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Jimi Jamison

Di Fabio Vellata - 30 Novembre 2012 - 10:00
Jimi Jamison

Ho deciso di cantare e far musica solo perché si trattava di una cosa che mi faceva sentire in modo speciale: come se avessi trovato un piccolo tesoro o qualcosa di realmente importante. Qualcosa di cui essere orgoglioso.

(Jimi Jamison)

 

I grandi dell’AOR passano da qui.
Dopo aver incontrato poco tempo fa il celebre Jim Peterik, fondatore dei Survivor ed attuale deus ex machina dei Pride Of Lions, abbiamo avuto l’occasione di un piacevole e rassicurante confronto con un’altra leggenda del rock melodico, anch’esso legato a doppio filo alla massima epopea ottantiana. Ovvero quel Jimi Jamison che, da poco di nuovo in circolazione con un nuovo, eccellente album, proprio insieme a Peterik ed i Survivor
ha contribuito ad incidere capitoli sensazionali di questo tipo di suono.
Anche questa volta, l’impressione personale è stata la medesima maturata negli anni ascoltandone la musica: classe infinita, eleganza innata e stile assoluto.
Tutti elementi che, da sempre, si riverberano nelle composizioni di questi autentici “signori del rock”…

 

Intervista a cura di Fabio Vellata

Ciao Jimi, qui è Fabio di Truemetal, che piacere immenso poterti intervistare…

Mille grazie davvero Fabio. È bello poter parlare con te amico mio! Truemetal rocks!

Beh, per prima cosa, bentornato.
Allora, come ti senti con un altro disco  – “Never Too Late” – da poco in rampa di lancio dopo pochi mesi? Dimmi la verità, provi ancora l’eccitazione di un tempo quando hai un album nuovo in uscita, oppure ormai ci hai fatto il callo?

Assolutamente! L’emozione c’è sempre. Anzi, oggi forse ancora di più che in passato!
Amo molto creare nuova musica e proporla ai fan per sapere cosa ne pensano. Non credo di aver mai provato un’eccitazione maggiore come, soprattutto, in occasione dell’uscita di questo cd.
Ne sono davvero orgoglioso e sono ansioso di poter riproporre tutte le canzoni dal vivo!

Non si può dire che in questo album manchino i riferimenti ai classici stili che ti sono appartenuti sin dagli esordi, quelli tipici degli anni ottanta.
È ancora così importante per te, la correlazione con quell’epoca storica?

Sai com’è…con tutta probabilità nel mio songwriting ci saranno sempre degli elementi che si collegano al suono di quei tempi, anche se i brani sono magari un po’ più duri o, a seconda dei casi, più soft.
Capita spesso di essere in qualche modo influenzati dalla musica che ha rappresentato molto per chi la compone: chiunque del resto, si aspetterà sempre di ascoltare qualcosa  – che sia poco o tanto – di ciò che è particolarmente rappresentativo di quel tipico stile AOR, del quale, sono realmente orgoglioso di esser stato un protagonista. Seppur minimo…

Troppo modesto Jimi! Ma dimmi, quali sono gli argomenti che hai voluto trattare con maggior attenzione questa volta?

Quello a cui tengo di più? Vedi, sono convinto che nessuno di noi debba mai smettere di credere nei propri sogni. So perfettamente che si tratta di un argomento che è già stato trattato molte volte in passato, ma credo che non sia mai inutile ricordarlo ed è quello che voglio fare con questo album.

C’è una canzone in particolare che pensi possa essere definita una Killing track?

Una Killing Track…hummm…wow…è dura risponderti. Posso dirti però che le mie favorite cambiano ad ogni ascolto. Ad esempio in questo momento, sono “Air That I Breathe” e “I Can’t Turn Back”.
Credo però che lascerò agli ascoltatori il piacere di scoprire il motivo perché le amo tutte indistintamente…

Come riassumeresti quindi in poche parole, la motivazione essenziale che ti condotto alla realizzazione di questa tua ultima fatica?

Quando ami qualcosa, come cantare e suonare la musica che adori, non pensi ad altro che farlo quanto più possibile, cercando di lavorare sempre assiduamente per ottenere il massimo da ciò in cui credi.
Anche se sai già, sin dall’inizio, che forse non riuscirai mai ad essere soddisfatto in modo definitivo o a raggiungere del tutto il tuo sogno.
Ma continui a provarci, tassello dopo tassello, disco dopo disco, perché, dopo tutto, è quello che ami più d’ogni altra cosa…

 

 

Cambiamo rotta per un attimo, parlando delle tue illustri collaborazioni degli ultimi anni.
Recentemente hai sfornato ottimi album in compagnia di alcuni tuoi amici di vecchissima data, come Bobby Kimball e Jim Peterik.
Che sensazioni hai al riguardo e quali sono i tuoi commenti in merito?

Sono esperienze per le quali non sarai disposto a barattare nulla al mondo.
Entrambi sono per me come fratelli, due dei migliori amici che io abbia mai avuto e sono onorato di esser stato una parte della loro vita ed un piccolo pezzo della loro straordinaria carriera.
Per me, è stato ancora una volta un privilegio, quello di poter collaborare nuovamente con loro…

Di certo, avete condiviso cose grandi che arrivano dal profondo dei mitici anni ottanta.
Se guardi indietro e ripensi a quel periodo, ai tuoi esordi con i Survivor ed agli inizi di carriera, quali sono le differenze che percepisci come più tangibili rispetto all’attualità?

Beh, la cosa che è cambiata maggiormente e che ha portato più sconvolgimenti, senza alcun dubbio, è l’ascesa di internet.
L’avvento del web ha aperto una serie di porte davvero inedite per il mondo della musica ed ha permesso ad una schiera enorme di nuovi artisti di potersi far ascoltare e conoscere.
Ha cambiato completamente il modo di fare business ed ha modificato in modo radicale le regole: ha, in pratica, spostato il “potere” che era nelle mani di pochissimi, alla portata di tante, tante più persone…

E tu personalmente, che ricordi hai dei tuoi esordi e dell’epoca in cui ti sei innamorato dell’arte musicale?

Guarda, non ti darò una risposta troppo profonda, ma decisamente molto onesta.
Quando ho esordito agli inizi con la mia prima band, non ho mai – nemmeno per un secondo – pensato a possibilità di successo o ad ottenere grandi risultati. Nemmeno ho inteso il mio impegno come il lavoro che mi avrebbe portato il cibo sulla tavola.
Ho deciso di cantare e far musica solo perché si trattava di una cosa che mi faceva sentire in modo speciale: come se avessi trovato un piccolo tesoro o qualcosa di realmente importante. Qualcosa di cui essere orgoglioso. Ad esempio, mi ricordo che ai tempi, l’entrare in sala prove era qualcosa di assolutamente unico e fuori dal comune: una sensazione indimenticabile.
E più indietro ancora, ricordo quando mi portavo di nascosto a letto una piccola radiolina a transistor per poter ascoltare la Top Ten dei brani migliori che, a quei tempi, era composta almeno per metà da canzoni dei Beatles…ed immaginavo di ritrovarmi io stesso su di un palco a suonare quei brani per i miei amici.
Mi trovavo totalmente immerso in quello che ascoltavo.
Pura magia, quella della musica…
 
Una magia che poi si è rivelata altrettanto generosa anche con te, visto che ti ha poi concesso di diventare uno dei più grandi singer della scena rock di tutti i tempi.
Come ci sente nei panni di esempio e modello per molti giovani cantanti del settore?

Se ci penso, lo trovo abbastanza singolare e strano.
Percepisco una sensazione di orgoglio e di profonda umiltà allo stesso tempo. Se, ad ogni modo, c’è anche un solo minimo e piccolissimo insegnamento che posso offrire ai giovani singer, è sicuramente questo.
Cantate sempre con passione ed emozione. Ma soprattutto, non dimenticate mai il rispetto per il vostro pubblico e per i vostri fan…

 

Jimi Jamison e Jim Peterik

 

Piccolo giochino! Vista la tua disponibilità, divertiamoci con questo test: ti dico il nome di un grande cantante e tu mi dai la tua opinione…

Ottimo!

Cominciamo con Glenn Hughes…

Ahhh, un mio grandissimo amico che ho idolatrato sin dai tempi dei Trapeze. Ho avuto l’onore di cantare nella sua stessa band durante un tour in Sud America.

Joe Lynn Turner…

Anche lui, un grandissimo amico. E in più, un ragazzo dal cuore d’oro ed una voce incredibile!

Jeff Scott Soto…

Rischio di ripetermi, ma anche lui è un mio eccellente amico. Oltre, come ovvio, ad essere una delle voci più belle del mondo.

David Coverdale?

Hummm…David non lo conosco di persona. Ma ci mancherebbe, ha il mio totale ed incondizionato rispetto!

Bob Catley…

Wow! Sono un suo fan di vecchissima data!

David Lee Roth?

David è IL cantante dei Van Halen. Senza dubbi di sorta. Ed è un grande amico. Un vero showman…

Toby Hitchock…

Ancora un altro dei miei migliori amici! Senza alcuna riserva, una delle voci più belle della nuova generazione. Ma in particolare, una grande persona in senso assoluto.

E per finire, Jimi Jamison!

Ebbeh, di quel ragazzo lì, credo di aver già parlato sin troppo!

Diventando seri proprio per un istante, credo sia interessante porti una domanda di strettissima attualità.
Recentemente gli USA hanno rieletto alla Casa Bianca il presidente Barack Obama, giunto così al suo secondo mandato.
Qual è il pensiero di un americano autentico come te, al riguardo?

Insomma…diciamo che Obama ora ha molta più esperienza di quando si è presentato la prima volta.
Ed ha ulteriori quattro anni per imparare dell’altro…
Speriamo che “imparare” sia quello che ha fatto realmente sin qui. E soprattutto, che metta poi in pratica gli insegnamenti…

Jimi, so che sei un uomo veramente impegnato: cosa prevede il tuo futuro?

I miei piani sono sempre i medesimi e non cambiano: registrare musica ed andare in tour.
Sperando di fare ambedue le cose al meglio!
Ti do però una piccola anteprima esclusiva: ho qualche progetto per recitare in un film a breve.
Mi hanno offerto una piccola parte in una pellicola con Christian Slater, oltre a commissionarmi anche la title track della colonna sonora!

Beh, sinceramente, avrei circa un milione di altre domande Jimi, su altrettanti argomenti.
Ma temo che il tempo a nostra disposizione sia davvero limitato.
Spero realmente di incontrarti dal vivo un giorno, tuttavia, per il momento, c’è qualche cosa che vuoi aggiungere come saluto ai nostri lettori?

Un milione di domande! Caspita!
Fabio, amico mio, spero vivamente di essere riuscito comunque a darti qualche spunto interessante con quello di cui abbiamo chiacchierato sin qui e che tu possa in ogni caso essere soddisfatto!
Vorrei finire dicendo che…ahh…l’Italia…
Onestamente, non lo dico per piaggeria, è in assoluto il paese che preferisco tra quelli che ho visitato, sia in termini di storia, sia di persone in se e per se.
Ho moltissimi amici dalle tue parti e considerando che la mia label è situata proprio in Italia, per me non può che esistere una grande affinità e feeling con i fan ed i lettori italiani.
L’unico mio rammarico, e lo dico con sincerità, è di non aver mai potuto esibirmi in qualche concerto da voi.
Si tratta di una mancanza alla quale spero di provvedere al più presto…

Grazie ancora Jimi…

Grazie a te Fabio, ti auguro ogni bene! Ciao!

 

Fabio Vellata

 

Discografia Jimi Jamison

 

  • When Love Comes Down (1991)
  • Empires (1999) – Jimi Jamison’s Survivor
  • Crossroads Moment (2008)
  • Extra Moments (2010) con Jim Peterik
  • Kimball/Jamison (2011) con Bobby Kimball
  • Never Too Late (2012)