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The Prophecy²³ (Florian Sanden)

Di Nicola Furlan - 31 Luglio 2012 - 8:00
The Prophecy²³ (Florian Sanden)

 ‘…il trucco per realizzare un buon lavoro è combinare al meglio relax e impegno’
(Florian Sanden)

Che grande disco hanno pubblicato i The Prophecy²³! Ogni anno ci capitano per le mani molte pubblicazioni di band emergenti o da tempo nell’underground e raramente si ha la percezione che dietro agli strumenti ci sia gente davvero capace grazie a idee ben assestate in un contesto musicale originale e convincente. È il caso di The Prophecy²³ che con “Green Machine Laser Beam” irrompono sul mercato lasciando il segno. Quattro chiacchere con loro erano d’obbligo quindi…

Grazie per i complimenti. I The Prophecy²³ provengono dalla Germania e c’è sempre piaciuto suonare veloce. La musica che adoriamo comporre non si focalizza su un solo stile. Ci piace suonare veloci, con groove scherzando con la musica e i testi… diciamo che adoriamo fare festa ogni volta che prendiamo in mano gli strumenti. Hannes Klopprogge è portato ad esprimersi con stile thrash, mentre Phil Heckel adora essere aggressivo essendo un amante del death metal. Dennis Lidak suona la chitarra più veloce che può mentre io, Florian Sanden, sono l’aspetto più ‘calmo’ del nostro volere. Insomma, siamo liberi di esprimerci alla grande.

Tutte queste personalità sono dirette conseguenze di uno specifico ‘imprinting’ musicale che avete avuto e che ora esprimete con il vostro stile oppure siete stati comunque aperti a tutti i generi e per questo ora riuscite a confrontarvi con semplicità in sala prove?
 
Diciamo che nel bene o nel male, genere più, genere meno, abbiamo condiviso alcuni nomi storici che sicuramente constituiscono il nostro punto di contatto in sala prove. Mi riferisco a Slayer, Iron Maiden, Metallica e Black Sabbath, band di cui abbiamo iniziato a coverizzare i brani. Difficile fare nomi… ancora adesso restiamo stupiti da alcune release incredibilmente valide.
 
 
Ci racconti come è nato questo disco?
 
Sia le registrazioni, sia le prove dei pezzi ci hanno messi a dura prova. Abbiamo lavorato davvero duramente. Una volta pronto il materiale, grazie alla professionalità del nostro produttore, With Kristian “Kohle” Kohlmannslehner, abbiamo innalzato la qualità del tutto, migliorando quello che avevamo composto in sala prove. Ma, ovviamente, non è stato solo un periodo intenso e di stress. “Kohle” è riuscito a ritagliarci dei momenti di necessario relax che abbiamo chiamato vodka-sauna-sessions.
 
Eheh, non credo servano altre spiegazioni a riguardo! Senti, di cosa parlano i testi?
 
I testi sono stati scritti dal nostro cantante Hannes Klopprogge anche se ogni membro ha fornito il suo contributo in termini di idee da qui sviluppare un argomento. La maggior parte dei testi tratta di temi scherzoni e buffi, ma non mancano nemmeno le tematiche un po’ più impegnate. Si passa dalla tragedia per mancanza di birra ai party, fino a problemi sociali attuali.
 
Faccio un salto indietro. Ho apprezzato moltissimo la produzione del nuovo disco. Sono sempre stato interessato ed affascinato dalle registrazioni e missaggio. Dischi storici sono stati valorizzati per la gamma di suoni e rumori che ne caratterizza il sound. Come si sono svolti i lavori?
 
Un grazie te lo dico perché abbiamo curato molto l’aspetto produttivo e siamo contenti che questo fatto emerga.  Abbiamo utilizzato otto differenti amplificatori, 5 cabinet per chitarra per tredici strumenti, nove bassi, sei tipi di corde differenti, ventitrè tipi di pletri, sette differenti pick-up, dodici cavi, quattro seggiolini, tredici multi-effetti, per non parlare della batteria. Per il resto, come ti ho detto, il trucco per realizzare un buon lavoro è combinare al meglio relax e impegno. Ognuno di noi stemperava il clima di stanchezza dovuto al grande impegno. Per esempio, durante le sessioni di registrazione della chitarra, mi preoccupavo che in studio di fossero sempre birra e pizza.
 
Mi sembra proprio di capire che avete vissuto profondamente il parto di questo vostro nuovo album…
 
Personalmente, non posso nemmeno descrivere a parole la sensazione che ho avuto quando avevo per le mani la prima copia finita di “Green Machine Laser Beam”.
 
 
Sembra quasi sia stato il momento più bello della tua carriera…
 
Sicuramente, ma pure quando saliamo sul palco ci divertiamo come non mai. Adoriamo vedere la gente che si scatena sotto,e sopra, il palco. sono emozioni e sensazioni uniche. Dovessi ricordare il concerto più bello ti direi la nostra esperienza al Wacken Open Air Festival in 2011.
 
In quanto rappresentati di questo movimento artistico vorrei chiederti cosa ne pensi del fatto che il thrash metal stia ormai riprendendo piede così prepotentemente in tutto il mondo. Sopratutto l’underground è in pieno fermento. Considerata l’importanza storica che ha la Germania per questo stile musicale, ci puoi dire qualcosa circa il vostro underground ‘teutonico’?
 
Come hai detto, l’underground è vivo in Germania, così come in tutto il resto del mondo perché, in verità, io credo che il thrash metal non sia mai morto veramente. Ascoltiamo sempre una cassetta nel nostro vecchio tour bus che abbiamo intitolato Old Thrash Metal IV… ci sono un sacco di classici degli anni ottanta. Conosciamo ogni singolo riff di quei capolavori…
 
E riguardo invece alla scena moderna? Che ne pensi?
 
Il nuovo modo di suonare thrash metal mi paice parecchio. Band come Gama Bomb e Municipal Waste hanno saputo valorizzare il presente senza sradicare quanto di buono hanno assimilato dal passato e se anche mi sento di chiamarlo ‘modern thrash metal’, lo trovo perfettamente coerente con il passato.
 
Senti, come siete entrati in contatto con Massacre Records? Ricordi il momento della chiamata?
 
Verso fine 2009 gli addetti di Massacre Records ci hanno visti a un concerto. Ci hanno aspettati all’uscita e ci hanno immediatamente offerto un contratto discografico.
 
Vi vedremo in Italia per qualche concerto?
 
Stiamo cercando offerte per date in Europa e l’Italia sarà di certo uno Stato che vedrà la nostra presenza… e non solo per la nostra dipendenza da pizza. Proprio in questi giorni stiamo cercando di entrare in contatto con Adriano Celentano o Eros Ramazotti per proporgli di farci da supporto…
 
Ahah, sono certo che riuscirete a farcela… Senti, il tempo è finito. Lascio a te le ultime parole ai nostri lettori…
 
Ve li farei in italiano, ma pur chiamandomi Mario (??? n.d.r.), non so parlare che il tedesco! Grazie mille a tutti voi che avete letto l’itnervista e grazie per la recensione del disco che vi consiglio come sottofondo per il vostro prossimo party fra amici… Speriamo di vederci in Italia quanto prima… cin cin!