Vario

Disease Illusion (Fabio e Dario)

Di Daniele D'Adamo - 29 Gennaio 2012 - 19:34
Disease Illusion (Fabio e Dario)

Un’altra splendida realtà del metal italiano si affaccia sul palcoscenico del genere estremo: si tratta dei bolognesi Disease Illusion che, con il loro debut-album “Backworld”, formano un ponte ideale fra il passato segnato dallo swedish death metal, il presente dei movimenti *-core e il futuro del… death melodico. Per rispondere alle domande di Truemetal ci sono Fabio Ferrari, il cantante, e Dario Armeli, uno dei due chitarristi.

 

Disease Illusion. Perché questo nome?
Fabio: questo nome è una metafora con significato ambivalente riferita allo stato storico del genere umano. L’umanità vive e ha vissuto costantemente in uno stato di malessere vero o presunto creandosi illusioni. Può essere interpretato anche come ‘This Is Illusion’.

La band si è formata nel 2008. Qual è la sua storia?
Fabio: con l’arrivo di Alex nella band siamo entrati in studio e abbiamo inciso il primo EP autoprodotto “Reality Behind The Illusions Of Life” pubblicandolo nel 2009. A novembre 2010 abbiamo registrato il nostro primo album “Backworld”, pubblicato il 4 novembre 2011 e distribuito da UltimHate Records. La band è formata da Fabio (voce) Dario (chitarra) Federico (chitarra) Michele (Basso) e Alex (Batteria). In questi anni abbiamo suonato live un po’ in tutto il Nord Italia, in Svizzera e in Slovenia. Abbiamo condiviso il palco con alcune delle più importanti band metal come Bleeding Through, Aborted, Dying Fetus, Fleshgod Apocalypse, Misery Signals, Neaera e molte altre! Inoltre abbiamo partecipato al MetalCamp 2009 e al Thrash and Burn 2010!

Ascoltando con attenzione la vostra musica, sembrate dei musicisti navigati. Invece, almeno anagraficamente, siete giovani: c’è un segreto, dietro questo fatto?
Dario: grazie per il complimento! Onestamente credo che tutto dipenda dal fatto che siamo molto esigenti nei confronti della nostra musica ed io, che assieme a Federico sono il compositore principale della band, lavoro su ogni singolo riff e melodia che scrivo finché non ne sono completamente soddisfatto. Il nostro obiettivo rimane in ogni caso quello di migliorarci album dopo album!

“Backworld” è il vostro primo album. È stato difficile, realizzarlo, oppure è avvenuto tutto con semplicità e naturalezza, come sembra ascoltandolo?
Dario: la composizione dell’album è stata abbastanza lunga, abbiamo impiegato quasi un anno perché abbiamo cercato di racchiudere nella tracklist le dieci canzoni migliori possibili; ma tutto è avvenuto con molta naturalezza, anche le fasi della registrazione, in quanto avevamo già un’idea precisa di quello che volevamo ottenere a livello sonoro e avevamo lavorato molto approfonditamente su ogni pezzo.

Di cosa trattano i suoi testi?
Fabio: i testi trattano tematiche introspettive legate a sentimenti e a debolezze dell’animo umano. Sono d’impronta piuttosto malinconica, ma includono sempre al loro interno un messaggio di speranza e invitano a una risposta forte alle avversità che si possono presentare nella vita. Sono metafore riferite a esperienze di vita vissuta.

E la sua copertina, quale significato nasconde?
Fabio: è uno scenario post-apocalittico, una sorta di viaggio nel futuro, quello cui probabilmente ci porterà il modo di vivere moderno. Resta soltanto uno spiraglio di speranza rappresentato dall’anima pura fatta di luce.
 

 

Musica. L’influenza dello swedish death metal è evidente. Eppure, siete riusciti a dare un tocco di modernità sì da rendere il vostro sound coerente con il presente. Come ci siete riusciti?
Dario: si è vero, penso che “Backworld” sia a tutti gli effetti un disco melodic death metal, ma presenta allo stesso tempo uno stile moderno e attuale. Questo perché, nonostante siamo grandi estimatori del Gothenburg-sound degli anni ’90, seguiamo con molta attenzione la scena attuale e ascoltiamo praticamente tutti i sottogeneri del rock e del metal. Nel nostro album ci sono molte influenze differenti provenienti da generi come il gothic, il black, il progressive e il post-hardcore, e queste ci hanno permesso di sviluppare la nostra visione personale del death melodico. Proporre un disco uguale a “The Jester’s Race” o a “The Gallery” non avrebbe avuto senso!

E ancora, avete definito il vostro stile con precisione, rendendolo ben fisso in tutte le canzoni di “Backworld”. Operazione non facile, per un complesso alle prime armi…
Dario: credo che questo sia stato frutto della nostra naturale progressione come musicisti rispetto al primo EP. In esso stavamo ancora cercando il nostro stile e le differenze tra una canzone e l’altra erano notevoli, mentre in “Backworld” i pezzi sono più omogenei, in quanto le caratteristiche principali del nostro sound sono presenti in ogni canzone. Allo stesso tempo lungo lo scorrere dell’album si passa da momenti di puro death metal a parti atmosferiche e riflessive, con sezioni acustiche e voce pulita, e ogni pezzo possiede una sua identità.

Potete spiegare com’è strutturato, il vostro processo produttivo o meglio il vostro modo di comporre i brani?
Dario: solitamente mi occupo io della composizione dei pezzi, attraverso un programma per PC scrivo le chitarre, il basso, la batteria e le tastiere. Dopo di che porto i pezzi finiti in sala prove e iniziamo a provarli e gli altri mi aiutano a migliorarli apportando qualche modifica che discutiamo tutti assieme. A quel punto Fabio scrive un testo e lo adatta alla musica.

E dal vivo, come ve la cavate?
Fabio: cerchiamo di suonare live il più possibile per portare la nostra musica in giro per l’Italia e l’Europa. Sul palco ci divertiamo molto e cerchiamo di includere anche il pubblico facendolo partecipare alla performance. Il riscontro è molto positivo. La serata finisce al banchetto del merchandise con una birra facendo due chiacchiere con le persone che si sono avvicinate interessandosi al nostro progetto.

Come si rapporta il progetto Disease Illusion nella vostra vita di tutti i giorni?
Fabio: molto tranquillamente. È un impegno, ma è soprattutto un piacere, ogni giorno si trova spazio per fare promozione alla band sul web o per ripassare/scrivere i pezzi prima di andare a provarli tutti insieme in sala prove.

… e per il futuro, cosa sognate?
Fabio: siamo persone molto con i piedi per terra, sappiamo che non si può vivere suonando questo genere musicale, nemmeno nella migliore delle ipotesi. Sogniamo cose realizzabili con l’impegno costante, concerti in giro per l’Europa, nuove canzoni, nuovi album e tanta gente in più che si appassiona alla nostra musica. Soddisfazioni.

Per finire, una frase per i lettori di Truemetal.it…
Fabio: grazie mille a Truemetal.it per questa possibilità e grazie a voi per aver letto la nostra intervista. Se vi piace la nostra musica non dimenticate di supportarci partecipando ai nostri concerti, diffondendo la nostra musica con gli amici o comprando qualcosa dal nostro webstore (http://www.freewebstore.org/Disease-Illusion-Online-Store). E non dimenticate, la musica è una grande passione, se siete musicisti, fatelo per passione personale e non smetterete mai di farlo! Per contattarci:  diseaseillusion@gmail.com / http://it-it.facebook.com/pages/Disease-Illusion/212664856197.

Intervista a cura di Daniele “dani66” D’Adamo