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Dokken (Don Dokken)

Di Alessandro Zaccarini - 16 Ottobre 2012 - 21:34
Dokken (Don Dokken)

La fine dei Dokken? Non pensateci nemmeno, parola di Donald Dokken. Il vecchio lupo di mare del class é ospite delle pagine di TrueMetal e ha ancora il dente avvelenato con George Lynch, e a quanto pare é piú che pronto per vecchie e nuove sfide… con e senza il nome Dokken. Un uomo di poche parole, ma molti concetti.
 
Buona lettura.

 

Don, prima di tutto benvenuto su TrueMetal.it, inutile dire che é un piacere poter ospitare le tue parole e i tuoi pensieri sulle nostre pagine. Se ho inteso bene le ultime tue dichiarazioni, questa potrebbe essere l’ultima volta che parliamo dei Dokken come li conosciamo. Emozioni particolari a vedere la tua creatura approcciare la fine di un’era?
 
Questa non é la fine dei Dokken: i Dokken sono stati la mia vita per 30 lunghi anni e continueremo ad andare in tour finché ci sará possibile. Adoro suonare dal vivo, abbiamo semplicemente deciso di non fare piú album con il nome Dokken.
 
Quando hai deciso che Broken Bones sarebbe stato l’ultimo album con il nome Dokken? Pensi che questo stato d’animo abbia influito in qualche modo sulla musica?
 
Sí ha influito. Io e Jon suoniamo assieme da 10 anni ormai ed entrambi crediamo, per quanto riguarda il sound dei Dokken, di aver detto musicalmente tutto quello che c’era da dire. Voglio fare musica diversa senza dover sempre essere giudicato in base a quanto il nuovo disco suoni piú o meno come un classico dei Dokken.
 
Mi pare di capire che la decisione sia stata originata dalla tua voglia di sperimentare e fare qualcosa di diverso. Chiudi l’attivitá da studio dei Dokken perché non hai tempo ed energie per seguire due progetti paralleli o perché in qualche modo ti senti annoiato?
 
Ho scritto abbastanza hit per suonare scalette di 3 ore per il resto della mia carriera. A causa di tutto il download che gira su internet i giorni in cui si vendevano milioni di copie sono finiti. Nemmeno super-gruppi come Aerosmith e Metallica vendono piú milioni di dischi…
 
Voci di corridoio sostengono che si tratterá di un heavy metal piú aggressivo e moderno. Ci sono pezzi a cui hai giá cominciato a lavorare?
 
Sono tutti nella mia testa. Quando saró pronto per partire, partiró: sará un nuovo viaggio.
 
 
I Dokken di oggi…
 
 
Guardando indietro ai primissimi giorni, gli anni passati prima di registrare ’Breaking the Chains’, cosa é cambiato nell’industria musicale?
 
Una volta c’erano radio e riviste, era un periodo stimolante. Aspettavo davanti al negozio per comprarmi un album, leggevo le riviste per sapere cosa le mie band preferite stessero facendo. I negozi hanno chiuso. Le radio non esistono piú. Ora al gente é solo interessata a sapere quanto grosso il culo di Kim Kardashian stia diventando. Continuiamo ad avere i nostri fan, continuiamo a suonare per loro.
 
Durante gli anni ’80 avete investito molto in video-clip. Quale é stato il piú divertente da girare? Aneddoti particolari?
 
In tutta onestá é tutto come un vecchio sogno, é passato cosí tanto tempo che mi servirebbero ore per ricordare quei momenti…
 
Durante la tua carriera hai suonato con musicisti di fama internazionale come John Norum, Barry Sparks, Reb Beach… giusto per fare qualche nome. C’é qualche amicizia di cui sei particolarmente fiero?
 
Ho suonato con tanti musicisti fantastici e ho imparato qualcosa da tutti. Ho amato ed apprezzato tutte le amicizie che sono nate grazie ai Dokken: é stata una carriera fantastica.
 
Sei senz’altro informato circa la formazione dei Tooth & Nail, voluta da George Lynch e Jeff Pilson per tornare a suonare materiale dei Dokken. Ti senti artisticamente sfidato?
 
No, non penso che quel progetto sia buono abbastanza, non credo nella musica fatta per soldi. È la solita storia, non si puó paragonare Broken Bones a Tooth & Nail… non potranno mai rifare nessun pezzo meglio di quanto sia giá stato fatto all’epoca.
 
C’é mai stata in questi anni la possibilitá che voi 4 (Dokken, Pilson, Lynch and Brown) tornaste a lavorare nuovamente assieme?
 
Spesso si dimentica che abbiamo fatto una reunion nel 1994. Ho fatto del mio meglio per far funzionare le cose ma George é una persona con cui non é facile relazionarsi. Io, Jeff e Mick abbiamo fatto un gran bel disco con Dysfunctional, ma George non partecipó per nulla. L’unica cosa che fece fu mettere i suoi assoli al posto dei miei quando il disco era giá finito. Senza di lui, noi altri tre eravamo molto felici, avevamo un gran bel contratto con la Sony, ma ancora una volta quando lo abbiamo ripreso con noi ha fatto in modo di rendere l’atmosfera nuovamente spiacevole. Dysfunctional ha venduto 400,000 copie, che fu un grande risultato considerando che era l’apice del grunge. Poi é andato tutto alle ortiche con Shadowlife. Ho avuto davvero poco a che fare con quel disco, ho scritto forse 4 pezzi e testi per brani che non pensavo fossero buoni abbastanza. Abbiamo venduto solo 50,000 copie e perso un sacco di fan…
 

 I Dokken di ieri…
 
 
Up From the Ashes è l’unico, grande album che hai prodotto come solista, sei ancora in contatto con gli ex membri? Avete mai pensato di fare qualcosa per celebrare i 20 o i 25 anni dall’uscita dell’album?
 
Mi piacerebbe tantissimo! Abbiamo suonato da poco con gli Accept ed é stato fantastico rivedere Peter Baltes: é un bassista e un songwriter fantastico. Eravamo una grande band, io e Mikkey Dee siamo ancora amicissimi, tra tutti i chitarristi con cui ho suonato Billy White é uno dei miei preferiti e John Norum é il ragazzo piú dolce e gentile che uno possa mai inconctrare. Sono in contatto con tutti e stanno tutti benissimo, le cose vanno alla grande per tutti. Eravamo tutti amici, andavamo d’accordo. Eravamo come fratelli! Qualcosa che i Dokken non potranno mai essere per via degil incessanti scontri con George.
 
E di un tour di addio dei Dokken invece che ne dici, stai pensando a qualcosa di particolare?
 
Mi piacerebbe fare un ultimo disco con il gruppo originale, ma ogni volta vedo George che litiga e ha problemi con i suoi progetti, con le altre band… e allora penso che non cambierá mai.
 
Aneddoti e ricordi dalle vecchie date italiane negli anni ’80? Una in particolare viene ricordata perché, di spalla agli Accept, i Dokken non furono ben accolti dal pubblico locale.
 
Spettacolari! Tutte le band rock sanno che i fan italiani sono fantastici! Fu veramente difficile aprire per gil Accept perché sono aggressivi ed energici. Hanno contribuito a fare dei Dokken una band migliore.
 
C’é un gruppo con cui avresti voluto dividere un palco ma non hai mai avuto l’occasione?
 
Direi di no, abbiamo suonato con tutte le band piú grandi: AC/DC, Judas Priest, Van Halen, Metallica, Scorpions, Aerosmith e cosí via. Non riesco a immaginare qualcuno con cui non abbiamo suonato… 
 
Se ti fosse data la possibilitá di cancellare un album dalla tua discografia, quale sarebbe?
 
Shadowlife: non lo ritengo nemmeno un album dei Dokken.
 
 
I Dokken di ieri… reprise!
 
 
Prima di chiudere l’intervista qualcosa dei tuoi gusti personali: le tue tre band preferite, quelle che ti hanno influenzato di piú. E i tuoi tre dischi preferiti.
 
Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Cream. Non ho un disco preferito, mi pacciono molto anche musica classica e blues, dipende dallo stato d’animo in cui mi trovo. Per quanto riguarda il metal, il Black Album dei Metallica sará sempre il numero uno della mia lista.
 
Don, ti lascio chiudere come desideri. Grazie per l’intervista e siccome potrebbe essere che non parleremo piú di Dokken, come cantavano i fantastici ABBA, thank you for the music.
 
Parleremo ancora dei Dokken, non siamo ancora finiti. Continuiamo a divertirci suonando… e finché i fan ci saranno, noi ci saremo!

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini