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The Rocker (Tutta la band)

Di Marcello Catozzi - 2 Dicembre 2010 - 11:00
The Rocker (Tutta la band)

Reduci dal notevole successo riscontrato a seguito dell’uscita del loro primo album (cfr. recensione), nonché del varo del loro primo video ufficiale, i nostrani The Rocker si danno in pasto a Truemetal per una simpatica e informale intervista. A beneficio dei pochi ai quali siano sfuggite le gesta dell’arrembante combo milanese, rammentiamo che la band è formata da: Edo Arlenghi (voce), Walter Caliaro (chitarra), Mauro Palermo (chitarra), Fortu Saccà (basso) e Ramon Rossi (batteria). Li incontriamo nell’atmosfera mangereccia del locale in cui, da qui a poche ore, si esibiranno davanti a una gremita platea di rockettari affamati di buona musica (una specie apparentemente in via di estinzione, ma fortunatamente ancora bella tosta e numerosa). Seduti attorno a un tavolo, le narici accarezzate da piacevoli effluvi gastronomici, diamo il via alla nostra chiacchierata in libertà, cominciando dal massiccio frontman (Edo) il quale, felpa e berrettino, sta dando l’assalto a un mega sandwich. Orsù: interrompiamo dunque il suo atavico grufolare, per rivolgergli le prime domande. “La bocca sollevò dal fiero pasto” avrebbe scritto a questo punto il Sommo Poeta a chiusura del prologo, introducendo la nostra intervista. Here we go!

 

 

Allora Edo, a pancia piena possiamo ora partire dall’inizio della storia: quando e come nasce il progetto The Rocker?

EDO: il progetto The Rocker è venuto alla luce alla fine del 2003, ma con tutta un’altra formazione rispetto alla presente. Le tracce di batteria sono state registrate da Cesco Jovino (il drummer di UDO). The Rocker è nato per il mio desiderio di voler fare brani originali, con la produzione di un EP dal titolo “The Rocker”, contenente 4 brani inediti: “Pure rock and roll never lies”, “No rules”, “Hungry for fame”, “To a friend”.Tutti e quattro i brani sono stati riarrangiati e fanno ora parte del nuovo album. Gli highlights di quel periodo furono: un Gods of Metal a Milano al Palatrussardi (ora Palamadzda) come endorser Marshall per la Eko e una data, memorabile per tanti aspetti, al Rolling Stone di Milano.

Il prodotto che presentate si rifà a stereotipi che, abbastanza chiaramente, risalgono agli anni 70/80. Ci sono degli artisti, in particolare, che vi hanno ispirato dal punto di vista formativo e creativo?
EDO (trangugiando l’ultimo boccone): AC-DC ovviamente, ma anche Van Halen, Led Zeppelin, Who, Deep Purple, Rainbow, Black Sabbath, Ronnie James Dio, Whitesnake, Ozzy, Motörhead, Guns’n’Roses…

Hey Edo, ma quanti ne stai citando?

EDO: non ho finito: Judas’ Priest, Iron Maiden, Saxon, Kiss, Riot, Cult, Def Leppard, Mötley Crue, Journey, Ratt, Scorpions, Loudness, Wasp, Hanoi Rocks, Skid Row, Accept, Anthrax, Thin Lizzy, Gary Moore, Dokken, Lynch Mob, Cinderella, Tesla…

Aiuto! Aspetta un attimo: se continui così, finisce che mi intasi la memoria del registratore!

EDO: Rolling Stones, Beatles Queensryche, Quiet Riot, Billy Idol, Brian Adams, Pat Benatar, Bad Company, Queen, Poison, TNT, Y&T, Twisted Sister, Buckcherry, Slayer, Metallica, Megadeth, Pantera, Testament, Exodus…

Ragazzi, vi prego, fermatelo: portategli subito un altro panino!

EDO: Armored Saint, Police, Ramones, Sod, DK, GBH, Sex Pistols, Clash, Bob Marley, Peter Tosh, Steelpulse, Foo Fighters, Soundgarden, Rancid, Velvet Revolver… Penso di averne dimenticati una ventina… Beh, dai: i più importanti ci sono tutti!

Ok, ora, dopo aver ripreso fiato, dimmi come sono nate le idee per le canzoni che appaiono nel disco.

EDO: tutte le storie che sono narrate nelle canzoni tipo “To a friend”, “Bye bye to the sadness”, “Little angel”, “Here for today”, “No rules” sono assolutamente vere al 100%. Gli altri brani mi sono venuti senza troppo pensarci, ma penso che contengano dei piccoli messaggi più o meno importanti: “God’s not hate”, per esempio, è un pezzo che si schiera contro ogni forma di estremismo, mentre “Pure Rock and Roll” rappresenta un inno alla musica che più ci fa godere, ovvero il rock’n’roll. “Comfortable disease” è dedicata al nostro tempo, un vero male confortevole. “King for a day” è una storia fantasy, dedicata a tutti coloro che vogliono mandare a fare in culo il proprio datore di lavoro. Il protagonista, un tizio che si è stancato dei soprusi del proprio boss, lo fredda con un colpo di pistola e si dà alla macchia.

Molto realistica quest’ultima: a dir la verità, mi ci vedo! Dai, continua.

Ah ah! Non solo tu. Ma procediamo. “Motorocker” è un po’ la nostra “Born to be wild”, senza offesa per il capolavoro degli Steppenwolf, sia chiaro: è stata scritta in onore tutti i veri “motorcycle riders” senza dimora e sempre liberi come il vento. “Hungry 4 fame” è dedicata a tutte le veline, letterine…donne che per la carriera farebbero di tutto e la darebbero volentieri in cambio di un posto importante. Infine “Italian bastards”, forse il brano più conosciuto del CD, dal testo un po’ punk: la canzone vuol essere tanto autoironica quanto autocelebrativa, e si pone come la sintesi degli stereotipi conosciuti in tutto il mondo. Teniamo presente che, anni fa, l’Italiano veniva considerato al pari di un semi-terzomondista. La situazione, oggi, è un pochino migliorata, forse; tuttavia restiamo sempre tanto mafia, spaghetti e, adesso, anche tanto “Berluskone”, e comunque sempre troppo poco rock’n’roll. Anche perché le discoteche, regolarmente strapiene di impizzati di bamba che sbavano dietro a baldracche tirate da guerra, fanno sempre più soldi, a livello di entertaining, rispetto al puro rock’n’roll. Stli di vita diversi, insomma, realtà agli antipodi…

Torniamo alla fase di “gestazione” dell’album: poiché ebbi modo di assistere alle sessioni di registrazione in studio (era il 2005?), posso chiedervi come mai è occorso così tanto tempo per partorire la “creatura”?

EDO: vallo a chiedere a tutti quei pezzi di merda che ci hanno messo i bastoni tra le ruote in questi anni!

Passiamo a un’altra domanda. La produzione del CD mi pare di ottimo livello. Siete soddisfatti del lavoro oppure, a posteriori, c’è qualcosa che vorreste rivedere?

EDO: siamo soddisfatti: non è “Back in black”, né tantomeno “Led Zeppelin 4” o “Number of the beast”, però sai com’è… ogni scarrafone è bbello a’ mmamma sua! Il lavoro sprizza energia da tutti i pori e mi pare un buon disco di rock’n’roll. Non penso ci siano brani particolarmente deboli: la gente che l’ha acquistato non ce l’ha ancora tirato in faccia, perciò… Ah ah ah! Questo mi pare già di per sé alquanto significativo. Anzi, direi che i commenti dei nostri fan sono mooolto positivi. Rock on!

Cosa rappresenta la cover dell’album?

EDO: si tratta del mio tattoo. Un cuore sacro che sta bruciando di passione per il rock’n’roll. Rappresenta la nostra fede, l’attaccamento alla maglia, l’amore vero e l’entusiasmo per un genere musicale… insomma per qualcosa d’importante che non appartiene più a questo mondo e che, oggi come oggi, è un animale in via di estinzione.

Come stanno andando le vendite del CD? Come giudicate il riscontro del pubblico?

Dal pubblico, fortunatamente, stiamo avendo ottimi consensi e le vendite – tenendo conto che non abbiamo nessun supporto da parte di radio e televisioni, fatta eccezione per Rock TV – finora sono buone. In particolare ci fa piacere che la vendita “brevi manu” ai nostri concerti proceda spedita; a tale proposito, permettici di ringraziare il nostro prezioso roadie Cristian Martini “the Man”, il sesto componente della band, un vero gentleman.

Stando ai commenti sui vari blog e social network, il video della vostra hit “Italian Bastards” piace moltissimo. Com’è andato il lancio ufficiale?

E’ andato benissimo grazie; la cosa ovviamente ci fa molto piacere: la buona riuscita è anche merito di Ivano Tomba e Luca Campus, che hanno girato il video. La presentazione ufficiale ha avuto luogo all’Alcatraz di Milano a fine settembre, come da cliché. Gran bella serata, con buona affluenza di pubblico. Abbiamo suonato 6 canzoni, dopo di che abbiamo presentato il video e 2 schermi giganti sono calati in sala. Il filmato è stato trasmesso sui 2 mega schermi e su tutti i plasma dell’Alcatraz. La gente ha gradito molto e noi siamo rientrati per suonare ancora per un’altra buona mezzora. Una vera serata memorabile, insomma, culminata con l’ennesima versione di “Italian Bastards”.

Domanda provocatoria. Perché avete più date come Riff-Raff (AC-DC tribute) rispetto a The Rocker? Si può ritenere che il mercato non dia scampo a chi fa musica propria, a vantaggio delle tribute-band?

EDO: aaarghh! Tu sai già la risposta, ma mi fai la domanda solo perché vuoi indurmi alla violazione del secondo comandamento, vero? A parte gli scherzi, chi conosce il mondo dei locali Italiani sa molto bene che la prima cosa che il proprietario richiede, per far suonare una band, è il seguito, ovvero quanta gente possa affluire nel locale, in modo da riempirlo il più possibile e “fare cassetta”. I Riff-Raff esistono da ormai quasi 14 anni e il seguito, fortunatamente, non manca. Ora: suonare e cantare il repertorio dei nostri Maestri è un privilegio, sia ben chiaro, ma ci rendiamo ben conto che proporre tutti i propri brani è un vero lusso, che ci possiamo permettere solo in alcuni casi. Del resto, riusciamo di norma a inserire ben 4 canzoni originali nel repertorio AC-DC. Io ti confesso che vorrei eseguire solo pezzi di The Rocker, tuttavia per il momento – per i motivi di cui sopra – non possiamo permettercelo in tutte le date, ma solo nella minoranza di esse. E’ sempre una lotta, non si smette mai di combattere…

Beh, detto da te che sei un fighter, ci devo credere!
Quali sono state le sensazioni che avete provato nell’aprire il Gods of Metal 2009?

Tutto molto in fretta: il nostro concerto è durato poco più di 20 minuti. Tutta l’adrenalina che avevamo l’abbiamo trasmessa al pubblico. Non ci siamo sicuramente risparmiati. E’ stata una bella botta salire sullo stesso palco dei Mötley Crue e di Heaven and Hell: è stato semplicemente unico. Direi che è stato il concerto più breve ma più figo che abbiamo fatto finora come The Rocker.

Restiamo allo scenario del nostro Paesello: siete in grado di segnalare, suggerire ai lettori qualche emittente (radio o tv) che trasmette vero Hard Rock, tipo Rock TV (vedi la recente comparsata di Edo nella trasmissione di Pino Scotto)?

Radio Lupo Solitario, Linea Rock Radiolombardia con Marco Garavelli, e poi web radio come R’n’R Radio, per quanto riguarda il discorso radiofonico. Per quel che ne sappiamo, Rock TV è sicuramente il miglior sipario che ci sia per emergenti e non, che vivono di Rock. Grazie soprattutto a Pino e a Mario Riso, due amici che parlano la nostra stessa lingua.

Riallacciandoci al discorso impostato in precedenza, ovvero sulle difficoltà che incontra una band che propone pezzi propri, non avete mai pensato di puntare su un mercato all’estero, dove magari esistono maggiori possibilità di successo per una band che fa musica originale?

Con il prossimo CD proveremo di sicuro a farci distribuire da qualche etichetta europea. All’estero, in Europa particolarmente, specie al Nord, il nostro genere risulta molto più seguito, e di certo hai ragione, nel senso che potremmo avere più chance.

So che recentemente avete aperto per gli Europe a Milano. Avete qualche aneddoto da raccontare su quell’esperienza?

EDO: con gli Europe è stato divertentissimo: c’è anche un video su “YouTube – Edorock” che ci ritrae nel backstage, a meno 15 gradi, (un freddo cane al Palalido quella volta), mentre scherziamo prima di salire sul palco. Ricordo che il nostro volume, rispetto al loro, era quasi inesistente, ma la risposta del pubblico ci ha fatto parecchio piacere.

Già! Quella della disparità dei volumi è una storia che si ripete sempre, direi.
Ma adesso, via libera alla fantasia. Con quale band vi piacerebbe toureggiare?

EDO: AC-DC, Van Halen e anche con i Buckcherry! E poi con i Rolling Stones, perché mi piacerebbe conoscere Jagger e Richards…sarebbe troppo figo poter porre qualche migliaia di domande a quelle ambulanti biblioteche del Rock!

Come giudicate la scena Hard Rock attuale, in Italia? Premesso che non siamo più negli anni 80, pensate che questo genere abbia ancora molto da dire?

Perché, la scena Hard Rock in Italia esiste? Ah ah! Sai, non ce n’eravamo accorti. Ma sì dai, ci sono parecchie band che cercano di emergere, però è anche vero che, per quanto riguarda il settore “live”, i Club ben attrezzati per fare musica originale si contano sulle dita di una mano. C’è solo richiesta, sul mercato, per le cover band o tributi, come dicevamo prima, mentre lo spazio per le band originali si fa sempre più ristretto.
EDO: per quanto concerne il genere musicale, ritengo che il rock’n’roll sia tornato a grandi livelli, e comunque non morirà mai. Gli AC-DC hanno fatto 2 tour “sold out” in tutto il mondo, e ricordo che qualche anno fa un solo concerto per la “reunion” dei Led Zeppelin ha attirato l’attenzione di tutto il mondo musicale. I Guns, o meglio Axl e la sua band, hanno fatto il pieno a Roma e a Milano, come anche Slash, e pure nel resto del mondo hanno ottenuto grossi consensi. Il nostro non è un genere che appartiene solo agli anni 80. Ormai tutto si brucia in un attimo: oggi funziona, e il giorno dopo non funziona più, quindi bisogna andare avanti senza guardare queste cose o seguire le mode. Bisogna seguire solo la propria passione e la propria voglia di suonare o cantare per divertirsi, poi riuscire a trasmettere agli altri qualcosa di speciale è da intendere come un dono divino. Il punto è proprio questo: cosa si trasmette alla gente e in che modo. Solo con la vera passione per quello che fai arrivi a toccare il cuore del pubblico. E, per arrivarci, bisogna passare attraverso il labirinto del minotauro: “it’s a long way to the top if you wanna rock’n’roll”, insomma.

Sempre all’interno dei patri confini, potete segnalare qualche band interessante, qualche vostro “cugino” meritevole?

Edge of Forever, F.E.A.S.T., Noize Machine, HungryHeart, Clairvoyant e Love Crave.Queste sono band che conosciamo e apprezziamo come ottimi musicisti, vista la qualità dei loro CD.

Come vedete il panorama Hard Rock mondiale? A parte… “da lontano”…

Spiritoso! Come dicevamo prima, c’è un costante interesse per i grandi nomi del Rock: sono sempre le band emergenti a soffrire… E poi, con il fatto che non ci sono più regolamentazioni a livello discografico da anni, i dischi vengono ormai scaricati da Internet e il mercato si restringe al concerto e alla vendita del CD e del merchandising durante e dopo lo show. Il mondo discografico è sempre più in ginocchio. E’ la vera passione per la musica che fa marciare ancora le band emergenti come noi, spesso non rispettate a sufficienza dai gestori dei locali, in quanto sottopagate; e visto l’andamento del mercato, se non ci fosse appunto la passione a tenere tutto insieme, ci potremmo ritenere indubbiamente senza speranza.
EDO: “No future”, come diceva Johnny Rotten. Il mestiere del musicista pian piano sparirà dalla faccia della terra, se non cambieranno i parametri e il rispetto per questa categoria. Una volta c’erano le Rockstar; ora c’è X-Factor.

Beh, non solo: anche “Amici”! Ah ah!
Nei vostri momenti di relax ascoltate esclusivamente Hard Rock, oppure anche altri generi?

EDO: io in verità ascolto poca musica ormai: ho fatto il pieno negli anni passati e sinceramente, nell’ambito del genere Hard Rock e H.M., non intravedo nuove band che mi esaltino particolarmente. Se non in alcuni casi sporadici. Seguo i nuovi lavori di gruppi che ascoltavo negli anni 80 e a volte nemmeno più quelli. Ascolto Blues per rilassarmi e, musicalmente parlando, quello che faccio è concentrarmi sulla scrittura di brani originali.

Domanda formulata in violazione della privacy: vivete esclusivamente di musica oppure qualcuno di voi svolge un’attività lavorativa “normale”?

EDO: lavoriamo tutti. Al di fuori della band, intendo. Mauro, Walter e Ramon insegnano musica alle nuove generazioni e non, in scuole private e pubbliche. Fortu e io ci occupiamo di prodotti dermatologici. Io insegno anche sport da combattimento in una palestra di Milano.

Restiamo in tema: le vostre performance dal vivo sono una vera esplosione di energia, e i fan lo dimostrano ampiamente. Siete animali da palcoscenico e i vostri show sono sempre tirati a manetta. Visto che le vostre date (tra Riff-Raff e The Rocker) sono comunque tante, e visto che la vostra è una band “over 40”, posso chiedervi se avete qualche ricetta segreta per mantenere uno stato di forma fisica così invidiabile? Integratori alimentari o altro?

EDO: ah ah ah! No, nessun particolare segreto. Solo tanto sport. Niente droghe. Storica Nera e… tanto skannageeeee!

 

 

 

Ora mi sorge spontanea un’altra domanda. Il vostro video ufficiale vi vede seriamente impegnati on stage. A quando un video glam su una bella limousine con tanto di piscina e groupies, alla Mötley Crue per intenderci?

EDO: mah… “seriamente” è un parolone che non si addice a noi; comunque non succederà: primo, perché non siamo glam, ma solo una rock’n’roll band; secondo, perché con la crisi che impazza, il costo di un video finto glamour anni 80, affitto di limousine, baldracche da combattimento e via dicendo, ci verrebbe a costare un patrimonio… E poi scusa, dove lo potremmo girare, un video cosi? In centro a Barranzate di Bollate? Meglio meno glamour, più rock’n’roll e tanta concretezza. Comunque, considerati gli elementi che siamo, vedrei più probabile un video ambientato in uno zoo: nella gabbia dei facoceri….ah ah ah!

Torniamo a essere seri, please. Devo ricondurvi sui binari della professionalità.
Walter, posso chiederti qual è il chitarrista al quale ti sei ispirato?

WALTER: Ho iniziato ascoltando alla rinfusa Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Deep Purple, Police, Doors, Scorpions e Iron Maiden. Il colpo di fulmine arrivò, però, con l’Yngwie Malmsteen di “Odyssey”. Avevo 14 anni e tirai giù una chitarra impolverata che giaceva inutilizzata sull’armadio, iniziando così a suonare. Passai alla stagione dello shred con Satriani e Vai degli anni d’oro. Ho ancora il vinile di “Flying in a blue dream”, mentre “Passion & Warfare” ce l’avevo in cassetta, doppiato. Mi appassionai, intanto, di tutti i grandi e i minori degli anni 80… Eddie Van Halen, John Sykes, George Lynch, Gary Moore, Randy Rhoads, Jake E Lee, Zakk Wylde ecc. Da lì a ritroso ho iniziato a tornare indietro e riscoprire gli anni 70, che magicamente mi rivelavano chitarristi di cui già avevo amato i dischi e che si chiamavano Jimmy Page, Joe Perry, Angus Young, Ritchie Blackmore e tanti altri. Oggi mi entusiasmo ancora per un live di Hendrix che scordato suona “Wild Thing”, o per le stecche di Angus mentre si rotola.

Mauro?

MAURO: Io sono figlio, come quasi tutto il resto della band, degli anni 80. E’ naturale che i miei maestri siano stati: Gary Moore, Eddie Van Halen, i fratelli Young, Randy Rhoads, Matthias Jabs e Michael Schenker, senza però trascurare i grandi del passato come Hendrix, Page, Jeff Beck e tutto il cosiddetto “Rock Blues oriented”. Dei chitarristi tra virgolette “nuovi” considero Slash un grande. Il mio stile s’ispira al Rock Blues: poche note, a volte anche tante, ma suonate con l’anima, con gusto e personalità, e soprattutto un bel suono, l’intonazione… tutte cose che al giorno d’oggi non vengono molto considerate. Concludendo: se dovessi racchiudere tutto ciò che ho detto fino a ora in un solo nome, questo sarebbe senz’altro Gary Moore.

E tu, Edo, puoi dirci quali siano i tuoi cantanti di riferimento, e quali i migliori attualmente sulla scena? Possibilmente in numero inferiore a 100?

EDO: Bon Scott, Brian Johnson, David Lee Roth, Rob Halford, Rhett Forrester, Brian Adams, Billy Idol, Josh Todd.

La stessa domanda vale per il bassista e per il drummer. Prego, esprimete il vostro voto.

FORTU: Randy Jo Hobs, Noel Redding, Bill Wyman.
RAMON: le mie influenze principali sono da ricercare in Jeff Porcaro, Vinnie Appice, Alex Van Halen, Stewart Copeland, Clive Burr.

Qual è la canzone che vi piacerebbe avere scritto?

Beh… siamo tutti d’accordo su questi due titoli: “Stairway to Heaven” e “Highway to Hell”.

Un sogno nel cassetto (a parte la limousine col contorno di cui sopra)?

EDO: mah… sai, ti confesso che la Limo non è una cosa che ci abbia mai gasati più di tanto, anche perché in un modo o nell’altro ci siamo sempre divertiti anche con poco. Per me non sarebbe male un bel biglietto aereo “open” per 10 anni, con possibilità di viaggiare in qualsiasi nazione nel mondo “a gratize”! Questo sì che mi piacerebbe. E poi, con tutta la band, un tour mondiale di supporto agli AC-DC sarebbe davvero tanto tanto divertimento!

Cosa c’è in agenda per The Rocker? Un nuovo CD? Un video live? Un tour?

EDO: sicuramente inizieremo a lavorare al nuovo CD. Poi forse, se nevicherà ad agosto al Cairo, qualche importante live act… Stay tuned..!

Per finire: potete indirizzare un saluto ai lettori di Truemetal.

Ciao Truemetallers! Supportate sempre il Rock Italiano, perché – a parte noi – ci sono band che non hanno nulla da invidiare ad altre formazioni europee e americane! Keep on rockin’! We’ll see ya on the road, motherfukkkerssssss..!!!

Si chiude qui l’intervista con questi ragazzacci che, tra un paio d’ore, saliranno sul palco e accenderanno come sempre l’entusiasmo della gente. Nel segno dell’inossidabile rock and roll. Perché… true rock’n’roll never lies, true rock’n’roll never dies!
Si ringrazia Sergio Infuso per il contributo fotografico.

Marcello Catozzi