Slayer: Jeff Hanneman, sarei morto in un’ora

Di Lucia Cal - 14 Dicembre 2011 - 16:00
Slayer: Jeff Hanneman, sarei morto in un’ora

E’ da tempo che gli Slayer annunciano brevi comunicati sullo stato di salute del loro chitarrista Jeff Hanneman, il quale non se l’è passata certo bene nell’ultimo periodo. Lo scorso gennaio infatti ha contratto una seria forma di fascite necrotizzante al braccio, una rara infiammazione dei tessuti sottocutanei di origine batterica. Il tutto sarebbe stato causato dal morso di un ragno e da allora, il chitarrista si è sottoposto a diversi interventi chirurgici, innesti cutanei e un intenso percorso di riabilitazione.

Jeff ha dichiarato a Classic Rock magazine di essersi accorto del morso del ragno mentre stava entrando in vasca da bagno, con un paio di birre: “Non l’ho nemmeno sentito. Ma un’ora dopo, sentivo di stare male“. Mentre si stava dirigendo all’ospedale, Jeff confessa: “Potevo vedere i tessuti mentre si stavano necrotizzando. Il braccio era bollente. Sono andato al pronto soccorso e per fortuna, l’infermiera ha capito al volo di cosa si trattava. Casualmente, anche se una cosa simile è piuttosto rara, aveva visto un caso simile poco tempo prima. Arrivati a questo punto, sarei morto entro un’ora“.

Nonostante il morso del ragno non fosse pericoloso in sé, aveva causato un’infezione batterica negli strati profondi del derma e nei tessuti sottocutanei del braccio: “E’ incredibile, il dottore era un fan degli SLAYER. La prima cosa che mi ha detto è stata: ‘Prima, ti salverò la vita. Poi, ti salverò il braccio. Così salverò anche la tua carriera
Hannemann si è sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere tutto il tessuto ormai necrotizzato e quello ancora infetto. Il medico è stato in grado di salvare muscoli e tendini, anche se è rimasta una ferita enorme sul braccio di Jeff. Ha trascorso due mesi in ospedale, ci sono voluti molti innesti cutanei e massicce dosi di antibiotico per debellare l’infezione.

Ho dovuro imparare a camminare di nuovo: non mi sono mosso per un mese, a parte tutto. Gli innesti sono stati qualcosa di davvero doloroso, i muscoli e i tendini del braccio erano molto deboli. Ma alla fine, va bene così. Mi ritengo fortunato per il fatto che l’infermiera e il medico abbiano capito al volo cosa mi stava capitando, perché le cose avrebbero potuto andare davvero molto peggio“.