Live Report: Gotthard a Milano

Di Fabio Vellata - 2 Dicembre 2012 - 10:00
Live Report: Gotthard a Milano

Gotthard + Planethard
25/11/12
Alcatraz – Milano

 

A più di due anni dalla tragica scomparsa di Steve Lee, gli svizzeri Gotthard tornano all’Alcatraz di Milano per l’unica tappa italiana del loro nuovo tour, freschi di un nuovo album, Firebirth e pronti a presentare ai loro fan il nuovo cantante Nic Maeder.
L’affluenza di pubblico è molto buona e il locale, aperto solo per metà, risulta pieno sin da subito, nonostante in questa serata sia programmato più di un evento. La soddisfazione è però controbilanciata dalla mezza delusione del veder suonare la band svizzera sul palco piccolo dell’Alcatraz, decisione con la quale si dovrà convivere per tutto lo spettacolo.
Ore 19:45 precise (con i tempi non si scherza): che lo show abbia inizio!

Live Report a Cura di Luca Cardani
Foto a cura di Michele Aldeghi

 

Ad aprire per il concerto ci pensano gli italiani Planethard con il loro energico hard rock, impreziosito dalla voce potente di Marco Sivo e dai riff scanditi dal tecnicissimo Marco D’Andrea, chitarrista che il mese scorso aveva avuto occasione di aprire per il concerto di Mark Tremonti. Il quartetto italiano (a cui stasera si aggiunge una chitarra in più), è ormai avvezzo a calcare il palco con i Gotthard, vista l’esperienza già maturata nel ruolo di apertura nel 2005 in occasione del release party di Lipservice , oltre che al Gods Of Metal del 2012.
Dei dieci brani proposti, nove sono estratti direttamente dal loro ultimo album “No Deal”, pezzi intensi ma che non riescono a scaldare l’atmosfera, lasciando il pubblico per lo più un po’ freddino.
Lo stesso pubblico che, tuttavia, riversa scrosci ed applausi più che meritati in occasione del ricordo del compianto Steve Lee e dell’esecuzione di “Abuse”, brano ideale per il 25 novembre, giornata ufficiale contro la violenza sulle donne. Nonostante l’impegno sul palco, il feeling manca totalmente: non di rado sfugge qualche sbadiglio.
Un vero peccato visto i buoni livelli della band.
 

[slideshow]
/Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0003_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0011_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0026_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0039_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0045_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0065_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0073_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0079_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0081_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0100_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0116_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0135_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0149_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0151_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC0154_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC9965_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/PLANETHARD/_DSC9974_aaa_aaa.jpg
[/slideshow]

Setlist:

01. Nothing For Free
02. Another Myself
03. Wings In Vain
04. No Reason to Lie
05. Empty Book
06. Abuse
07. This World
08. To Tame Myself
09. Ride Away
10. Kill Me (But First Kiss Me)

 

L’Alcatraz è pieno ormai e la curiosità di vedere il nuovo cantante all’opera è alta. Dopo l’immancabile intro accompagnata dagli applausi dei presenti e la trionfale entrata in scienza, è tempo di “Dream On”, seguita da “Gone Too Far”: due passaggi di grande presa giusto per scaldare un po’ l’ambiente.
I volumi sono molto buoni, come i giochi di luce del palco; il pubblico salta e si agita, colpito da questo uno/due di meravigliose sonorità e dalla voce di Nic Maeder, perfetta per l’hard rock eseguito dai Gotthard.
Calda, leggermente sporca e ricca di emozione, affascina il pubblico da subito.

Dal passato al presente, il sempre sorridente Maeder imbraccia la chitarra, dando spazio a due brani di Firebirth, “Starlight” e “Remember It’s Me”, mediante i quali (soprattutto nel caso del secondo) si denota la particolare affinità vocale con i mid tempo con cui, evidentemente, pare molto a proprio agio.
“Sister Moon” vede un Leoni in splendida forma sugli assolo. Il chitarrista, oltre a mostrarsi completamente scatenato sul palco (chitarra suonata sopra la testa stile Malmsteen, continui spostamenti e incitazioni al pubblico) da il meglio di se nella successiva “Hush”, episodio che vede contemporaneamente emergere la personalità di Maeder, neanche per un attimo imitazione di Lee.
Con “One Life, One Soul”, l’emozione è palpabile, Maeder ricorda ancora una volta Steve Lee e l’Alcatraz risuona degli applausi dei presenti per lunghi minuti, poi sono solo le tastiere di Ernesto Ghezzi e la voce di Nic e i cori del pubblico a riempire l’aria.
Al termine, un Leoni con le lacrime agli occhi – come molti altri tra i presenti – e quasi incapace di parlare al microfono per l’emozione, ringrazia tutti, ricordando Steve ancora una volta.

Si prosegue con “The Story’s Over”, “Fist In Your Face” e “Give Me Real”, per poi lasciare il posto all’assolo di batteria di Hena Habegger, una macchina alla doppia cassa, apprezzato da Leoni con la seguente frase: “questo non è un batterista, è una macchina da guerra”.
Non poteva mancare il momento acustico ed i Gotthard sfoderano una dopo l’altra “Falling”, “Tell Me” e la bellissima “Heaven”, regalando emozioni ancora una volta. E c’è tempo anche per un simpatico siparietto: Maeder chiede al pubblico se è pronto per “Mountain Mama”, a risposta positiva, Leoni parte e accenna in sequenza “Hell Bells/ Shoot To Thrill/Burn”, ogni volta fermato da Maeder, che gli fa notare che si tratta di altri brani.
Per risolvere la questione, Leoni si volta verso Freddy Scherer che mostra il giusto riff con cui partire: “Right on” e “Lift U Up”, chiudono la prima parte dello spettacolo.
La ripresa è affidata all’assolo di Leoni il quale, assistito da Habegger, propone la musica della pantera rosa, scatenando ilarità generale. “Master of Illusion” e “Anytime Anywhere” sono gli atti finali di questo splendido concerto.
A questo punto il grido del pubblico “We Want More”, si alza sino ad arrivare alle orecchie di Leoni e soci che chiedono e ottengono il permesso di suonare ancora, salutando il pubblico con “Top of the World”, pezzo che travolge i presenti e la band stessa con un’onda di applausi.

[slideshow]
/Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0178_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0184_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0192_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0202_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0209_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0211_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0218_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0225_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0233_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0237_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0251_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0259_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0276_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0288_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0293_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0313_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0322_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0328_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0333_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0355_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0361_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0370_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0374_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0378_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0402_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0403_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0422_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0432_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0442_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0449_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0457_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0475_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0479_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0500_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0508_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0524_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0532_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0534_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0541_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0543_aaa_aaa.jpg
|Fabio/Gotthard/GOTTHARD/_DSC0551_aaa_aaa.jpg
[/slideshow]


La perdita di Steve Lee, è una ferita ancora aperta ed il confronto che Maeder deve reggere ogni volta che sale sul palco non è cosa di poco conto.
La personalità dei singoli individui e il sodalizio che li lega, rendono tuttavia le esibizioni dei Gotthard assolutamente coinvolgenti ed emozionanti come poche altre in giro.

Vi auguriamo altri 1000 di questi concerti e grazie Gotthard!

Setlist:

01)    Dream on
02)    Gone Too Far
03)    Starlight
04)    Remember It’s Me
05)    Sister Moon
06)    Hush (Billy Joe Royal cover)
07)    One Life, One Soul
08)    The Story’s Over
09)    Fist in Your Face
10)    Give Me Real
11)    Battle of Titans (Drum Solo)
12)    Falling (Acoustic)
13)    Tell Me (Acoustic)
14)    Heaven (Acoustic)
15)    Hells Bells / Shoot to Thrill / Burn (by Leo Leoni, snippets)
16)    Mountain Mama
17)    Right On
18)    Lift U Up
Encore:
19)    Guitar Solo (by Leo Leoni, with Pink Panther theme)
20)    Master of Illusion
21)    Anytime Anywhere
Encore 2:
22)    Top of the World