Lamb of God: in esclusiva, una testimonianza del presunto omicidio

Di Damiano Fiamin - 7 Gennaio 2013 - 18:15
Lamb of God: in esclusiva, una testimonianza del presunto omicidio

Ebbe a destare scalpore il caso di Randy Blythe, arrestato lo scorso giugno in Repubblica Ceca, dove si era recato in tournée con la sua band, i Lamb Of God. L’accusa, a tutta prima sorprendente, è di omicidio colposo, maturato in occasione della precedente esibizione degli statunitensi a Praga, nel 2011. Durante lo show due ragazzi erano saliti sul palco da cui l’infastidito cantante li aveva spintonati di nuovo a terra. Uno dei due riportò un trauma cerebrale e morì alcune ore dopo. La band aveva già lasciato il paese e la polizia non aveva potuto trattenere il cantante, il quale dal canto suo, non aveva mai saputo niente dell’accaduto.

TrueMetal non era presente al concerto, tuttavia ha potuto rintracciare un fan italiano della band, Lorenzo Di Bisceglie, emigrato a Praga da diversi anni e testimone diretto al concerto incriminato. Questa è la sua testimonianza, scritta da lui stesso e pubblicata anche sul sito Lavoce.cz. Le opinioni espresse nell’articolo sono personali e non rispecchiano necessariamente quelle dei redattori di TrueMetal.

Mi permetto di esprimermi sul caso di Randy Blythe, cantante del gruppo Lamb of God accusato di omicidio colposo ai danni di un suo fan. Io, da appassionato di musica metal, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di vedere la band dal vivo nel loro primo concerto in Repubblica Ceca. Proprio adesso scrivendo ogni tanto lancio qualche occhiata al poster appeso sul muro di fronte a me: Lamb of God, lunedì 24.05.2011, Abaton.
A quel concerto dunque ero presente e sono rimasto sconcertato leggendo il capo di accusa pendente sulla testa di Randy Blythe e soprattutto venendo ad apprendere le conseguenze cui ha portato il suo gesto: la morte di un giovane la cui unica colpa era essere salito sul palco sull’onda dell’entusiasmo adrenalinico di un concerto fino a quel momento senza macchie.
E la scena mi è rimasta ben impressa nella mente: due ragazzini, probabilmente intorno ai venti anni, salgono sul palco rivolgendo verso il pubblico le mani a mo’ di corna, classico gesto da “metallari”. Tra l’altro, se la mia memoria non mi inganna, fino a quel momento nessuno aveva “osato” calpestare lo stage dell’Abaton, facilmente accessibile al pubblico come di sovente a concerti di questo tipo.
I due ragazzini non davano fastidio a nessuno, erano defilati sulla parte sinistra del palco; non sfioravano minimamente le attrezzature, né intralciavano in nessun modo i membri della band. Il cantante, subito dopo aver notato i due giovani, ha inferto a uno di loro un brusco colpo sulla schiena con la mano sinistra. Spinta che ha provocato la caduta dal palco dei due fan, colti impreparati dal poderoso colpo. Solo qualche giorno fa ho appreso dai giornali che uno dei due, sbattendo la testa al suolo, fosse morto come conseguenza al trauma riportato.
Dopo l’accaduto, il pubblico ha reagito in maniera indignata, lanciando minacce al cantante della band statunitense. Blythe, evidentemente imbarazzato, non ha pensato minimamente a porgere le sue più umili scuse, al contrario: con estrema arroganza ha minacciato il pubblico di porre fine al concerto, qualora non si fosse calmato. E subito dopo, per stemparare gli animi, ha attaccato uno degli ultimi pezzi della scaletta prima del veloce bis eseguito nell’imbarazzo generale.
I giornali hanno enfatizzato l’episodio parlando di una rissa scaturita sul palco tra il cantante e il povero fan; al contrario, le parole del manager della famosa band metal rispecchiano maggiormente l’andamento dei fatti: egli riporta che Blythe avrebbe “allontanato” il giovane dal palco dopo che costui lo avrebbe ripetutamente urtato nel corso della sua esibizione. Inutile precisare che, come evidente, la scelta della parola “allontanato”, alla luce dei fatti, appare alquanto eufemistica. Così come non è assolutamente vero che il ragazzo avesse in qualche modo infastidito il cantante o ostacolato lo svolgimento del concerto.
Leggendo i vari articoli su internet, sono rimasto ancora più allibito dalla reazione irrispettosa ed arrogante di Blythe all’obbligo di depositare 200 mila euro di cauzione: invece di esprimere il proprio profondo dispiacere per aver causato la morte di una persona, egli si è limitato a constatare che i soldi sborsati per la sua libertà vigilata equivalgono a quello che guadagna in un anno di concerti.
Per concludere, porgo i seguenti quesiti: con che diritto viene concessa libertà a un uomo resosi direttamente responsabile della morte di un ragazzo? E’ sufficiente la sua posizione di “star del metal” per poterlo scagionare
?”

In realtà il cantante non è stato ancora scagionato. Bloccato all’aeroporto di Ruzyně subito dopo l’atterraggio, ha trascorso alcune settimane nel carcere di Praga. È stato lasciato tuttavia libero in attesa del processo, che si terrà a partire dal prossimo 4 febbraio. Blythe rischia dai 5 ai 10 anni di detenzione, oppure un’ammenda di 8 milioni di corone (350.000 euro).

A questo indirizzo, l’articolo originale.