Down: Philip Anselmo su passato, presente e futuro della band

Di Stefano Burini - 23 Agosto 2012 - 14:30
Down: Philip Anselmo su passato, presente e futuro della band

Qualche giorno fa l’ex frontman dei Pantera e attuale leader dei Down, Philip Anselmo, è stato intervistato all’interno di un programma radio americano condotto da Full Metal Jackie. La conversazione si è concentrata in maniera particolare sui Down e sulla serie di nuovi EP a breve in uscita, senza, tuttavia, trascurare qualche puntata nel passato e sul presente/futuro di Phil nelle vesti di produttore con la sua nuova etichetta discografica. Di seguito la traduzione di alcuni estratti dell’intervista, mentre per ascoltarla in versione integrale o leggerne la trascrizione potete cliccare qui.

 

 

Full Metal Jackie: ‘Il primo di una serie di quattro EP che verranno pubblicati nei prossimi anni sta per uscire, il prossimo settembre.’

Phil Anselmo: ‘E non ha ancora un nome. Lo lascio (scegliere) a tutti voi! Chiamatelo come volete!’

FMJ: ‘Da quanto ho capito riguardo al modo in cui questo EP verrà pubblicato, il titolo è “Down IV Part I – The Purple EP”.’

PA: ‘Ok, bene, lo comprerò!’

FMJ: ‘Invece di un intero album, i Down pubblicheranno quattro EP nel prossimo anno e mezzo, dunque, Phil, il fatto di non dover far uscire dalle 16 alle 20 canzoni tutte in una volta come ha cambiato il modo in cui sono state scritte?’

PA: Bé, in realtà ha portato via un po’ di pressione da ognuno di noi. Quando la domanda è venuta fuori, mi sono basato sul primo demo che facemmo nel 1992, quando tutti ci ritrovammo in Texas con questa idea nelle nostre teste ma senza sapere cosa ne sarebbe venuto fuori. Non avevo testi, tutte le cose erano semplicemente al loro posto e ce ne uscimmo con “Bury Me In Smoke”, “Temptation’s Wings” e “Losing All”, canzoni che sarebbero poi finite sul nostro primo disco. Abbiamo assunto questo approccio per questo nuovo mini album e onestamente non mi è mai capitato di sentirmi così sgravato dalla pressione per la registrazione di un album. Non sapevamo cosa avessimo in mente e il fatto che fossero sei canzoni penso che abbia concentrato tutta la nostra attenzione (su di esse), ai tempi e, davvero, registrare un album di 10-12 canzoni.. non c’è spazio, in questo momento della mia carriera, per riempitivi. Non voglio alcun riempitivo, voglio che le canzoni siano dirette, voglio che siano uniche e penso che l’abbiamo fatto piuttosto bene in questo EP.

 

I Down, versione 2012

FMJ: ‘Hai avuto una carriera decisamente prolifica con più di otto band. Che differenza c’è tra le soddisfazioni raggiunte con i Down rispetto alle altre band?

PA: ‘Ok, ti dirò la verità. Per me i DOWN sono una band di genere. Non importa cosa venga creato dai Down o in quale sotto genere la critica cerchi di incanalarci, va tutto bene, alla fine della giornata sappiamo che i Down hanno uno zoccolo duro di fan, un seguito che ne fa un culto per così dire. Abbiamo promesso in passato che avremmo realizzato i dischi in un certo lasso di tempo e sono passati cinque anni tra una release e l’altra, così per la gente, per i fan è importante avere la nuova musica dei Down e noi non vorremmo mai lasciarli in sospeso fino alla pubblicazione di nuovo materiale. […] Si tratta di accontentare questi fan. Potrei suonare in un sacco di differenti gruppi, ma essi avrebbero questa base di fan? No, non ce l’hanno. Quelli sono progetti legati più che altro a me stesso, cose che ho voglia di fare. Non che non abbia voglia di suonare con i Down, non è questo che sto dicendo, la questione è che i Down hanno uno zoccolo duro di seguaci. Al di fuori di queste due band in cui sono stato, ognuna delle altre ha un seguito molto più ridotto e/oppure ha più che altro la funzione di divertirmi. I Down sono un obbligo.’

FMJ: ‘I Down fanno ora parte della tua etichetta Housecore?’

PA: ‘No, non ne fanno parte ma mi piacerebbe che lo facessero. Dovrebbe essere così, dovrebbe davvero esserlo, ma sai, a ciascuno il suo, che cazzo, devi lavorare con cinque differenti persone quindi è come essere sposati a un gruppo di femminucce.

 

Full Metal Jackie

 

FMJ: ‘Tempo addietro ho avuto la possibilità di passare qualche momento in tua compagnia, avevi problemi con la tua schiena. Tutti questi anni sul palco con problemi di usura dei dischi della colonna vertebrale, dev’essere molto doloroso. Adesso, anni dopo aver ricevuto cure chirurgiche per porre rimedio al problema, come sei cambiato come performer?

PA: ‘Come performer, bè, non posso essere particolarmente “fisico” come ero in passato e, si, è una cosa che mi manda in pazzi, è frustrante. Quando hai questo tipo di infortunio al tuo fondoschiena, che è davvero il centro del tuo corpo, non te ne liberi mai. Dentro di me ho stecche di titanio, viti e morsetti, se mi chiedi se sento questi oggetti estranei nel mio corpo ti rispondo “assolutamente si, li sento”. Poi c’è anche il condizionamento della mente e io amo definirlo “callo mentale”. Si costruisce nel tempo, è difficile, ti abitui al dolore e onestamente il maggior lavoro lo convogli in questo processo. Sono passato attraverso mesi e mesi di riabilitazione fisica con un team fantastico e tuttora uso gli stessi esercisi di stretching. Può sembrare strano, ma è così: il tempo qua nella regione della costa del Golfo, quando la pressione scende e il clima si fa pesante, posso non aver magari fatto nulla di speciale ma il giorno dopo mi sveglio come se fossi stato coinvolto in un incidente d’auto il giorno prima. Ci sono giorni migliori e giorni peggiori. Un po’ più di migliori che di peggiori ma, ancora una volta, è un qualcosa che ti condiziona e finché fai questo mestiere ne devi essere cosciente. Devo essere forte, non devo mollare. Quando molli, è lì che sei fottuto. Devi fare quello che devi fare.’

FMJ: ‘Ovviamente, hai fatto uscire attraverso la tua etichetta musica a cui hai preso parte o su cui hai cantato. Quali sono i pro e i contro nel supervisionare la parte di processo riguardante la pubblicazione della tua musica?’

PA: ‘Penso che con gli album da solista ci sia sempre molta pressione. Di nuovo, non sono io a mettere pressione su me stesso, ma le cose sono come sono. Non sto dicendo che (il mio solo album) possa essere il salvatore di un qualsiasi fottuto genere musicale, né ho intenzione di gonfiarlo oltre quelle che possono essere le aspettative della gente, perché oserei dire che sarà che un difficile ascolto per alcune persone. Sì, mi aspetto che molti lo prendano e lo custodiscano come un tesoro, ma allo stesso tempo non sarà un ascolto facile. E’ un campo minato, è diverso e questo è tutto quello che posso dire. Lascerò che ognuno possa giudicare cosa sia per lui.’

 

Philip Hansen “Phil” Anselmo

 

FMJ: ‘Penso che sia una gran cosa, relativamente a quello che fai, poter far uscire ciò che vuoi, ciò che artisticamente senti davvero tuo.’

PA: ‘E’ così che dovrebbe essere. Jackie, non puoi piacere a tutti. Devi saperlo, come ogni persona di buon senso dovrebbe saperlo, non puoi piacere a tutti per qualsiasi cosa fai o non fai. Avrai i tuoi detrattori e i tuoi fan, ma così va il mondo ed è ciò che rende ogni cosa soggettiva. Ed è anche ciò che rende la musica così ampia ed eterogenea, per ciò ci sono così tanti differenti stili. Se a qualcuno non piace la musica che faccio, va benissimo, è perfetto. […] sono molto amico di persone con cui sono cresciuto e che ho rispettato per tutta la vita, ma mi piacciono le loro band? No, non mi piacciono. Non voglio entrare nello specifico, ma credo che loro sappiano di chi sto parlando. Come persone, amici e compari abbiamo passato dei momenti fantastici insieme, abbiamo splendidi rapporti personali e penso che questo sia il grande equivoco con molte delle persone là fuori. Non c’è bisogno di essere fan della musica di qualcuno per amarlo senza riserve. Ed è qui che penso che la fratellanza e il cameratismo penetrino davvero nell’essenza delle cose. Si cresce e si diventa un pochino più saggi. E la gente dovrebbe essere d’accordo. Io porto avanti  tutte queste cose con la Housecore Records perché mi piace essere avere a che fare con le band, mi piace il processo di registrazione, essere in contatto con i musicisti, mi piace lavorare e produrre. Mi piace tutto, tranne, per l’amor di Dio, il mixaggio, ma il mixaggio è un processo da cui devi per forza passare, è solo una di quelle cose. Housecore è un lavoro d’amore (Labor Of Love ndr) e questo è quanto. Non si diventa ricchi qui, credimi Jackie, Io sono, come una volta dicevano gli Alice In Chains, “Down In A Hole”!’

FMJ: ‘Guardando avanti al vostro tour, sembra che si concentri più che altro sulla East Cost, c’è altro oltre a questo?’

PA: ‘Si, mi aspetterei di si. Come ho detto, i Down sono un obbligo assoluto e se c’è una fanbase, devono esserci anche degli spettacoli. Questa sarà una parte (del tour) e poi so che dopo settembre andremo in Europa per una buona parte di ottobre per poi restare fermi fino alla fine dell’anno. Sono molto impegnato con le nuove uscite della Housecore […] ma so che torneremo in gennaio con altri show targati Down e sarei molto sorpreso se non facessimo tappa anche sull’altra costa.’