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Dreadlink (Klas Mossakowski)

Di Nicola Furlan - 1 Marzo 2013 - 7:20
Dreadlink (Klas Mossakowski)

‘Garantiamo che non ci sediamo mai a tavolino a pianificare di dover sembrare qualcuno che non siamo’
(Klas Mossakowski)

Tedeschi fino all’osso. Schietti nelle risposte, quadrati ed angolari nel sound proposto, determinati e freddi negli intenti. I Dreadlink sono una band davvero interessante. Autori di “Zero One”disco quantomeno non comune, i Nostri adorano ciò che fanno. Le uniche ambizioni che hanno sono quelle di esser più originali possibile e lasciare un segno riconoscibile nell’ampio panorama underground internazionale. E per quanto si possa percepire, sia musicalmente, sia artisticamente, l’obiettivo è stato raggiunto. Almeno questo è quanto a noi è sembrato. Perché allora non scambiare qualche chiacchera con uno di loro. Dall’altra parte il batterista Klas Mossakowski, a cui abbiamo chiesto, tanto per iniziare, il giorno in cui la band è nata…

Abbiamo dato vita al progetto nel 2009. Venivamo tutti quanti da band diverse, alcuni di noi, nel passato, hanno suonato anche in stesse band, ma sempre in progetti finalizzati al divertimento. Ci siamo allora incontrati ed abbiamo deciso di fare qualcosa di più serio, ma sopratutto di innovativo. Certo, abbiamo le nostre famiglie, i nostri lavori… siamo persone come tutte le altre, ma ci accomune l’idea di un metal ‘moderno’ e poi una cosa tira l’altra… ed eccoci qui!

Infatti questo votro nuovo disco “Zero One” è una vera e propria esperienza metal. Ho trovato il mix di groove metal, sludge e post-thrash di un gusto davvero ricercato. Qualcosa di davvero esclusivo e raro da riscontrare nell’infinità delle produzioni metal underground. Da dove avete preso ispirazione per un songwriting così particolare?

Grazie per l’analisi.. sembra ti sia davvero piaciuto! È molto semplice. Noi traiamo ispirazione dai fatti della vita di ogni giorno. Dreadlink è, a tutti gli effetti, lo strumento che abbiamo per esprimere le nostre sensazioni riguardo le cose che accadono nel mondo. E come hai fatto notare, non sempre queste sensazioni hanno un feeling positivo…
 
Ricordi il momento in cui Massacre Records vi ha contattati? Ci racconti come è andata?
 
Certo, lo ricordiamo eccome! E non lo dimenticheremo mai! In quel momento eravamo letteralmente fuori di testa! Anche se è stato un puro contratto di produzione, senza che venisse investito nulla nella realizzazione del disco che era già stato registrato tempo prima che Massacre si dimostrasse interessata ad acquisirne i diritti. “Zero One” è stato realizzato nel nostro piccolo studio. Lo abbiamo bello confezionato e lo abbiamo spedito in giro. Diciamo che tra le varie risposte ricevute, quella di Massacre c’è sembrata la migliore.
 
Torno al discorso dell’aspetto compositivo. Tanto per capire da quali ipirazioni possa esser stato partorito un lavoro così particolare, quali sono le vostre principali ispirazioni del passato, o attuali e quali i dischi che maggiormente vi hanno introdotto nel mondo del metal?
 
Hmm. Difficile da dire. Alla fine non è stata una cosa così importante. Facciamo la musica che più ci piace. Alla fine, come tutti gli altri, sì, è vero, anche noi abbiamo un sacco di ispirazioni dettate da quello che abbiamo ascoltato da giovani e quindi siamo parte della musica che abbiamo amato. Garantiamo però che non ci sediamo mai a tavolino a pianificare di dover sembrare qualcuno che non siamo.
 
  
Come lavorate in sala prove? C’è qualcuno in particolare che apporta un maggior numero di idee oppure è un lavoro che coinvolge tutto il gruppo?
 
“Zero One” è stato registrato alla vecchia maniera ovvero abbiamo lavorato di squadra e gli unici ritocchi all’aspetto compositivo sono stati eseguiti durante il processo di registrazione. Questi ritocchi avranno anche modificato qualche idea concretizzata da qualcuno di noi, ma il contributo musicale è assolutamente condiviso.
 
A tuo parare, di questo ultimo full-length, qual’è il brano che più vi rappresenta e perché?
 
Non saprei davvero quale scegliere. Ci rappresentano tutte alla stessa maniera per cui è necessario ascoltare tutto il disco in quanto non possono essere sconnesse dal concept celato dietro i brani. Basta solo prendersi il tempo necessario per dare una possibilità al nostro disco di esprimersi. Se non lo avete ancora fatto, fatelo, ne vale davvero la pena.
 
 
Spendiamo quindi un paio di parole sui contenuti concettuali. Di cosa parla il disco?
 
Bene, non c’è molto di celato dietro le righe per comprendere il significato di questo disco. Come già detto precedentemente, siamo influenzati dalla vita di ogni giorno: questi sono i contenuti del disco. Tutto quello che accade nel mondo è narrato da “Zero One”. I testi hanno a che fare con i problemi del lavoro, alle sensazioni negative percepite alla letture delle notizie dei telegiornali, a ciò che si vede osservando il mondo.
 
Cosa pensi dell’attuale scema metal contemporanea del tuo Paese?
 
La miglior parola per esprimere il movimento metal tedesco attuale è: multifaccettato. Alcune band della scena sono straordinarie, alcune mediocri… comunque, ci piace far parte di questo movimenti e progredire con esso.
 
E se ti chiedessi di fare un nome?
 
Ebbene sì, se dovessi fare il nome della band più originale sul mercato tedesco direi: Dreadlink sicuramente! 🙂
 
Se vi chiedessero di andare in tour e poteste scegliere la band da supportare, chi scegliereste?
 
Non ci penso nemmeno un secondo a risponderti: i Pantera! Ovviamente quelli con Dimebag-Zombie alla chitarra…

Per rimanere in tema, avete già pianificato qualche data a supporto promozionale di “Zero One”? In caso affermativo, avete in mente di farvi vedere dalle nostre parti?
 
Siamo al lavoro su alcune date, senza necessariamente focalizzarci sui nostri territori. Se dovessimo venire in Italia ve lo faremo sapere, ma al momento è abbastanza difficile trovare anche solo date qui da noi.

Grazie per la chiaccherata. Lascio a voi i saluti ai nostri lettori…
 
Ciao!