno scream ferale e l’altro, tra isteriche pennellate alle sei corde ed una capacità innata d’interazione con gli astanti, l’axeman di Phoenix si ritaglia il ruolo di protagonista assoluto della serata: vero trascinatore del gruppo. La band si esprime bene, sostenuta dalla cavernosa prestazione al microfono del bassista e cantante Joel Williams. Anche qui una piccolissima pecca nei volumi alla voce che, già bassa di suo, annegava nel vortice caotico generato dalla cadenzata sezione ritmica. Nel complesso, show di alto livello anche per questo quartetto.

Che dire, serata spettacolare, location perfetta gestita da ragazzi cordiali e pieni di passione… pronti ad abbracciare orde di affamati ‘pure extreme underground music fans’… cosa volere di più?
Suggerisco a coloro che davvero hanno a cuore la rinascita della musica, quella vera, di bazzicare un po’ di più in locali come il Tetris e di dare soddisfazione a ragazzi che si ficcano in un tourbus, vivono la in strada e danno tutto al loro pubblico. Wow… Mai sottovalutare l’energia di un sogno, anche se oscuro come quello che ci hanno regalato Inverloch e Usnea.

Nicola Furlan