Live Report: Black Label Society a Milano

Di Redazione - 24 Marzo 2011 - 12:00
Live Report: Black Label Society a Milano

Sarà la giornata di festa o il richiamo del gruppo, ma le parole sold-out echeggiano nelle parole dei presenti in maniera piuttosto consistente. Quello dei Black Label Society è infatti uno show atteso, soprattutto dopo la ritrovata forma del loro leader, quello Zakk Wylde che si è da poco ripreso dopo qualche mese passato in ospedale. Ad accompagnare i quattro membri della società dell’etichetta nera, i misconosciuti Godsized, quartetto inglese tutto da scoprire. A voi il resoconto di una serata veramente calda, in tutti i sensi!

Live report a cura di Andrea “Thy Destroyer” Rodella
Foto a cura di Paolo Manzi

Godsized
Già sulle prime note della band britannica si nota come il pubblico sia già considerevole e non lesini affatto applausi e lodi al quartetto, il quale, dal canto suo, mette sudore e rabbia per una proposta musicale a metà tra hard rock, stoner e qualche velleità moderna in stile Creed. Senza nessun contratto alle spalle, i Nostri portano in giro per il mondo i brani estratti dai loro due Ep finora pubblicati (Brothers In Arms e The Phoney Tough & The Crazy Brave) con grande convinzione a fiducia nei propri mezzi. Gli intervenuti, soprattutto quelli delle prime file, rispondono molto bene e non mancano di incitare la band, la quale ricambia con ringraziamenti a profusione. Highlights dello show Bleed On The Inside e The Last Goodbye, canzoni queste che lasciano trasparire una buona potenza ed un discreto avvenire per il futuro del gruppo inglese.
In particolar modo, la voce del cantante/chitarrista Glen si pone come buon catalizzatore per una proposta non certo innovativa, ma affascinante quanto basta per poter meritatamente applaudire in chiusura dello show. La band al completo ha poi raggiunto il banchetto del merchandise per firmare autografi e fare foto con i fan, invero parecchi. Ottimi opener, i Godsized sono riusciti a scaldare a dovere l’audience, impresa mai facile per una band sconosciuta ai più.

 

 

     
 
 

 


Setlist
Walking Away
The Phoney Tough & The Crazy Brave
Fight & Survive
No Repreve
Brothers In Arms
The Last Goodbye
Bleed On The Inside
Head-Heavy

 

Black Label Society
Chiusa la buona performance del gruppo di spalla, cala un telo nero davanti al palco dell’Alcatraz con raffigurato il logo dei Black Label Society. Chi si trova ai lati può sbirciare l’allestimento ed effettivamente si intravede l’asta del microfono di Zakk con accanto una pedana rialzata. Nel frattempo, la temperatura all’interno del locale è salita notevolmente e nelle prime file non c’è spazio per respirare, tant’è che le transenne riceveranno sollecitazioni notevoli da parte del pubblico delle prime file.
Terminata l’attesa, il telone viene fatto cadere sulle note di The Beginning… At Last e la folla risponde con un boato di grandissimo effetto. L’allestimento del palco è tutto sommato abbastanza scarno con un muro di amplificatori che costituiscono l’unica concessione alla scenografia, insieme ad una pedana posta vicino all’asta del microfono di Zakk Wylde e dove il barbuto chitarrista si staglierà più volte durante i suoi assoli. A questo proposito, durante l’esecuzione di In This River, fanno la loro apparizione due grandi teli raffiguranti Dimebag Darrell, grande amico di una vita a cui è dedicata questa canzone. In quest’occasione c’è anche modo di ammirare sia il talento di Zakk alle tastiere, sia quello di Nick Catanese, il quale si rende protagonista di un bell’assolo nella fase centrale del pezzo.


Menzione d’onore per il nuovo arrivato Johnny Kelly (Seventh Void, ex-Type O’ Negative, Danzig), il quale dimostra di essere entrato alla perfezione nello spirito dei Black Label Society: tanto sudore, heavy metal ed un’attitudine volta a dare un tiro micidiale ai brani. Coadiuvato dal bassista John “JD” DeServio, il batterista dà vita ad una sezione ritmica potente e trascinante, in grado di reggere perfettamente il confronto con i suoi predecessori, Craig Nunemancher (ex-Crowbar) in particolare.
Tornando alla scaletta, fa piacere sentire diversi ripescaggi da quel mezzo capolavoro che fu The Blessed Hellride, mentre c’è spazio per un solo estratto dal primo album, Sonic Brew. Diversa sorte è toccata a Stronger Than Death e 1919 Eternal, completamente ignorati a favore dell’ultimo arrivato Order Of The Black. Tali scelte sono tutto sommato comprensibili e, polemiche a parte, la setlist è tutto sommato ben costruita e, ovviamente, non mancano i momenti in cui Zakk si mette in mostra con degli assoli spumeggianti e nel suo tipico stile esuberante. In mezzo a tutto ciò, vanno segnalate le esecuzioni di The Blessed Hellride con tanto di Gibson diavoletto a doppio manico sia per Wylde che per Catanese ed un lancio di palloni gonfiabili durante Fire It Up, trovata che ha fatto divertire parecchio le prime file, invero schiacciate contro delle transenne che stavano quasi per cedere.
La chiusura dello show è affidata a Stillborn, forse la canzone più famosa del quartetto, e l’assenza di bis lascia un po’ l’amaro in bocca, visto che si è trattato di un concerto durato solo un’ora e mezza. Forse si poteva togliere un po’ di spazio agli assoli di Zakk ed inserire almeno altri due brani, ma è anche vero che il nuovo batterista ha avuto pochissimo tempo per imparare i pezzi (solo 4 giorni) e quindi non si poteva pensare di sforare più di tanto dagli schemi. Altra nota da segnalare è quella riguardante i volumi, veramente assordanti e carichi come raramente è capitato di sentire all’interno dell’Alcatraz di Milano.
In ogni caso, pollice alto per una band che ha saputo dare spettacolo con un live show intriso di rabbia, furia e grandissima attitudine. Tutti coloro i quali hanno assistito allo show possono dirsi assolutamente soddisfatti ed i sorrisi visti fuori dal locale ne hanno dato piena conferma.

 

 

     
 
 

 

Setlist
The Beginning… At Last
Crazy Horse
What’s In You
The Rose Petalled Garden
Funeral Bell
Overlord
Parade Of The Dead
Zakk’s Keyboard Solo
In This River
Fire It Up
Zakk’s Guitar Solo
Godspeed Hell Bound
The Blessed Hellride
Suicide Messiah
Concrete Jungle
Stillborn