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Delirium X Tremens (Ciardo)

Di Vittorio Cafiero - 27 Febbraio 2012 - 23:09
Delirium X Tremens (Ciardo)

 

Intervista a cura di Vittorio “Vittorio” Cafiero

 

Belo Dunum, Echoes From The Past” dei bellunesi Delirium X Tremens è stato certamente una graditissima sorpresa all’interno della scena metal italiana nel 2011. Andiamo a scoprirne i retroscena con Ciardo, voce e chitarra dell’agguerrita Dolomitic Death Metal band!

Ciao Ciardo, benvenuto su Truemetal! Il vostro ultimo album è uscito da poco, ma sembra essere stato accolto davvero bene. Ho letto molte recensioni positive, oltre alla mia; per voi è una sorpresa o tutto sommato vi aspettavate in qualche modo tutti questi apprezzamenti?

Ciao Vittorio, grazie per lo spazio e per la tua recensione! Come hai detto tu, le opinioni sul nostro ultimo lavoro sono state davvero ottime, non pensavamo ad un riscontro così positivo quando iniziammo a creare “Belo Dunum, Echoes From The Past”, anzi a dir la verità eravamo un po’ dubbiosi sulla reazione del pubblico, proprio per aver mescolato con questo album storie della tradizione montanara bellunese (fatti e leggende della nostra città circondata dallo splendido scenario delle Dolomiti), con il nostro death metal…la gente (non tutta ovviamente) è abituata a rincorrere le storie e le favole provenienti perlopiù da Norvegia, Svezia e simili…era una sfida! Ma come sempre siamo andati avanti per la nostra idea, da buoni montanari testardi, e con nostra grande soddisfazione il nostro lavoro è stato accolto e capito alla grande!!

Sono passati ben 4 anni dal vostro precedente album “CreHated From No_Thing”. Cosa avete fatto nel frattempo, musicalmente parlando?

Dopo l’uscita di “CreHated…” siamo stati molto impegnati nella sua promozione, abbiamo suonato parecchio in giro e abbiamo avuto la possibilità di supportare importanti band come Napalm Death, Massacre, Necrodeath, The Haunted, Asphyx…il nostro lavoro, tra prove, promozione e date live non si è mai fermato, di conseguenza il nostro gusto e il nostro modo di suonare sono maturati e intanto avevamo un po’ di idee in cantiere da sviluppare, sia a livello lirico che musicale. Quando cominciammo a pensare al successore di “CreHated…” ci siamo trovati davanti ad una scelta importante, una scelta che avrebbe deciso il nostro cammino. Abbiamo valutato varie ipotesi sugli argomenti da trattare, abbiamo pensato di comporre un album su tutti gli avvenimenti tragici causati dall’uomo, oppure di dedicare ogni canzone ad un colore diverso ed alle sensazioni che ognuno di essi può scaturire…altra idea che ci era balenata in testa era di comporre un album incentrato sulle storie di Dylan Dog…erano tutti argomenti interessanti ma che non ci convincevano appieno. Nacque così l’idea che potete ascoltare, leggere e guardare su “Belo Dunum, Echoes From The Past” e ti dirò che in realtà l’idea di unire cori alpini ed elementi tradizionali al nostro sound era un pensiero che mi girava in testa da tempo.

Sempre a proposito del precedente album, questo suonava in un certo senso più cerebrale ed audace in alcune soluzioni, mentre Belo Dunum sembra più istintivo e naturale. Si è trattato di un’evoluzione spontanea o una perdita di interesse verso certe sonorità? Forse un cambiamento anche legato al concept?

Il suono di “CreHated…” aveva bisogno di essere freddo, chirurgico e meccanico, era per enfatizzare il concept che caratterizzava quel disco…basato sulla storia di uno scienziato ossessionato dall’ambizione di raggiungere la vita eterna e che arriva a congelare il proprio corpo nella canzone di chiusura del disco (Crionica) in attesa di risvegliarsi nel futuro quando i suoi seguaci avrebbero conquistato il pianeta. Nel nostro nuovo “Belo Dunum, Echoes From The Past” avevamo invece necessità di una produzione più naturale, calda e per certi versi old school. Il disco è un diario, il polveroso diario di un Alpino morto durante la prima guerra mondiale nelle trincee delle Dolomiti e che racconta le storie e le leggende che l’hanno accompagnato prima e dopo la sua morte, da spirito errante dei monti e delle valli. Leggende delle nostre (e sue) montagne, le Dolomiti Bellunesi…La leggenda della Càzha Selvàrega, un’orda di cani infernali comandati dal demone della caccia che inseguono le anime dei peccatori tra i boschi del Monte Serva…La leggenda del gigante Teveròn, che debellò un’orda di streghe che infestava un paese dell’Alpago, intrappolandole in una grotta, ma che fu colpito dalla loro maledizione che lo trasformò nel Monte Teveròn appunto. Una canzone (Artiglieria Alpina) dedicata agli Alpini caduti sulle nostre montagne, nelle trincee delle Dolomiti…e poi ancora la misteriosa morte di Papa Luciani, nativo di Canale d’Agordo nel Bellunese, che avvenne il 28/09/1978 dopo soli 33 giorni di pontificato. E ancora una trilogia, 3 canzoni unite in una sola, dedicata alla tragedia del Vajont. Come si può capire, tutte queste vecchie storie ci hanno portato a scegliere una produzione più naturale, compatta e allo stesso tempo aggressiva, infatti la batteria è registrata senza campionamenti o trigger…diciamo che siamo andati un po’ controcorrente perchè per adeguarsi alle ultime produzioni death metal avremmo dovuto scegliere una produzione ultracompressa e patinata, le classiche produzioni “bombastic” odierne, ma non si adattava al nostro sound e al nostro concept.

A livello concettuale eravate più ancorati a tematiche quali l’annullamento della coscienza, la paura verso un futuro alienante ed altri concetti proiettati verso il domani. Cosa vi ha spinto a lanciarvi nella sfida di un concept album così particolare e legato al passato, alla tradizione?

Come ti spiegavo prima la scelta è stata molto ragionata e non facile, ma era per noi una sfida molto stimolante e importante…e questa sfida si preannunciava un po’ complicata nel fare combaciare le sonorità del death metal con strumenti classici quali fisarmoniche, cori alpini, flauti, senza scadere nel classico folk…Oltretutto ormai non c’è più quasi nessuno che racconta le leggende dei nostri posti e pian piano vanno a perdersi, è giusto tenerle vive! Quest’album vuole essere un tributo per la nostra terra, Belluno e le sue montagne, per i nostri avi, per la gente che prima di noi ha versato sangue e fatica per fare in modo che anche noi potessimo essere qui oggi. In più ci siamo resi conto che questo nuovo concept è strettamente legato ai nostri vecchi lavori: prima dimostravamo la nostra avversione all’abuso sfrenato della tecnologia, alla massificazione dei pensieri, alla sindrome di potere dell’uomo a discapito della natura…ora rimarchiamo questo, andando a scavare nelle nostre radici quando un tempo la vita qui in montagna era molto più semplice, dura, vera e priva delle frivolezze e delle comodità che abbiamo adesso.

Come ho evidenziato nella recensione, nel vostro nuovo album i testi giocano un ruolo fondamentale. Si sente l’attaccamento alla propria terra, cosa oramai abbastanza rara, specialmente in Italia. Cosa sono per te le Alpi e, ancora più in particolare, le Dolomiti? Pensi che la cultura locale, ultimo album a parte, continuerà a giocare un ruolo importante nei vostri testi (come accade per certe band nordeuropee) o si è trattato di un discorso estemporaneo?

Musica, testi,concept e artwork si fondono in un’opera unica, ogni elemento ha bisogno dell’altro. Non è facile spiegare cosa rappresentano per me le Dolomiti, sono passione ed emozione, un legame profondo mi lega alle mie montagne, ai miei boschi…Sono state per me accoglienti quando da ragazzo andavo a giocare per i boschi, a funghi, a camminare, scalare gli alberi, andare con la slitta d’inverno, costruire capanne, tagliare legna, un parco giochi naturale insomma…le montagne mi danno conforto e sono per me grande fonte di ispirazione. I monti, nella loro immensità, nella loro severità, nella loro semplicità, mi fanno annegare in un turbine di emozioni che a parole è difficile spiegare. Io credo che la strada che abbiamo intrapreso sarà determinante anche nelle nostre prossime composizioni, stiamo già lavorando su del materiale nuovo e la linea che seguiremo ci sarà indicata sempre dalle Dolomiti.

Sono curioso di sapere direttamente la tua parola su una tematica scottante quale quella della tragedia del Vajont. Al di là delle polemiche, cosa rappresenta per chi, come te, è di quella terra?

E’ una tragedia che qui è ancora molto sentita, e ne sono conferma le svariate cerimonie commemorative che annualmente si svolgono. E’ un ricordo che crea ancora oggi rabbia, una tragedia che ha indelebilmente segnato la storia delle nostre zone. Lo stesso effetto fa a me quando ci penso, rabbia, tristezza verso le famiglie delle 2000 vittime innocenti…rancore verso istituzioni che non hanno fatto in modo che la giustizia venisse applicata…rabbia perchè gente da fuori ha preteso di decidere un cambiamento così pericoloso nelle nostre zone…Per conoscere la montagna essere geologi, non basta studiarla, bisogna viverla.

La vostra etichetta, la biellese Punishment 18 Records, sembra una label molto attiva ultimamente: come vi trovate? Pensate ci siano le basi per una collaborazione a lungo termine?

Con Corrado e Marita, titolari della Punishment 18, ci troviamo davvero bene, c’è un ottimo rapporto di confidenza e amicizia, sono persone che hanno davvero voglia di darsi da fare anche se molte volte ci sono parecchie difficoltà da superare. Hanno un buon giro di scambi con altre etichette estere e buoni contatti di distribuzione, oltretutto girano molto con il loro stand a vari festival sia italiani che fuori confine. Questo è il nostro secondo disco che esce per quest’etichetta, e c’è un gran gioco di collaborazione, è questa la cosa importante, per arrivare a dei risultati non si può pretendere che lavori solo l’etichetta, deve lavorare al 100% attivamente anche la band !

Perché un metal head, con tutte le uscite disponibili al giorno d’oggi, dovrebbe soffermarsi sulla vostra proposta? In sostanza, come promuovereste Belo Dunum?

Perchè è un disco incazzato, nuovo, intriso di emozioni e leggende trasportate dai venti gelidi delle Dolomiti. E soprattutto è Dolomiticamente italiano e costa poco!

Ho notato che il vostro CD è pubblicato con il patrocinio della Provincia Di Belluno. Come siete entrati in contatto con l’Ente Locale e cosa hanno fatto per voi?

Conosco bene l’ormai ex presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin, pensammo tra di noi che sarebbe stata una bella cosa se la provincia di Belluno avesse riconosciuto il nostro disco in quanto incentrato sulle storie di Belluno. Così una sera ci trovammo io e il presidente al bar davanti a una buona ombra (anche due o tre!!!), gli proposi l’idea e gli diedi una cartella contenete tutto il necessario per valutare la nostra richiesta (il disco, i testi, delle schede con i vari significati delle canzoni, le idee del layout grafico), lui si è dimostrato subito disponibile e interessato all’idea e grazie anche alla segretaria Valentina che si è occupata tra l’altro anche delle traduzioni dei nostri testi, propose questa cosa in Amministrazione e poco dopo ci arrivò una mail dove la provincia di Belluno concedeva il patrocinio al nostro disco in quanto considerato un’opera che valorizza il territorio Bellunese e ci concedeva la possibilità di inserire lo stemma provinciale nella grafica del nostro “Belo Dunum, Echoes From The Past”! A livello materiale o monetario non ci hanno dato niente, intendiamoci, a parte il fatto che ci hanno stampato i manifesti per la presentazione del disco avvenuta il 9/12/2011! Ma per noi è stata una grande gratifica, non credo si sia mai vista un’Amministrazione, addirittura Provinciale, che concede il patrocinio per un disco death metal !!!

Domanda classica, avete in programma date o tour per promuovere a dovere il vostro ultimo disco? Cosa bolle in pentola, ora?

Abbiamo qualche concerto in vista, il 25 febbraio al Gasoline a Trento, il 10 Marzo a Bressanone, il 14 Aprile al Midnight a Milano, il 26 Maggio al Tattoo Deathfest a Milano, il 29 Giugno a Gallio in occasione del Sunvalley Metal Fest …poi c’è qualche altra data in via di conferma ma niente di certo. Speriamo vivamente di riuscire a suonare un po’ anche all’estero, anche se non è facile. Nel frattempo tanto, per non stare fermi stiamo già pensando al successore di Belo Dunum, abbiamo già del materiale sul quale lavorare!

L’ultima parola è per te ed è libera, lancia un messaggio ai lettori di Truemetal.it!

Prima di tutto grazie Vittorio e grazie a Truemetal per lo spazio concessoci ! Visitate il nostro sito www.deliriumxtremens.com e date un ascolto al nostro nuovo album “Belo Dunum, Echoes From The Past”, basta inviare una mail a info@deliriumxtremens.com per ordinarlo, il death metal dolomitico vi gelerà il sangue!