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Subhuman (Matteo Buti ed Elia Murgia)

Di - 6 Luglio 2010 - 10:00
Subhuman (Matteo Buti ed Elia Murgia)

I difetti? Sono sempre quelli: tutti pensano solo ai soldi e fanno i conti in tasca agli altri. Tutti si aspettano per forza un ritorno, cosa non possibile sopratutto coi tempi che corrono. Noi non prendiamo mai un cazzo per suonare.

Le frustate thrash metal che i Subhuman hanno indirizzato ai presenti durante lo show del second stage al Gods of Metal 2010 non si dimenticheranno facilmente. La band toscana ha davvero fatto centro scatenando un vero e proprio putiferio. Pogo, circle pit infuocati, violenza contro ‘Orca’, ormai deceduta mascotte gonfiabile che accompagnava la band in tour, sono solo alcuni degli episodi che hanno caratterizzato i fatti a cui s’ha assistito. Quello che colpisce è che nulla di tutto ciò è stato forzato. Non è servito che s’incitasse dal microfono. Far partire i riffi era come accende micce nei cuori deflagranti degli amanti della band e non solo… io stesso, che non li conoscevo più di tanto, sono rimasto davvero colpito dall’attitudine dei cinque che ai nostri microfoni, per bocca di Elia Murgia e Matteo Buti si raccontano…

Ci chiamiamo Subhuman e suoniamo death/thrash. Siamo innamorati da sempre della bay area e di tutto ciò che da essa è stato partorito: Megadeth, Slayer, Metallica, ma anche da band che da quella scena si sono ispirate come gli Annihilator o i Sepultura. All’inizio coverizzavamo quindi i loro pezzi. Poi, abbiamo poi cambiato cantante, quello che avete visto vestito da diavolo nell’esibizione di questo pomeriggio, e abbiamo iniziato a comporre materiale inedito, sempre thrash ,a potenziandolo con le idee deal death metal americano optando per il cantato in lingua italiana.

Quando è uscito il vostro primo demo e quando il vostro disco ufficiale?
 
Il primo demo è uscito nel 2005 ed è stato ben accolto da tutti. Da quel momento abbiamo dovuto affrontare vari cambi di line-up, ma tutto cià c’ha portati alla pubblicazione del nostro primo full-length intitolato “Profondo Rozzo” prodotto dalla Maple Metal Records.
 
Come siete entrati in contatto con questa etichetta?
 
Semplice, abbiamo mandato un sacco di promo in giro. Qualcuno ci ha risposto, proponendoci dei contratti. A questo punto abbiamo preso quello più conveniente sotto vari a spetti ovvero abbiamo firmato per Maple Metal Records. Col senno di poi non abbiamo sbagliato perchè ci ha sempre supportato.
 
Mi parlavi di questa sterzata verso il death metal. Quali sono le band che più di hanno influenzato?
 
Guarda stravedo per Malevolent Creation, Deicide, Cannibal Corpse, Monstrosity, insomma tutta la vecchia scuola… ah, poi i Morbid Angel, come dimenticarli!
 
 
State supportando con costanza “Profondo Rozzo”? Avete possibilità di suonare in giro con una certa continuità?
 
Non ci possiamo lamentare. Suoniamo in media dalle due alle tre date al mese. Non ci possiamo lamentare, possiamo definirci abbastanza attivi.
 
Puntate anche a festival esteri importanti, ci sono le possibilità di proporsi…
 
Non è così facile. Stiamo lavorando tanto, stiamo cercando date, ma allo stesso tempo non cerchiamo di strafare, di tentare qualcosa che al momento non è alla nostra portata. Per ora ci accontentiamo di salire sul palco, spaccare tutto e poi andare via. Ci si accontenta diciamo! L’importante è mantenersi attivi. Non ci siamo mai fermati nemmeno nel periodo in cui stavamo missando il disco. L’obiettivo è non perdere la mano, alla fine siamo cinque stronzi la cui dimensione ottimale è quella dal vivo, senza palco diventerebbe dura.
 
Avete pezzi nuovi in lavorazione?
 
Certo, la maggior parte dei brani è già pronta. E ci sarà anche un cambiamento stilistico. Guardiamo con un occhio di riguardo al post-thrash. Sono molto legato a quanto prodotto dai Meshuggah e posso anticiparvi che ci sarà un sacco di sound alla Pantera, …sì, ci sarà tanto dei Pantera sul prossimo disco, garantito! E ti dirò di più, il materiale è assai vario, sono soddisfatto del nuovo materiale! Come poter dire il contrario!
 
…una presunta data di uscita?
 
Ancora non la vediamo all’orizzonte. Dovessi darti un periodo di massima ti dire che ci sarà da attendere almeno un anno e mezzo a partire da oggi.
 

Devo dire che in Italia ci si lamenta molto spesso del trattamento ricevuto dagli addetti stampa, dalle label, dai promoter, però, preso a tto di tutto ciò e del fatto che la verità molto spesso sta nel mezzo, riscontro di frequente atteggiamenti molto superificiali da parte delle band, completamente impreparate all’auto-promozione. C’è però anche chi ci sa fare: mi vengono in mente i vostri corregionali Devastator, davvero brillanti nel saper vendere il loro thrash passionale e diretto…
 
Siamo grandi amici dei Devastator e suoneremo a breve con loro un paio di date. Noi facciamo del nostro meglio, abbiamo scelto un’etichetta che ci garantisce anche questo.Poi come vedi non perdiamo occasione difarci sentire nelle interviste, anche se non programmate. Cerchiamo davvero di fare il massimo. Prima o
poi busseremo alla porta giusta e per noi, forse, s’apriranno porte verso obiettivi più grandi e ambiziosi. Speriamo.
 
Da quanto m’hai detto, girate molto a livello di underground. Avrai avuto a che fare con tanti ragazzi e band italiane. Ti sei fatto un’idea di quali possono essere i limiti e i pregi del nostro movimento metal meno conosciuto?
 
I pregi si riscontrano nella professionalità, cresciuta tantissimo negli ultimi anni, sia con l’avvento della tecnologia, sia con la comunicazione sempre più facile tra le varie persone coinvolte nel sistema. Di conseguenza è cresciuta la qualità media dei dischi prodotti da queste band. I difetti? Sono sempre quelli: tutti pensano solo ai soldi e fanno i conti in tasca agli altri. Tutti si aspettano per forza un ritorno, cosa non possibile sopratutto coi tempi che corrono. Noi non prendiamo mai un cazzo per suonare. Ci va bene quando riusciamo a recuperare le spese vive del viaggio, dei pernottamenti e della benzina. L’aspetto live è importantissimo, viviamo di musica, ma capisco possa essere legittimo rompersi le palle dopo un po’ di tempo.
 
Grazie ragazzi, siete dei grandi personaggi, avevo visto bene prima durante il vostro concerto… A voi l’ultima parola per i ragazzi che hanno appena finito di leggere questa intervista…
 
Grazie mille! Fateci un ultimo piacere, perdete qualche minuto sul nostro MySpace ed ascoltatevi un brano, che ne so, 30 Denari o Profondo Rozzo, la title track del nostro debutto… credetemi, non ve ne pentirete! Grazie a tutti voi!
 
Nicola Furlan