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Asphyx (Bob Bagchus)

Di - 11 Marzo 2011 - 0:00
Asphyx (Bob Bagchus)

Abbiamo di recente avuto modo di chiaccherare un po’ con Bob Bagchus, leader e batterista della storica band deathdoom metal Asphyx. Un’occasione per rivangare un po’ il passato, per commentare il presente e per svelare qualche anteprima sul futuro del gruppo, nell’attesa di vederli dal vivo come headliner all’Hellbrigade Festival III, che si terrà al Carlito’s Way di Retorbido (PV) l’11 giugno. Buona lettura!

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Ciao, Bob, e benvenuto su TrueMetal.it! È un piacere per me parlare con uno dei principali protagonisti del death metal old school.
Andiamo diritti al sodo: notizie di un nuovo album?

Grazie! Sì, siamo molto occupati con il nuovo album, che si chiamerà Deathhammer. Fino ad ora abbiamo registrato queste tracce: Reign of the Brute, Vespa Crabro e Minefield. La batteria e la voce saranno registrati al buon, vecchio Harrow Studio (The Rack, The Last One On Earth) e la chitarra e il basso nel Wasteland Studio. Dan Swanö si occuperà di nuovo del mix e del mastering. Deathhammer sarà l’album più oscuro, tetro e pesante che gli Asphyx abbiano mai registrato. E credimi, è vero! È più oscuro della morte stessa.

Death… The Brutal Way è stato un grande ritorno. Cosa pensi di Paul Baayens? Ha contribuito alla scrittura dell’album? Mi ha sorpreso sentire quanto “Asphyx” suonassero i suoi riff.

Sì, è stato veramente un grande ritorno ed effettivamente è stato anche molto apprezzato. Paul Baayens vive gli Asphyx al 100%. Conosce esattamente di quali riff abbia bisogno il gruppo e sembra che ne faccia parte fin dagli inizi. Lui ha scritto tutti i riff di Death… The Brutal Way. Ha gli Asphyx nel sangue e si sente. È un’ottima persona e i suoi nuovi riff sono addirittura più brutali!

Death… The Brutal Way è stato distribuito negli Stati Uniti dalla Ibex Moon Records di John McEntee degli Incantation. Come mai non è stato distribuito dalla Century Media?

La Century Media, negli Stati Uniti, è principalmente dedita a tutte quelle band metalcore e quindi hanno pensato che il vero death metal non fosse interessante… quanto si sbagliavano. Death… The Brutal Way ha venduto un sacco negli U.S., tramite la Ibex Moon. Comunque, siamo soddisfatti del risultato.

Qual’è la differenza principale, per te, tra Death… The Brutal Way e On The Wings of Inferno? Mi riferisco sia nello scriverli sia nel suonarli e, in generale, a quanto li hai apprezzati.

La differenza principale è che le canzoni su Death… The Brutal Way sono molto più compatte, molto più pesanti e distruttive. Quest’ultimo ha anche molta più atmosfera e una produzione nettamente migliore. Io, Paul e Martin lo abbiamo scritto tutti assieme in sala prove e quindi ha potuto godere di un affiatamento, a livello di band, molto maggiore. On The Wings of Inferno è stato scritto da me e da Eric Daniels, e nonostante sia un buon album, preferisco molto di più Death… The Brutal Way.

Recentemente, Wannes Gubbels (il vecchio bassista, ndr.) ha lasciato la band. Che cosa è successo?

Wannes è un’ottima persona, ma non andava più bene per gli Asphyx sia a livello personale che a livello musicale. Per suonare in questo gruppo devi essere Asphyx al 100%, richiede una certa mentalità che non posso descrivere. È nel tuo sangue e nella tua anima, o non c’è affatto.

Puoi dirci qualcosa riguardo il nuovo bassista, Alwin Zuur?

Alwin è una persona che sa esattamente di cosa gli Asphyx abbiano bisogno, a livello di basso. Un brutale suono-bulldozer e una seria attitudine. Birra e metal. Semplice. La cosa divertente è che io stavo stampando degli adesivi per il vecchio gruppo di Alwin e quando è venuto a ritirarli da me, abbiamo iniziato a parlare delle nostre band. Abbiamo bevuto qualche birra, abbiamo parlato un po’ di più e due giorni dopo era il nuovo bassista degli Asphyx. Alwin è dedito al vero death metal e la pensa esattamente come noi. Ha fatto parte anche dell’old school death metal band Pulverizer.

Band

Ecco la line up attuale, con Alwin Zuur sul lato destro della foto.

Parliamo della produzione di Death… The Brutal Way. Amo davvero quei suoni. Com’è lavorare con Dan Swanö?

Lavorare con Dan è magnifico! Capisce totalmente che cosa gli Asphyx vogliono e di cosa hanno bisogno. È incredibile! Già il primo mixaggio era brillante! È anche una brava persona e un vero professionista, quindi si occuperà del mix anche sul prossimo album.

Live Death Doom è il vostro primo album dal vivo. Chi ha avuto l’idea di registrarlo? Cosa pensi del risultato?

Ne siamo veramente fieri. È live al 100% e non ha la minima sovraincisione. Quello che ascolti è quello che è stato suonato. È stato registrato su due tracce, comunque, quindi non avremmo potuto fare niente in ogni caso. È un vero album dal vivo senza cazzate. Ha anche un bel po’ di errori di esecuzione, ecc… ma chi se ne frega? È un live! Ha l’atmosfera giusta di una grande serata! Ha anche un po’ di importanza storica e il layout è spettacolare! Il buon, vecchio Axel Hermann ha fatto di nuovo un ottimo lavoro!

E per quanto riguarda il dvd? Ho apprezzato molto anche quello allegato all’edizione speciale di Death… The Brutal Way.

Sì, anche quello è stato un ottimo dvd. Il concerto della reunion doveva essere ricordato, è da lì che tutto è ricominciato di nuovo.

In questi tre anni o poco più, tantissime band stanno partecipando a una sorta di “New wave of old school death metal”. I grandi Autopsy sono tornati in vita, vecchie band dei primi anni ’90 stanno suonando di nuovo, come gli Interment, i Nirvana 2002 o i Desultory dalla Svezia, e nuovi gruppi stanno saltando fuori dal terreno suonando come nei vecchi tempi, come gli Excoriate, i Bastard Priest, i Maim e via dicendo. In più, un sacco di vecchi dischi continuano a essere ristampati. Cosa pensi di questo revival? Personalmente, sono molto eccitato al riguardo!

È bello rendersi conto che il vero death metal sia ancora vivo. È bellissimo che i grandi Autopsy siano di nuovo in carreggiata! E il passato sta vivendo ancora con i Nirvana 2002, ecc. E gli Excoriate sono grandi! Li amiamo! Noi diciamo così: all’inferno quella robaccia tecnica e iperblastata, onorate la vecchia scuola!

Bob

Bob Bagchus durante le registrazioni del nuovo album.

Un tempo c’è stato un gruppo del vostro paese, chiamato Sempiternal Deathreign, con un sacco di cose in comune con gli Asphyx e con gli Autopsy. Ho ascoltato il loro album, “The Spooky Gloom”, e penso sia grandioso. Li conosci? Fanno parte delle influenze degli Asphyx?

Aaaah! Sì, mi fa piacere che tu li conosca! La miglior band olandese di sempre, secondo me. Certo che li conosco, gli Asphyx hanno suonato con loro in Olanda nel 1989. Un grande show con grandi ricordi, davvero! E sì, i Sempiternal Deathreign sono una delle influenze degli Asphyx e sono anche ottimi ragazzi. Ho anche chiesto a Victor, il bassista, di unirsi agli Asphyx quando i S.D. Si sono sciolti, ma la distanza era veramente troppa.

Cosa ne pensi del death metal moderno e del cosiddetto “deathcore”?

Il death metal moderno succhia cazzi all’inferno (sic.) e dovrebbe essere vietato il prima possibile. Lo odio! Per me, non ha assolutamente niente a che fare con il death metal. Sembra tutto una competizione su chi può suonare più velocemente più accordi in una canzone. E il deathcore è altrettanto una merda. All’inferno questa spazzatura.

Gli Asphyx sono uno dei pilastri del deathdoom. Ascolti anche qualche gruppo doom tradizionale?

Grazie per il complimento. Oh, sì, apprezzo veramente tanto i vecchi Black Sabbath, i vecchi Trouble, i Witchfinder General, i vecchi Cathedral, gli Electric Wizard, i Winter, i vecchi Saint Vitus… amo il doom tradizionale!

Guardandoti indietro, qual’è il tuo album preferito degli Asphyx? Ce n’è qualcuno in particolare che ti ha lasciato completamente soddisfatto?

È Death… The Brutal Way, al 100%. Per me, quell’album è anche il vero successore di The Last One On Earth. Ma credimi, Deathhammer lo supererà… è più doom, più oscuro e più letale. Martin ha appunto detto, qualche giorno fa, che gli Asphyx non sono mai stati così oscuri come lo saranno su Deathhammer. Porterà il deathdoom ancora più oltre.

Grazie per il tuo tempo, Bob! Come ho detto, è un piacere per me. Spero di vederti in Italia al concerto in modo da berci assieme qualche birra. Sentiti libero di chiudere l’intervista come preferisci!

Grazie a te per questa interessante intervista! Farla è stato un piacere. Suoneremo in Italia presto e certamente dovremmo berci qualche birra! E ricorda: if you won’t face death… we will!

 

Michele Carli