Heavy

Intervista Raven (John Gallagher)

Di Eric Nicodemo - 18 Maggio 2015 - 8:01
Intervista Raven (John Gallagher)

Benvenuti su TrueMetal… e saluti da un vostro grande fan! Tralasciando i convenevoli, “ExtermiNation” mostra una band ancora atletica e in forma smagliante, dopo tutti questi anni, un record che non molte band possono vantare!

Sì, è davvero incredibile: sono passati 41 anni e noi siamo ancora là fuori, più che mai!

Ho sempre pensato che il contributo dei Raven è stato essenziale per lo sviluppo della storia dell’Heavy Metal… e non sono il solo a crederlo: non a caso, per esempio, i Kreator coverizzarono “Lambs To The Slaughter”. Ve lo sareste mai immaginato quando eravate all’inizio della vostra carriera?

No, certo che no. Al tempo, vivevamo alla giornata e probabilmente la cosa più grande che avremmo immaginato sarebbe stato suonare al municipio di Newcastle! Non avremmo mai pensato di registrare la nostra musica e pubblicare album in tutto il mondo!

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Oggi, è possibile notare un nuovo generale interesse per la NWOBHM e i suoi protagonisti. Qual è la ragione di questo rinnovato interesse per le origini dell’Heavy Metal?

Bene, come hai fatto notare, noi siamo in attività da talmente tanto tempo da accorgerci che le tendenze musicali hanno una loro ciclicità… effettivamente, tutto ritorna di nuovo in giro. E penso che la gente si stia finalmente stufando di questa brigata di “mostriciattoli” e voglia sentire del vero Metallo. I fan più giovani stanno facendo i “compiti”, scoprendo dove i Metallica & company hanno preso le loro influenze… è ciò evidente nel corso degli ultimi 10 anni o giù di lì.

Ho sempre adorato il vostro stile, la vostra personalità e il vostro dinamismo. L’immagine dell’athletic rock è davvero dura a morire (il ricordo del casco da football di Wacko è ancora vivo tra gli appassionati)! Per non parlare dell’iconografia steam punk di “Stay Hard”! Da dove viene fuori quest’idea?

Intorno al 1980, usavamo indossare sul palco tute e abiti sportivi per il fatto che erano confortevoli ed erano cool – solo nero, bianco e rosso… Quando siamo andati negli Stati Uniti, abbiamo visitato un negozio di hockey ed è lì che prendemmo le protezioni di Mark e il casco di Rob. Il termine athletic rock è stato ideato dalla casa discografica: un giorno, abbiamo visto un annuncio pubblicitario per l’EP “Crash Bang Wallop”. Credo che volessero reclamizzarci come “athletic rock”… beh, allora ci siamo detti “Se l’abito ti sta bene, indossalo”!

Athletic Rock

Il punk ha in parte influenzato il vostro sound, così come è stato detto più volte. E’ vero o è solo una parziale e superficiale influenza? Personalmente, non apprezzo la maggior parte del punk rock, ma mi piacciono i Raven: è possibile?! (Risate)

Molto probabile! Abbiamo odiato parecchio il punk! L’unica cosa che si salvava era l’energia – e ne avevamo di gran lunga di più! Penso che ci piaccia di più il punk oggi che a quel tempo! D’altronde, nel 1980, un gruppo di punk irruppe durante una prova e tentò di rubare il mio basso. Feci a botte con loro e mi ruppi un braccio… dunque, no, non siamo fan del genere.

Parlando di “ExtermiNation”, le canzoni sono generalmente veloci ed esplosive come ci aspettiamo da un album dei Raven! Tuttavia, vi è un’eccezione: “River Of No Return”. Perché questa variazione nell’album? “River Of No Return” è una canzone, in un certo senso, inusuale per i seguaci del Corvo.

Bene, dopotutto si tratta solo di un pezzo più enfatico e lento. In realtà, ha dei precedenti: abbiamo inserito parti simili, dal tono epico, diverse volte, in canzoni quali “Tyrant Of The Airways”, “Run Silent, Run Deep”, “Wilderness Of Broken Glass” e in “Pray For The Sun”. “River Of No Return” era qualcosa che avevo scritto per la chitarra acustica. Quando stavamo componedo l’album, mi sono chiesto “come potremmo farlo diventare un pezzo per la band?”. E così, ho cambiato l’intro acustico con la linea di basso, rendendo il suono più pesante. L’ho poi registrato e ai ragazzi è piaciuto un sacco! L’idea di base per l’album era un gruppo di canzoni coese, tutte heavy ma dovevano essere varie, ognuna con una propria identità. E se penso che cosa abbiamo tirato fuori!

“Destroy All Monsters” è una delle mie canzoni preferite di “ExtermiNation”, ed è la canzone che ogni fan dei Raven vuole da voi: potente, ricca di groove e adrenalina! E’ una coincidenza che questa canzone abbia lo stesso nome di uno dei vostri live del passato?

Ah! Quando abbiamo fatto l’album live “Destroy All Monsters” (1995), abbiamo sempre detto che era un titolo adatto per una killer song e avremmo dovuto usarlo un giorno. Bene, durante la fase di scrittura dell’album, Mark entrò con una manciata di riff e ha detto “Ho trovato”! Abbiamo, quindi, abbozzato alcune idee in sala prove ed è nato il “mostro”! Le performance di Mark e ​​Joe in questa canzone (e nell’intero album) sono incredibili! E’ stata la canzone d’apertura perfetta per l’album.

Raven in concerto

Da dove deriva l’idea della copertina dell’album? Che cosa ha ispirato una cover così anni ’80 e appropriata al vostro stile? Cosa rappresenta?

Il soggetto della copertina deriva proprio dal titolo. “Exterminate” è un termine ricorrente nel testo di “Destroy All Monsters” e Mark ha suggerito “extermiNation” come titolo dell’album, creando un gioco di parole con due significati. Allora, ho proposto come soggetto per la copertina uno scienziato pazzo che avvelena la terra… (qualcuno ha detto Monsanto?!) (Nota multinazionale statunitense, specializzata in biotecnologie agrarie – ndr). Insomma, è un soggetto attuale ed è figo per una cover!

E’ passato molto tempo dalla sacra triade (“Rock Until You Drop”, “Wiped Out”, “All For One”). Che cosa è cambiato, in meglio e in peggio, nella nostra amata musica?

Abbiamo mantenuto lo stesso spirito: registriamo essenzialmente allo stesso modo… tutti e tre nella stessa stanza, suonando insieme, senza metronomo. Nessuno più registra in questo modo ed è “folle” ma è l’unico modo per suonare come una pazza metal band dal vivo! Questo è cambiato per le altre bands, dove ognuno svolge il proprio lavoro da solo… in modo clinicamente noioso! Un’altra cosa che è cambiata, è il fatto che i componenti di un complesso, vengono sostituiti ogni cinque minuti, quasi fossero i giocatori di una squadra di calcio. Noi non siamo così. Tu conosci chi sta nella band. Siamo fratelli, non una società!

A proposito di cambiamenti: oggi, l’interesse delle major si è drasticamente ridotto nei riguardi dell’Heavy Metal rispetto al panorama musicale degli anni ’80. Quindi, possiamo dire che l’Heavy Metal è, in genere, tornato a casa, nella scena underground. Alcuni gruppi, anche se lontano dai riflettori, si sentono liberi di lavorare al meglio, essendo in grado di godere del proprio lavoro, senza la pressione del music business. Cosa ne pensi di questo? (La vostra esperienza con l’Atlantic a quel tempo la dice lunga sul mondo della musica…).

C’è un sacco di cose vere in quanto hai detto. Gli anni dell’Atlantic furono gli unici anni in cui abbiamo avuto pressione. Dopo averli mandati all’inferno, tutto è diventato più semplice dal punto di vista compositivo! Comunque, rispetto alla scena metal dei primi anni ’90, adesso la situazione è molto migliore, viva e vibrante!

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Oggi, sembra che l’Heavy Metal sia più amato e seguito nel resto d’Europa, piuttosto che nella vecchia Inghilterra, dove (escludendo i complessi di fama mondiale) sembra essere stato messo da parte per preferire le nuove tendenze pop. In Italia, noi (“seguaci del Metallo”) non siamo poi così numerosi ma abbiamo una tenacia e una passione incrollabile per questa musica! Cosa ne pensi di questa sorta di empatia (o come volete chiamarla), che lega indirettamente persone provenienti da tutto il mondo?

E’ incredibile… una volta che sei un vero fan del Metallo, lo sei per sempre! Quanto hai detto succede anche negli Stati Uniti, dove il pubblico può essere volubile e passare alla successiva “cosa” cool, ma i veri fan rimangono con te per tutta la corsa… e c’è un nuovo pubblico di giovani fans, come abbiamo già detto!

Se aveste l’opportunità, vi piacerebbe inserire le vostro grandi canzoni in una colonna sonora? Un film cyber punk sarebbe perfetto, all’occorrenza, non è vero?

… O un film horror… oppure il prossimo Mad Max?! Lol!

Ed ora… tre canzoni che ami e tre canzoni che odi (se ci sono!)… della vostra discografia!

Ehi, ragazzo, “odio” è un termine un po’ forte, ma ok, andiamo… Canzoni che amo… 1.“Don’t Need Your Money” – il nostro primo singolo: ha davvero riassunto la band in quel momento in tre minuti! 2.“Break The Chain” – per il motivo precedente: ha riassunto quello che stavamo facendo in quell’album – big, bold, heavy! 3. “Scream” – una delle canzoni più folli del nuovo album: veloce, pesante e parecchio al di sotto dei tre minuti!

Ora, le tre canzoni che “odio”: 1.“Restless Child” – canzone stupida… una sorta di scadente versione degli Status Quo… però, ha un assolo di chitarra pazzesco! 2. “Don’t Let It Die” – testo orribile ma ha una grande sezione centrale. 3.“How Did Ya Get So Crazy” – ancora una volta un testo orribile ma una grande parte centrale!

Ora, tre cose che ami e tre cose che odi nella scena musicale! Break the chain!

Amo: scrivere, registrare e suonare ai concerti! Odio: i controlli, le attese in aeroporto e il cibo cattivo!

Se i Raven sono insuperabili in qualcosa, questo è lo spettacolo dal vivo. La storia narra di concerti turbolenti, dove brani come “Take Control” e “Hard Ride” di certo non sfiguravano! A questo punto dell’intervista, raccontateci un episodio che vi ha colpito in particolare durante un vostro live!

Mi ricordo chiaramente il nostro primo spettacolo in italia all’Odissea 2001 a Milano. Alla fine dello spettacolo il pubblico (ragazzi ed… anche ragazze!) ha tirato giù il muro di separazione tra la sala e il camerino, tutto ad un tratto… e tutto su di noi mentre eravamo seduti a cambiarci mezzi nudi! Folle!

Ero alla vostra esibizione che si era tenuta al primo “Play It Loud” e devo dire che il vostro show è stato dirompente! I ragazzi al concerto si divincolavano, in particolare quando Mark si girò verso di noi esprimendo tutta la sua soddisfazione! La vostra musica è aperta e diretta, così come siete voi con i vostri fan, e non tutte le band lo sono in quel modo!

Noi, ci connettiamo con il nostro pubblico – e perché no – anche con chi è venuto a vederci e siamo lì per suonare per loro! E’ come un ciclo di feedbacks: si sprigiona energia positiva e il pubblico reagisce e la rinvia alla band… e questo è tutto! Ed è la ragione per cui facciamo quel che facciamo dopo tutti questi anni: andare sul palco, muoverci come pazzi e divertirsi con i nostri fans!

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Ammetto che l’Italia non è il mercato primario per l’Heavy: vi è una mancanza cronica d’interesse da parte delle grandi associazioni che organizzano eventi musicali e concerti, le quali preferiscono utilizzare di solito gli auditorium migliori per spazzatura pop e cantautori, ovviamente molto più remunerativi. Tuttavia, il desiderio di rivedervi di nuovo è alto: tornerete in Italia nel prossimo futuro?

Sì! Abbiamo un sacco di spettacoli in programma… Giappone a luglio, Usa a fine luglio, Corea in agosto ed, infine, Europa nei mesi di settembre/ottobre… Italia inclusa!

Beh, la nostra intervista è finita, ma non possiamo salutare senza incitarvi! Rock until you drop, Raven!

Molte, molte grazie. Auguriamo il meglio ai nostri fans, sperando che piaccia il nostro nuovo album, con l’augurio di incontrarci presto on the road!

Eric Nicodemo

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