TM Blast Beats #9: Jordan Mancino (As I Lay Dying)

Di Angelo D'Acunto - 19 Maggio 2010 - 17:48
TM Blast Beats #9: Jordan Mancino (As I Lay Dying)

A cura di Stefano Testa, batterista membro degli Ananke, insegnante presso il centro Km33 di Trezzo Sull’Adda (Mi) e presso la Zona Played di Mezzago (Mi).

www.myspace.com/stefanotestadrummerwww.myspace.com/anankeitwww.ananke.it

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NUMERO 9

TM Carta d’Identità 
Nome Jordan
Cognome Mancino
Anno di Nascita 1974
Gruppi As I Lay Dying,
Edge of Mortality,
One Foot Forward, Thieves,
Liars, Point of Recognition

Rieccoci con uno degli ultimi appuntamenti di Tm Blast Beats. Oggi
affronteremo per la prima volta nel nostro viaggio batteristico il mondo del
metalcore analizzando il drummer degli As I Lay Dying, Jordan Mancino! Già
membro di “Edge of Mortality”, “One Foot Forward”, “Thieves and Liars” e
“Point of Recognition”, Jordan si è guadagnato negli anni una buona fama in
quel di San Diego, arrivando poi a fondare gli AILD con l’unico altro membro
fondatore rimasto Tim Lambesis. Il nostro ospite ha sfornato con la band un
buon numero di lavori, dei quali possiamo fornirci senza esclusione alcuna
nella nostra analisi.
 

DRUMMING

Il
drumming di Jordan è certamente uno dei tanti derivati riscontrabili nel
metalcore, improntato sulla potenza e sul tiro. Se dovessimo scegliere una
parola per identificarlo sarebbe certamente “trattore”, la dinamica dei
colpi è cosa palesemente monotematica.
In quasi ogni pezzo analizzato assistiamo ad una costante corsa alla pari di
batteria e ritmiche di chitarra e basso, soprattutto mediante l’uso della
doppia cassa, non veloce come con altri ospiti della nostra rubrica ma
certamente indirizzata a macinare note in continuazione. Questo accade
praticamente in ogni tipo di sezione, dal bridge al ritornello, dalla strofa
alla parte attendista, il suo suono è onnipresente sia sottoforma di tappeti
che di particolari incastri. Per quanto riguarda gli ostinati, non
riscontriamo groove particolari, anzi si limitano a condire il momento di
varie sonorità. Questo accade sia per l’hi-hat, sia per i numerosi crash, e
spesso anche per i ride utilizzati come crash aggiuntivi, insomma anche qui
l’obiettivo è la forza esplosiva del suono più che la fantasia. Il tom
centrale è ben utilizzato per piacevoli fill, la sua comoda posizione lo
rende davvero perfetto per un uso simile, mentre i due timpani vengono più
impiegati per veloci rincorse, marce e possenti stacchi. Anche in questi
momenti l’evidente aggiunta rimane ancora la doppia cassa.
Possiamo trovare il rullante invece in punti a dir poco ovvi, controtempi o
strani cambi di battere/levare non sono per nulla nelle corde, anzi, nelle
pelli di Jason.
Infine può capitare di ascoltare accenni di vicini parenti di blast beats,
ma questo accade per davvero brevi momenti e soprattutto nei lanci che
anticipano strofe suonate, come se ancora una volta la potenza del metalcore
drumming si indirizzi in questo modo di affrontare i pezzi. Insomma uno
stile decisamente monotematico che, ancora una volta, viaggia di pari passo
con la voce e gli altri strumenti.

 

 

 

DRUMSET

Il
drumset di Jordan è certamente un perfetto esempio del tipo di set usati nel
metalcore ed affini, dotati di pochi componenti ma ben sfruttati.

DW Custom W/ Maple Drums
22”x20” Kick Drum
22”x20” Kick Drum
18”x16” Floor Tom
14”x12” Floor Tom
10”x 8” Tom
14”x7” Edge Snare Drum

Zildjian Cymbals
14” K Hit Hat Top
14” A Mastersound Hi Hat Bottom
18” A Custom Projection Crash
19” A Custom Projection Crash
20” A Custom China
21” A Sweet Ride
22” A Medium Ride

Dw Hardware
2x DW 5000 Accelerator Single Pedal
9000 Series Boom and Stands

Promark Sticks
Promark TX747BW

Remo Heads
Emperor on Tom and Floor Toms
Powerstroke 3 on Bass
Controlled Sound on Snare

Per quanto riguarda i fusti ci troviamo davanti ad una scenografica doppia
cassa, ad un solo tom centrale, a due timpani dislocati sulla destra e ad un
singolo rullante tutti con misure decisamente nella norma.
Anche la scelta delle pelli non presenta particolari stranezze, anzi ricalca
alla perfezione le scelte più visibili nel genere.
La scelta dei piatti è ricaduta su Zildjian, e qui abbiamo parecchio da
dire. L’ hi-hat è un assemblato, presenta un K al top e un A Mastersound al
bottom, certamente un cocktail particolare, mentre per i ride un A Sweet e
un A Medium sono i prescelti, usati anche crashabili. Per quanto riguarda
crash e china possiamo erroneamente immaginare di vedere degli Z, invece
anche qui gli A Custom la fanno da padrona, incuranti di possibili rotture
dovute alla potenza del nostro Jordan.
L’hardware è completamente fornito, come per i fusti, da DW e comprende due
pedali DW5000 e tutte le aste necessarie, inclusa una piccola struttura che
sostiene l’asta hi-hat.
In molte immagini è presente sulla sinistra del set un pad, facilmente
Roland, ma nella nostra ricerca non siamo riusciti a saperne di più.
Infine molto interessante è lo sviluppo del drumset quasi interamente sulla
destra, in quanto l’unico elemento, ad esclusione della seconda cassa,
dislocato appunto nella parte sinistra è l’hi-hat. Particolare è anche
l’asta centrale che sostiene in direzioni diverse l’unico tom ed un crash,
davvero una scelta bizzarra.
 

VIDEO

Ecco a voi alcuni video interessanti, live e non, con cui potrete
constatare la potenza del nostro ospite.

 

“Drum channel”

 

“Forever”

 

“Drum solo”