Live Report: Garcia Plays Kyuss a Bologna

Di Lorenzo Bacega - 7 Giugno 2010 - 12:00
Live Report: Garcia Plays Kyuss a Bologna

John Garcia, indubbiamente una delle voci più apprezzate per chi mastica pane e stoner rock, è tornato sulle scene giusto quest’anno con un progetto, denominato semplicemente Garcia Plays Kyuss, che già dal nome non ha potuto fare altro che che attirare l’attenzione di più di un seguace del genere. Un bel modo per ricordare gli anni che furono, quindi, visto che una eventuale reunion dei Kyuss è ormai causa persa già in partenza. Una serata, quella che ha avuto luogo all’Estragon di Bologna, caratterizzata da ritardi quasi snervanti (a partire dall’apertura porte e fino ad arrivare all’inizio dello show), a causa soprattutto dell’improvvisa defezione del gruppo di supporto (band dello stesso ex-batterista dei Kyuss, tra l’altro) e che, in ogni caso, ha attirato una schiera piuttosto nutrita di appassionati. Uno show non del tutto perfetto, che ha comunque accontentato i meno esigenti, e, al contrario, ha fatto storcere il naso a chi si aspettava una presenza scenica degna di tal nome e che, senza nulla togliere ad una perfezione esecutiva precisa al millimetro, apparisse meno come un “compitino svolto giusto per soddisfare i presenti”. Un compito che comunque, ci preme sottolinearlo, alla fine dei conti è stato portato a termine con un certo successo.

Angelo D’Acunto

Report a cura di Lorenzo Bacega
Foto a cura di Angelo D’Acunto

 




E’ il pubblico delle grandi occasioni quello che accoglie, all’interno dell’Estragon, la calata del progetto Garcia Plays Kyuss nell’unica data prevista in suolo italiano, una vera e propria folla in delirio pronta a trascorrere una bella serata a base di birra, vino e tanto sano stoner rock. La delusione accumulata in seguito all’annullamento (per via, pare, di problemi al tour bus) del concerto dei Brant Bjork and The Bros (gruppo che conta tra le proprie fila l’ex batterista dei Kyuss, per l’appunto Brant Bjork), viene immediatamente spazzata via quando arriva il momento di John Garcia e della sua band. La setlist si apre davvero nel migliore dei modi: la strumentale Molten Universe e la successiva Thumb sono due veri e propri pezzi da novanta, magistralmente interpretati dalla formazione a stelle e strisce, e capaci di mandare subito in estasi la maggior parte dei presenti. 

 

 

Quella offerta dal quartetto americano è una prestazione estremamente solida e precisa per quanto riguarda il lato puramente esecutivo (grazie anche a dei suoni ben bilanciati), tutto sommato convincente nel complesso, ma decisamente carente per quanto riguarda invece la presenza scenica: sia il buon Bruno Fevery alla chitarra che il funambolico Jacques de Haard al basso sembrano infatti trovarsi poco a proprio agio sul palco, limitandosi per tutta la durata dello spettacolo a svolgere il proprio compito nel migliore dei modi e senza particolari sbavature, ma allo stesso tempo senza esaltare più di tanto. Anche il frontman John Garcia (leggermente appesantito nell’aspetto, ma con la voce ancora graffiante come ai tempi d’oro) appare, perlomeno nella prima parte del concerto, abbastanza impacciato e poco coinvolto, ma da questo punto di vista le cose miglioreranno sensibilmente con lo scorrere dei minuti. La scaletta proposta in questa occasione pesca a piene mani dai tre dischi più conosciuti (e apprezzati) di tutta la produzione targata Kyuss, vale a dire Blues for the Red Sun, Welcome to Sky Valley e …And The Circus Leaves Town: grandi classici del calibro di Hurricane, One Inch Man, Supa Scoopa and Mighty Scoop, Asteroid, Demon Cleaner, Odissey, Allen’s Wrench, 100 Degrees, El Rodeo e Size Queen (per citarne solamente alcuni) si intrecciano nel corso della setlist per dare vita ad uno spettacolo in ogni caso godibile e tutto sommato coinvolgente, che ha il proprio culmine assoluto in coincidenza dell’acclamatissima Green Machine, un pezzo fortemente voluto dal pubblico e cantato a squarciagola da tutti i presenti.