Recensione libro (Iron Maiden di Neil Daniels)

Di Stefano Ricetti - 29 Novembre 2012 - 0:10
Recensione libro (Iron Maiden di Neil Daniels)

IRON MAIDEN

L’ultima biografia non autorizzata del gruppo heavy metal più amato al mondo

di Neil Daniels


EAN: 9788865203071
Editore: CASTELLO
Collana: MUSICA
Pagine: 223
€ 19,50

http://www.ilcastelloeditore.it/
 

C’era davvero bisogno di un ulteriore libro sugli Iron Maiden? Per una fetta di pubblico probabilmente no. Quanto licenziato dalla casa editrice Il Castello, dal titolo Iron Maiden – L’ultima biografia non autorizzata del gruppo heavy metal più amato al mondo – a firma non di un Signor Nessuno ma nientepopodimeno che Neil Daniels (giornalista che già scrisse libri e non libercoli su Judas Priest, Journey, Robert Plant e Bon Jovi) si propone di essere “Una celebrazione della Loro musica, un buon punto di partenza per i neofiti, e un archivio di immagini interessante per i fan di lungo corso, convinti che gli Iron Maiden siano il gruppo di heavy metal più importante di tutti i tempi. I Metallica e altre formazioni hanno certamente venduto più dischi, ma sarebbero diventati la band che sono se non fosse per gli Iron Maiden? (cit.)”.

Lungi quindi dal considerarsi come il capitolo definitivo sulla storia della Vergine di Ferro londinese, il volume alterna la prosa – si badi bene, non la prosopopea – alle immagini, forte di una realizzazione grafica realmente accattivante, favorita anche dalle dimensioni del libro (23,5 centimetri di larghezza per 27,5 di altezza). Nel caso delle bellissime fotografie a doppia pagina, infatti, si arriva tranquillamente ad avvicinarsi e in qualch caso a superare la superficie in centimetri quadrati di quelli che vengono definiti come “poster centrali” da parte di alcune riviste del settore. Per carità, va benissimo così, nel caso dei magazine specializzati tricolori, il problema è probabilmente dello scriba, quando in tempi nei quali era un teen-ager si consideravano poster delle vere e proprie lenzuola di carta stampata… il resto era definito, più pragmaticamente, come mini-poster.

Tornando alla grafica del libro curato da Daniels, essa costituisce sicuramente la marcia in più nei confronti delle altre uscite del passato riguardanti l’ensemble fondato da Steve Harris. Oltre alle foto, di qualità media molto ma molto al di sopra degli standard editoriali nei quali ci si imbatte negli ultimi anni, l’opera gode di un lavoro sopraffino e curatissimo per quanto attiene l’integrazione della singola immagine con inserti attinenti: flyer, spillette, toppe, biglietti di concerti, locandine di locali, pass, copertine di dischi, T-shirt, riferimenti storici e chi più ne ha più ne metta. Ogni pagina, in pratica, sa vivere di vita propria e possiede personalità, dando la sensazione che nulla sia stato lasciato al caso, né realizzato in fretta.

Quello che risulta inconcepibile, viceversa, data la cura di cui sopra a livello di look, è imbattersi in numerosi refusi a all’interno del testo, particolare veramente fastidioso per un libro siffatto. Oltre al reiterato “Trash” al posto di “Thrash”, gli strafalcioni abbondano in occasione delle citazioni di nomi e cognomi: Marylin Manson diviene Mariyn Manson, gli In Flames si trovano il moniker appiccicato, segue la menomazione di Roger Daltrey (abbreviato in Daltry), Brian May compare come Bryan May, Dave Murray degli stessi Iron Maiden viene addirittura riportato senza la seconda erre nel cognome. Ronnie James Dio risulta essere stato anche chitarrista e l’AOR è un nome di una band. Abbastanza frequenti altresì gli errori di battuta in genere.  

Al di là di questo, il buon Neil Daniels si circonda di grossi calibri per la stesura del libro, avvalendosi della preziosa collaborazione di Garry Bushell, Ian Christe, Martin Popoff, John Tucker, Mick Wall, Gavin Baddeley, Daniel Bukszpan, Ryan Lamar, personaggi che per la maggior parte del pubblico degli appassionati non abbisognano di alcuna presentazione e che conferiscono dignità all’opera. Per ogni disco del gruppo vi è una recensione di una pagina intera curata alternativamente dai soloni di cui sopra. Trattasi di scelta oculata, in quanto pare realmente che ognuno di Loro si sia superato per consacrare quella definitiva da tramandare ai posteri. Della serie: per tutti quelli che non hanno idea di cosa voglia dire leggere l’archetipo della recensione pubblicata da un “trombone” (In senso, stra-stra buono, si badi bene! Certe primizie, scremate dall’allure accademica, costituiscono cultura musicale con la “C” maiuscola! ).      

Probabilmente Il libro dà il meglio di sé nelle parti iniziali, solo per il fatto che in quegli anni la vita degli Iron Maiden era segnata da scossoni continui, su tutti quello legato al licenziamento del singer Paul Di’Anno, e il movimento regalava fuochi d’artificio in termini di uscite discografiche quasi ogni settimana. Fra gli excursus contenuti all’interno del lavoro, oltre a quello che si prende la briga di capire dove siano e cosa facciano oggi gli ex membri dei Maiden, è ben riuscito pure il paragrafo che analizza il dualismo fra gli Iron Maiden e i Judas Priest – antecedentemente ai Sacerdoti di Birmingham il posto dell’altro duellante era ad appannaggio dei Saxon, poi decaduti – in riferimento alla singolar tenzone su quale fosse il complesso HM più amato dagli inglesi prima e dai metalhead mondiali poi.     

Assolutamente vincente l’idea di riportare di tanto in tanto la lista dei concerti tenuti dai Maiden nel corso degli anni, scrivendo a chiare lettere, molto onestamente, quando alcuni show non risultano ufficialmente confermati. Scorrendo le date e le tempistiche serrate si capisce il perché la Vergine di Ferro sia divenuta quel colosso che tutti noi da tempo conosciamo, al di là dei gusti personali e delle preclusioni negazioniste.

L’autore, per quanto concerne lo scritto, confeziona un lavoro scorrevole, vivace, riuscendo addirittura a fornire di tanto in tanto qualche curioso aneddoto, cosa non così facile nei riguardi del trascorsi degli Iron Maiden, ormai vivisezionati più volte a tutte le latitudini.

Last but not least a favore di questo lavoro targato Il Castello, il costo: 19 euro e cinquanta centesimi, all’incirca il prezzo di un Cd in un negozio, costituisce onere onestissimo per un bestione di cotanta portata in termini di ampiezza cartacea fisica e appeal grafico.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti