Prog Rock

Recensione Libro: Claudio Simonetti: il ragazzo d’argento. Una vita coi Goblin la musica e il cinema

Di Stefano Ricetti - 1 Novembre 2017 - 12:30
Recensione Libro: Claudio Simonetti: il ragazzo d’argento. Una vita coi Goblin la musica e il cinema

Claudio Simonetti: il ragazzo d’argento

Una vita coi Goblin, la musica e il cinema

di Claudio Simonetti con Giovanni Rossi

I Cicloni 29 – 224 pagine + 32 a colori – formato 16×23

ISBN 978-88-94859-06-5

20 Euro

Tsunami Edizioni

 

Sono uno di quelli che in tempi non sospetti s’è consumato, all’interno di un mangiadischi di colore arancione, i 45 giri di Profondo Rosso e Suspiria dei Goblin. Piccoli oggetti di plastica rotondi retaggio di acquisti effettuati solo pochissimi anni prima da alcuni familiari strettissimi. Diverso il discorso legato alle uscite successive, sempre nell’orbita del regista horror Dario Argento: capolavoro assoluto, in termini di colonna sonora, quel Phenomena che nel 1985 beneficiò di pezzi heavy metal dalla portata killer quali Locomotive, espressione di velocità e potenza incredibile sprigionata dalla allora neonata formazione a quattro dei Motörhead – per lo scriba la più metallara, inarrivabile e possente della loro storia – comprendente oltre Lemmy al basso e voce, il bombardiere ex Saxon Pete Gill alla batteria mentre la coppia di asce affilatissime era ad appannaggio di Wurzel e Phil Campbell. A rispondere alle cannonate griffate snaggletooth su quel vinile un altro combo british che non ha certo bisogno di presentazioni su queste pagine a sfondo nero: gli Iron Maiden alle prese con Flash of the Blade!          

Due-mazzate-due di Acciaio feroce e senza redenzione che però non hanno il potere di tirare le redini dell’intera colonna sonora… il vero mastermind dell’operazione è Claudio Simonetti (qui sua intervista dello scorso agosto), autore sia come “Simonetti” che come Goblin dei temi portanti e catalizzanti del film di Argento. Il sottoscritto ha avuto modo ammirarlo per la prima volta in vita propria dal vivo all’interno dello scorso Metalitalia Festival, quando il buon Claudio costituiva il ricco antipasto prima dell’abbuffata, puntualmente avvenuta, a base di Death SS in cima al bill della kermesse svoltasi in quel di Trezzo sull’Adda.   

L’occasione di tornare su Claudio Simonetti la fornisce, al solito confezionata al meglio e con cura dei particolari, la casa editrice Tsunami Edizioni, che qualche settimana fa ha licenziato il libro Claudio Simonetti: Il Ragazzo D’Argento. Una solleticante release allestita in collaborazione con Giovanni Rossi che va a scandagliare tutto lo scibile legato a uno dei compositori tricolori più stimati e influenti, apprezzato in patria e ancor più all’estero, citando le note di presentazione della stessa Tsunami: con i suoi Goblin ha scritto alcune delle colonne sonore più importanti della cinematografia italiana – in primis quelle di “Profondo Rosso” e “Suspiria” per il maestro del brivido Dario Argento – ed è presto diventato uno dei più apprezzati autori di musiche per film, collaborando con molti registi come Lamberto Bava e Ruggero Deodato. Ha inoltre scritto le prime pagine della storia della disco music italiana, lanciando artisti come Easy Going e Vivien Vee, e ha composto la musica del celebre successo mondiale “Gioca Jouer” firmato da Claudio Cecchetto.

John Carpenter ed Eli Roth citano apertamente il maestro Claudio Simonetti come loro fonte di ispirazione, così come moltissimi musicisti che spaziano dall’ heavy metal al Progressive. Ancora oggi, la sua musica gode di un ampissimo seguito che trascende i confini generazionali, geografici e di genere, facendo collezionare ai suoi Claudio Simonetti’s Goblin concerti sold out in Europa, Stati Uniti e Giappone.

Per la prima volta Claudio Simonetti si svela completamente, ripercorrendo la propria vita e la sua straordinaria carriera in un racconto ricco di aneddoti, umano e avvincente, che è al tempo stesso anche un irripetibile viaggio nella storia della musica, del cinema e della TV italiana degli ultimi quarant’anni.

224 pagine formato 16 x 23 – più 32 a colori ad appannaggio di belle foto – pregne di pathos che restituiscono un buon ritmo di lettura anche perché il protagonista non gioca a nascondino. Simonetti, conscio del fatto che libri di questo stampo possono vedere la luce una sola volta in una carriera, spara tutte le proprie cartucce, e non solo in senso lato. Denotando amore per se stesso, per il proprio orgoglio e la propria dignità dispensa bordate dialettiche senza remora alcuna all’indirizzo di personaggi gravitati o gravitanti la sua orbita. E’ altresì vero che Claudio non risparmi nemmeno la sua stessa persona, all’interno del libro, dalle critiche.      

Il Ragazzo d’Argento dispensa inoltre aneddoti e chicche di notevole portata, che di fatto allargano la platea dei potenziali lettori. Nel momento in cui ci si imbatte nella collaborazione con Cecchetto piuttosto che con la scrittura della colonna sonora del film “College” con protagonitsta la miss Italia di turno, si apre giocoforza uno scenario del tutto inedito all’interno del Simonetti come lo si vede “dal di fuori”, con inevitabili strascichi che conferiscono ulteriore “pepe” all’uscita Tsunami. Particolarmente interessanti, poi, le dichiarazioni di Claudio di carattere sociologico sull’Italia e gli italiani. Spietate, in alcuni casi, ma fottutamente vere. Di certo da rileggere più volte. Tutta roba di prima mano, raccontata da uno che ha vissuto sulla propria pelle le lotte del Sessantotto, ha girato il mondo, è passato più e più volte in diretta sulla RAI e sa risultare tranchant quanto ironico nella stessa misura.  

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

      

IL RAGAZZO D'ARGENTO